Salve gente, vi sono mancata? (scherzo :P )
Dopo una breve assenza torno con... "questo" (scusare non ho idea di
come definirlo >__>), mi è sempre
piacituo il personaggio di Soma, sopratutto da quando ho cominciato a
leggere il manga... e ho sempre voluto scrivere qualcosa in cui lui
centrasse... Bhè, 'nsomma, l'ho fatto...
è venuto fuori "questo", spero che vi piaccia... Commentate,
please ^___^
-Cieeel !!!- la voce allegra del principe Soma irruppe nella ville
Phantomhive, simile ad un fulmine a ciel sereno, interrompendo il sacro
silenzio che, raramente, il bocchan riusciva a godersi persino nel
proprio studio. Dove le urla di Bard, Finian e Meirin giungevano
comunque, mentre cercavano, in maniera piuttosto penosa, di svolgere i
propri compiti. –Ciell!!- si ripeté
l’indiano, ormai arrivato alla porta, come aveva fatto a
trovarlo cosi in fretta?
Seduto sulla propria sedia di fronte alla scrivania, ricoperta da carte
che, a quel suono, erano state disperse in aria, Ciel, senza
accorgersene, si ritrovo a rabbrividire e, d’istinto,
incominciò a valutare ogni possibile via di fuga.
-Cieel?!-
Non ne trovò. –Ciel, ma non hai sentito che ti
chiamavo??- gli domandò Soma spalancando la porta e
individuando subito la figura del signorino che, disperato, sperava di
poter divenire un tutt’uno con l’arredamento,
così da non essere notato.
-Che ci fai qui?- chiese il signorino gelido, alzandosi, abbandonando
ogni tentativo di usare le buone maniere, visto che il principe
probabilmente non conosceva nemmeno il significo di quelle due parole,
e non avendo abbastanza pazienza per chi disturba un piccolo e
improbabile momento di quiete in quella casa.
-Come: “che ci faccio qui”?? Sono venuto a
trovarti, sapeva di mancarti...- gli rispose Soma, avvicinandosi
abbastanza da poterlo stringere in uno dei suoi soliti abbracci, che
tanto irritavano il conte,
-Si, certo, certo...- annuì Ciel meccanicamente, aveva
imparato che il miglior modo per levarselo dai piedi era assecondarlo,
-...Adesso però e meglio che tu te ne vai, o non riuscirai a
tornare a Londra prima di sera- gli disse, in un chiaro invito ad
andarsene.
Invito che però non fu abbastanza chiaro per il principe che
gli sorrise luminoso,
-Agni ha già avvertito Sebastian che ci fermeremo per la
notte...- spiegò raggiante, -... ora stanno preparando la
cena- continuò senza lasciarlo andare, nonostante il
signorino provasse in tutti i modi a divincolarsi da quella stretta.
-Bene...- fece Ciel, tutt’altro che allegro, ma finalmente
libero dalla sua manifestazione d’affetto, -... Io adesso
dovrei finire un lavoro importante, quindi, che ne diresti di uscire
dal mio studio?- provò ad essere più eloquente,
indicando le varie carte che si erano sparse anche a terra.
-Se erano davvero cosi importanti avresti dovuto tenere meglio quei
fogli- osservò Soma incrociando, con fare annoiato, le
braccia dietro la testa, del tutto disinteressato del suo impegno, come
al suo solito del resto.
Ciel si trattenne dal riferirgli, in maniere molto poco gentile, che
era a causa sua se quelle carte erano finite sul pavimento, sapeva
però che arrabbiarsi con lui non serviva a niente.
Invece sospirò, chinandosi per raccoglierle, consapevole che
non si sarebbe liberato di Soma tanto facilmente.
-Che stai facendo?- gli domando l’indiano, vedendolo carponi
a terra,
-A te cosa sembra che faccia? Li raccolgo... Non mi serve Sebastian per
simili cose- spiegò tenendo gli occhi sui fogli, cercando di
ricordare il giusto ordine in cui andavano sistemati.
Passarono in silenzio due minuti e, nonostante Ciel fosse molto
concentrato nel rimettere i fogli a posto, non poté evitare
di alzare lo sguardo quando, una mano scura, gli porse altre due carte.
-Tieni, ti do un mano- si propose Soma guardando da un'altra parte,
forse imbarazzato per non averci pensato prima,
-Finalmente, credevo che te ne saresti rimasto lì fermo a
non far nulla...- aggiunse Ciel con un sorriso sprezzante, accettando
poi ciò che gli porgeva.
Insieme si misero a raccogliere quei documenti e, ovviamente, Soma non
tardò ricominciare a dar aria alla bocca, avvisando il conte
che, avendo ricevuto il suo aiuto, adesso era obbligato a giocare con
lui a scacchi, o meglio, ora doveva “insegnarli”
come si giocava a scacchi.
Il giovane conte intanto annuiva, assecondandolo, ma la sua attenzione
era tutta su quei documenti, e non senti nemmeno una sillaba di
ciò che l’indiano diceva e, anche se se ne era
accorto, il principe stranamente ci sorvolò su, come aveva
fatto con il suo commento di poco prima.
A quanto pare l’indiano aveva intuito di aver stupito Ciel
con quel gesto, e pensò che fosse una cosa buona. Forse,
finalmente, il piccolo conte si sarebbe accorto quanto, anche se con
molte difficoltà, Soma si stesse impegnando per crescere.
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Allora, vi è piaciuto (si ho esagurato con
piacere, scusate ;P), lo trovate perlomeno accettabile???
Se avete un modo per definire "questo" sono aperta ai suggerimenti come al solito, se avete consigli su come migliore la FF o se avete visto
degli errori (che ci saranno, visto quanto sono imbranata ;P) , fatemi
un fischio o commentate.
Piccola spiegazione: il titolo del cap un passo per volta è riferito a Soma che, per maturare deve fare appunto "un passo per volta" se vuole diventare adulto :)... Il titolo del capitolo >__> scusate, è venuto fuori per una mancanza d'idee :P
Grazie a tutti quelli che hanno avuto il coraggio di leggerla
e un ringraziamento speciale a:
Nikkai,
Gioia_92, Aphrodite e Errors11 per
aver commentato la mia precendente opera ^___^
Per concludere: bye-bye e alla prossima ;-)))
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