Allour,
eccomi qui con la mia seconda Fic. Ho cambiato Nick, non mi piaceva il
nome così lungo u.u
Non sono pienamente
soddisfatta da questa storia, ma voglio crescere per cui ve la presento
in attesa di critiche costruttive per migliorare :)
In fondo alla storia
ci sono i ringraziamenti alla mia precedente storia e spero che le mie
due dolci recensitrici leggano anche qui.
Bacioni
Matt
Bugiardo.
E’ questo
che sei.
Un maledetto, fottuto
bugiardo.
-Sei
sicuro di volerlo fare?
Uno
sguardo esasperato e l’ombra di una risata.
-Non
c’è altro modo, farò da diversivo
mentre tu ti prenderai tutta la gloria.
Un
ragazzo biondo alzò al cielo i suoi profondi occhi azzurri.
Con lui era impossibile.
-Riesci
ad essere serio per 5 minuti?
L’altro
si sdraiò sul letto mettendo le mani dietro la testa. La
sigaretta in bocca, gli occhialini abbandonati attorno al collo e
l’espressione fissa sul soffitto.
-Posso
farlo.- disse dopo un po’.- Non vedo un’altra
soluzione comunque.-
Il
biondo si morse il labbro e distolse lo sguardo. Ne aveva cercate a
migliaia di soluzioni diverse, qualunque cosa che potesse essere meno
rischiosa.
-Non
ti starai preoccupando per me?
Chiese
il ragazzo ridacchiando e spegnendo la sigaretta. Si mise di nuovo
seduto passando una mano tra i capelli rossi perennemente disordinati.
-Tu
non capisci. Abbiamo pochissime possibilità di uscirne
vivi..-
Il
rosso si alzò dal letto e prese il suo gilet, la testa del
biondo scattò a guardare l’orologio. Gli
salì un nodo alla gola.
-Possiamo
pensarci ancora.. magari..-
Fu
zittito dall’indice dell’amico sulle labbra.
-Torno
presto Mel, promesso.-
Bugiardo.
Schifoso bugiardo.
Vedo ancora il tuo
sorriso mentre uscivi da quella porta.
Il
silenzio regnava sovrano.
Mello
stava seduto nella stessa posizione da circa 20 minuti, a fissare la
porta da cui era uscito l’amico.
Ascoltava
il rintocco dell’orologio aggrappandosi ad ogni secondo come
se fosse l’ultimo. Poi arrivò anche la sua ora. Si
alzò senza tradire alcuna emozione e prese le chiavi della
moto.
Uno
squillo sul telefono.
“va
tutto bene, puoi andare. Matt”
Sospirò
sollevato ed uscì più tranquillo.
Ignaro
che Matt in quel momento stava in macchina inseguito da una ventina di
uomini armati.
Ignaro
che Matt sapeva perfettamente che non ce l’avrebbe fatta.
Ignaro
che Matt aveva sbandato ritrovandosi accerchiato solo per mandargli
quel messaggio.
Ignaro
che Matt scendendo dall’auto sorrideva.
Mello strinse il pugno
sulla stoffa che teneva tra le mani. Le lacrime sgorgavano copiose dai
suoi occhi.
Stringeva i denti
talmente forte che avrebbero potuto spezzarsi ma non gli importava.
Era un bugiardo, ora
lo sapeva.
Guidava
da solo per le stradine di campagna. La ragazza che aveva rapito gli
aveva detto quello che voleva ed in quel momento giaceva senza vita nel
retro di quel camion che avrebbe bruciato insieme al suo corpo.
Abbandonò
il veicolo in fiamme a pochi metri da dove aveva lasciato la moto e
guidò verso casa più veloce che poteva.
Voleva
rivedere Matt, pieno di graffi e lividi magari, ma con
quell’incrinabile sorriso che lui tanto amava e quegli occhi
verdi che gli mettevano i brividi.
Non
sapeva esattamente quando, come o perché avesse cominciato a
provare dei sentimenti per il suo migliore amico, sapeva solo che Matt
sarebbe tornato, perché lui glie l’aveva detto, e
Matt manteneva sempre le promesse.
Aprì
la porta convinto di trovare Matt a giocare alla Play.
-Hai
fatto tardi come sempre Mel- gli avrebbe detto tra una risata ed un
tiro alla sigaretta.
Ma
Matt non c’era, la casa era vuota e fredda come
l’aveva lasciata e Mello non riusciva a capire, avrebbe
dovuto essere a casa da un pezzo.
Colto
da un senso di nausea accese la TV con l’intenzione di
ascoltare un telegiornale, ma non ebbe bisogno di cercarlo a lungo.
Edizioni
speciali da ogni parte del Giappone trasmettevano la tragedia avvenuta
nemmeno un’ora prima.
Mello
si inginocchiò davanti alla TV con gli occhi sgranati. Le
immagini trasmesse mostravano una macchina rossa al centro di un
incrocio, ai suoi piedi un grosso fagotto bianco.
Avrebbe
riconosciuto quella macchina ovunque, ed ogni parte di lui urlava che
no, non era possibile, che non ci doveva credere, perché
quel fagotto bianco non era il corpo senza vita di Matt.
-C’erano
molti testimoni presenti alla terribile vicenda- diceva una
giornalista- tutti affermano di aver visto una ventina di macchine nere
accerchiare il ragazzo che è sceso dalla macchina in
completa tranquillità, addirittura sorridente, prima che
venisse colpito da un numero incalcolabile di proiettili. Non si sa
ancora l’identità del ragazzo, ma si presuppone
che avesse a che fare con la mafia, tuttavia è probabile
che…-
Mello
smise di ascoltare.
La
voce della giornalista si affievolì piano lasciando spazio
solo ad uno strano silenzio ovattato. Il battito del suo cuore era
l’unico rumore che non riusciva ad estraniare,
lasciò perdere e si accasciò a terra
rannicchiandosi sul pavimento ad occhi chiusi.
Fu
in quel momento, in quella calma sovrannaturale che Mello si rese conto
che Matt non sarebbe entrato da quella porta, così come si
rese conto che non lo avrebbe più guardato, non gli avrebbe
sorriso, urlato addosso o preso in giro. Niente battute sarcastiche,
niente imprecazioni alla Playstation. Niente.
Fu
in quel momento, realizzando che Matt era morto, che Mello ruppe il
silenzio urlando con tutta la forza che aveva
Sono passati giorni,
ed io sono ancora qui, rannicchiato a terra, incapace di fare qualcosa
che non sia necessario a sopravvivere. Ma anche quei bisogni cominciano
a svanire.
La gola mi brucia, gli
occhi sono gonfi e comincio a perdere la sensibilità degli
arti.
Stringo una tua
maglietta tra le mani, non so quando l’ho presa, sento solo
la stoffa tra le dita ed il tuo profumo che mi solletica il naso.
Decido di alzarmi
lentamente, mi sento uno zombie. Ovunque poso gli occhi qualcosa mi
ricorda te, e fa male.
Sotto la TV
c’è la tua Play, tanto amata un tempo, ora
ricoperta da un sottile strato di polvere che andrà ad
infittirsi col passare dei giorni, perché non la
sfiorerò più nemmeno con un dito.
Dietro di me
c’è la tua poltrona, o meglio la nostra, quella
che entrambi volevamo. La sera era un continuo picchiarsi per
accaparrarsi il posto e alla fine finiva sempre che tu stavi seduto ed
io ti stavo in braccio.
In cucina
c’è il tuo bicchiere verde. Eri tanto infantile da
usare sempre quello, uno stupido bicchiere di vetro verde, ed io non
potevo che trovare adorabile quella tua mania quando ti vedevo usare il
bicchiere, lavarlo la sera ed usarlo di nuovo la mattina dopo.
A terra ci sono sparsi
i tuoi vestiti ed innumerevoli cd. Mi incazzavo sempre tanto per tutto
quel disordine, ma in fondo sapevo che non avrei trovato nulla nel mio
ordine.
Entro in camera nostra
senza rendermene conto, il tuo letto è sfatto, stavamo
seduti li a parlare prima che tu te ne andassi.
Non ragiono mentre mi
sdraio sul tuo letto e affondo la testa nel tuo cuscino. Il tuo odore
è tanto forte come non lo sentivo da giorni e mi brucia
dentro dandomi alla testa.
Mi giro a guardare il
soffitto, lo facevi spesso ultimamente e non capivo mai
perché, non che ora lo capisca, ma ho voglia di farlo.
Lo sguardo, infame,
cade su una nostra foto appoggiata sulla scrivania. Mi alzo di scatto e
la prendo con le mani che tremano.
Ci sei tu che ridi
felice, io sulle tue spalle ti stringo il collo con le braccia facendo
finta di strozzarti. Qualche lacrima si infrange sul vetro e mollo la
presa come se avessi preso la scossa.
-Bugiardo..-
Mormoro nel buio della
stanza.
-Avevi detto che
saresti tornato, me l’avevi promesso.-
Sto impazzendo.. lo
sento.
Le gambe cedono e mi
ritrovo ancora a terra, incapace di muovermi, respirando a fatica,
mentre una nuova consapevolezza si fa strada in me.
Sono un bugiardo anche
io, perché quando mi chiedevi cosa significavi per me, non
ti ho mai detto amore.
Ringraziamenti per "Die With An Angel":
Hel
Warlock: Che dire? Quando ho letto la tua recensione non
ho potuto fare a meno che sentirmi felicissima ed onorata da tanti
complimenti. Sono davvero felice che ti sia piaciuta e seguendo una tua
richiesta ho scritto una storia sullo stesso genere e sulla stessa
coppia. Tra l’altro anche io vivo per loro, per cui non
è stato un grosso sacrificio xP Vorrei provare a scrivere
qualcosa di felice ogni tanto, ma ultimamente non è che il
mio umore sia dei migliori per cui la comicità non mi sfiora
nemmeno col pensiero e dato che nelle mie storie verso i miei
sentimenti quello che esce è un mix di depressione e
tristezza. Amen, speriamo che col tempo cambi la situazione xP Comunque
ancora grazie mille! Spero davvero che leggerai anche questa
>.<
Dindi:
Carissima addirittura qualche lacrimuccia? Me sentimentale ora piango
io Q.Q Sono felicissima che ti sia piaciuta e come ho detto ad Hel
spero che leggerai anche tu e che vorrai lasciarmi un altro commento,
anche se ti farà schifo, lo apprezzerò xD
Grazie ancora davvero!
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