INFERNO

di Neffie
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Ero in bagno. Mi osservavo allo specchio.–Dakota!- Mia madre mi chiamava. -Sbrigati! Dobbiamo andare Urlò. Sbuffai ed indossai un top e dei jeans a zampa d’elefante. Sopra misi una felpa informe per nascondere la mia magrezza, convinta che, comunque mia madre non se ne sarebbe mai accorta. Ma prima di andare alzai l’asse del pavimento, o come lo chiamavo io “il mio nascondiglio segreto” e presi la bustina. Una sniffata prima di affrontare un altro fottutissimo giorno di scuola? Pensai tra me e me. Sicuro. Era così la mia vita. Una sniffata e via. Da tre mesi andava avanti quell’inferno. Proprio non riuscivo a farla finita. Aprii la bustina e mi lasciai cadere tra le morbide braccia della mia unica consolazione: la droga. Mi facevo pena. Ed ero conscia di essere patetica. Ma dopotutto la perfezione non esiste. O sbaglio?

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