Author's notes:
Questo è il risultato di tre notti insonni, un po' di
rancore tenuto al calduccio per discreto tempo, un pizzico di follia e
tanta, troppa voglia di scrivere qualcosa di insensato e di molto,
molto lontano dal mio solito stile di scrittura.
L'ho scritto in cinque minuti, senza neanche sprecarne uno per
rileggerlo. E' un plagio bello e buono allo stile del grande J.D.
Salinger, il mio personalissimo mito letterario. E a Holden. Holden
Caulfield.
Forse sarà una semplice follia che non merita neanche il
nome di one-shot, forse la porterò avanti. Dipende da voi,
soprattutto. .. Spero vi piaccia, e forse spero anche un po' di no. Ho
tante idee in mente, ma ho timore che possa diventare una cosa
demenziale e pallosa. Insomma, fatemi sapere che ne pensate. Siete
anche liberissimi di sputarmi in un occhio.
Ah, one last thing: questa "cosa", one shot o fan fiction che sia,
sarà piena zeppa di strane e volgari espressioni. E tante
parolacce, e imprecazioni varie. .. Il personaggio lo imponeva. Se vi sta bene, mi fa piacere, altrimenti girate al largo. Io ho avvertito.
Titolo:
A guy named Joe. Billie Joe.
Soundtrack: 1000 hours, by
Green Day
~
I
was half in love with her by the time we sat down. That's the
thing about girls. Every time they do something pretty, even if they're
not much to look at, or even if they're sort of stupid, you fall half
in love with them, and then you never know where the hell you
are. Girls. Jesus Christ. They can drive you
crazy. They really can.
[Il
giovane Holden - J.D. Salinger]
~
Billie Joe, è il mio nome.
Non William Joseph, non Billy, non Joe, niente di tutto questo.
Billie Joe. E basta.
Billie perché mia madre pensava sempre
all’Alabama, alle mucche e al caviale. E a come potesse dare
da mangiare il caviale alle mucche, ma solo a quelle
dell’Alabama. Perché diceva che quelle del
Wisconsin il caviale non lo gradivano. Non lo gradivano, cazzo. Capisci?
.. Come se potessi distinguere una mucca del Wisconsin da una
dannatissima mucca dell’Alabama. Come se ne avessi mai vista
una, di dannatissima mucca.
E quindi Billie. Billie perché le sembrava di vedere un
vecchio nonnetto seduto sotto al vecchio portico a fumarsi la sua
vecchia pipa, con la sua voce sdentata d’emozioni che impreca
contro il sole e le nuvole che gli rovinano il grano. E i polli. Billie
le ricordava i polli.
Joe, onestamente, non lo so. Joe, Billie Joe. Che diamine di nome. Fa
pensare alle mucche e al caviale e a tutto il resto.
Ma ora basta.
Sono seduto di fronte a quella finestra del secondo piano, una grossa,
lucida vetrata che riflette qualche raggio di sole, e quel riflesso di
quei corpi che saltellano e si piegano e saltellano di nuovo, come in
preda alla peggiore delle follie. Peggio della mia, accidenti.
Però non sono folli. Non tutti. C’é il
ballerino finocchio, e quello sì che è pazzo; per
farsi incastrare così dai genitori o che so io, a farsi
prendere per i fondelli a quel modo, con i tutù, le
calzamaglie e tutto il resto.. Ce ne vuole.
.. Tutti. Ma non lei.
Lei no.
Lei sembra una di quelle dannatissime farfalle che ti si posano sulla
spalla, con una gentilezza da non crederci, e poi scappano. Volano via.
.. E ti lasciano il fantasma del loro tocco, quello che a sfiorarti la
pelle ti sembra il più gentile del mondo.
E lei non salta, lei vola. Come una farfalla. Salta, e non la vedi
più toccare terra finché quelle dannatissime
scarpette rosa, ma d’un rosa che non capisci,
perché non è rosa confetto, e non è
neanche rosa fucsia, non sfiorano di nuovo terra, e poi via, di nuovo
su, su in aria e via con il vento.
.. Oh. Cazzo. “Via con il vento”. .. Se mi
sentissero..
.. Se mi sentissero? E se anche fosse?
Ora fa un po’ fresco, la sua testa non spunta più
dalla finestra. Non la vedo più.
Tira un bel venticello, e la luna si specchia per metà nelle
pozze di fango e acqua che se ne stanno tremanti a terra. Chiudo gli
occhi, e m’immagino di avere in mano un mazzetto di
margherite, di quelle che crescono dietro la discarica. Di quelle che
hanno un profumo buono. Le stringerei forte, e forse gliele darei. O
forse no. Forse scapperei soltanto.
.. Ora vado.
.. Dove?
..Voglio scappare. Ecco dove. Via. Voglio andare via. Via da queste
mura che sembrano cingere in una morsa un dannatissimo postaccio schifo
dove Lui, lì su, non sembra mai averci dato
un’occhiata, neanche per un attimo, neanche per sbaglio.
Dimenticati da Dio, ecco cosa siamo. E se avesse un dannatissimo
aiutante, saremmo dimenticati anche da lui. Anche dal suo segretario,
cazzo.
.. Ora vado.
Voglio imparare a vivere.
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