SIMPATICO SIPARIETTO FAMILIARE
Tutti
coloro che navigavano per mare, indipendentemente dal fatto che fossero
o meno ricercati conoscevano per sentito dire l’eccentrica
famiglia Monkey. La cosa era principalmente dovuta al fatto che si
trattava dei più grandi piantagrane presenti sul pianeta,
almeno secondo l’attendibile punto di vista della marina che
modestamente di piantagrane se ne intendeva parecchio.
Monkey D. Garp, il
più anziano, era noto per essere un eroe pluridecorato che
in tempi passati aveva fatto onore alla bandiera della marina dando la
caccia al più grande pirata di tutti i tempi, Gol D. Roger.
I loro inseguimenti, al pari delle battaglie tra Barbabianca e Sengoku,
erano entrati nelle leggende che si raccontavano nelle locande dei
porti di mare.
Spesso il quartiere
generale aveva da ridire circa i suoi modi bizzarri e poco ortodossi,
ma si guardava bene dal degradarlo. Un personaggio del genere era
sicuramente meglio avercelo come alleato piuttosto che come nemico,
anche se dimostrava il più totale disinteresse nei confronti
delle regole proprio come faceva il resto della sua famiglia.
Il figlio del vice
ammiraglio Garp, Monkey D. Dragon era considerato in assoluto
l’uomo più pericoloso attualmente a piede libero,
con una taglia stratosferica sulla testa, si dilettava a organizzare
rivoluzioni e a sabotare regni. Occupazione che, con sdegno sia da
parte della marina che da parte del governo mondiale e divertimento del
padre, gli veniva abbastanza bene.
Per molti anni i
problemi legati a questa strana famiglia si erano fermati qui, fino a
che il piccolo di casa, Monkey D. Rufy aveva fatto trionfalmente il suo
ingresso nella mondo della pirateria dimostrando di essere
perfettamente in grado di far parlare di sé, forse ancora
più del nonno e del padre. Ogni suo gesto era eclatante e
contribuiva a farlo conoscere al mondo. Prima ancora che si venisse a
conoscenza dei legami di parentela che lo legavano a Garp e a Dragon il
ragazzo si era fatto un nome facendo perdere la pazienza a parecchie
persone che tra cui la marina, il governo mondiale, varie
unità più o meno segrete tra cui la CP9, alcuni
membri della flotta dei sette ed i nobili mondiali.
Riassumendo: nonno vice
ammiraglio piantagrane, figlio rivoluzionario impegnato a sabotare il
mondo e nipote pirata incosciente, tutti e tre contraddistinti da una
volontà di ferro e da uno strano modo di prendere la vita
senza preoccuparsi troppo. Lo stesso Garp più volte aveva
riso mentre i vertici della marina elencavano i danni compiuti dal
figlio e dal nipote, minacciandolo di buttarlo fuori. Nonostante
appartenessero a schieramenti opposti al suo, il vecchio marine non
riusciva ad odiarli sul serio. Nelle gesta di quei due disperati che si
trovava per parenti rivedeva se stesso da giovane, ed era segretamente
orgoglioso della loro forza. Non lo avrebbe mai ammesso con i diretti
interessati, certo, ma in fondo non trovava poi così grave
che non avessero intrapreso la carriera militare che lui aveva
progettato per loro
Per lungo tempo i tre
avevano condotto le loro vite separatamente, più o meno
ignorando le vicende in cui erano coinvolti gli altri ed incrociandosi
appena. Garp era sempre impegnato con l’addestramento di
giovani reclute della marina, Dragon con la sua rivoluzione e Rufy con
il suo sogno, fino a quando il destino portò le loro strade
ad incrociarsi quasi per caso. Erano passati quasi due anni
dall’incidente che aveva portato alla guerra tra Barbabianca
e la marina nella quale Ace ed il vecchio imperatore avevano perso la
vita. Gli assetti mondiali in seguito a quella che era stata una
batosta sia per gli uomini di Barbabianca che per la marina stessa,
erano cambiati parecchio e chi ne aveva giovato erano stati i
rivoluzionari che avevano visto il loro nemico di sempre più
indebolito che mai. Il nuovo mondo per lunghi mesi era stato in preda
al caos, tra furiosi attacchi di pirati più o meno
pericolosi e terribili repressioni degli ammiragli. Molte delle
supernove che erano entrate nel nuovo mondo prima che la battaglia
iniziasse avevano perso la vita o erano finiti prigionieri della
marina.
Dopo aver superato un
lungo e faticoso allenamento sulle isole in cui Orso Bartholomew li
aveva mandati, Rufy ed i suoi compagni erano finalmente pronti per
tornare a navigare insieme verso il nuovo mondo. L’incontro
era fissato per la settimana successiva, nel punto esatto in cui si
erano separati tanto tempo prima. Rufy era pronto a salpare per
incontrare i compagni all’arcipelago Sabaody e scoprire
quanto fossero migliorati quando era stato raggiunto non da una, ma da
ben due brutte notizie: la prima era di suo nonno, che gli comunicava
che aveva catturato Zoro; la seconda era di Emporio Ivankov che gli
domandava se era a conoscenza del fatto che Nico Robin era entrata a
fare parte dell’esercito rivoluzionario. Il ragazzo di gomma
aveva sbuffato ed aveva deciso che si sarebbe occupato delle due
questioni prima di tornare dagli altri. Rivoleva i suoi compagni, tutti
e otto, e non era intenzionato a discutere su questo punto. Rufy era
partito da Amazon Lily, salutando l’imperatrice serpente, il
vecchio Ray e l’uomo pesce Jimbei, alla ricerca del vice
ammiraglio Garp. Non ci era voluto molto per trovare la nave del nonno,
quasi il vecchio marine volesse che il nipote lo trovasse facilmente.
- Eccoti nipote, mi
chiedevo quando saresti arrivato.
Esclamò
Garp, sorridendo. Rufy studiò attentamente l’uomo
che aveva tenuto per gran parte della sua vita. La vista del nonno non
lo spaventava più come una volta, al contrario provava quasi
piacere nello sfidare l’uomo.
- Curioso, padre, anche
io mi chiedevo la stessa cosa.
Mormorò una
voce alle spalle dell‘ufficiale. Rufy si voltò di
scatto e si trovò di fronte una grossa nave sul cui pennone
sventolava la bandiera dei rivoluzionari. Immediatamente
capì di chi si doveva trattare.
- Dragon, anche tu da
queste parti?
Domandò
Garp, pacifico, confermando i sospetti di Rufy. Finalmente si trovava
di fronte l’uomo che lo aveva messo al mondo e che gli aveva
permesso di continuare il suo viaggio verso l’ingresso della
rotta del Grande Blu. La vista dell’uomo in assoluto
più temuto al mondo, la cui semplice apparizione aveva
causato crisi isteriche tra le giovani reclute di Garp, non lo
sconvolse più di tanto. Padre, nonno e nipote rimasero per
un po’ a fissarsi, ognuno immobile sulla propria nave.
- Questa sarebbe una
specie di riunione di famiglia?
Brontolò
Zoro, insofferente, scuotendo la testa. In un tratto di mare piuttosto
ridotto erano radunati tre dei più pericolosi, e
probabilmente anche fuori di testa, personaggi che solcavano i mari.
Fatta eccezione per Rufy, che in quel contesto appariva quasi come un
bimbo indifeso, c’era davvero poco per cui stare tranquilli.
Lo spadaccino, sospirò, legato e sorvegliato a vista da
alcuni fedeli uomini di Garp. Rufy si voltò a guardarlo,
studiandolo a lungo senza parlare. Dopo due anni che non aveva sue
notizie vedere il suo vice, il compagno più fedele tra
coloro che lo seguivano, legato in quel modo provocò una
profonda rabbia al ragazzo di gomma.
- Non mi importa
assolutamente nulla. Tu, restituisci immediatamente Zoro. Tu, invece,
come sarebbe questa storia che adesso Robin è una
rivoluzionaria?”
Esclamò
Rufy, furioso, voltandosi prima verso il nonno e poi verso il padre
indicando ognuno di loro con il dito. Non gli importava un accidenti di
quanto la gente comune li temesse, per quanto lo riguardava quei due
erano solamente due pazzi che avevano fatto prigionieri due dei suoi
compagni. Alle spalle di Dragon c’era Robin, spaventata, che
si guardava intorno frenetica. Sembrava cercasse qualcuno e decisamente
non dava l’impressione di avere scelto volontariamente di
aderire alla causa di Dragon.
- Vai subito al sodo
ragazzo, vedo che non ti piace perdere tempo.
Mormorò
Dragon, facendo segnò ai suoi di puntare verso
l’isola più vicina. Garp e Rufy fecero la stessa
cosa e lo strano trio si ritrovò a continuare quella
strampalata discussione sulla battigia tra gli sguardi tra il
preoccupato e l‘incredulo di Robin e Zoro. Anche i marine che
accompagnavano Garp e i compagni di Dragon fissavano la scena curiosi,
ben decisi non interrompere l’allegra famigliola.
- Ti ho fatto una
domanda, padre..
Disse Rufy, marcando
l’ultima parola. Nel suo tono sembrava quasi si nascondesse
una sorta di sfida. Molti dei marinai e dei rivoluzionari che stavano
guardando la scena si chiesero se la sua fosse incoscienza o invece si
trattasse di coraggio. Robin e Zoro, anche loro spettatori di quel
bizzarro spettacolo conoscevano bene la risposta e sorridevano.
- È stato
tuo nonno a dirtelo o lo hai scoperto durante la guerra?
Chiese Dragon, stupito,
rivolto al figlio.
- Lo sapevo
già, anche se da poco. Non credo cambi nulla tra noi,
comunque.
Rispose Rufy. Il tono
serio del ragazzo colpì sia Zoro che Robin. In quei due anni
il loro capitano era cresciuto parecchio, probabilmente la perdita del
fratello doveva avere aperto gli occhi al ragazzo di gomma. Fisicamente
ora gli assomigliava molto, ma la cosa che aveva subito colpito Zoro e
Robin era l’ombra di preoccupazione che avevano intravisto
nello sguardo del loro capitano dove una volta non c’era
altro che istinto e sicurezza. Rufy, crescendo alla fine aveva perso un
po’ della sua spensieratezza ma il sorriso che si era
allargato sul volto del ragazzo di gomma quando aveva visto che i
compagni dopo due lunghi anni stavano bene, comunicò loro
che in fondo non l’aveva persa del tutto. Il ragazzo che
avevano di fronte era sempre il loro capitano, un po’
più cresciuto forse, decisamente più forte e un
po’ meno irresponsabile, ma fondamentalmente sempre lo stesso
di sempre. Lo stesso sognatore che avevano deciso di seguire tanto
tempo prima.
- Buffo, è
quello che pensavo io.
Esclamò
Dragon, alzando le spalle. Aveva rinunciato all’idea di
essere padre quando aveva affidato suo figlio appena nato a Garp.
Mentre metteva quel fagottino urlante tra le braccia del padre aveva
capito che anche se lo avesse incontrato un giorno non avrebbe mai
potuto davvero considerarsi suo padre. Avrebbe potuto aiutarlo forse, e
proteggerlo da chi avesse cercato di fargli dal male, ma non avrebbe
mai avuto il piacere di sentirsi chiamare papà. Un padre
è colui che ti cresce, che ti sta vicino e che ti insegna
tutto ciò che sa, non un vigliacco che ti affida al nonno
nel cuore della notte per tornare alla sua rivoluzione. Separarsi da
Rufy gli era costato molto, ma in fondo sapeva bene che era
l’unica cosa che poteva fare. Se la marina avesse scoperto
che aveva un figlio gli avrebbe dato la caccia proprio come stava
facendo con il figlio di Gol D. Roger, e lui non voleva certo
condannare il suo bambino a quella vita d’inferno. Suo figlio
non era un errore e non meritava di essere punito per il semplice fatto
di essere nato da un padre rivoluzionario e ricercato.
- Vergognati! Incontri
tuo figlio per la prima volta da quando è nato e non gli
dici che sei suo padre. Dimmi ragazzo che ti passa per la testa?
Urlò Garp,
colpendo il figlio con un pugno in testa proprio come faceva di solito
con Rufy.
- Ti riferisci a Rogue
Town?
Chiese Dragon, cercando
inutilmente di evitare i colpi del padre. La scenetta che si parava di
fronte agli spettatori increduli era davvero comica. Un grande e
pericoloso rivoluzionario che non può fare a meno di evitare
i colpi dell’anziano padre marine sotto lo sguardo stupito
del figlio pirata. Non era decisamente una scena che si vedeva tutti i
giorni.
- Sta zitto e non
interrompermi, non si parla così al proprio padre.
Lo
rimproverò nuovamente Garp, colpendo con una seconda raffica
di pugni.
Rufy, felice per una
volta di non essere lui la vittima del nonno, decise si approfittare
della distrazione dei due uomini per parlare con Robin. Voleva sapere
se davvero aveva deciso di lasciare la ciurma oppure se dietro
c’era un inganno proprio come a Water Seven.
- Robin..
Chiamò Rufy,
avvicinandosi alla ragazza.
- Rufy, aiutami.
Vogliono che rimanga con loro, ma io non voglio diventare una
rivoluzionaria.. Io sono un pirata della ciurma di Cappello di Paglia.
Portami con te, ti prego.
Mormorò
Robin, tendendo le sue mani verso il proprio capitano. Il cuore di Rufy
si strinse a sentirla parlare così. L’archeologa
chiedeva il suo aiuto, affidandosi totalmente a lui. Rufy si sorprese
nello scoprire che la donna riponesse ancora fiducia il lui nonostante
l’ultima volta che si erano visti, quando Orso Bartholomew li
aveva scagliati lontano su diverse isole, il ragazzo non aveva potuto
fare altro che assistere come uno spettatore impotente al dolore dei
suoi adorati compagni.
- Ci penso io Robin,
non temere. Abbiate fiducia in me, ragazzi.
Disse Rufy, sorridendo
e rivolgendosi anche a Zoro.
- Non ho mai dubitato
del mio capitano.
Esclamò
Zoro, deciso. Sul volto dello spadaccino si dipinse un sorriso che
lasciava intravedere tutta la fiducia che riponeva nel suo capitano.
Il fatto che Rufy li
stesse ignorando per parlare con i propri compagni non andò
giù a Garp, che decise di lasciare perdere il figlio e di
intervenire personalmente.
- E tu, ti sembra
questo il modo ti salutare tuo nonno..
Urlò Garp,
colpendo Rufy in pieno e scansando un attacco di Dragon. Era
incredibile, ma quell’anziano marine era perfettamente in
grado di farsi rispettare e di tenere in riga due uomini a cui la
marina ed il governo mondiale davano la caccia da tempo. Robin si
trovò a pensare che probabilmente Garp, nonostante
l’età avanzata, sarebbe stato di catturare i due
ricercati, ma che forse non lo aveva mai veramente voluto e aveva
preferito che il figlio ed il nipote, malgrado tutto, seguissero i suoi
sogni.
- Siete due pazzi,
restituitemi subito i miei compagni.
Esclamò Rufy
deciso. I due uomini si guardarono e scoppiarono entrambi a ridere.
- Non credo di poter
acconsentire a questa tua richiesta.
Disse Garp,
sistemandosi meglio il copricapo a forma di cane.
- No, nemmeno io.
Concordò
Dragon, stranamente della stessa idea del padre. Rufy
sbuffò, infastidito.
- Bene, allora me li
riprenderò con la forza.
Concluse Rufy,
sospirando. Era deciso a fare tutto quello che fosse in suo potere per
liberare i due compagni, anche sfidare la propria famiglia.
Probabilmente un altro al suo posto sarebbe scappato a gambe levate da
quella stramba situazione, ma lui era Monkey D. Rufy ed in fondo nelle
sue vene scorreva una vena di follia, la stessa che doveva scorrere
anche nelle vene del padre e del nonno. Stranamente Rufy in quella
situazione si ritrovò a pensare a Nami. Sicuramente la sua
navigatrice, guardandolo, avrebbe commentato che quella non era una
vena di follia ma come minimo un’arteria e che alla fine si
sarebbe fatto ammazzare. Lui avrebbe sorriso, le avrebbe calcato sulla
testa il proprio cappello per rassicurarla e avrebbe affrontato la sua
famiglia come aveva deciso. Non poteva certo darsi per vinto e
abbandonare i suoi amici.
- Benissimo, fatti
sotto.
Mormorò
Garp, preparandosi a combattere contro il nipote. Rufy non rispose ma
prese a sgranchirsi le mani, pronto ad affrontare il nonno. Zoro
alzò la testa, interessato a scoprire quanto fosse diventato
forte Rufy negli ultimi anni. Il ragazzo di gomma era calmo ma allo
stesso tempo deciso a vincere nonostante fosse consapevole di stare
affrontando una vera e propria leggenda della marina. Schivò
abbastanza facilmente i colpi del nonno, incassandone solamente
qualcuno, e dopo qualche tentativo andato a vuoto riuscì a
metterlo al tappeto con un paio di colpi ben piazzati.
- Eh così mi
hai battuto, ne hai fatta di strada. Dimmi, ti ha allenato Ray?
Chiese Garp, ansimando
e cercando di riprendere fiato. Era colpito dai progressi che aveva
fatto il nipote dall’ultima volta che lo aveva visto. Era
certamente più forte, più maturo e più
sicuro di sé come ci si aspettava da un membro della
famiglia Monkey.
- Si, mi ha insegnato
ad usare l’haky.
Spiegò Rufy,
rialzandosi e togliendosi la polvere dai vestiti. Aveva battuto il
nonno, ma non doveva esultare. Di fronte a lui aveva un altro
avversario, forse ancora più temibile.
- Era ora che lo
manifestassi..
Mormorò
Garp, brusco.
- Cosa? Tu sapevi?
Domandò
Rufy, sorpreso.
- Per forza, sei mio
nipote. Era scontato.
Sbuffò Garp,
rialzandosi in piedi e cercando con lo sguardo i propri uomini. Aveva
fatto un patto con Rufy, il nipote lo aveva battuto ed ora doveva
mantenere la sua parola.
- Voi due, liberate lo
spadaccino.
Ordinò il
vice ammiraglio, rivolto ai suoi uomini che avevano assistito increduli
alla sconfitta del loro capo. Certo, molte altre volta
l’incoscienza di Garp lo aveva portato alla sconfitta, ma
questa volta tutti loro erano stati testimoni di quando
l’ufficiale si fosse impegnato e di quanto si fosse
dimostrato forte Rufy.
- Ma signore,
è una supernova..
Protestò il
tenente che era incaricato di sorvegliare lo spadaccino. Stavano per
rilasciare un pirata con una taglia stratosferica sulla testa senza
nemmeno avvertire il quartiere generale. Sicuramente gli alti vertici
della marina avrebbero avuto parecchio da dire circa quella stramba
decisione.
- Non mi interessa,
fate come ho detto.
Ripeté Garp,
severo, gettando un’occhiata furente ai suoi uomini. I
sottoposti, intuendo la rabbia del vice ammiraglio, decisero di
accontentarlo mentre i rivoluzionari guardavano divertiti la scena.
Decisamente quel ragazzino ci sapeva fare e Garp era davvero un marina
fuori da comune. Probabilmente se tutta la marina fosse stata come lui
non ci sarebbe mai stato bisogno di fare una rivoluzione. Rufy sorrise
a Zoro che finalmente libero stava controllando lo stato delle sue
preziose katane, per poi voltarsi verso il padre.
- Bene, ora non mi
resta che battere te.
Mormorò
Rufy, rivolgendosi verso Dragon che aveva trovato il combattimento
precedente decisamente divertente. Il figlio non era per nulla uno
sprovveduto e stava dimostrando di avere fegato e di sapersela cavare.
Era decisamente in grado di andare nel Nuovo Mondo senza rischiare di
esserne schiacciato come era capitato ad altri prima di lui.
- Credi sarà
così facile?
Chiese Dragon,
divertito. La risposta di Rufy sorprese tutti quanti. Per primi Zoro e
Robin che si aspettavano che il loro capitano ridesse e rispondesse che
lo avrebbe distrutto.
- Non mi interessa se
è facile o No. Ho promesso a Nico Robin che mi sarei preso
cura di lei e che avrei battuto ogni suo nemico. Se ho dichiarato
guerra al Governo Mondiale per riaverla con me, posso tranquillamente
fare lo stesso con mio padre.
Esclamò
Rufy, deciso.
- Insolente.
Ringhiò
Dragon tra i denti, colpito dalle parole del figlio. Avrebbe desiderato
poterlo uccidere con le sue mani per farlo tacere, ma non poteva fare a
meno che ammirare il suo coraggio ed essere orgoglioso di quello che
era diventato quel piccolo fagottino dal quale si era separato
così tanti anni prima. Il combattimento durò
veramente poco: a Dragon bastarono un paio di pugni ben assestati per
atterrare il figlio.
- Fermo, brutto idiota.
Che diamine ti passa per la testa, vuoi davvero colpirlo?
Protestò
Garp, intervenendo per fermare il figlio che stava per finire Rufy con
un colpo micidiale. I marinai ed i rivoluzionari si stupirono
nuovamente nel vedere Garp che difendeva il nipote dalla furia del
figlio quando poco prima era stato lui ad attaccarlo.
- Non credo che sarebbe
bastato un colpo come questo ad ucciderlo.
Sbuffò
Dragon, alzando le spalle ed allontanandosi dal ragazzo. Zoro
approfittò del momento per precipitarsi da suo capitano per
accertarsi che stesse bene.
- Voi, liberate la
ragazza..
Ordinò il
rivoluzionario ad uno dei suoi sottoposti che fece come gli era stato
ordinato senza discutere. Robin, stupita, una volta libera raggiunse i
compagni chiedendosi che diamine sarebbe successo ora. Rufy aveva
perso, ma Dragon l’aveva liberata lo stesso.
- Perché lo
hai attaccato in questo modo?
Chiese Zoro, stupito da
quello strano comportamento. Prima del combattimento Dragon non si era
dimostrato violento come Garp, anzi, al contrario appariva calmo. Tra i
due era decisamente il vecchio marine quello che dava l’idea
di non badare ai vincoli di parentela e di voler fermare Rufy anche a
costo di ucciderlo.
- Beh, per lo stesso
motivo per cui lo ha fatto lui. Volevo metterlo alla prova.
Spiegò
Dragon, tranquillamente. Le parole dell’uomo lasciarono tutti
quanti, marine, pirati e rivoluzionari, di stucco. Solamente Garp non
appariva troppo sconvolto, anzi, sorrideva.
- Hai quasi ucciso tuo
figlio solo per questa ragione?
Esclamò
Zoro, sorpreso dall’incoscienza del rivoluzionario. Solo un
pazzo avrebbe potuto fare una cosa del genere. Dragon non
badò alle parole dello spadaccino e si avvicinò
al figlio, ancora svenuto.
- Sveglia, bamboccio.
Esclamò
Dragon, scuotendo il figlio perché si svegliasse. Lentamente
Rufy aprì gli occhi e riprese a vedere ciò che lo
circondava. Realizzò che era a terra, che Zoro era chino su
di lui e che probabilmente Dragon lo aveva battuto senza troppe
difficoltà.
- Mi hai sconfitto, ma
non mi do per vinto.
Mormorò
Rufy, rimettendosi in piedi e preparandosi a scagliarsi nuovamente
contro il padre. Non gli importava un accidenti se quello era Dragon,
l’uomo più pericoloso del mondo. Lui aveva
imprigionato uno dei suoi compagni e lui doveva assolutamente liberarla
anche a costo di rimetterci la sua vita. Aveva promesso di prendersi
cura di lei e non poteva mancare alla parola data. Sarebbe morto
piuttosto.
- Ho già
ordinato ai miei uomini di liberare la tua amica, Nico Robin
verrà con voi.
Spiegò
Dragon, annoiato, fissando attentamente il figlio nei cui occhi si
leggeva tutta la sua determinazione. Il rivoluzionario sorrise,
pensando che alla fine aveva preso la decisione migliore riguardo a
Robin.
- Ma io ho perso..
Protestò
Rufy, confuso. Il padre gli aveva detto che avrebbe permesso a Robin di
tornare da lui solo se il pirata fosse riuscito a batterlo, ma lui
aveva perso. Rufy non riusciva a capire come mai il padre avesse
cambiato idea e per quale ragione suo nonno avesse preso le sue difese
per la prima volta da quando era nato.
- Non avresti mai
potuto vincere contro di me. Hai battuto tuo nonno solo
perché invecchiando ha perso la sua potenza.
Continuò a
spiegare Dragon, alzando le spalle. Il vice ammiraglio Garp fu
parecchio contrariato dalle parole del figlio.
- Insolente, prendi
questo.
Esclamò
Garp, furente, scagliandosi con forza contro Dragon, colpendolo con
forza.
- Ahio!!
Urlò Dragon,
preso di sorpresa.
- Un pugno come quello
poteva fare male a Dragon?
Chiese Zoro, fissando
esterrefatto Robin.
- Credevo fosse un
rogia..
Mormorò
Robin, confusa, alzando le spalle. La famiglia di Rufy era sempre
più un mistero di cui era meglio non venire a capo.
- Ascoltami Rufy, non
mi interessava sconfiggerti ma sapere se eri all’altezza di
proteggere Nico Robin.
Spiegò
Dragon, massaggiandosi la testa dove Garp lo aveva colpito.
- Credo di avere
fallito allora, tu mi hai battuto.
Ribatté
Rufy, abbassando la testa, deluso. Il padre sorrise, vedendolo
così triste.
- Vedi, la strada che
avete davanti è ancora lunga e incontrerete dei nemici
forti. Potete vincere solo se resterete uniti. Non volevo che tu mi
battessi ma volevo vedere se eri disposto a fare di tutto per
proteggerla.
Continuò
Dragon, cercando a suo modo di consolare il figlio. Rufy era forte, ma
non abbastanza per poterlo battere. Quando gli aveva chiesto di
combattere non lo aveva fatto per mettere alla prova la sua forza, ma
la sua determinazione nel proteggere i compagni anche contro avversari
molto più forti di lui. Rufy aveva accettato quello scontro
per il bene dei compagni, anche se sapeva in partenza che avrebbe perso.
- Darei la mia vita per
quella di uno dei miei compagni.
Esclamò
Rufy, deciso. In quegli occhi così ingenui e pieni di vita
Dragon lesse che era la pura verità. A quelle parole anche
Garp sorrise, orgoglioso di entrambi i suoi ragazzi.
- Era quello che volevo
vedere.
Disse Dragon,
sorridendo al figlio. Per qualche istante il mondo parve fermarsi. Non
erano più Garp il marine, Dragon il rivoluzionario e Rufy il
pirata ma solamente un nonno, un padre ed un nipote. Una strana
famiglia che si rincontra dopo tanto tempo e che scopriva il fondo di
volersi un gran bene, anche se non sarebbe mai stata pronta ad
ammetterlo.
- Dragon..
Mormorò
Robin, confusa, leggermente imbarazzata all‘idea di
interrompere quel momento così particolare ed intimo.
- Robin, sei la luce
della nostra rivoluzione. La nostra speranza per vedere cadere il
governo mondiale. È essenziale che tu rimanga in vita e che
continui il tuo viaggio e ora so che con questi ragazzi ce la farai.
Disse Dragon,
sorridendo. Solo lei poteva dare senso alla lotta che conduceva da anni
per la quale aveva sacrificato tutto quanto. Stava affidando tutte le
sue speranze a suo figlio e sapeva che non avrebbe potuto trovare
persona migliore.
- Quante baggianate,
ancora questa storia di sabotare il governo mondiale. Deve essere una
fissa la tua..
Protestò
Garp, seccato, interrompendo bruscamente il figlio.
- Non mentire, anche tu
sai che ho ragione. Perché ti saresti dimesso, altrimenti.
Obiettò
Dragon, fissando intensamente il padre.
- Io..
Iniziò Garp,
rosso in viso. Quei dannati rivoluzionari dovevano avere delle spie
anche al quartiere generale per essere a conoscenza di informazioni
così riservate. Rufy guardò incuriosito il nonno,
chiedendosi perché avesse lasciato quell’incarico.
- Lo so che ti sei
dimesso, anche se hai conservato il tuo grado perché
sennò la marina avrebbe perso la faccia.
Continuò
Dragon, imperterrito mentre Garp fissava con insistenza il terreno.
L’ultima cosa che l’anziano marine era disposto a
fare era ammettere di fronte al figlio rivoluzionario ed al nipote
pirata che la marina ed il governo mondiale erano corrotti. Avrebbe
voluto dire dar loro ragione dopo anni passati a sostenere il contrario
ed accusarli di essere criminali.
- Non mi importa della
marina, del governo mondiale o della tua rivoluzione. Io
diventerò il Re dei Pirati e non permetterò a
nessuno di portare via i miei compagni.
Urlò Rufy,
interrompendo i due uomini che continuarono quella disputa guardandosi
silenziosamente in cagnesco. I due uomini si voltarono verso il
ragazzo, orgoglioso Dragon e furente Garp.
- Brutto insolente,
vuoi diventare un delinquente come tuo padre e come quella zucca vuota
di Shank?
Ringhiò il
vice ammiraglio, stringendo i pugni con aria minacciosa. Essere
apostrofato dal padre come un delinquente qualsiasi non piacque a
Dragon, visibilmente alterato. Dannazione, lui era il capo dei
rivoluzionari dopo tutto, non un ladruncolo qualsiasi.
- Shank non
è una zucca vuota, è un grande pirata.
Insistette Rufy,
stringendo a sua volta i pugni deciso a difendere l‘uomo in
cui riponeva così tanta stima che tanti anni prima aveva
deciso di credere il lui e di affidargli il suo prezioso cappello di
paglia. A quel punto Garp perse del tutto la pazienza.
- Come permetti di
parlarmi così?
Urlò Garp,
attaccando il nipote nello stesso istante in cui Dragon colpiva lui.
Robin e Zoro guardavano
quella scena assurda, tenendosi in disparte. Rimanere coinvolti in una
riunione familiare come quella poteva diventare seriamente pericoloso
per la loro salute, sia fisica che mentale.
- Zoro, credi che
dovremmo fare qualcosa?
Chiese Robin,
preoccupata per il suo capitano. Il trio era coinvolto in una lotta
confusa nella quale ognuno colpiva l’altro senza una ragione
apparente e senza fare troppo caso al modo o alla forza con cui
scagliava il colpo. Se uno dei tre fosse stato una persona normale a
quel punto sarebbe decisamente morto.
- Da che parte
iniziamo? Ti ricordo che quelli sono Garp e Dragon.
Ricordò
Zoro, scettico. Normalmente era il primo a lanciarsi in un
combattimento, tuttavia affrontare il nonno ed il padre del suo
capitano era decisamente un’impresa disperata.
- Sembrano tutti e due
piuttosto arrabbiati..
Commentò
Robi, studiando attentamente i volti del vice ammiraglio e del
rivoluzionario.
- La famiglia di Rufy
è assurda, quasi preferivo fosse orfano.
Sbottò Zoro,
rassegnato. Robin sorrise, ripromettendosi di non chiedere mai a Rufy
se avesse una madre oppure qualcosa di simile. Non era sicura che
sarebbe riuscita a sopportare l’esistenza di altri parenti,
gli bastava avere conosciuto il padre, il nonno e avere sentito parlare
del fratello. Nessuno di loro sembrava veramente normale.
Rufy lanciò
un’occhiata a suo nonno, impegnato a placcare suo padre e poi
una agli amici e decise che era arrivato il momento di tagliare la
corda. Aveva recuperato i suoi amici e a quel punto rimanere
lì era solo pericoloso ed inutile.
- Ehi tu, che fai? Non
ti permetterò di scappare.
Esclamò
Garp, deciso a catturare il nipote o quanto meno a metterlo in
difficoltà.
- Smettila vecchio, non
puoi dare ordini a nessuno.
Ringhiò
Dragon, prendendo le difese del figlio per permettergli di scappare.
Rufy, sebbene confuso del gesto del padre, non perse tempo a fare
domande. Raggiunse velocemente i suoi amici, attoniti quanto lui. Zoro
aveva ormai rinunciato all’idea di capire cosa passasse per
la testa di quei tre. Era decisamente impossibile cercare di capire se
Garp volesse catturare Rufy o proteggerlo dal figlio. Lo stesso Dragon,
inoltre, appariva parecchio confuso sul fatto di uccidere o meno Rufy.
Insomma, ogni cosa sembrava andare oltre comprensione umana. Forse
nemmeno uno psicanalista avrebbe potuto capire quei tre.
- Chi hai chiamato
vecchio, rivoluzionario dei miei stivali? Ora ti faccio vedere io..
Urlò Garp,
lasciando perdere Rufy e gettandosi su Dragon.
- Credi davvero di fare
paura a qualcuno con quel cappello ridicolo che hai in testa?
Lo provocò
Dragon, cercando di fare guadagnare tempo a Rufy perché
scappasse. Sapeva che quel cappello era il punto debole del padre e che
avrebbe di certo perso le staffe sentendone parlare in toni denigratori.
- Come ti permetti di
dire che il mio cappello a forma di cane è ridicolo?
Domandò
Garp, accecato dalla rabbia. Dragon era certamente l’ultimo
che potesse dargli lezioni di estetica visto l’orrendo
tatuaggio che gli deturpava la faccia.
- Dimmi, ti sei mai
guardato allo specchio?
Domandò a
sua volta Dragon, liberandosi facilmente dalla presa del padre. Per un
attimo valutò l’idea di lanciargli un attacco con
i poteri del frutto del mare che aveva mangiato, ma la
scartò subito. Non sarebbe stato per niente leale, ed
avrebbe fatto terminare subito il combattimento. Un po’ di
lotta libera con il padre era decisamente quello che ci voleva per
rilassarsi un po’ prima di riprendere il viaggio verso
l’isola dove lo aspettavano i suoi compagni d’armi.
- Sono senza speranza.
Mormorò
Zoro, scuotendo la testa. Sembrava di stare a guardare due giganteschi
bambinoni che se le davano di santa ragione.
- Rufy, approfittiamone
per scappare.
Esclamò
Robin, trascinando il capitano sulla barca. Rufy non se lo fece
ripetere due volte.
Rimase a guardare la
scena dal ponte della nave, aspettando di essere fuori dalla loro
portata prima di salutarli.
- Ehi nonno, te
l’ho fatta un’altra volta..
Urlò Rufy,
sorridendo. Il marine borbottò qualcosa in risposta ma il
ragazzo di gomma non riuscì a capire cosa stesse dicendo.
- Padre, ci vediamo nel
Nuovo Mondo..
Continuò
Rufy, rivolgendosi all’uomo che poco prima aveva quasi
rischiato di ucciderlo. Dragon non rispose, si limitò a
guardare la nave allontanarsi sospinta da uno strano vento che aveva
preso a soffiare all’improvviso. Robin e Zoro si guardarono,
increduli, sicuri di avere sentito una voce sussurrare nel vento. I tre
ragazzi presero velocemente il largo, fruttando le correnti ed una
strana brezza che si era alzata all’improvviso. Rufy era
stranamente silenzioso e teneva una mano affondata nella tasca dei suoi
pantaloni, quasi stesse riponendo un oggetto prezioso. Dopo un paio
d’ore di viaggio tutto era tornato alla normalità
e sulla nave aveva ripreso a regnare il solito caos. Robin aveva
sentito la mancanza di tutto quel baccano in quei due anni passati con
i rivoluzionari, ed era certa che era lo stesso anche per Rufy e Zoro.
Non si raccontarono nulla di quello che era successo da quando si erano
separati, nonostante per Zoro e Robin fosse grande la tentazione di
fare domande sulle avventure che aveva vissuto il loro capitano. Erano
venuti a conoscenza della storia dai giornali, certo, ma sapevano bene
quando questi potevano essere faziosi e sbilanciati in favore della
marina e del governo mondiale. Tra un risata e l’altra i tre
raggiunsero il punto di incontro fissato con gli altri in tarda sera e
Rufy, nonostante le cure che gli aveva prestato Robin, era ancora
piuttosto pesto. Il combattimento con Garp, ma soprattutto quello con
Dragon, avevano lasciato il capitano piuttosto malconcio nonostante i
suoi poteri fossero aumentati in modo sorprendente.
- Ehi voi tre, siete in
ritardo..
Esclamò
Franky, severo, prima di chiamare gli altri a raccolta. Il cyborg era
sul ponte principale della Sunny e stava studiando la nave a fondo,
alla ricerca di eventuali danni subiti nei due anni lontani dal suo
creatore.
- La mia dea Robin,
come sei bella. Dimmi, sono stati questi due idioti a farvi fare tardi?
Chiese Sanji, estasiato
all’idea di vedere finalmente le sue due donne. Due anni su
un’isola popolata da soli uomini lo avevano reso nervoso e
intrattabile.
- Siamo stati
trattenuti per via di una riunione di famiglia..
Mormorò
Zoro, ironico, indicando Rufy. Tutti quanti sobbalzarono vedendo il
loro capitano ferito, chiedendosi chi mai avesse potuto ridurlo
così e lasciare illesi gli altri due.
- Rufy, ma sei pieno di
ferite. Che è successo?
Chiese Chopper,
preoccupato, precipitandosi a curare le sue ferite.
- Te l’ho
detto, una riunione di famiglia.
Ripeté Zoro,
infastidito, mentre Rufy lasciava che la piccola renna lo curasse.
- Doveva essere una
famiglia violenta per lasciare certi segni..
Commentò
Usop, sorridendo, studiando a fondo i lividi e le ferite del capitano.
- Era la famiglia di
Rufy.
Precisò
Zoro, facendo impallidire i presenti. Improvvisamente i compagni
realizzavano che quei segni dovevano essere dovuti
all’incontro con Garp, o forse con Dragon.
- Non esagerare Zoro,
sto bene in fondo.
Rassicurò
Rufy, scoppiando a ridere. Non voleva che i suoi compagni cominciassero
a preoccuparsi subito per lui dopo due anni che non si vedevano.
- Dragon aveva
catturato me, Garp invece Zoro. Entrambi hanno detto a Rufy che per
riavere i suoi compagni avrebbe dovuto combattere contro di loro.
Cominciò a
raccontare Robin, mettendosi a sedere. A quelle parole la ciurma si
fece ancora più pallida. L’idea di trovarsi di
fronte il nonno di Rufy oppure suo padre non era nulla se paragonata a
quella di trovarseli di fronte entrambi, magari arrabbiati.
- Rufy ha sfidato il
vice ammiraglio Garp e il rivoluzionario Dragon?
Chiese Nami,
impallidendo al solo pensiero di trovarsi di fronte due uomini del
genere.
- Che altro avrei
dovuto fare?
Chiese Rufy,
ingenuamente. Suo nonno e suo padre avevano catturato i suoi compagni
ed era suo dovere liberarli. In fondo lui era il capitano, se non era
in grado di proteggere i suoi amici allora non aveva senso proseguire
il viaggio nel Nuovo Mondo.
- Tu sei pazzo, sei
fortunato ad essere vivo.
Commentò
Usop, scuotendo la testa. Rufy era un vero e proprio incosciente. Come
poteva essere così tranquillo dopo avere affrontato due
mostri del genere?
- Infatti.. Ma dicci,
che è successo?
Chiese Brook, curioso
di sapere come aveva fatto il suo capitano a sopportare un incontro del
genere portando in salvo i suoi compagni e salvandosi la pelle.
- Quei due sono
svitati, cominciò a capire perché Rufy
è così.
Sbuffò Zoro,
scuotendo la testa e mettendosi seduto.
- Raccontate.
Ordinò Nami,
spazientita.
- Prima Garp ha
attaccato Dragon e Rufy perché gli rispondevano male, poi ha
combattuto contro Rufy mentre Dragon rideva.
Raccontò
Zoro, sbrigativo. Le parole dello spadaccino stupirono i presenti,
increduli.
- Hai davvero
affrontato tuo nonno?
Chiese Chopper,
sconvolto.
- Si, ho vinto io. Dopo
ho sfidato Dragon..
Continuò
Rufy, sorridendo.
- Mamma mia che paura.
Commentò
Usop, tremando alla sola idea di trovarsi di fronte Dragon.
- Però ho
perso, mi ha steso.
Concluse Rufy,
abbassando la testa.
- Ti avrebbe ucciso se
non fosse intervenuto tuo nonno.
Lo corresse Zoro,
ancora scosso al ricordo di quello scontro.
- Prego?
Chiese Sanji,
incredulo. Da quando ricordava Garp non era il classico nonno premuroso
che si preoccupava del nipote. Al contrario, probabilmente era il tipo
di persona che se vede il nipote in difficoltà lo colpisce a
sua volta per spingerlo a reagire.
- Garp ha impedito a
Dragon di colpirlo.
Ripetè Zoro,
sbuffando. Era snervante dover ripetere tutto due volte.
- Aspetta, se Dragon ha
battuto Rufy perché Robin è libera?
Chiese Nami, confusa.
Qualcosa non gli tornava. Dragon aveva detto che avrebbe liberato Robin
solo se Rufy lo avesse battuto, ma Rufy aveva perso e Robin era libera.
Probabilmente Rufy era riuscito a scappare in qualche modo portando via
Robin, ma questo poteva voler dire che Dragon li stesse seguendo
profondamente arrabbiato. All’idea del rivoluzionario folle
che voleva la testa del loro capitano Nami si sentì mancare
e crollò tra le braccia di Franky.
- In pratica si
trattava di un test, Dragon voleva vedere se Rufy era determinato a
proteggere Rufy prima di lasciarla andare con lui.
Spiegò
meglio Zoro, facendo una smorfia. Il comportamento di Dragon e di Garp
era stato ripugnante, entrambi avevano sfidato Rufy solo per vedere
quanto era diventato forte senza pensare al fatto che potessero fargli
del male.
- Ha quasi massacrato
suo figlio per metterlo alla prova?
Chiese Franky, allibito
dal comportamento disumano di quei due. Che razza di persone potevano
picchiare il proprio figlio o il proprio nipote solo per metterlo alla
prova?
- Non
c’è né uno sano di mente in quella
famiglia..
Commentò
Nami, scuotendo la testa. Era allibita di fronte al comportamento di
Garp e Dragon ma allo stesso tempo era sollevata che nessuno li stesse
cercando.
- Basta parlare, siamo
tutti insieme, no? Festeggiamo!
Esclamò
Rufy, cambiando argomento. I ragazzi non se lo fecero ripetere due
volte. Sanji si precipitò ai fornelli e
improvvisò una cena degna di un re, mettendo alla prova le
sue nuove ricette. I piatti si svuotarono a tempo di record, tanta era
la voglia dopo due anni di mangiare le prelibatezze del cuoco. Subito
dopo cena Brook iniziò a suonare, accompagnato da Franky e
da Usop che aveva deciso di cantare le sue gesta ai compagni, indecisi
se credergli o meno. Furono stappate parecchie bottiglie e ben presto
nessuno fu più in grado di reggersi in piedi. Rufy, brillo,
guardava la scena da lontano, ringraziando il cielo che avesse permesso
loro di tornare a navigare insieme.
Il giorno dopo
terminarono i preparativi per la partenza ed i ragazzi partirono alla
volta della linea rossa dove avrebbero trovato la strada che conduceva
all’isola degli uomini pesce e che li avrebbe portati nel
tanto sognato Nuovo Mondo. Avevano ricevuto indicazioni dettagliate da
Jimbei, che aveva promesso di aspettarli sull’isola.
- Ci siamo, tra poco
dobbiamo immergerci per andare sull’isola degli uomini pesce.
Esclamò
Nami, indicando la sagoma della linea rossa che si stagliava davanti ai
loro occhi.
- Oltre
quell’isola c’è il nuovo mondo.
Esclamò
Rufy, eccitato all’idea di andare nel Nuovo Mondo e di
avvicinarsi così alla realizzazione del suo sogno. Avevano
fatto tanta strada da quando erano partiti e tutti loro erano cresciuti
molto, soprattutto negli ultimi due anni passati separati.
- La tempesta!
Urlò Usop
improvvisamente, sorprendendo tutti quanti.
- Che
c’è Usop?
Chiese Zoro, stupito
dall’esclamazione del compagno. Non era da lui spaventarsi
per così poco, in passato si erano trovati di fronte a
tempeste anche peggiori.
- È la
stessa che c’era quando abbiamo lasciato Rogue Town e siamo
entrati nella rotta del grande blu.
Spiegò il
cecchino, felice.
- Hai ragione!
Mormorò
Sanji, ricordando quel giorno di tanti anni prima. I compagni
cominciarono a sognare ad occhi aperti, solo su Rufy le parole del
cecchino ebbero un effetto strano. Il ragazzo cominciò ad
avere un brutto presentimento circa quella tempesta, infatti era
decisamente strano che la loro navigatrice non l’avesse
prevista. Poteva esserci solamente una ragione che spiegasse tutto
quello che stava accadendo.
- Moccioso, ascoltami.
Sussurrò una
voce portata dal vento che fece sussultare Rufy e confermò i
suoi sospetti. Il capitano non ebbe nemmeno il tempo di urlare che
subito si trovò schiacciato contro l’albero
maestro mentre una mano comparsa dal nulla gli stringeva la gola. Pochi
istanti dopo Rufy poteva distinguere chiaramente l’imponente
figura di sua padre di fronte a lui.
- Pa.. Padre? La
tempesta è opera tua, vero? Per questo Nami non
l’aveva prevista.
Mormorò Rufy
con un filo di voce.
- Molto bravo..
Disse Dragon,
leggermente sorpreso dal fatto che il figlio non stesse tremando di
paura. Non sembrava davvero preoccupato per la sua
incolumità quando per quella dei suoi adorati compagni che
non si erano ancora accorti che il rivoluzionario fosse a bordo.
- Potresti lasciarmi il
collo?
Chiese Rufy, cercando
di obbligare il padre a lasciare la presa.
- Apri le orecchie..
Ordinò
Dragon, con fare severo, ignorando le richieste del pirata.
- Rufy..
Urlò
Chopper, richiamando l’attenzione dei compagni che accorsero
spaventati.
- Oh mio dio, un
intruso a bordo.
Esclamò
Nami, spaventata, chiedendosi chi potesse essere l‘energumeno
che teneva Rufy per il collo appeso all‘albero maestro.
- Ci penso io ad
eliminarlo.
Rispose Franky, deciso,
preparandosi a colpirlo con una delle sue armi.
- Fermati, idiota. Ti
sembra un’idea sensata eliminare Dragon?
Chiese Zoro, mettendosi
in mezzo. A quelle parole tutti, compreso il cyborg, strabuzzarono gli
occhi per lo stupore e la paura.
- Che ci fa il padre di
Rufy sulla nostra nave?
Esclamò
Sanji, sorpreso ed al tempo stesso preoccupato dal fatto che il padre
di Rufy stesse stringendo un po’ troppo forte il collo del
figlio.
- Ricorda la promessa,
moccioso.
Esclamò
Dragon, prima di mollare la presa e lasciare cadere Rufy a terra.
- Contaci.
Rispose Rufy,
guardandolo con aria di sfida. Dragon sorrise, soddisfatto, e
svanì nel vento dal quale era arrivato.
- Segui i tuoi sogni e
prenditi cura di te stesso. Ormai sei abbastanza grande per convivere
con la consapevolezza che tuo padre è un criminale.
Gli sussurrò
in modo che sentisse solo lui, prima di allontanarsi.
Non appena il
rivoluzionario fu sparito Chopper corse verso il suo capitano per
assicurarsi che stesse davvero bene, e gli altri fecero la stessa cosa.
- Rufy, tuo padre
è semplicemente spaventoso.
Esclamò
Nami, ancora tremante.
- Ma no, in fondo mi
è simpatico.
Mormorò
Rufy, sorridendo. Quelle parole provocarono lo sgomento generale. Come
poteva Rufy trovare simpatico un uomo del genere? Chi lo chiamava
demone non si sbagliava più di tanto.
- Ti ha quasi ucciso..
E non è la prima volta!
Gli ricordò
Zoro, incredulo. Va bene adorare l’avventura, ma Rufy
cominciava ad esagerare. Se trovava simpatico un uomo come suo padre il
passo successivo poteva tranquillamente essere prendersi un gigantesco
mostro marino come animaletto domestico.
-Anche mio nonno mi ha
cercato di uccidere varie volte, ma gli voglio bene.
Rispose Rufy alzando le
spalle, prima di allontanarsi sorridendo tenendo un pezzo di carta tra
le mani. I compagni si guardarono sconsolati, scuotendo la testa. Il
loro capitano era senza speranze, ma in fondo lo avevano seguito anche
per quello.
Rufy andò a
sedersi sulla polena, nel suo punto di osservazione preferito e si
calò il cappello sugli occhi cercando di ricordare le esatte
parole del padre.
-
So di non essere nulla per te, certamente non un padre. Ad ogni modo,
prendi questa. Se avrai bisogno di aiuto ti aprirà molte
porte.
Aveva
sussurrato Dragon mentre la nave di Rufy, Robin e Zoro si allontanava,
affidando le sue parole e la sua Vivre Card a quel vento che li stava
spingendo a realizzare i loro sogni.
ANGOLO
DELL'AUTRICE:
Va bene, in teoria
avevo detto che andavo in vacanza e che ci rivedevamo a settembre ma in
pratica ieri notte non riuscivo a dormire e mi sono messa a scrivere
questa storia. L'ho finita in qualche ora e non sono riuscita a
resistere alla tentazione di pubblicarla qui.
Mentre la scrivevo ho
riso come una matta da sola, spero che piacerà anche a voi
quando è piaciuto a me scriverla!
in conclusione, vi
prego.. lasciate un commentino anche se è un'idiozia
pazzesca!
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