Storia
che è arrivata terza al contest "Di Hippy e Piromani"
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Ed
eccomi qui, davanti a questo
corridoio con un bel cesto di frutta in mano e non so dove andare.
Bhe… in
realtà so dove andare ma non sono ancora molto sicura della
porta che devo
aprire per prima e a quale persona devo consegnare la frutta.
Perché è questo
il problema: posso aprire la terza porta a destra e andare da Will che
si è
rotto una gamba per salvare il presidente degli Stati Uniti ma che
è anche il
mio ex ragazzo dal quale ho troncato anche abbastanza in malo modo
perché aveva
cominciato a montarsi troppo la testa, oppure fermarmi alla seconda a
sinistra e
andare da Warren a cui hanno sparato ad un braccio con una pistola
laser perché
io non sono stata abbastanza veloce nel legare tutti i criminali ma che
non fa
altro che urlarmi contro ad ogni fine missione perché non
sono abbastanza brava
per aiutarlo.
Sono ancora
qui davanti impalata quando arriva Magenta e mi fa prendere un
accidente
saltandomi addosso da dietro
-Layla ma
che stai facendo qui davanti impalata?- mi chiede sorridendo appena
-Ecco… io…
non ricordavo più in che stanza sono stati ricoverati Will e
Warren- mentì
-Warren è
in quella stanza lì- mi disse indicando la porta
–Will invece è là in fondo- si
volta verso di me e torna molto seria –Per chi è
quel cesto?- ed ecco la
domanda che più temevo e alla quale non avrei voluto
rispondere, soprattutto a
lei. Io e Magenta siamo sempre state amiche e quando io e Will stavamo
insieme
non ha mai fatto nulla per ostacolarci, quando ci siamo lasciati mi
è stata
affianco e mi ha consolato e solo quando mi aveva vista tornare la
solita Layla
di sempre mi ha confessato che aveva iniziato a provare qualcosa per
Will. Era
stata onesta e io le avevo augurato tutto il bene del mondo
perché Will non era
più il mio ragazzo. Ma saperlo ferito mi aveva un
po’ scombussolato, ero stata
in pena per lui e avevo dei dubbi
-È per
Warren- dissi a Magenta sorridendole –vengo a salutare Will
dopo, però ora vado
da lui, gli avevo promesso che lo sarei venuto a torturare tutti i
giorni in
ospedale- risi e Magenta fece altrettanto, ci salutammo e lei
proseguì fino
alla camera di Will dove entrò senza bussare
perché la porta era aperta. Io
invece rimasi per un attimo davanti alla porta chiusa prima di bussare
due
volte
-Avanti!-
rispose una voce femminile. Femminile?
Non è che avevo sbagliato stanza? Quando entrai vidi Warren
steso sul lettino
d’ospedale con la sua solita espressine incazzata in viso, i
capelli erano
tutti arruffati e il pigiama bianco dell’ospedale che gli
donava ancora meno
della calzamaglia verde fluorescente che gli avevano fatto indossare al
corso
di “Preparazione sul campo con un Eroe veterano”.
Di fianco a lui stava una
donna alta, mora e molto bella
-Ciao,
Warren, come stai?- chiesi timidamente, speravo sinceramente di non
aver
interrotto niente di particolare
-Come uno a
cui hanno sparato a una spalla- mi rispose lui come al solito acido
più di un
limone marcio!
-Warren! Si
un po’ più educato!- lo sgridò la donna
–Molto piacere io sono la madre di
questo testone- mi sorrise mentre arruffava i capelli al figlio che
sbuffò
seccato
-Molto
piacere io sono Layla- mi presentai io allungando una mano
-Ah… Layla…
- disse la donna mentre mi stringeva la mano e guardava di sottecchi il
figlio
che si voltò dall’altra parte –Sono
molto contenta di averti conosciuto, Warren
mi ha parlato di te-
-Davvero?-
chiesi io stupita
-Come un
gigantesca seccatura- sbuffò lui e sua madre lo
fulminò con lo sguardo
-Che
stupido che sei… - gli disse per poi voltarsi verso di me
–ora devo andate al
lavoro ma se ti va puoi venire a cena da noi più avanti,
sono proprio curiosa
di conoscerti… - prima che potessi ribattere era
già praticamente sulla porta
–Ciao tesoro ci vediamo domani- salutò Warren che
sbuffò per l’ennesima volta
salutandola con un cenno della mano sana
-Questi
sono per te- dissi appoggiando il cesto di frutta al tavolino
lì di fianco
-Non c’era
bisogno- sbuffò lui voltandosi dall’altra parte
–Non devi andare a fare
compagnia a qualcun altro?-
-No-
risposi io, troppo in fretta
-Non ti
devi sentire in colpa, non è colpa tua se mi hanno sparato,
puoi andare da Will
tranquillamente… -
-Non mi
sento in colpa, ho fatto di tutto per aiutarti e non voglio andare da
Will- gli
dissi mentre sentivo che stavo arrossendo da matti –io voleva
fare compagnia a
te- ed ecco un altro grosso problema che mi ero accorta di avere
ultimamente:
mi ero presa una cotta per Warren. Solo che quando glielo avevo detto
lui si
era voltato dall’altra parte e mi aveva detto di andarmi a
dare una controllata
al cervello perché stavo impazzendo.
Insomma
mi aveva rifiutata e in
quel momento avevo tanto desiderato mandarlo al diavolo e non vederlo
mai più.
Però c’era un problema, la mia vita è
piena di problemi, ed era che stavamo
entrambi facendo un corso di aggiornamento per eroi e ci avevano messi
in
coppia (guarda te che fortuna che dovevo avere sempre) e per i prossimi
quattro
mesi avrei dovuto lavorare a contatto con lui e non era molto semplice
farmi
passare la mia cotta se tutti i giorni lo vedevo vestito il pelle che
salvava i
cittadini avvolto nelle sue fiamme che lo rendevano così
caldo e sexy! Era come
Batman, bello e tenebroso ma senza la calzamaglia e ali da pipistrello
che
l’avrebbero reso ridicolo! Quando era un eroe non si metteva
niente di particolare,
era la persona più normale del mondo, eppure diventava anche
così splendido e
eccitante! Per una settimana me lo ero sognata che si toglieva la
giacca di
pelle solo per me e mi lasciava accarezzare la sua pelle calda dal
collo, sui
pettorali fino agli addominali perfettamente modellati e poi si
slacciava anche
i jeans di pelle e… oddio ero proprio repressa sessualmente
se vederlo una sola
volta a petto nudo mi aveva fatto fare sogni di quel genere! Lui
però non se ne
accorgeva, non accettava il mio amore, diceva che ero tutta matta e che
dovevo
concentrarmi di più sul nostro allenamento. Ma come facevo
se i miei occhi
venivano perennemente calamitati dal suo fondoschiena?
Rimanemmo
in silenzio per tanto
tempo ma poi decisi che ero stanca di aspettarlo, non ero pazza, mi ero
presa
una cotta per lui e per lo meno gli avrei fatto capire che a lui ci
tenevo
davvero. Mi voltai verso di lui che ancora si ostinava a guardare fuori
dalla
finestra e mi abbassai per baciargli il collo. Subito mi
bloccò
-Che
diavolo fai?- mi chiese
stupito, gli sorrisi e lo baciai per la prima volta sulle labbra. Era
molto
meglio dal vero che in sogno, le sue labbra erano così
morbide e calde ma lei
sue mani erano troppo calde, saltai via con un braccio mezzo
bruciacchiato
-Ma
sei impazzito? Mi hai fatto
male!- sbottai, ora arrabbiata
-A
me cosa è preso? Ma tu sei
impazzita! Che diavolo ti è venuto per saltarmi addosso in
quella maniera?-
ringhiò lui e io arrossì violentemente.
Già, cosa diavolo mi era preso? Perché
avevo fatto una cosa così stupida? Non era da me, non era
per nulla da me
-Scusami-
sussurrai e mi sedetti
sul letto di fianco a lui
-Non
fa nulla- sbuffò lui
duramente
-Warren…
- dissi senza però
guardarlo –a te piace qualcuno?-
-Ma
che razza di domande sono?-
rispose lui, di nuovo arrabbiato
-Ti
prego rispondimi!- lo
supplicai io con già le lacrime agli occhi e lui
sbuffò
-Layla…
- allungò una mano verso
il mio viso ma poi la chiuse e la abbassò sulle mie mani
–Sei confusa e io non
intendo approfittarne, se fossi davvero convinta di amarmi
forse… - si bloccò
sbuffando e togliendosi un ciuffo di capelli che gli era finito sugli
occhi per
poi continuare con la sua solita sicurezza strafottente
–Insomma prima devi
chiarire quello che provi per Will e poi forse potrai pensare di stare
con
qualcun altro, ma così… - non completò
la frase e io semplicemente abbassai lo
sguardo, aveva ragione, come sempre
-Proverò
a seguire il tuo
consiglio- gli dissi per poi prendere una mela dal cesto che gli avevo
portato
–vuoi?- gli chiesi
-Non
mi piacciono le mele-
rispose lui e io sbuffai esasperata
-Allora
le porterò a qualcuno che
magari le apprezza- presi le uniche tre mele del cesto e
uscì.
Dovevo
ammettere che Will e
Magenta facevano davvero un bella copia insieme e io mi sentivo davvero
fuori
luogo nella stanza insieme a loro. Si vedeva lontano un miglio che
anche Will
si era innamorato di lei e io non ero più fra i suoi
pensieri. Io ero solo una
storia passata per lui ma allora perché non poteva essere la
stessa cosa per
me? Forse perché mi ero innamorata prima oppure non lo so,
forse perché eravamo
comunque ancora amici. Non capivo se lo volevo indietro come amico
oppure come
amante e non capivo se desideravo Warren perché davvero ne
ero innamorata o
solo perché ero repressa sessualmente (si non facevo
più sesso con nessuno da
quando mi ero lasciata con Will e iniziavo a risentirne).
Così per tutta la
degenza di entrambi non andai più a fare visita a nessuno,
volevo solo stare
tranquilla e riflettere su quale di loro due davvero io desideravo ma
quando
Magenta mi avvertì che entrambi stavano per essere dimessi
dall’ospedale (lo
stesso giorno, che fortuna!) io ancora non avevo fatto per nulla
chiarezza sui
miei sentimenti.
Ci
eravamo messi davanti
all’entrata dell’ospedale. Io e Magenta sedute sul
gradino di un aiuola mentre
Zack e Ethan se ne stavano in piedi a parlare del loro ultimo progetto
per
migliorare non so bene quale assurdo congegno che si erano inventati.
La
polizia aveva recintato il perimetro dell’ospedale per non
lasciare passare i
giornalisti che aspettavano ansiosi di vedere Will Stronghold uscire
finalmente
dall’ospedale. Per giunta erano stati chiamati alcuni
supereroi che potessero
prevenire un eventuale attacco del supercattivo di turno.
E
poi Will uscì dalla porta
dell’ospedale, spavaldo e arrogante come sempre da quando
aveva finito la
scuola e anche adesso che si doveva appoggiare ad una stampella per non
cadere
per terra si continuava a credere l’uomo più
potente del mondo, intoccabile.
Tutti gli andarono in contro per salutarlo, Magenta lo
abbracciò e gli diede un
bacio sulla guancia mentre Zack gli batteva una mano sulla spalla e
tutti
ridevano mentre da lontano i paparazzi lo fotografavano a raffica e
mentre
anche i suoi genitori scendevano in volo a salutarlo. Ma nessuno si
accorse che
dietro di lui stava uscendo anche Warren. Li fulminò tutti
con lo sguardo ma
non disse nulla, fece per andarsene senza dire una parola, senza
salutare
nessuno, scuro in volto. Poi i nostri occhi si incrociarono e non so
neppure io
cosa mi prese, sentivo soltanto l’incedibile voglia di
gettarmi fra le sue
braccia e di baciarlo e di vedere la sua fronte distesa, non
più corrucciata
come al solito e prima che potessi accorgermene mi ritrovai ad
abbracciarlo e a
baciarlo e lui non mi scacciò, anzi con il braccio sano mi
attirò maggiormente
a sé e io mi sentì la donna più felice
del mondo.
Lo
amavo, ora ne ero sicura, lui
non era come Will, non era l’eroe perfetto, il paladino della
giustizia per
eccellenza, quello a cui tutti si affezionavano anche senza conoscerlo,
quello
che tutti lodavano. Lui era un ragazzo più normale, per
quanto fosse uno dei
più grandi supereroi mai esistiti. La sua fronte sempre
corrucciata, i suoi
modi freddi e distaccati, il modo con cui allontanava tutti da
sé però lo
rendevano impopolare. Eppure lui era una persona dolce e gentile, per
quanto
odiasse darlo a vedere, ed era pronto a sacrificarsi per gli altri in
qualsiasi
momento. Era questo che me lo aveva sempre fatto piacere: il suo lato
tenero. Sapeva
ascoltarmi anche quando ero petulante e gli parlavo di scemenze, come
sbuffava
facendo finta di niente quando cercavo di farlo sorridere e quando per
davvero
sorrideva voltandosi perché io non lo vedessi. Era questo
che amavo di lui. Non
mi interessava che volesse essere lasciato da solo a fare
l’eroe solitario,
taciturno e scontroso, non lo avrei lasciato diventare la brutta coppia
di
Batman, non mi interessava quello che tutti dicevano di lui, tutte le
cattiverie sul fatto che suo padre fosse un supercattivo e lui sarebbe
prima o
poi diventato uguale, non mi interessava la notorietà che
non avrei mai avuto
con lui e che con Will sarebbe stata una cosa normale. Io volevo solo
lui,
scontroso e acido come sempre ma solo per me.
Che
Zack e Ethan ci guardassero
insieme a bocca aperta! Che Magenta ridesse! Che Will ci guardasse
shoccato!
Che i paparazzi ci fotografassero! A me non importava di nulla in quel
momento.
C’eravamo solo io e Warren che ci baciavamo mentre le sue
fiamme mi
accarezzavano la pelle senza farmi male e i fiori dell’aiuola
sbocciavano per
il nostro amore.
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