A letter to
Elise
E così, per Elise il grande giorno era arrivato.
Sognava quel momento da tutta la vita, in particolar modo da quando
aveva conosciuto Rick. Mentre scendeva dalla lussuosa auto, ornata di
pizzi e fiori, una lacrima di gioia le inumidì la guancia,
rischiando di farle colare il trucco.
Rick la aspettava sul sagrato della cattedrale, stretto in un tight
scuro, al collo una bella cravatta grigia e negli occhi
l’amore.
Poggiò il piede destro sull’asfalto e
aspettò che il padre la aiutasse a scendere, mentre due
damigelle si affannavano a sistemarle il vestito dal lungo strascico.
Sorrise al fotografo e si avvicinò a Rick, che le
consegnò il bouquet di calle bianche, arrivate direttamente
da una serra italiana, dopodiché gli stampò un
bacio sulla guancia e si mise in posa per un’altra foto.
Pochi minuti dopo Rick la precedette in Chiesa mentre il padre di
Elise, commosso, aspettava di prendere la figlia sottobraccio e
scortarla all’altare, concedendo così il suo
tesoro più prezioso ad un altro uomo.
Rick e Elise si erano conosciuti alle scuole superiori, che entrambi
avevano frequentato in un prestigioso istituto inglese. Al termine
degli studi si erano trasferiti per un paio di mesi in Italia, ospiti
dagli zii di Elise. Erano ritornati in patria solo ad autunno
inoltrato, per cominciare l’Università ma
sognavano di sposarsi fin dal terzo anno delle scuole superiori.
I genitori di Elise erano due fra i più noti personaggi
dell’intero Regno Unito, il che conferiva alla famiglia un
certo tipo di stato. Il padre, Thomas Sparkler, era un noto scrittore
di gialli e la madre Cherie Law era un’attrice del grande
schermo, perennemente presente nelle classifiche delle donne
più belle del mondo.
Qualche anno prima, il padre di Elise si era dedicato anche alla
politica, sostenendo con fervore la campagna elettorale
dell’attuale Primo Ministro. In seguito, grazie alle sue
buone conoscenze, era anche riuscito ad incontrare la Famiglia Reale,
ottenendo così un posto di rilievo fra “le persone
che contano”.
Elise aveva sempre goduto di particolari privilegi grazie alla
posizione che i suoi genitori occupavano nella società
inglese, ma riusciva a vivere con i piedi per terra, come una qualsiasi
ragazza di vent’anni. Aveva solo preteso una cosa. Desiderava
che il suo matrimonio fosse splendido, voleva che la gente lo
ricordasse come uno dei matrimoni più belli che si fossero
mai visti e, dal momento che i soldi non erano di certo un problema, il
suo desiderio era stato esaudito.
Ora, varcando la soglia della cattedrale, si sentiva felice come forse
non lo era mai stata. Era tutto perfetto, dagli addobbi agli abiti
delle damigelle, dal sontuoso ricevimento che ci sarebbe stato dopo la
cerimonia al suo meraviglioso abito confezionato apposta per lei da
Valentino (nonostante avesse detto addio al mondo della moda, aveva
fatto uno strappo alla regola solo per lei).
Rick la stava aspettando, raggiante. Di lì a pochi minuti,
sarebbero stati marito e moglie e nulla li avrebbe potuti dividere.
Quando il parroco iniziò a celebrare la Messa, Elise ebbe un
moto di commozione: aveva solo ventitré anni ma sentiva che
tutti i suoi sogni era già diventati realtà.
Presto sarebbe diventata la moglie di un bellissimo ragazzo, affettuoso
e comprensivo, uno di quelli che si sognano solo la notte. Avrebbe
vissuto in una lussuosa villa londinese, circondata da persone di
servizio, da agi e comodità che chiunque avrebbe desiderato,
potendosi tranquillamente permettere una vita da favola.
Rick, di lì a qualche anno, sarebbe probabilmente diventato
il dirigente dell’azienda immobiliare del padre e in capo a
qualche giorno avrebbero trascorso la luna di miele in un paradiso
tropicale. Cosa c’era di più perfetto al mondo?
C’era solo una piccola ombra sul suo passato: lui.
Lui che aveva avuto solo una volta e del quale Rick non sapeva nulla.
Mentre il parroco parlava di amore e famiglia, la sua mente la
riportò a quell’estate di due anni prima, quando
aveva trascorso due mesi in Germania, per una vacanza-studio, senza
Rick e aveva conosciuto lui. In verità, il loro era stato
davvero un incontro casuale: non si era stupita di trovarsi di fronte
ad una celebrità, dal momento che gli amici dei genitori
facevano quasi tutti parte di quel mondo, solo che non si aspettava
quello che sarebbe successo in seguito.
Il parroco continuava a parlare, senza sosta, così Elise si
concesse un piccolo viaggio nei ricordi.
**
Correva l’estate 2007 e quello era il suo primo viaggio in
una città tedesca. Alloggiava con un paio di amiche in casa
di una famiglia di Berlino, che offriva loro vitto e alloggio.
Una sera come tante e complice il viso noto di Elise, le ragazze erano
riuscite ad intrufolarsi in un locale esclusivo di Berlino, frequentato
per la maggiore da divi del cinema e della musica tedesca. Ed era
lì che Elise lo aveva visto per la prima volta. Sapeva
benissimo chi fosse, anche se la mania Tokio Hotel era appena
scoppiata, ma non si era mai soffermata più di tanto sul suo
aspetto fisico.
Trovarselo di fronte fu un’esperienza esaltante
perché dal vivo era ancora più bello di quanto
non lo fosse in fotografia.
Le amiche avevano subito cercato l’approccio, ma lui pareva
avere occhi solo per lei. Al termine della serata, cosa che ancora non
riusciva a perdonarsi, si era ritrovata fra le sue lenzuola. Era stata
la prima volta in cui aveva tradito Rick.
“Io ho un fidanzato” gli aveva sussurrato, tra un
bacio e l’altro.
“Non sono geloso” aveva risposto lui,
accarezzandole la schiena nuda.
“Non credo che questa sia una buona idea” aveva
cercato di spiegare Elise, ma le sue mani si muovevano freneticamente
sulla pelle chiara di lui.
“Il tuo fidanzato non è qui, adesso”
No, Rick non c’era e non l’avrebbe mai saputo.
Il mattino seguente si erano salutati, senza scambiarsi i numeri di
cellulare. Ma Elise si era lasciata sfuggire il fatto che sarebbe
rimasta a Berlino per due mesi e il ragazzo, una sera, era tornato
nello stesso locale con la speranza di rincontrarla.
Il fato aveva fatto sì che quello strano rapporto
proseguisse per quasi un mese, dopodiché lui era partito
alla volta dell’America e non si erano mai più
rivisti.
Il parroco richiamò la sua attenzione: era giunto il momento
dello scambio degli anelli e delle promesse che avrebbero legato lei e
Rick per l’eternità. Per un secondo, si
sentì sporca: non aveva mai raccontato a Rick di quello che
era successo a Berlino e oramai, dopo due anni, non si sentiva di farlo.
Sorrise al neo marito e procedette con la celebrazione, che fu seguita
da un lungo applauso di congratulazioni.
**
A centinaia di chilometri di distanza, Tom dormiva beatamente. Fu
svegliato solo dall’ingresso in stanza del gemello, che lo
avvisava della sua imminente uscita.
“Tom, vado con Andreas in quel negozio nuovo, quello di cui
ti parlavo ieri”
“Mmh” mugugnò il rasta.
“Guarda che viene anche Toby con noi, per cui se devi andare
da qualche parte chiama Saki”
“Mmh”
“Hai capito?” lo scosse Bill.
“Sì, cazzo!” grugnì il
gemello “Ho capito!”
“Sul tavolo in cucina c’è il giornale e
sul fornello c’è del caffè”
lo informò Bill, prima di uscire lasciandosi dietro un
notevole profumo di lacca spray.
Tom si stropicciò gli occhi, si grattò la testa e
mise i piedi giù dal letto. Raggiunse il bagno, fece una
lunga doccia e, strascicando i piedi, andò in cucina dove si
versò un’abbondante tazza di caffè nero.
Seduto al tavolo, cominciò a sfogliare distrattamente il
giornale del mattino, leggendo di malavoglia le solite notizie: la
crisi bancaria, una rapina a Dusseldorf, un congresso politico ad
Hamburg e via discorrendo.
Quando ebbe terminato il caffè, si trascinò fino
al divano e vi si sdraiò, ancora intontito dalla serata
precedente, passata con Georg in una discoteca della capitale.
Mentre la TV passava i soliti programmi, gli occhi di Tom furono
catturati dalla copertina di una rivista di gossip che sostava sul
tavolino del salotto. Gli sembrò di rivedere un viso noto,
tanto che si allungò per prenderla e osservare meglio.
Riconobbe Elise immediatamente e, con il cuore in gola,
sfogliò il giornale fino a trovare la pagina dedicata a lei.
Leggendo precipitosamente l’articolo, scoprì che
proprio quel giorno Elise si sarebbe sposata con un coetaneo inglese.
Sarebbe stato il matrimonio del secolo.
Elise sposata. Non riusciva a credere a quello che stava leggendo. A
dire il vero, non l’aveva mai più cercata dopo
quell’estate ma ora, rivedendo il suo viso, fu aggredito da
un moto di sconforto.
Elise era stata una delle sue tante conquiste, è vero, ma
per lei avrebbe anche potuto dire addio alla sua fama di playboy.
Ovviamente questa cosa non gliela aveva mai detta: Elise aveva un
fidanzato a Londra e non sembrava intenzionata a lasciarlo, anche se
non aveva rifiutato le sue avances.
Ricordava la loro ultima sera insieme come una specie di sogno mal
riuscito. Avevano fatto l’amore per ore prima di riuscire a
staccarsi l’uno dall’altra e dirsi addio per sempre.
“E così, domani parti?” aveva esordito
lei, dopo ore passate a lasciar parlare solo i loro corpi.
“Sì” aveva risposto lui.
“Se solo ci fossimo conosciuti prima”
“Già”
“Tom… dì qualcosa”
“Cosa dovrei dire? Sapevamo entrambi che questo sarebbe stato
solo un passatempo”
“Un passatempo?” Elise si era alzata, poggiandosi
su un gomito.
“Perché, cosa sarebbe altrimenti? La prima cosa
che mi hai detto è stata quella di avere un
fidanzato”
“Tu non mi hai mai chiesto di lasciarlo,
però”
“No, ma nemmeno tu hai mai accennato a volerlo fare”
“Sei venuto a letto con me solo perché non sapevi
che altro fare?”
“Mi sei piaciuta, semplicemente”
“Fisicamente?”
“Anche” poi, infastidito, aveva alzato il tono
della voce “Ma cosa vorresti da me, scusa?”
“Nulla, scusami…”
Poi Tom aveva detto qualcosa che mai più si sarebbe
aspettato di dire “Lasceresti il tuo ragazzo per
me?”
“Non posso”
“Perché?”
“Perché lui mi ama e io amo lui, stiamo insieme da
quando siamo ragazzini e tu sei il primo ragazzo con il quale sto dopo
di lui”
“Mi vuoi dire che stai con lui da tutta la tua vita, in
pratica?”
“Quasi… ci conosciamo dalle scuole superiori e ci
siamo messi insieme quasi subito. Ogni mia esperienza è
stata fatta con lui” aveva sospirato.
“E’ un attore o qualcosa del genere?”
aveva chiesto Tom, che sapeva chi fosse Elise o meglio, di chi fosse
figlia.
“No, non ha a che fare con quel mondo. E’ un
ragazzo normale, suo padre è un imprenditore”
“Lo ami davvero?”
“Sì”
“Bene, quindi possiamo salutarci ora” era sceso dal
letto e si era avvolto un asciugamano intorno alla vita. Elise aveva
fatto lo stesso, rivestendosi.
Ferma sulla porta, lo aveva osservato a lungo senza saper cosa dire.
Tom l’aveva tolta dall’imbarazzo avvicinandosi a
lei e posandogli un bacio sulle labbra “E’ stato un
piacere conoscerti”
“Anche per me”
Non l’aveva mai più rivista e ora, ritrovarsela
sulle pagine di un giornale, l’aveva sconvolto. In un attimo,
aveva riprovato una serie di sensazioni che credeva sopite. Era bella
come due anni fa, anzi, forse lo era ancora di più. Gli
occhi verdi, i capelli neri che le sfioravano le spalle, il corpo
sinuoso sebbene non fosse molto alta, un sorriso solare e coinvolgente.
Si era innamorato di Elise, quell’estate, e ci erano voluti
dei mesi per dimenticarsela. Ne aveva parlato con Bill, per ore, senza
trovare una soluzione. La verità era che non c’era
soluzione: lei non lo aveva voluto e l’amore non si poteva
imporre, era qualcosa che nasceva da sé.
Buttò la rivista sul tavolino, spense la TV e
afferrò l’i-pod di Bill, infilandosi le cuffie
nelle orecchie e lasciandosi andare sulle melodie di una canzone rock.
1. Elise it
doesn’t matter what you say I just can’t stay here
every yesterday…
Bill rincasò qualche ora più tardi e, aprendo la
porta dell’ingresso, non sentì alcun rumore a
parte il sottofondo di una musica che gli pareva familiare.
In sala scorse Tom mezzo addormentato, con il suo i-pod nelle orecchie,
e intuì immediatamente che qualcosa non andava: era strano
che Tom ascoltasse la musica del gemello, anziché il suo
amato hip hop. Tom aprì un occhio, percependo i movimenti di
Bill accanto a lui, spense l’i-pod levandosi le cuffie e si
mise a sedere.
“Già di ritorno?”
“Sì, ho svaligiato il reparto maschile e Andreas
mi ha praticamente trascinato fuori!” sorrise Bill, per poi
tornare serio e aggiungere “Che succede?”
“Non ti sfugge proprio nulla, eh?”
“Stavi ascoltando la musica del mio i-pod, scommetto che
erano i Placebo. Mi è parso di sentire le note di
Infrared”
“Indovinato” mormorò il gemello, con un
mezzo sorriso stampato sulle labbra. Poi si sporse in avanti,
afferrò la rivista che poche ore prima aveva buttato sul
tavolino e la diede a Bill “Guarda a pagina 20”
Il gemello sfogliò rapidamente le prime pagine, sedendosi
accanto a Tom, fino a che giunse al punto indicatogli dal fratello
“Quindi?” chiese.
“Cosa vedi?”
“Beh, vedo una bella ragazza che passeggia per strada, con un
paio di occhiali da sole sugli occhi. Poi vedo anche la foto di un
tizio belloccio che sorride, mentre fuma una sigaretta”
“Lascia perdere quello, la ragazza…”
“Tom, non capisco. Chi è?”
“Non te la ricordi?”
Bill si grattò la testa, pensieroso
“Dovrei?”
“Beh, in effetti l’hai vista solo un paio di volte,
ma ricordo di avertene parlato a lungo”
Bill lesse il breve articolo che corredava le foto e
strabuzzò gli occhi “Elise?! Quella
Elise?!”
Tom rispose con un cenno di assenso.
“Si sposa?!” continuò Bill.
Tom guardò l’orologio che teneva al polso
“Credo che si sia già sposata. Secondo
l’articolo, il matrimonio era previsto per le dieci”
“Pensa che ho sfogliato questo giornale qualche giorno fa ma
non mi sono accorto di lei. Credo di aver dato un’occhiata
alla foto e di aver voltato subito pagina. Non l’avevo
riconosciuta”
“Io ho visto il suo viso in copertina, l’ho
riconosciuta immediatamente”
“E’ per questo che sei così
sconvolto?”
“Ho passato mesi a cercare di scordarmi di lei. Non ci
pensavo nemmeno più ma, adesso, sapere che è di
un altro mi fa ribollire il sangue”
“Credi che sia lo stesso ragazzo che aveva quando vi siete
conosciuti?”
“Sì, è sempre lui”
“Mi dispiace, Tom…” mormorò
il cantante, mettendogli una mano sulla spalla.
“Non pensavo più a lei da almeno un anno. Era un
capitolo definitivamente chiuso”
“Coraggio, come sei riuscito a superarlo due anni fa,
riuscirai anche ora”
Tom sbuffò pensando che certe delusioni, in fondo, non si
superano mai.
**
Il ricevimento era durato fino a tarda notte. Elise e Rick avevano
posato per centinaia di scatti, avevano stretto le mani e baciato le
guance di centinaia di persone e ricevuto centinaia di complimenti.
Quando varcarono la soglia della lussuosa suite che avrebbe ospitato la
loro prima notte di nozze (regalo dei genitori di Rick), si lasciarono
andare sul morbido e gigantesco letto, distrutti.
“Sono stanco morto” esordì Rick.
“Non dirlo a me! Ho i piedi gonfi e mi si chiudono gli
occhi!”
“Elise…” Rick si voltò su di
un fianco, in modo da poterla vedere in faccia. Elise fece lo stesso.
“Dimmi…”
“E’ stato il più bel giorno della mia
vita. Non avrei potuto chiedere di meglio. Ti amo davvero e giuro che
farò qualsiasi cosa per renderti felice”
Elise lo baciò all’istante, non appena
finì di parlare “Anche io ti amo”
aggiunse, prima di lasciarsi andare tra le sue braccia.
Dopo l’amore, Rick la tenne stretta sul suo petto,
carezzandole i capelli “E’ da quando ti ho
conosciuta che so con certezza che saresti diventata mia
moglie”
“Sul serio?”
“Sì, credo di averti amata fin dal primo istante.
Da quando sei entrata nella mia vita, il resto del genere femminile ha
completamente perso interesse. Non mi sono mai sentito attratto,
nemmeno per una volta, da una ragazza che non fossi tu”
Elise s’irrigidì. Tom fece d’improvviso
capolino nei suoi pensieri.
“La sera del mio addio al celibato i ragazzi mi hanno fatto
trovare una spogliarellista in una torta gigante”
ridacchiò Rick “Lei ha provato in tutti i modi a
farmi capitolare, ma ti giuro che non ho provato la benché
minima attrazione. Sei nei miei pensieri ogni singolo momento”
Elise si sentì sporca e ingrata. Non riusciva a proferire
parola perché i sensi di colpa la stavano dilaniando. Si
sforzò di dire qualcosa, ma nessun suono le uscì
dalla bocca così si alzò su di un gomito e gli
posò un bacio sulle labbra.
“Pensavo ti saresti arrabbiata, sapendo questa cosa”
“Assolutamente no. Mi fido di te, Rick”
“Anche io mi fido di te… so che non mi tradiresti
mai”
Elise tornò a poggiarsi sul suo petto e si
concentrò, cercando di evitare di scoppiare in un pianto a
dirotto.
**
Eccomi con una nuova
storia xD
Questa è stata scritta l'anno scorso, poco dopo la vicenda
di Tom con le stalker. Il titolo è liberamente ispirato alla
canzone dei Cure "A letter to Elise" alla quale mi sono rifatta anche
per i titoli dei vari capitoli.
La storia non è molto lunga anche perchè
è stata scritta di getto e infarcirla con troppi capitoli e
particolari, secondo me, l'avrebbe rovinata.
Colgo l'occasione per ringraziare di cuore tutte coloro che hanno letto
e commentato "Every step you take". Grazie davvero per i bellissimi
complimenti!
Kate
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