Questo è un grande giorno!
Presentiamo in anteprima mondiale l’unica fanfiction interattiva della rete!!!
Decidi tu stesso il destino dei personaggi comodamente
seduto davanti al tuo pc!
(Disclaimers: Non ho diritto sui
personaggi delle CLAMP …vivrebbero certamente delle vite migliori… Non ho
nemmeno diritto sulle CLAMP stesse… probabilmente sarebbero già morte… non
prima di essere state costrette a finire tutto il materiale da loro lasciato a
metà e aver cambiato le loro precedenti storie deprimenti in un tripudio di smielevoli happy endings!!!)
Satsuki Igarashi
camminava ignara per le vie del centro di Tokyo.
Prestava poca attenzione alla strada perché era intenta a
ripassare mentalmente la lista della spesa. Le sue colleghe le avevano chiesto di preparare loro più o meno un centinaio di piatti
diversi e ora lei si ritrovava a girare tutti i supermercati della zona alla
ricerca degli ingredienti più assurdi e difficili da trovare.
Stava per attraversare la strada quando si accorse che il
traffico era quasi completamente bloccato
“Mi scusi gentile passante…” fermò un tizio che passava per
strada con delle evidenti lacrime di dolore agli occhi. Nelle mani stringeva
convulsamente il 16° volume di X/1999.
“Sì…?” le chiese tirando su col naso.
“Sarebbe così gentile da spiegarmi cosa sta accadendo?”
chiese gentilmente , ringraziando tutte le divinità
che quell’uomo avesse gli occhi troppo pieni di
lacrime per riconoscerla.
“Ah… sì… il traffico… dicono che una strana ragazza bionda
con una discinta divisa alla marinara abbia attraversato la strada inseguendo
un’altra donna ancora più discinta vestita da coniglietta su uno skateboard… e ora se vuole scusarmi…” concluse
l’uomo andando a piangere tutto il suo dolore in un angolino buio.
Che buffo , pensò l’ignara Satsuki, mi ricorda proprio tanto la trama di ‘Miyuki-chan in Wonderland’…
Poi il pensiero fu sovrastato da un’altra scoperta
sconvolgente.
Cosa ci faceva lei a Tokyo??? Erano
anni che le CLAMP erano fuggite dalle orde di fan inferociti finendo a vivere
nell’Hokkaido.
Con un’alzata di spalle pensò che quel giorno le riservava senz’altro un incontro col destino e si accinse ad
attraversare la strada.
VUOI CHE L’INCONTRO COL DESTINO DI SATSUKI IGARASHI SI
MANIFESTI SOTTOFORMA DI UNO SCONTRO FRONTALE CON UN TIR?
PREMI IN TASTO “FRECCINA GIU’”
DELLA TUA TASTIERA , OPPURE FAI SCORRERE LA ROTELLINA
DEL TUO MOUSE , OPPURE CLICCA SULLA BARRA DI SCORRIMENTO DELLA PAGINA ENTRO 3
SECONDI!!!
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Un enorme Tir – Autotreno con 12 vagoni giunse a massima
velocità giù dalla strada principale , andando a
collidere, in un tripudio di membra smembrate, con Satsuki
Igarashi.
Le ruote del veicolo schiacciarono l’ignara, ma non
innocente, vittima una volta… due … tre … quattro … e così via fino a colmare
il numero di ruote di un autotreno di 12 vagoni, un numero troppo alto perché
io riesca a calcolarlo , ma sufficiente ad infliggere
una buona dose di sofferenze.
“Oh…credo che abbiamo investito qualcosa…” disse
allegramente Kujaku cercando di sporgersi fuori dal finestrino , perdendo così per un attimo il
controllo del convoglio.
“Non mi sembra…” disse serafica Soma-Oh riprendendolo per la
collottola e rimettendolo alla guida.
“Torniamo indietro a controllare” propose Ryu-Oh
risolutivamente , accolto dai consensi del
resto del decimato cast di ‘RG Veda’.
Kujaku ingranò la retromarcia e
ripassò con tutti i 12 vagoni e le rispettive ruote su Sastuki
Igarashi.
***
Mick
Nekoi non
aveva saputo resistere. Era una così così bella
giornata che proprio non era riuscita a fare a meno di uscire per una
passeggiata.
Per un attimo la completa e totale assenza del tipico
paesaggio isolato nel quale erano rifugiate da quando vivevano nell’Hokkaido le
fece sorgere il dubbio che qualcosa di strano stesse accadendo. Ma era davvero una giornata così bella che sarebbe stato un
peccato rovinarsela con futili cogitazioni.
Non aveva mai visto quel parco prima
d’allora. Ci si era ritrovata davanti come spinta da
una mistica forza soprannaturale che governava le sue decisioni. Una sensazione
simile a quella che lei provava nei confronti dei suoi personaggi quando gli
faceva compiere quell’azione che li avrebbe portati
sull’orlo dell’abisso.
Saltellando allegramente attraversò i cancelli dell’isola
verde al centro della città.
Come fu irrimediabilmente rinchiusa al suo interno , un campo di forza circondò l’intero perimetro
rinchiudendo la seconda ignara della giornata all’interno del parco.
“Così dovrebbe andare…” concordarono i sette Draghi del Cielo
quando ciascuna delle loro barriere era già ormai solidamente innalzata sulla
preda ignara.
Il gruppo di detectives
dell’Istituto CLAMP (recentemente ribattezzato “Così muoiono i tiranni!”) e la
squadra di difesa Duklyon annuirono
compiaciuti e si preparano ad assistere allo spettacolo dalla loro postazione
di controllo.
Nel mentre Mick Nekoi aveva raggiunto un ameno laghetto al centro del parco
e osservava ora perplessa una lapide .
‘In memoria delle centinaia di vittime ,
suicidatesi per disperazione in queste acque, lanciatesi nei gorghi con legati
al collo i volumi di “Wish”’
“Oh… chissà perché…” se ne stupì Mick
Nekoi.
Un rumore tipo BLOB la distolse dai suoi pensieri e la fece
voltare. Lo spazio dietro di lei si deformò , formando
una strana risacca che esplose rivelando l’alta , molto alta , incredibilmente
alta figura di un ninja dalla lunga katana.
“Oh…” si diresse in sua direzione la gioviale Mick Nekoi “Che cosa incredibile
vederti fuori dal nostro manga Kuro-pin!”
VUOI CHE KUROGANE , PROPRIO PRIMA
DI ATTERRARE DI FRONTE ALLA SUA CREATRICE , AVESSE DECISO SOLENNEMENTE DI FARE
A PEZZI IL PROSSIMO CHE STORPIAVA IL SUO NOME?
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Al possente grido di “ADESSO MI SONO ROTTO!” il ninja sguainò la sua arma che si rivelò essere la
potentissima “Katana Laser al Plasma e Cristalli
Liquidi del Potere Fichissimo dei Mille Fiori del
Cuore delle Pagine del Destino Socchiuso da Qualche Parte ma in Realtà Non Ce
Ne Frega Molto” , l’arma forgiata secoli or sono e
destinata a divellere le budella del proprio disegnatore.
Con la precisione di uno svizzero e la rapidità di un
giaguaro incazzato, Kurogane
tagliò , affettò , colpì e ricolpì
Mick Nekoi finché la
materia del suo corpo non fu spezzettata in un numero di parti superiori alla
media di atomi che compongono un essere umano.
“Oh Kurochan sei stato davvero
scortese…” esclamò Fay sbucando da sotto il mantello
di Kurogane.
Con un tocco della sua magia ricompose la sconvolta Mick Nekoi in un battibaleno.
“Deve perdonare Kuro-wan wan! A volte si scorda proprio le buone
maniere…” disse garbatamente Fay in direzione
della rediviva.
Kurogane brontolò qualcosa di poco
gentile al compagno.
“Bisogna prima chiedere per favore…” aggiunse il mago con
una strana luce che attraversava il suo consueto sorriso sornione.
“Potrebbe , per favore , molto
cortesemente , MORIRE???”
Mick Nekoi
non si era ancora ripresa , che l’opera di
smembramento fu ripetuto pari pari anche da Fay.
“Hai visto come ci si comporta nel mondo civile Kuro-ron?” cantilenò il mago avvicinandosi al suo compagno
di viaggio.
“Sta zitto e baciami!” tagliò corto Kurogane.
“Ma perché si sono offerti
volontari per quest’operazione? Nel manga non gli è ancora successo nulla…”
chiese candidamente Akira ,
ancora vestito da Ladro dalle 20Facce . Non voleva perdersi lo spettacolo e non
era riuscito a cambiarsi in tempo.
“A scopo preventivo… sembra che il presidente abbia inviato
loro un opuscolo informativo corredato dall’opera omnia delle CLAMP…” rispose
pragmatica Utako.
***
Mokona Apapa
cominciava ad avere una discreta fame… Aveva mandato Satsuki
a comprare il necessario per il pranzo ma non tornava da troppo tempo e lo
stomaco della disegnatrice ora brontolava prepotentemente.
Raccogliendo tutto il suo coraggio e la sua determinazione Mokona Apapa compì un gesto
estremo e rischioso per far fronte a quel duro momento.
Alzò il suo culo
dalla poltrona sulla quale stava disegnando l’ennesima tavola a colori ,
tentando questa volta ad occhi bendati e con un braccio legato dietro la
schiena. Il braccio col quale era solita disegnare…
Appoggiò sul primo ripiano che trovò il suo lavoro, una
splendida illustrazione dai colori meravigliosi che avrebbe commosso anche
Michelangelo (quello delle tartarughe ninja , famoso critico d’arte).
“Mh… schifo… disegno proprio di merda…” commentò con uno sguardo di disgusto verso la sua
opera.
Ormai che il primo passo (alzarsi) era stato compiuto non le restava che lo sforzo finale.
Sollevare la cornetta e chiamare il servizio di pizze a
domicilio.
La consegna fu incredibilmente rapida.
Mokona Apapa
non aveva ancora fatto in tempo a stupirsi del fatto che non aveva risposto al
telefono il solito garzone , che già suonarono alla
sua porta.
Una ragazza dai luuuuuuuuuuuuuuuuuuunghi
capelli biondi e uno strano diadema sulla fronte le porgeva lo scatolone della
sua super-maxi-mega-pizza .
Che strano… da quando i fattorini
si vestono così?
Questo fu ciò che Mokona Apapa si domandò osservando il candido vestito da
principessa indossato dalla ragazza.
E da quando i fattorini che vengono
a portare la pizza sono in due?
Questo invece se lo domandò quando si rese conto che l’ombra
che oscurava il suo giardino non era dovuta al tempo
atmosferico , ma alla presenza di un uomo imponente dai lunghi capelli corvini
e un abito scuro , dello stesso stile di quello della ragazza, ma più da… Guardiano
della Colonna Portante per intenderci.
Mokona Apapa
notò solo marginalmente questi particolari , troppo
presa dall’idea della sua pizza. La delusione nel suo volto fu grande quando si
rese conto che la pizza non c’era.
Al suo pesto aveva invece trovato un foglietto ripiegato.
Scacciata l’idea di mangiarlo , Mokona Apapa si decise a leggerne
il contenuto.
“Segui il coniglio bianco”
Che fosse tutta una trovata
pubblicitaria della pizzeria? Fatto sta che in lontananza le parve di scorgere
una minuta figura bianca con lunghe orecchie.
Seguendo la via dello stomaco la donna
prese ad inseguire di gran carriera il suo obiettivo.
I due “fattorini” si curarono che lei si fosse allontanata
prima di esultare.
“Andiamo a ballare stasera , Emeraude cara?”
“Volentieri , Zagart
amore mio!”
Mokona Apapa
nel contempo , pur essendo per sua natura molto pigra
, era pur sempre più veloce della bianca creatura e ben presto la raggiunse.
Solo che non si trattava di un coniglio bianco, bensì di Mokona, l’animaletto fluffoso più
potente dell’universo.
Ma , cosa ben peggiore, non si
vedevano pizze da nessuna parte.
“Vieni qui Mokona
bello… Vieni da me… sembri così soffice ed appetitoso…” cominciò a circuirlo Mokona Apapa estraendo dalla tasca una forchetta ed un
coltello.
“Puh?”
VUOI CHE MOKONA NON SOLO NON SIA COMMESTIBILE MA ANZI
INCREDIBILMENTE AFFAMATO DI CARNE UMANA?
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Mokona improvvisamente era
molto più minaccioso di quanto Mokona (Apapa) ricordasse... era ancora
piccolo , fluffoso , bianco e tenerone... ma l'aura
omicida che si espandeva da quel corpicino in qualche
modo la preoccupava... Mokona (Apapa)
smise di preoccuparsi quando Mokona aprì le fauci (sì
proprio fauci) rivelando una quadrupla fila di denti acuminati e taglienti.
"Muori PUHttana!"
Mokona addentò Mokona
e , come insegnano i frati benedettini, masticò 264
volte prima di deglutire.
***
Nanase Ohkawa
(è lei!!! È lei la bastarda che scrive le storie!!!) era
andata al cinema. Un multisala aveva organizzato una
rassegna di film del suo genere preferito : il tragico-catastrofico-drammatico. Rinvigorita dalle 6 ore
non-stop di morte , devastazione ed altre calamità si
sentiva pronta a rimettersi al lavoro. Stava appunto progettando un nuovo manga , ignorando che ne avevano almeno un milione in
prosecuzione, in cui avrebbe fatto morire tutti nel modo più doloroso
possibile. E se per caso le case editrici le avessero
messo fretta per i nuovi capitoli delle opere in corso … beh… poco male…
avrebbe fatto morire tutti tra atroci sofferenze anche lì!
Estrasse il suo fido cellulare per chiamare casa e chiedere
a qualcuno di venirla a prendere in macchina. Stranamente non riconosceva più
il paesaggio attorno a lei…
“L’utente da lei chiamato non è al momento raggiungibile…
però le ha lasciato comunque un messaggio. Per
ascoltarlo prema 1…”
Nanase Ohkawa , incuriosita da questa novità telematica , premette il
suddetto pulsante e attese.
“Io ti…”
Null’altro. Una voce , come
proveniente dall’oltretomba aveva pronunciato solo quelle parole.
“Che strano…” commentò Nanase , tentando di contattare le altre due colleghe.
Niente da fare. Sempre lo stesso misterioso messaggio.
“Io ti…”
Con un’alzata di spalle si diresse lungo la strada che le si apriva di fronte .
“Mi perdoni…” fermò una anziana
signora che passeggiava col suo cagnolino. “Sa se c’è un punto taxi da queste
parti?”
La nonnina si voltò verso di lei e cortesemente le rispose …
“Io ti…”
Nanase pensò che forse la vecchina era un po’ andata fuori
di melone e proseguì lungo la strada.
Ecco comparire davanti a sé una fermata dell’autobus.
“Scusatemi…” attirò l’attenzione delle persone in attesa “Dove arriva l’autobus che passa di qui?”
“Io ti…” le rispose un ragzzino.
“Io ti…” confermò una giovane coppia .
Nanase era sempre più perplessa.
Si voltò verso l’orario appeso ad un palo ma tutto quello che vi lesse fu “io
ti…”
Compreso che nemmeno col bus avrebbe risolto il suo problema proseguì oltre.
Ora che ci faceva caso anche tutte le
targhe delle auto parcheggiate recavano la scritta “io ti…”
Così come i cartelloni pubblicitari e i giornali affissi fuori dalle edicole.
Alzò lo sguardo esasperata al cielo
e scorse un aereo che si trascinava dietro uno striscione.
“Io ti…”
Nanase distolse lo
sguardo scocciata solo per vedere un’insegna luminosa gigantesca appesa
al lato di un palazzo .
“Io ti…” era la scritta che passava in ripetizione.
Nanase ,
per sfuggire a quell’opprimente sensazione di dejà-vu
che quelle due brevi parole le trasmettevano, prese a camminare più velocemente.
Passò davanti ad un negozio di televisori e gli schermi in
vetrina trasmettevano una lampeggiante scritta.
“Io ti…”
A Nanase sembrava che tutti gli
stralci di conversazioni tra le persona che incrociava
non fossero altro che l’ossessiva ripetizione di “io ti…”
Nanase Ohkawa
si chiese esasperata quando tutto questo sarebbe finito.
VUOI CHE TUTTO QUESTO FINISCA ORA E SUBITO ED IN MODO
DOLOROSISSIMO ?
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Nanase Ohkawa
fu esaudita. La strada , i cartelloni , le auto , le
persone e addirittura gli edifici scomparvero attorno a lei.
Improvvisamente era tutto decisamente
pieno di ciliegi in fiore.
“Questo sì che è strano!” esclamò sorpresa la donna.
I lontananza sentiva il rumore di
una folla. Come se centinaia di persone acclamassero qualcuno o qualcosa.
I petali rosa che riempivano l’aria
per un attimo cessarono di cadere e Nanase poté
infine vedere.
Era circondata da degli spalti, come se fosse al centro di
una strana arena. Nelle tribune erano stipate persone tra le
più disparate immaginabili , vestiti nei modi più assurdi.
Per un attimo le sembrò di riconoscerli tutti.
Era come se li avesse già visti…
Era come se li avesse creati lei…
Poi la folla si alzò in piedi esultante.
Una figura era apparsa davanti a Nanase
Ohkawa , proprio sotto
l’albero più maestoso.
Grida di giubilo esplosero da ogni dove
“Vai Seishiro sei tutti noi!!!”
“Falle il culo!!!”
“Seishiro forever!!!”
La curva sud della tifoseria esibiva uno striscione
colorato.
“APRILA IN DUE SEI-CHAN”
Un ragazzo dagli abiti stravaganti ,
corti capelli neri e grandi occhi verdi si era sporto sulla balconata e si
agitava in direzione dell’uomo con un sorriso di immensa felicità sul volto.
“GO FOR IT
, YOU SEX MACHINE!!!” gridò salutandolo con la
mano.
L’acclamato eroe dopo un quasi impercettibile cenno di
saluto ai suoi sostenitori si avvicinò alla sua preda e sorrise togliendosi gli
occhiali scuri che portava.
“Io ti… a…” cominciò a dire lui.
“Amo?” tentò Nanase speranzosa.
L’uomo scosse la testa.
“Ammiro?”
Un alto cenno negativo.
“Accolgo? Ammaino? Arpeggio? Astengo?”
“Io ti…” ripeté l’uomo.
Tutto lo stadio si era fatto silenzioso ben conscio di
essere giunto alle battute finali.
“IO TI AMMAZZO!!!!!”
Seishiro sradicò
con una mossa fluida l’intero albero di ciliegio e con uno scatto fulmineo lo
usò per trapassare da parte a parte Nanase Ohkawa.
“LO SAI PERCHE’ I FIORI DI
CILIEGIO SONO ROSA E NON BIANCHI??? EH??? LO SAI PERCHE’???”
Poi estrasse il ciliegio e trapassò la donna per un altro
verso.
“PERCHE’ DEVI MORIIIIIREEEEEEE!!! MORIREMORIREMORIREEEEEEEEEEE!!!!!”
Infine cominciò a martellarglielo in testa riducendola a un cumulo macilento tra le acclamazioni di approvazione di
tutti.
Seishiro Sakurazukamori
si ricompose , recuperò i suoi occhiali e prima di
indossarli lanciò uno sguardo ammiccante a Subaru.
Mentre tutti si allontanavano dall’arena il sole prese
pigramente a tramontare , ponendo fine a quel giorno
che aveva visto vittoriosa la giusta vendetta.
VUOI CHE LE CLAMP TORNINO IN VITA PER ESSERE MASSACRATE DA
ALTRI LORO PERSONAGGI?
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Beh… per questo dovrai commentare!XD
The End …forse…