Favole e realtà - da pubblicare
FAVOLE E REALTA'
SCELTA
Stupide, anzi no, stupidissime
favole! Penso, mentre a bordo del mio amato pick-up giro per Forks alla
ricerca di un posto in cui pensare. Tutto è cominciato lunedì notte.
Esattamente una settimana dopo il mio ritorno da Volterra dove ho salvato
Edward da morte certa.
Alle tre passate non ero ancora
riuscita a chiudere occhi, dato che nella mia mente contorta continuava a
ronzare una domanda. Una domanda assurda dato che ero sempre stata sicura della
mia decisione e non mi pentivo certo di quello che era successo negli ultimi
mesi. E se non fossi riuscita a salvarlo? Eccola di nuovo. Solo a
pensare a quella notte e agli avvenimenti degli ultimi giorni lei mi ritorna
prepotentemente in testa. Ecco il motivo per cui ho bisogno di un luogo in cui
pensare. Luogo che non può essere casa mia, per la presenza di Charlie e Billy
occupati ad urlare dietro a uno schermo piatto, o la spiaggia di La Push dove
troverei sicuramente Jacob.
Fermo la macchina in uno spiazzo
erboso e scendo. Camminando un po’ nel bosco dovrei riuscire ad arrivare alla
radura.
Quando finalmente, dopo una buona
mezz’ora passata a cercare di evitare una brutta caduta, metto piede nel posto per me più significativo ed
emozionante di tutta Forks, mi lascio cadere sul prato.
Stesa sulla soffice erba, con gli
occhi chiusi, ripercorro velocemente tutti gli attimi degli ultimi mesi.
Dopo che Edward mi ha lasciata,
inutile dirlo, sono piombata nello sconforto più assoluto e solo l’aiuto del
mio migliore amico è riuscito a farmi tornare a galla. Pensavo che da quel
momento tutto sarebbe stato certo nella mia vita: Edward non sarebbe tornato ed
io con il tempo avrei imparato a ricambiare l’amore del mio Paride. La vita,
però, non va mai come ci aspettiamo. Ed ecco che, proprio nel momento in cui
credevo di aver finalmente fatto un passo avanti con Jacob, lui rientra come un
uragano nella mia vita. La notizia di Alice dell’imminente tentativo dell’uomo
che amo di volersi uccidere perché mi credeva morta mi sconvolse a tal punto
che senza nemmeno pensarci presi il primo aereo per l’Italia e andai a
salvarlo. Scelta della quale ovviamente non mi pento e che se potessi tornare
indietro rifarei anche miliardi di volte. Quello che, però, mi continuo a
chiedere è cosa sarebbe potuto accadere se fossi arrivata troppo tardi.
Ovviamente, a questa domanda, almeno la prima parte della risposta è certa:
Edward sarebbe stato ucciso dai Volturi. Ma io? Cosa avrebbe potuto succedermi?
Sarei tornata qui a Forks, molto probabilmente. Sarei stata disperata e con il
cuore fatto a pezzi, peggio di quando lui mi ha lasciata. L’altra parte certa
sarebbe stata la persona sulla cui spalla sarei andata a piangere: Jacob Black.
Il mio migliore amico e il ragazzo che penso di amare anche se, ovviamente, non
tanto quanto amo Edward. Con lui avrei, con il tempo, ritrovato la felicità,
anche se solo in parte. Ora tutti questi pensieri mi sconvolgono per il
semplice motivo che anche quando sembra di essere davanti al classico “happy
ending” si scopre che in realtà questo non esiste, ecco perché dalla semplice
domanda di prima la mia mente passa direttamente a quella successiva: chi è
la scelta giusta?
Guardo l’orologio che ho al polso
e mi accorgo che persa nei miei pensieri, che per ora non trovano soluzione, ho
fatto tardi. Sono le otto passate e mio padre sarà in pensiero. Cerco il
cellulare nella tasca per avvisarlo del mio ritardo ma non lo trovo. La mia
solita fortuna. Devo averlo dimenticato nel pick-up. Guardo il cielo che ormai
è quasi completamente buio e mi rimprovero per essere stata così stupida.
Riprendo il sentiero che ho percorso poche ore fa nel tentativo di raggiungere
il mio mezzo, ma per restare in tema di sfortuna inciampo e mi storto una
caviglia. Era il minimo penso tremendamente arrabbiata e mi rassegno
all’idea di dover passare la notte in mezzo alla foresta con mio padre in
pensiero e una possibile vampira nei dintorni assetata di vendetta nei miei
confronti.
Chiudo gli occhi e lentamente
cado in un sonno profondo e senza sogni.
Sento qualcuno che mi scuote e
chiama il mio nome. Muovo la testa per riprendermi dal sonno e apro gli occhi
con lentezza.
Jacob. Il mio Jake con il torace
scoperto, inginocchiato davanti a me mi sta parlando ma io non riesco a sentire
la sua voce. Tutto ciò che percepisco è la sua presenza, i suoi muscoli, la sua
bellezza, all’improvviso talmente reale ai miei occhi. Il suo viso alla luce
della luna è ancora più affascinante e io, non so per quale strana ragione,
sento come un’attrazione magnetica verso le sue labbra che si muovono. Cos’è
successo in questi due attimi in cui il mio cervello ha smesso di funzionare
non ce l’ho ben chiaro. Quello che so è che sto baciando Jake. È totalmente
diverso dai baci di Edward. Questo bacio è caldo, pieno di passione, senza
paure e le labbra di Jacob sono morbide e si modellano perfettamente con le mie
che piano, piano si dischiudono. Vogliono di più e Jake lo sa. Le nostre lingue
entrano in contatto e la percezione di tutto ciò che è altro da noi due
vacilla. Le sue mani si muovono sui miei fianchi. Le mie si allacciano dietro
il suo collo e lo attirano a me. Non sono ben sicura se sia la realtà o un
sogno ma mi ritrovo coricata sul prato, con Jake sopra di me. Dai miei fianchi
sento le suo mani spostarsi audaci sul resto del mio corpo. Lui interrompe il
bacio e, ancora con gli occhi chiusi, non posso impedire alla mia gola di
emettere un lamento che subito si interrompe quando sento la sua bocca posarsi
sul mio collo. La schiena è percorsa da brividi di piacere e io mi aggrappo
ancora di più a lui. È bello lasciarsi andare, senza limiti e senza paure.
Faccio scendere le mie dite fino a che non vengono in contatto con i muscoli
della sua schiena. Non resisto e lo tiro ancora più vicino a me e lui riprende
a baciarmi. È un attimo e la mia maglietta vola via. Sento il suo corpo caldo
aderire contro il mio. Non so cosa mi succede, non riesco più a rispondere di
me stessa e lascio che mi sbottoni i jeans. Sento la sua mano che tenta di
infilarsi e a quel punto torno in me. Lo spingo lontano e lui, non tanto per la
mia forza quanto per il gesto, si inginocchia davanti a me mentre io mi metto a
sedere.
< Che diamine c’è
successo?! > gli chiedo sconvolta.
< Lo chiedi a me? Io ero di
guardia, ti ho trovata e ti stavo cercando di convincerti a tornare a casa
quando tu ti sei aggrappata al mio collo e alle mie labbra! > mi
risponde mezzo sconvolto e mezzo con il sorriso furbo sulle labbra.
< Quello lo so intendo cosa ci
è preso dopo?! > chiedo ancora più impaziente perché un pensiero si
sta facendo strada nella mia mente: ho tradito Edward.
< Non so tu ma io non sono riuscito a resistere. > Mi
dice sempre più vicino al mio volto, sempre con il solito sorriso stampato in
faccia. Un sorriso mozzafiato vorrei aggiungere. Smettila, stupida che non
sei altro! Mi rimprovero ma non serve a niente. Lui si sta avvicinando
ulteriormente e in un istante torna a far sue le mie labbra ed esattamente come
poco prima io non riesco a resistergli e a mollargli una sberla come desidero,
così, mi lascio di nuovo andare a quel vortice di sensi.
Sono sveglia. Apro lentamente gli occhi e sopra a me il
cielo è grigio come sempre. Un momento…il cielo? Qualcosa non torna. Dovrei
essere nella mia stanza, nel mio le…
Mi metto di colpo a sedere. No! Nononononono! Non può
essere successo! Eppure è così. Jake è steso al mio fianco, siamo nudi e
coperti solo dalla mia maglietta. Oh Mio Dio! Che diamine ho combinato?! Mi
sposto alla svelta, sfuggendo al suo braccio che mi cinge la vita e comincio a
cercare i miei vestiti sparsi per la radura. Mi vesto alla svelta mentre lui
comincia a svegliarsi. Si volta sulla schiena con ancora la mia maglia
appoggiata addosso. Si mette seduto e mi sorride. Perché diamine mi
sorride?! Stupido lupo che non è altro!
< Buongiorno! > Sussurra e a quel punto non ci vedo
più.
< Buongiorno? Ti sembra un buongiorno?! Mi sono
svegliata in questa radura che dovrebbe essere il posto speciale mio e di
Edward, il mio ragazzo che a quanto sembra questa notte ho tradito! Con te! >
Non riesco a trattenermi e scoppio in lacrime.
Al diavolo me, al diavolo Jacob Black, al diavolo
tutto! Penso mentre lui si infila i jeans e mi raggiunge. Mi volta la testa
nella sua direzione e mi stringe a lui. Malgrado tutto, i ricordi della notte
passata tornano vividi nella mia memoria e il contatto con il suo corpo mi
provoca brividi di piacere. Mannaggia a me!
< Bella. Bella ascoltami: se vuoi possiamo far finta di
niente. Tu tornerai da quel vampiro e tutto questo non sarà mai successo. >
Ed ecco che scoppio nuovamente in lacrime.
< Mai successo? No, stanotte c’è stata, non si può
cancellare e non si può cancellare il fatto che ogni volta che mi tocchi, anche
adesso, io prendo fuoco e non perché la tua temperatura è quella di un
licantropo! > Strillo esasperata sulle ultime parole.
Lo sento sospirare.
< Davvero ti faccio questo effetto? > Chiede
sorridendo. E anche se non posso trattenermi dal ridere e dall’annuire decido
al contempo che prenderlo a pugni per come se ne sta approfittando è una buona
idea. Dopo avermi lasciato sfogare per un po’, però, lui mi blocca i polsi.
< A questo punto, allora, devi scegliere. Qualsiasi cosa
la accetterò, promesso. Prima, però, voglio che tu sappia una cosa Bella. Una
cosa che non ti ho mai detto. Tu sai che ti amo. Ti amo dal primo giorno che ti
ho vista dopo la trasformazione. Quando ho capito che eri il mio imprinting ho
cercato di allontanarti per non farti star male ma non ce l’ho fatta. > Mi
dice abbracciandomi mentre io rimango senza parole e il mio cuore perde un
battito. E io maledico nuovamente le fiabe. La principessa non deve mai
scegliere tra due principi.
< Voglio un ultimo bacio. Sai nel caso io non sia la
scelta. > Mi dice a un certo punto allontanandomi abbastanza perché possa
guardarmi negli occhi. Sorrido. Scuoto la testa. Lo bacio. Il mio cuore e il
mio corpo si sciolgono all’improvviso e quando mi stacco, l’aria fredda della
mattina mi dice che è ora di affrontare la realtà.
Mi lascio accompagnare alla mia macchina e quando arrivo
trovo il cellulare sul sedile: trenta chiamate. Dodici di mio padre e le altre
diciotto di Edward.
Saluto Jake con la mano e parto in direzione di casa mia.
Appena entro dalla porta mio padre è pronto con la ramanzina ma alla vista del
mio volto si blocca mi viene incontro e mi abbraccia.
< Cosa è successo piccola mia? Ero preoccupatissimo! > Lo stringo a me.
< Poi ti spiegherò. Ora devo fare una cosa. Perdonami
per averti fatto stare in pensiero. Torno per il pranzo. > E dette le ultime
parole esco di nuovo dalla porta.
Non mi ci vuole molto ad arrivare a casa Cullen dove il
mio ragazzo mi aspetta sulla porta.
< Bella! Mi hai fatto preoccupare terribilmente! Cosa ti
è saltato in testa di non…Bella va tutto bene? > Mi dice quando si accorge
che sono scoppiata in lacrime e mi sono lanciata tra le sue braccia.
< Amore che succede? > La sua voce dolce e preoccupata
mi toglie il respiro e il cuore è come se avesse ricevuto una pugnalata.
< Edward… io… mi dispiace ho fatto un disastro e adesso
non so più cosa fare? Cosa decidere? > Dico con la voce rotta dal pianto,
nascondendo il volto sul suo petto di marmo.
< Va tutto bene, risolveremo anche questa… > Cerca di
consolarmi ma io so che non sarà così.
< Tu mi odierai e non vorrai più saperne di nuovo… >
Vedo il suo viso perdere quella sicurezza che ostentava fino a pochi attimi
prima.
< Non potrei mai odiarti. Tu sei… > Non lo lascio
finire. Non voglio che mi dica che sono la sua vita e che tra qualche minuti
ritiri tutto, meglio farla finita subito.
< Stanotte ho fatto l’amore con Jacob. > Lo sento
irrigidirsi e dalla sua gola esce una lamento di rabbia e delusione. < Mi ero
persa nel bosco e lui mi ha trovata e poi la luna sai che nella radura rende
tutto più magico e non so come sia successo. > Dico tutto in un fiato, prima
che il coraggio mi abbandoni. Mi allontana da sé, il suo viso è una maschera
illeggibile. Non capisco se sia arrabbiato, deluso o entrambe le cose.
< È colpa mia… > Ma non fa in tempo a dire quelle tre
parole che la mia rabbia esplode.
< Piantala! Piantala di darti sempre la colpa! Edward io
sono andata a letto con Jake! Io non tu! Tu non c’entri niente! Io ho fatto una
cazzata! Urlami che mi odi, che non vuoi più rivedermi, picchiami se è
necessario ma non dire che è colpa tua! Per l’amor del cielo! > Gli grido
ormai fuori di me.
< Non sono arrabbiato o deluso, sapevo che prima o poi
ti saresti stancata… > E lo interrompo di nuovo.
< Non sono stanca di te, dei tuoi rifiuti o dei problemi
che implica il fatto che tu sia un vampiro! Vi amo! Tutti e due! E non riesco a
scegliere ma devo farlo…come posso rinunciare a uno dei due? Come posso
decidere quale abbandonare? > Finisco con più calma. Svuotata finalmente del
peso che mi opprime. < Io sono il suo imprinting. > Dico in un ultimo
sussurro.
Edward torna vicino a me e mi stringe a lui. Il freddo del
suo corpo mi entra nelle vene e il respiro mi si blocca perché lui è questo.
Lui è il mio mondo ed io sono il suo. Lui mi fa salire la pressione a mille, mi
fa girare la testa e mi fa smettere di battere il cuore. Ma Jake è il sole e
ancora una volta sono tutto anche per lui. Il suo imprinting, la sua ragione di
vita. Il centro del suo mondo. E le sue mani mi fanno sentire in paradiso con
il calore che emanano.
< Bella guardami. > Mi dice dopo non so quanto tempo.
Io obbedisco e i suoi occhi color caramello sono lucidi come se volesse
piangere, ma ovviamente non può. Mi prende il viso tra le mani e mi bacia.
Riconosco quel bacio: è struggente, carico di sentimento, non controllato. È il
suo addio. Le lacrime mi bagnano di nuovo le guance.
< Bella io ti amo. Lo sai, per me sei tutto. Prima di te
non sapevo cos’era l’amore ma Jake ha bisogno di te. Sei il suo imprinting. Il
vostro destino è insieme. Io non ti dimenticherò mai ma forse un giorno, durante
la mia eternità, troverò qualcun altro che mi sappia rubare il cuore come hai
saputo fare tu. Per Jacob non sarà mai così. Esisterai sempre e solo tu. Vai. Io
uscirò dalla tua vita. E voi sarete felici. È la scelta giusta. > E io, anche
se non voglio accettarlo, capisco che ha ragione. Ragione da vendere. Lo bacio.
Per l’ultima volta. Saluto la sua famiglia che è appena uscita, abbracciandoli
tutti, soprattutto Alice e poi salgo sul mio pick-up. Uscendo dalla vita della
famiglia Cullen e loro dalla mia.
In meno di venti minuti sono alla spiaggia di La Push.
Jacob è seduto sul solito tronco con le mani nei capelli. Sorrido vedendo il mio
lupo.
< Jake. > Sussurrò. Lui si gira mi vede e mi corre
incontro. Come se mi vedesse per la prima volta dopo secoli e non dopo ore.
< Ciao. > Mi dice rallentando mano a mano che si
avvicina.
Non resisto e mi lancio tra le sue braccia. Lui mi stringe
poi mi allontana un poco per guardarmi negli occhi.
< Ciao Scelta. > Non faccio in tempo a finire che già
mi sta baciando. Mi sento sciogliere tra le sue braccia.
< Davvero? > Mi chiede con il volto vicino
all’orecchio.
< Si…ma ho una vita per spiegartelo. Adesso baciami e
basta. > Ed elimino la distanza tra noi facendo mie le sue labbra con un bacio
che salda il nostro amore. Per sempre.
Come avrete già capito sono team
Jacob, e questo mi ha portato a chiedermi cosa sarebbe successo se dopo
il salvataggio di Edward Bella avesse cominciato a porsi delle domande.
Cosa sarebbe successo se la Meyer avesse deciso di cambiare totalmente
la storia a favore di Jake? Ecco come è nata questa Short che
spero vi piaccia. Accetto volentieri sia complimenti che critiche e
spero di ritrovarvi presto a leggere anche altre mie Fan Fiction.
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