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{batticuore
notturno vol.8 p.177}
Che
faccio se Shun torna nel mondo magico come principe...?
Mi
porterà con lui...? No, è impossibile. Sono
scema...
Io
e lui apparteniamo a strati sociali diversi. E prima di tutto...
...io
non sono la sua ragazza...
Shun
percorse con lentezza la strada di nebbia mentre rifletteva con
attenzione al discorso appena avuto con i suoi genitori. Com'era
possibile che nel passato fosse avvenuta una lotta per la successione
al trono fra i principi? In ogni caso per lui il problema era
risolto, non ambiva di certo a divenire il re del regno magico. Anzi,
quell'incarico era solo un peso per lui che ancora sapeva
così poco
di quel mondo nonostante vi appartenesse. Era sempre vissuto come un
umano, non avrebbe saputo da dove cominciare e poi... c'era un
ulteriore problema.
Salì
le scale che conducevano dal seminterrato al piano terra e quando
uscì dalla botola si trovò nell'enorme salone
d'entrata di casa
Eto. Rimase pensieroso poggiandosi contro una parete con un sospiro
mentre la sua mente vagava rapida. Eppure non riusciva a darne fuori,
c'era qualcosa in tutto quello che stava accadendo che lo confondeva
profondamente.
Si
diresse al piano superiore quando improvvisamente la sua attenzione
fu catturata da un annusare proveniente dalla sua destra. Voltandosi
si trovò faccia a faccia con Yoko ancora trasformata in
cane. Con un
debole sorriso si chinò accarezzandole la testa e
chiedendosi perchè
nessuno le aveva ancora permesso di tornare alla sua forma originale.
Tuttavia la cagnetta gli morse una mano e corse giù per le
scale nel
seminterrato. Shun sgranò gli occhi e corse all'inseguimento
della
giovane Kamiya.
-Kamiya
vieni qui! Non puoi entrare lì!-
Gridò
mentre la vede scomparire dietro una porta. Con un gemito di
disapprovazione aprì la porta e iniziò a correre
in direzione della
cagnetta che continuava a correre in quella sorta di ambiente
fittizio che ruotava intorno a entrambi. Il giovane Makabe si
avvicinò a Kamiya riuscendo a prenderla in braccio e quando
smise di
correre si trovò in un giardino. Si guardò
attorno spaesato mentre
Yoko abbaiava contenta contro il petto del ragazzo che con un gesto
rapido la lasciò andare al suolo.
-Ma
che diavolo...?-
Prima
che potesse dire qualcosa avvertì dei passi vicino e si
voltò
nascondendosi dietro a un cespuglio. Una bambina dai capelli biondi
lunghi e lisci e gli occhi azzurri cielo correva nel prato con in
mano delle margherite colte nel campo. Era piccola, gracile e
così
famigliare al ragazzo che rimase incantato da quella piccola e dolce
creatura.
-Cleo!
Vieni forza mamma e papà ci stanno aspettando.-
Una
voce sempre infantile ma maschile provenne da lì vicino
accompagnata
dal rumore di dei passi. Apparve un bambino dai capelli neri con gli
occhi azzurri come quelli della bambina. Shun rimase immobile quando
riconobbe nelle sembianze di quel bambino se stesso da piccolo. Se
non fosse stato per gli occhi...
-Val.
Dov'è la mamma?-
Chiese
la bimba con una vocina appena accennata e un forte accento straniero
tuttavia in grado di parlare un giapponese perfetto. Il bambino le si
avvicinò cingendole un polso con una manina e correndo verso
l'uscita da quel lavorato giardino.
-La
mamma? È appena tornata, corriamo!-
Shun
facendo attenzione, con molta confusione in mente, lo seguì
rifugiandosi dietro un nuovo cespuglio. Rimase immobile osservando
l'entrata di una casa maestosa e moderna che non aveva mai visto
prima d'ora. Solo quando vide i due bambini dirigersi incontro ad una
figura slanciata il suo corpo si irrigidì.
-D...Dirk
Carlo?-
Mormorò
stupefatto sentendo i bambini chiamare il bel biondo
“papà”
mentre Yoko fra le sue braccia inorridiva perdendo i sensi. Shun non
prestò molta attenzione alla cagnolina e si
riconcentrò su quella
scena così strana. Dirk Carlo aveva dei figli. Impossibile!
Un
improvviso lampo nella sua mente lo riportò al fatto che
aveva
varcato quella porta poco prima per inseguire Kamiya. Doveva essere
la porta del futuro. Allora Dirk si sarebbe sistemato avendo anche
degli eredi. Chissà chi era la donna che lo aveva sposato e
del
quale si era innamorato.
Vide
Dirk sorridere e carezzare la nuca del piccolo Val mentre aveva preso
in braccio Cleo che lo abbracciava ridendo. Improvvisamente dei passi
più delicati, ma marcati da dei tacchi risuonavano sempre
più
vicini. Shun si voltò avvertendo uno strano nodo di dolore
allo
stomaco. Una voce dolce risuonò vicina al dolce trio.
-Sono
tornata.-
I
bambini esplosero di entusiasmo e Val iniziò a correre in
direzione
di una sagoma che si era andata stagliandosi nell'ombra mentre la
piccola Cleo scivolò dalle braccia del padre e corse anche
lei verso
la madre. Shun rimase impietrito nell'aver riconosciuto quella voce,
leggermente cambiata ma comunque troppo famigliare.
I
muscoli si tesero mentre Ranze faceva la sua entrata sotto la luce
del sole. I capelli neri lunghi erano raccolti in una cocca sopra la
nuca mentre delle ciocche corvine le incorniciavano il viso perfetto,
il sorriso dolce sulle labbra mentre abbracciava i due bambini. La
sua figura era più slanciata, una donna appena sbocciata. Il
corpo
sinuoso avvolto in un vestito delicato, di un bianco panna che si
stringeva sotto al seno e ricadeva morbido fino al ginocchio.
Elegante ma anche comodo, giornaliero. Shun rimase ammaliato dalla
ragazza che sorrideva con quel sorriso perso che aveva sempre rivolto
a lui.
-Valdrig,
Cleo non potete sapere quanto mi siete mancati.-
-Anche
tu ci sei mancata mamma!-
Rispose
il piccolo Val stringendosi contro il corpo della mamma sorridendo
contento. Gli occhi di Ranze si fecero umidi di lacrime e
immediatamente Dirk si avvicinò ai tre sorridendo
dolcemente. Si
rivolse ai bambini baciando la nuca di Val e carezzando la testolina
di Cleo.
-Andate
dentro a prendere il regalo che abbiamo fatto alla mamma.-
I
bambini raggianti si diressero dentro correndo mentre Ranze si
rimetteva in piedi guardandoli con un sorriso divertito per poi
avvertire le braccia di Dirk cingerle la vita con dolcezza e
stringerla a se. Si voltò appena sorridendo con gli occhi
che ormai
avevano iniziato a liberare piccole gemme d'acqua cristallina. Dirk
la fece voltare completamente verso di se e con una carezza le
pulì
una guancia dalle lacrime prima di impossessarsi delle labbra dolci
della ragazza che gli cinse il collo con le braccia stringendolo a
se.
Shun
rimase immobile mentre dentro di lui si apriva un varco che gli
inghiottiva il cuore. Possibile che quello che vedeva fosse il
futuro? Il dolore lo investì come uno schiaffo che
suscitò la
rabbia contro se stesso nel proprio cuore. Strinse un pugno con forza
fissando la ragazza che amava baciare Carlo.
-...-
Il
suono di un campanello interruppe quello scambio di effusioni e la
corsa frenetica dei bambini con in mano un pacco incartato. Dirk
baciò la nuca di Ranze e si diresse verso la porta mentre
avvertiva
uno dei suoi uomini parlare con l'ospite. Ranze invece si
chinò
vicino ai suoi bambini e scartò il regalo che le avevano
fatto i
piccoli.
Shun
si concentrò cercando di capire i pensieri di Ranze quando
si rese
conto che la presenza sulla soglia della porta era momentaneamente
più importante. Si affacciò ad una finestra con
discrezione. Come
aveva immaginato sulla soglia vide una versione di se stesso
più
adulta.
Improvvisamente
però i pensieri di se stesso da adulto gli balenarono nella
testa.
Lei
è tornata. Devo vederla. Eto... dove sei?
Quelle
parole sortirono l'effetto di un pugno nello stomaco. Rimase immobile
a fissare se stesso parlare e discutere con Dirk di questioni
intenerenti con il Mondo Magico e dei problemi che lo riguardavano.
Improvvisamente Ranze fece la sua comparsa sulla vetrata che dava sul
giardino sul retro. Quando incontrò lo sguardo di Shun Ranze
parve
irrigidirsi ma tuttavia subito sciolse la tensione sedendosi su una
poltrona.
-I
bambini?-
Chiese
Dirk con voce calma e tranquilla mentre Ranze volgeva lo sguardo su
di lui con un brillio nuovo negli occhi e sorridendogli rispose.
-Sono
tornati fuori a giocare. Salve Principe, ho sentito da mio padre che
il regno è perfettamente sotto controllo grazie alla
condotta di
vostro fratello il Re e della Regina Fira. Voi invece siete sulla
bocca di tutti per il titolo mondiale appena vinto.-
Si
esibì Ranze in un piccolo inchino prima di parlare
sorridendo con
quell'espressione calma e felice.
Il
pugilato, tutto ciò che mi è rimasto. Come alle
medie quando mi
venivi ad assistere in palestra. Ne è passato di tempo, sono
cambiate decisamente troppe cose. Ti rivoglio. Non darmi del
“voi”
come fossi un estraneo, sono sempre io.
-Eto,
dammi del tu. Lo sai che odio certe sciocche formalità.
Comunque si
di certo il lavoro non manca e riesco a farcela senza utilizzare i
miei poteri, per me questo è tutto quello che conta. Posso
ancora
ritenermi un Boxer sena trucchi.-
Ranze
sorrise debolmente incatenando lo sguardo in quello del moro e Shun
avvertì i sentimenti del se stesso all'interno di quella
stanza come
una scarica di sentimenti a ondate continue e insistenti: rabbia,
frustrazione, nostalgia, gelosia, amore...
Finché
nella sua mente esplose un ricordo dello Shun all'interno della
stanza. Ranze adulta contro un muro di quella casa deserta, le sue
mani immerse nei capelli dello Shun futuristico mentre le mani
dell'uomo erano scese a cingerle il corpo. Le labbra premute sul suo
collo latteo e l'espressione estasiata della ragazza. Poi il suono
rotto dai singhiozzi della voce delicata di lei che rimbombava nella
testa “Non avremmo dovuto farlo. Io
amo Dirk, è stato un
errore in nome dei vecchi tempi. Un bellissimo errore ma
irripetibile.”
Shun
strinse i pungi invaso dal dolore di quei ricordi, si alzò e
corse
via seguito da Kamiya cane che zampettava al suo fianco. Il ragazzo
si fermò abbastanza distante da quella casa e senza pensarci
troppo
iniziò a prendere a pugni un albero con tutta la sua rabbia.
Improvvisamente chiuse gli occhi e poggiò la fronte contro
quell'albero ansante. Sentì dei passi alle proprie spalle e
quando
riaprì gli occhi si trovò dentro casa Eto in
piena notte. Si guardò
sperduto attorno e percepì una presenza al piano superiore
camminare
con passo lento. Vi si diresse di corsa e una volta terminate le
scale vide Ranze, la Ranze del suo presente camminare come assente da
se stessa.
-L'eroe
Zone è un nostro compagno.-
Mormorò
in quello stato di trance Ranze dirigendosi verso una botola. Shun
allungò una mano per afferrarle un braccio ma la sua mano vi
passò
attraverso e improvvisamente Ranze cadde a terra priva di sensi
accasciandosi al suolo.
-ETO!-
La
richiamò il ragazzo cercando di avvicinarsi, ma
più correva e più
la figura della ragazza scompariva inghiottita dalle tenebre. Chiuse
gli occhi chiamando il nome della ragazza finché non
avvertì l'aria
cambiare, quando riaprì gli occhi si trovò a
qualche passo dalla
porta dalla quale era entrato. La aprì e uscì di
corsa
richiudendola con foga e rabbia non appena Kamiya fu fuori dopo di
lui. Inspirò a fondo cercando di calmarsi assestando un
pugno alla
porta, quando improvvisamente un sospiro alle sue spalle lo fece
voltare.
-Makabe
è tutto apposto?-
Mori
era alle sue spalle e lo guardava con un piccolo sorriso
comprensivo. Shun inspirò profondamente non sapendo cosa
dire,
abbassò lo sguardo cercando di darsi una calmata ma il
vampiro di
fronte a lui gli chiarì le idee senza bisogno di ascoltare
le
domande che affollavano la mente del principe.
-Il
mondo che hai visto era in realtà frutto delle tue ansie,
dei tuoi
desideri, delle tue preoccupazioni e di molti altri fattori. Era per
metà un futuro vero e per metà un futuro
fittizio.-
Shun
sospirò rassicurato anche se il peso allo stomaco era
rimasto. Alzò
lo sguardo e sorrise in direzione del vampiro che sembrava divertito.
Mori gli batté una mano sulla spalla e lo condusse al piano
superiore chiedendogli come fosse andato il colloquio con il padre.
Shun raccontò tutto omettendo però i pensieri che
aveva carpito
dalla madre e appena terminato di parlare si congedò
dirigendosi al
piano superiore.
Chissà
cos'era vero e cosa no. … Zone, chi è Zone?
-SCEMA!
STUPIDA! CRETINA!-
L'urlo
di Ranze all'interno della sua camera lo distolse dai suoi pensieri.
Rimase immobile dietro la soglia della porta per poi poggiarvi una
mano contro e inarcando un sopracciglio chiese alla ragazza
all'interno.
-Perchè
stai urlando?-
-IIH!
MAKABE!-
La
ragazza comparve sulla soglia della porta con gli occhi lucidi e le
guance arrossate per l'imbarazzo. Shun la guardò con
espressione
stralunata e confusa eppure nell'osservare il volto della ragazza
avvertì un nodo allo stomaco sciogliersi.
-Non
è niente! E solo un soliloquio... Bentornato...-
Notò
una lacrima scivolare sulla guancia della ragazza e immediatamente i
sentimenti di Ranze gli inondarono la sua mente. Avrebbe voluto
accarezzarle una guancia e pulirle la guancia da quella lacrima
eppure lei si voltò rapidamente verso l'interno della stanza
mormorando con voce agitata.
-Aspetta
un momento mi sistemo la faccia.-
-...-
Rimase
immobile mentre il ricordo del futuro che aveva visto gli scorreva
davanti al viso. Rivisse tutte le emozioni che aveva provato mentre
vedeva quel futuro fittizio solo a metà scavare una fossa di
dolore
perfettamente nascosto nel suo animo. Quando una voce proruppe nei
suoi pensieri, la voce di Ranze.
Shun!
Non leggere i miei pensieri...
...Questi
sentimenti così disgustosi...
Si
riprese fissando la ragazza di spalle e non potè fare altro
che
allungare una mano verso di lei e assestarle qualche affettuoso
buffetto sulla nuca. Poi avvertendo il bisogno di rimanere un po' da
solo con lei le sorrise e proruppe con un:
-Oh!
È calda la tua stanza...-
Nota
dell'autrice.
Le
parti in rosso sono tratte esplicitamente dal manga e riportate
scritte.