E quando cadrò a terra, non chiuderò gli occhi. di Marselyn (/viewuser.php?uid=106688)
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E quando
cadrò a terra, prendimi Sirius, nonostante sappia che il mio
corpo privo di alito vitale sarà troppo pesante di ricordi,
troppo pesante di frasi taciute e scuse mai dette.
E
quando cadrò a terra, e non potrò più
parlare, fallo tu al posto mio, chiamami, sussurra il mio nome: da
qualche parte ti sentirò, sia pure dall’Inferno.
E
quando cadrò a terra, proteggimi come facevi una volta,
nascondimi alle ombre oscure che reclamano il mio corpo: allora
vorrò essere il tuo fratello minore, te
lo prometto.
E
quando cadrò a terra, e le mie palpebre saranno ancora
dischiuse, ricordati dei miei occhi per come li vedrai,
perchè sappi che in quegli ultimi momenti quelli
contemplavano il tuo ricordo, ed erano più vivi che mai.
E
quando cadrò a terra, Sirius, odiami se vuoi, ma non
lasciarmi solo.
Io
avrò le palpebre dischiuse, lotterò contro la
voglia di isolarmi nel buio.
E,
sai, Sirius, sentirò il tocco caldo delle tue mani, in
qualche modo lo sentirò, sia pure dall’Inferno.
E
come si attende l’albeggiare dopo una notte di terrore, io
attenderò te.
Ti
aspetterò come si aspetta il primo timido raggio solare
pennellare l’orizzonte, così il tocco delle tue
tiepide dita colorerà la mia morte di vita.
E
pazienterò, Sirius, attenderò che la tua mano
sicura mi allontani da questo mondo, e sarà come dissetarsi di un
sorso di luce.
E
non chiuderò gli occhi, te lo prometto.
Lotterò
contro la voglia di farlo, di fuggire nel buio, lontano dal buio.
Perchè
ho una speranza, Sirius, ho un desiderio, anche se forse è
troppo tardi per averne uno: sogno le tue dita, scorrere sulle mie
palpebre come un gioco, sogno che i miei occhi fuggano definitivamente
alla vita con te al mio fianco.
Li
terrò aperti, non ti mentirò,
attenderò che come un pittore tu colora la mia morte di
vita.
E,
sai, Sirius, non puoi imbrogliarmi, sentirò il tocco caldo
delle tue mani, in qualche modo lo sentirò, sia pure
dall’Inferno.
E
sappi che lo aspetterò.
Non
chiuderò gli occhi, Sirius, anche se sarà la fine
e avrò paura.
Non
chiuderò gli occhi.
***
Piccola
nota.
Non ho mai
scritto di Regulus, e penso anche di non averlo fatto fedelmente,
questa mia prima volta.
Purtroppo, sono un'inguaribile malinconica e, se vogliamo, romanticona,
anche se si potrebbe dibattere a lungo sulle mille sfumature del romanticismo.
In questo caso si tratta di quello presente nell'affetto fraterno.
In qualche modo, comunque, penso che Regulus non abbia fatto soltanto un passo indietro,
prima della sua morte, ma fantastico sul fatto che ne abbia fatti ben due.
Penso
che si sia accorto di quanto con Sirius avesse sbagliato fin
dall'inizio, anche se non era il solo ad aver errato, questo
è ovvio.
Fantastico sul fatto che Regulus sentisse il desiderio di concedersi
alla morte con qualcosa di prezioso dentro, ovvero il ricordo e la
speranza che Sirius gli stesse accanto.
Naturalmente era impossibile, lui stesso lo sapeva, eppure sogno
ch'egli abbia fatto una promessa. Rimanere sospeso,
così, simbolicamente tra la vita e la morte. Soltanto Sirius
avrebbe potuto slegarlo alla vita in maniera definitiva, chiudendogli
gli occhi. Una sorta di redenzione. Una promessa.
E chissà se poi l'ha mantenuta...
Naturalmente sono solo sciocchezze inventate da me, nient'altro che un'inguaribile
malinconica e, se vogliamo, un'instancabile romanticona.
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