La Biglia di Vetro

di Zayko
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PROLOGO

 

C’era freddo, un freddo insistente, che penetrava nelle ossa dei randagi e costringeva i barboni a lottare per un posto in un cassonetto o sotto la conduttura di un condominio; la pioggia pomeridiana aveva lasciato numerose pozzanghere e, al ciglio dei marciapiedi, la fioca luce dei lampioni rifletteva sulla fanghiglia generando artificiosi riverberi colorati.

< La Khyora >
Una voce rauca nell’aria velata di tenebra della notte moritura, che si pedeva all’esterno del vicolo tra i civici 34 e 36 di Connomore Street, scosse un silenzio impregnato d’improbabile calma.

< La Khyora >

Ancora, la voce. Poi, il sorgere d’una bluastra luce che plasmò le due sagome dal volto nero, in fondo al vicolo ed appartate dietro i cassonetti, una luce che decrittò il porgere se stessa all’uomo più esile da parte di quello imponente. Giusto uno scampolo, pochi attimi di vita, il rapido balzare d’un gatto dall’uno all’altro cornicione ed urla, disperate grida.





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