altro cibo sprecato
Atto
I
Altro cibo sprecato
La stanza, il cielo e anche il sole, tutto era grigio. Sembrava proprio
che quella giornata, e forse anche le precedenti e le future fossero
all'insegna di quel colore così smorto.
Almeno così la doveva pensare l'uomo seduto su una logora
poltrona in quella stanza.
Fissava un vecchio pendolo, autoproclamatosi suo boia per quel giorno,
che impietoso scandiva i secondi.
Tic. Tac.
Quel suono presto lo avrebbe preso per mano e condotto sul sentiero
della pazzia.
Forse era già pazzo. Sì, sicuramente era pazzo o
molto vicino ad esserlo sul serio, anche se ad essere sinceri non aveva
molta importanza.
Un ronzio, non era un allucinazione, a quanto pare avrebbe avuto
addirittura compagnia. Una mosca curiosava tra le briciole sparse sul
tavolino di fronte a lui. Si muoveva circospetta e rapida saggiando
tutto quello che le capitava a tiro con la fretta tipica di chi sa che
a nessuno piace aspettare. Saltellava un po qua e un po la, ogni tanto
si fermava e assaltava qualche briciola. Gli occhi dell'uomo
continuavano a seguire le peregrinazioni di quella piccola mosca. Forse
non era davvero pazzo, se lo fosse stato, avrebbe chiamato la mosca
Priscilla e avrebbe preteso di insegnarle il poker. No, decisamente non
era impazzito fino a quel punto.
Tic. Tac.
Quella giornata era davvero troppo grigia per essere sopportata. Troppo
grigio fa male al cuore, e il suo aveva già smesso di
battere, era sempre stato un tipo previdente dopotutto. La mosca aveva
trovato una goccia di marmellata sul tavolino, aveva trovato il suo
paradiso.
Sì, non era pazzo e quella giornata era davvero troppo
grigia.
Il colpo esplose nell'aria e la testa si accasciò di lato.
La mosca volò via infastidita, altro cibo sprecato.
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