Spin Off – Carte in tavola – Xander Lost Time
Marocco.
Una notte qualunque, di un mese qualunque, di quell`anno in cui Oliver
Stone decise di realizzare uno dei piú grandi colossal nella storia del
cinema: la vera storia di Alessandro Magno, Alexander the Great.
Colin Farrell si grattó la testa, prima di bussare.
A testa bassa, sbuffando, prima di trovare il coraggio di alzare la mano
destra, chiuderla a pugno e sfiorare quel legno di colore verde chiaro.
“Sí avanti..”
La voce di Jared Leto era distratta, ma sempre vivida, come i suoi occhi ed il sorriso, un attimo dopo quando lo vide.
“Te ne sei dimenticato.”
“Ciao Cole.. dimenticato di cosa?”
Era seduto a gambe incrociate sul letto, nudo sotto ad una lunga casacca
porpora a righine arancio, specchietti sul bordo dello scollo a V, che
scendeva scoprendogli i pettorali scolpiti.
Era abbronzato, appena uscito dalla doccia, i capelli bagnati e lucidi
per gli oli essenziali che Jared usava anche sulla pelle tormentata dal
sole e dagli insetti.
“La festa Jay..”
“La festa.. di chi?”
Era troppo preso dallo story board preparato per la scena dell’anello dopo le nozze del re con la bella Roxane.
“Rosario.. Il suo party..”
La Dawson, interprete di Roxane appunto, aveva organizzato una serata
sulla terrazza dell’albergo vicino, dove alloggiava con altri della
troupe.
Jared non amava quegli incontri collettivi tra maestranze, comparse ed
attori, si perdeva sempre a parlare con qualcuno che non gli
interessava, scrollandosi di dosso ragazze invadenti e mettendo le mani a
posto degli stronzi, che rimanevano folgorati dalla sua bellezza.
Preferiva discorrere di svariati argomenti con Stone o con lo storico
del film, che lo ascoltavano con interesse, rimanendo spesso stupiti
della sua compagnia.
Il regista in piú occasioni gli aveva detto “Jared sono onorato di
averti qui, ma sei cosí giovane, perché non ti unisci agli altri e ti
rilassi..? E ti diverti soprattutto!”
A Jared importava solo di Colin.
Durante il giorno giravano spesso insieme, ma poi la notte Farrell spariva.
Ogni tanto riusciva a trascorrere qualche ora con lui, chiacchierando delle loro vite scombussolate da tutto quel successo.
Colin beveva ed una volta lo aveva visto anche sniffare.
Evitó di parlargli per una settimana, durante la quale Farrell lo
inseguiva ovunque, per chiedergli cosa avesse, finché non si chiarirono.
Alla bottiglia, peró, non riusciva a rinunciare.
In quel momento, in quella stanza, peró, era sobrio e lucido, come non mai.
“Meglio di no.. Vai tu, poi mi racconti.”
“Ti racconto cosa?” – replicó nervosamente, sedendosi sul bordo del letto, al suo fianco.
“Mi.. mi racconti di quanto ti sei sballato e di chi ti sei portato a
letto.. Cole.” – sorrise a denti stretti, sbarrando gli occhi blu
cobalto, poi scoppió a ridere.
Anche Colin rise. Gli prese la mano sinistra, accarezzandone il dorso, poi il palmo, facendo finta di leggerla.
“Vedo.. vedo un bel ragazzo.. che ora va a vestirsi ed esce con me..”
“Vedi solo questo Farrell?”
“Quando mi chiami per cognome è un brutto segno..”
“No, non stasera. Niente prediche. Vorrei solo che tu mi capissi..”
“Cosa dovrei capire Jared?”
“Ne abbiamo parlato ieri mattina, l’hai dimenticato?”
“Parlato? Tu hai detto delle cose e poi sei scappato via..”
“Mi è bastato il tuo sguardo Colin.” –
lasció la sua mano – “Non mi serviva altro.”
“Ok.. ok Jared, dovrei capire che.. che sei innamorato di me e non puoi starmi vicino, se non per lavoro?”
“Sí, è molto semplice, come concetto..”
Si alzó, andando ad accendere candele ed incensi sul tavolino sotto alla
finestra aperta. La chiuse, attivando il condizionatore.
“Per me sta diventando una tortura.. Soprattutto se penso a domani, alla
mia morte e.. a tutte le scene che sono ancora da girare.”
Colin si alzó, fermandosi davanti a lui.
“A me.. a me piacciono le ragazze Jay..”
“Ti prego! Lascia stare questi discorsi, non era questo il punto.. Non
era..” – abbassó gli occhi, trattenendo le lacrime, andando oltre Colin,
spostandolo – “Perdonami, vorrei dormire, non sto bene questa sera.”
“Cosa ho fatto? Tu dimmi cosa ho fatto per.. per farti fraintendere i miei sentimenti Jared.”
“Sentimenti..?”
“Certo, ne provo una miriade nei tuoi confronti! Ti voglio bene, ti.. ti
adoro Jared, sei il mio migliore amico da quando siamo qui.. Ti ho.. ti
ho detto cose che nemmeno mio fratello conosce..”
“Ho.. ho fatto la stessa cosa..”
“Sí appunto Jared! Sono.. sono stati i miei abbracci?”
“Forse.. ma erano i momenti piú dolci della giornata Cole..”
“Sí, anche per me e tu.. tu lo sai!”
Era di nuovo vicino a lui, per stringerlo.
Jared incroció le sue braccia dietro alla schiena di Colin.
Lui affondó le sue labbra nella spalla scoperta da quella blusa morbida,
sfiorandola. Un bacio leggero, fece sussultare Jared – “Peggiori solo
le cose.. ti prego Colin..”
Se ne andó, dandogli una carezza, per asciugare le lacrime che ora
scivolavano da quelle iridi rare e disperate – “A domani.. Ciao Jared.”
La scena del matrimonio tra Alexander e Roxane fu interrotta piú volte.
Jared era teso, del resto era quella l’impressione che doveva dare.
Rientrarono in interno per la scena dell’anello e della prima notte di nozze del re.
La Dawson si lamentava per i pilucchi che si staccavano dal bordo in
pelliccia sintetica del mantello che indossava, mentre Jared rideva per
la massa pulciosa che gli avevano messo sulle spalle.
Avevano un bel rapporto, era una delle poche donne con cui Jared si confrontava, con simpatia quasi affettuosa.
Colin da fondo della stanza li osservava, concentrandosi sulle
espressioni di Jared. Stone arrivó, con un plico di fogli scarabocchiati
in mano – “Che succede Colin?” – “Nulla.. Nulla, quando giriamo?” –
“Due minuti.. Jared! Potresti allinearti? Grazie..”
Efestione entró, rinnovando la promessa d’amore al suo sovrano.
Gli occhi lucidi, la voce suadente, l’abbraccio intenso e poi la regina che arriva, li scopre, protesta.
“Un attimo!.. Scusa Oliver.. posso parlarti?”
“Va bene Colin.. Vieni, andiamo di lá.”
Il dietro le quinte era fatto di teloni, assi e pali, che reggevano i
riflettori, creando un labirinto tortuoso, dove Jared si insinuó,
incuriosito da quella riunione di emergenza tra regista e protagonista
principale.
“Ma perché Oliver cazzo!”
“Ma perché non è previsto, non ne voglio sapere,
c’è giá troppa carne al fuoco in questo film, per
questo evito!”
“Evitare un bacio tra Alessandro ed Efestione, ora, proprio qui, in
questa dannata scena, é.. è una stronzata! Darebbe piú senso anche alla
furia di Roxane..”
“Ascolta Colin, se partiamo con il filone, tu che lo baci, poi vi verrá
in mente, per l’ennesima volta, di fare anche una scena di sesso e non
va bene.”
“Scena di sesso? Ma è ovvio! Qui ci stiamo a raccontare che siamo
innamorati, che lo amo piú della mia vita e non lo bacio, non me lo
porto a letto, per me la critica riderá di questa incongruenza..”
“Ma il sesso tu lo fai con Pagoa, i baci li dai a lui, basta ed avanza!”
“Allora limitiamoci al bacio.”
“Senti Colin, se proprio vuoi baciarlo fallo e basta! Si vede che muori
dalla voglia di farlo, vivitela e basta questa cosa con il tuo Jared!
Non sono ancora rimbambito, per me lui è d’accordo, quindi carte in
tavola e piantala di girarci intorno, sei tu ad essere ridicolo!”
Stone se ne andó, senza lasciargli replica.
Colin tossí, sistemandosi il costume.
Jared se ne andó, lui aveva finito, mentre Colin doveva passare alla scena di sesso con Rosario.
Andó a cambiarsi, uscendo dal container in jeans e maglietta, i capelli
legati in una lunga coda di cavallo, occhiali scuri, la testa bassa
mentre scriveva un sms al fratello Shannon.
Stone stava arrivando, gli sorrise – “Jared hai un minuto per me?”
“Certo.. Hai bisogno..?”
“Ho bisogno che tu faccia chiarezza in quella testa di cazzo del tuo amico Colin.”
“Colin..? Cosa dovrei..?”
“Tu hai capito. Sei troppo in gamba per non capire. A domani, abbi cura di te.”
Colin aprí lo sportello della macchina della produzione, poi si accorse di lui – “Jared vieni?”
Lui avrebbe voluto tornare con un altro mezzo, ma poi lo raggiunse.
“Ho fame, mangiamo qualcosa Jared..?”
“Non posso, ho un appuntamento.”
“Con chi?” – domandó brusco.
Jared si tolse i rayban fissandolo – “Un amico. Ho rimandato in eterno,
ma poi lui ha insistito per una cena ed io ho accettato.”
“Ok.. ok, volevo solo.. No niente, lascia stare.”
“Come vuoi.” – scrolló le spalle, senza dare palese importanza a quella
sua strana gelosia, che invece gli stava dando sensazioni uniche.
Farrell andó a bere qualcosa con gli altri, interrogandosi per
l’intera serata su quel misterioso amico del suo Jared.
pensó, massaggiandosi le tempie, quando li vide.
Era un assistente alla sceneggiatura, un collaboratore di Stone, un certo Ryan o Brandon o Bob, non se lo ricordava.
Stavano entrando in hotel, ridevano, Jared sembrava davvero allegro.
Colin sentí una morsa allo stomaco.
Si chiese come sarebbe finita quella serata a sorpresa, si alzó inciampando in una sedia.
Gli altri risero, senza peró collegare quella sua strana
irrequietezza all’arrivo di Jared, che nessuno aveva notato.
“Ma dove vai Colin?!!”
“A casa.. a dormire, grazie per il drink.”
Entró nella hall, chiamó l’ascensore, entró specchiandosi.
Aveva un aspetto orribile, al contrario di quel giovane, bello e
raggiante per essere in compagnia di Leto, altrettanto in forma.
Odiava quei capelli biondi, anche se a Jared piacevano, glieli
spazzolava ogni tanto, facendogli i massaggi alla cervicale, che Colin
aveva scoperto molto gradevoli durante la scena sul letto a Babilonia.
“Me li faresti..?”
“Di cosa stai parlando Cole?”
“Le tue dita.. una favola, mi è passato il mal di testa..”
“Ah capisco.. ok, va bene, tu chiedi ed io ti accontenteró.”
spalancó gli occhi,
aveva sognato quel pensiero, si era addormentato per un minuto,
svegliato poi dal suono dell’ascensore arrivato al piano di Jared.
Era di nuovo davanti alla sua porta.
Bussó. Niente.
Bussó di nuovo.
“Jared!”
Sentí i suoi passi, poi focalizzó che poteva essere con quel tizio, cosa gli avrebbe detto? Ormai era tardi.
Jared aprí in accappatoio, una tazza di tè in mano.
“Colin.. ma che diavolo..”
“Che diavolo ci faccio qui?” – disse sporgendosi un minimo per vedere dove fosse il suo amico.
“Sei..? Sei solo..” – se ne rese conto.
“Sí, ti stupisce?” – sorrise –
“Ah.. Brandon, è in camera sua, al piano di sopra.”
“Al.. al piano di sopra?”
“Di solito è lí che alloggia con Sara.”
“Sara..?” – entró, Jared richiuse la porta e
versó altro tè, passando una tazza anche a Colin.
“La sua fidanzata, si sposano tra un mese e voleva che cantassi al suo
matrimonio sulla spiaggia, sai una cosa molto carina.. romantica, mi
piace.. Gli ho detto di sí.”
“Hai fatto bene, hai una voce davvero bella..”
“Credi?”
“Sí, non vedo l’ora di venire al tuo concerto, l’hai promesso Jared..”
“Giusto.. ed ho una sola parola.”
“Sei un ragazzo corretto.. e sincero.”
“A volte sbaglio ad esserlo.. sincero intendo.”
“No, semmai.. semmai devi scegliere le persone con cui esserlo.”
“Hai ragione Colin, scegliere.. L’ho fatto quando mi sono innamorato di
te. Niente distrazioni, anche se tu non mi avresti mai corrisposto. Non
importava..”
“Non merito un simile sacrificio.”
“È una mia decisione, tu non hai alcuna responsabilitá.. se non quella
di essere un uomo che ammiro, in tante piccole cose, che gli altri non
vedono.. Per tanti, troppi qui, sei solo l’ennesima meteora, un
ubriacone, un tipo che durerá poco.. Non capiscono le tue potenzialitá,
ma su di una cosa hanno ragione: sei in perenne bilico, su di un
precipizio nel quale non devi cadere Colin. Ed io.. io pensavo di
aiutarti, anche con il mio amore incondizionato.”
Colin posó la tazza sul comodino, prendendo anche quella di Jared.
“Spegni la luce..”
Jared socchiuse la bocca, tra lo stupore ed il respiro che si fermó per un attimo.
Le candele erano giá accese, nel buio le fiammelle tremolanti
risaltavano al meglio. Il profumo degli incensi solleticava le narici.
Jared si bloccó davanti all’interruttore, dopo averlo premuto.
Abbassó leggermente la testa, come a cercare la forza di tornare da Colin.
Gli tese una mano – “Jared..” –
“Sí, arrivo..” – mormoró, togliendosi
l’accappatoio.
Colin si sfiló la maglietta, mentre Jared gli slacciava la cinghia ed i jeans.
Lui si tolse le scarpe, cosí da liberarsi meglio dei pantaloni sbiaditi e strappati.
I suoi boxer erano aderenti, sexy, come il suo profumo.
Jared ne accarezzó il bordo, tornando a fissarlo.
Si baciarono, schiudendo le loro bocche ad una profonda e sconosciuta emozione.
Colin si abbassó i boxer, lasciando a Jared il compito di toglierli.
Si mise in ginocchio per farlo, le mani di Colin gli spostarono i
capelli, con la pura curiositá di vedere cosa fosse disposto a fare.
La sua risposta fu quella che Colin sperava: le sue labbra presero in
ostaggio il suo sesso, era rigido, caldo, come la sua lingua, che avida
lo portava a gemere, per poi succhiare piú forte, aumentando anche le
reazioni compiaciute di Colin.
Nella sua mente scorrevano i sorrisi di Jared, i loro abbracci, fatti di sabbia e sudore, le risate.
“Aspetta.. aspetta.. Jared..” – lo spostó delicatamente, mettendosi
anche lui in ginocchio, guardandolo – “Ho.. ho fatto qualcosa di
sbagliato Cole..?” – chiese sgranando gli occhi lucidi – “No.. no..
affatto…” – lo bació, spingendolo sul letto, tenendolo a sé come la cosa
piú preziosa.
“Voglio fare l’amore con te stanotte.. l’amore
Jared… Per il sesso abbiamo tempo, tanto tempo davanti a
noi..”
Stone sbraitava come un ossesso, davanti alla roulotte dei truccatori:
avevano sbagliato il make up di tutte le comparse, i costumi non
andavano bene, la luce era debole. Un vero disastro.
“E quei due dove sono finiti accidenti!”
I due erano dietro ad un altro camper, presi a baciarsi con tanto
vigore, da togliere le parole persino a lui, che li aveva finalmente
trovati: sollevó il suo piccolo megafono, pronto a farli saltare come
due molle.
Poi lasció perdere e sorrise, prima di andarsene.
E N D
“Vedo.. vedo un bel ragazzo.. che ora va a vestirsi ed esce con me..”