gorilla
Quando uno "scusa" non basta
Ciao, io sono Christian.
Questo è un fatto di cui sono certo da...più o meno...diciassette anni.
Non sembra, ma c'è gente che capisce di essere chi è anche dopo anni e anni che si impersonifica.
Mio zio Santo, per esempio, (no, non è un santo, se ve lo state
chiedendo) ha capito di essere veramente lui quando ha sposato la zia
Santina, cioè due anni fa. Per me c'è stata una mano dal
Signore.
Comunque, no, non sono qui per un'autobiografia...per quella credo mi serva ancora un po' di esperienza.
Sono qui perché...
"Christian, che ci fai qui?"
Eccola sulla porta, la ragione.
"Ciao, Dayana."
"Dayana un corno!"
Day è la mia fidanzata da...più o meno...cinque anni. Ovviamente lei non lo sa.
"Mi serve un favore..."
"No."
"Non sai nemmeno qual è!"
"Mi hai telefonato cinque minuti fa per sapere se ero a casa per
aiutarti con i compiti di inglese, quale favore vorrai mai chiedermi!?"
Silenzio. Dayana mi odia, ne sono certo. Vedete, io la conosco da
quando ho iniziato il liceo ed ero convinto che lei sarebbe diventata
la mia ancora di salvezza. E' intelligente, sveglia, matura...era
gentile, disponibile, sempre pronta ad aiutarmi. Mi dava una grossa
mano con gli studi, ecco. Adesso però vorrebbe strangolarmi ogni
volta che proferisco verbo...e io so il perché. Perché
non l'ho mai ringraziata abbastanza. Mi sono comportato da vero ingrato
con lei, specialmente quest'estate e ora mi odia.
"Day, so che mi odi, ma..."
"Senti, specie di orso, come ti sei permesso di piombare in casa mia?? Ti avevo detto che non c'ero!"
"Infatti sapevo che era una bugia. Ho fatto un sacco di strada." le
indico il mio fantastico motorino (ex-propietà di zio Santo).
"Quel catorcio dovrebbe essere esposto in un negozio di antiquariato
assieme al tuo cervello...appena verrà rintracciato."
Mi piace la sua dolcezza nei miei confronti. La guardo dall'alto della
mia statura come ho sempre fatto nel momento del bisogno con lei.
"Fingi che non sia in casa e vattene, va bene?" mi risponde.
"Non posso ignorarti, Dayana..." tecnica del cascamorto. Ottima per una
come Day...si scioglie ai complimenti, come la Nutella sulle dita.
La vedo arrossire e mi compiaccio del mio lavoro...forse (e dico forse) la convinco.
"Questa è una delle tante assurdità che escono dalla tua
bocca quotidianamente. In ogni caso, adesso sono impegnata."
"Certo, posso entrare?" chiedo con la mia solita nonchalance.
"Ma allora mi prendi per il culo? Ho detto che sono impegnata." il suo
solito tono da maestrina. Mi parla come se fossi un poppante
rincoglionito, ma a me piace quando s'innervosisce...oh, eccome se mi
piace.
"Questo non mi impedisce di chiedere ospitalità. Sono molto stanco, dopo il mio luuuungo viaggio."
"Se non sparisci entro cinque secondi, farò una luuuunga telefonata alla polizia."
"Oooh, sarò indagato per molestie a una compagna di classe..."
"Cinque..." perché ha uno sguardo da assassina?
"Day, ti prego. Sei arrabbiata con me, e ti capisco, ma..."
"Quattro..."
"Io non avrei dato retta a quella là, se lei non fosse stata così convincente!"
"Tre..."
"Ci siamo dati appuntamento perché mi spiegasse filosofia, anche
se tu mi avevi proibito di farmi aiutare e lo so che ho sbagliato,
però..."
"Due..."
"Mi ha offerto quegli aiuti su un piatto d'argento, non potevo
rifiutare...poi è successo che mi si è spalmata addosso
e...che dovevo fare? Non avrei voluto baciarla...non avrei dovuto."
"Uno..."
Non mi vuole dare retta, non mi vuole perdonare! Si volta per rientrare
in casa, ma la afferro per un polso e la costringo a guardarmi.
"Io ho bisogno di te."
Arrossisce di nuovo e si guarda le scarpe. La vorrei prendere a
schiaffi per il suo modo i farmi sentire in colpa, ma se lo facessi, la
ucciderei e di certo non è quello che voglio.
"Non oggi, Chris."
"Ma come? Ti scongiuro, Day...domani c'è la prova del saggio breve d'inglese e io..."
"Christian!" perché mi ha interrotto? Sembra così nervosa...
"Non sono il tuo manager...e sono una persona anch'io, ho una vita
anch'io. Una volta passavo il mio tempo dedicandola a te, ma
adesso...ho capito che non ne valeva la pena."
Ahi...questo ha fatto male.
"Ti ho già chiesto scusa...so di essermi comportato maluccio."
"Maluccio? Tu non sai quanta delusione ho provato..." fa un sorriso
strano, quasi triste:"Ma non ti annoierò raccontandoti quanto
idiota sei stato...come ho già detto, sono impegnata. Ci vediamo
a scuola." di nuovo fa per sparire in casa. Dio, come mi sento
deficiente.
"Dayana!" la chiamo, ma mi ignora, allora mi allungo e la afferro di
nuovo, stavolta per la mano. Non avrei dovuto baciare quella troia di
filosofia...perché lo fatto? Perché non mi sono accorto
che avrei tradito la sua fiducia?
"Lasciami andare, sei patetico."
"Lo so."
"Ti rendi conto che sei ancora qui a supplicarmi, quando hai voluto
bellamente mandarmi a quel paese di tua spontanea volontà? Non
è così che funziona, non ti aiuterò."
Non ho ancora capito perché sono qui. Ho davvero bisogno di una
mano in inglese, ma quello non ha più importanza, perché
lei mi odia e io odio essere odiato da lei.
"Non voglio più che mi aiuti."
"E cosa vuoi allora?" grida, esasperata.
Baciarti, stringerti, accarezzarti!
"Vorrei..." ma vengo interrotto.
Un tizio sbuca alle spalle di Dayana...è alto come me, ma molto più muscoloso e abbronzato.
"Tutto ok, Day?"
Ma quello una camicia non ce l'ha? Sfoggia i suoi pettorali a tartaruga
(manco fossimo allo zoo) e mi guarda sprezzante, mentre poggia una mano
sulla spalla della MIA Dayana.
"Sì sì...è un mio compagno che VUOLE andare a casa...torna pure dentro."
Adesso è davvero imbarazzata. E io voglio saperne di più. Tendo la mano al gorilla, passando sulla testa di lei.
"Sono Christian, un amico di Dayana."
"Raul, il suo ragazzo."
Il suo CHI???? Ma stiamo scherzando? Lo scimmione? Animale da compagnia magari, ma ragazzo...
Sposto lo sguardo su Day che è diventata rossa come il fuoco e
trova davvero interessanti le sue scarpe. Evita di guardarmi...allora
è vero.
"Ah." è tutto quello che riesco a dire. Sento qualcosa alla
bocca dello stomaco...una specie di bruciore che mi attanaglia in quel
punto e si diffonde fino a farmi serrare i pugni. Sto realizzando una
scomoda verità.
Dayana ha un ragazzo.
Quel coso è il suo ragazzo.
E lei ama quel coso.
Vorrei dargli un pugno nel muso, così da fargli un
bell'intervento estetico...ma come si permette di provare dei
sentimenti per lei?? Non può. Lui non può,
perché...be', perché sono io quello che la ama,
perdincibacco!
Finalmente lei alza gli occhi e incrocia i mei che non hanno smesso di fissarla per un secondo. Sembra così a disagio...
"Christian..."
"Sei sicura che vada tutto bene, amore?" si permette di interromperla Tarzan.
Vorrei vomitare. Davvero, è una cosa rivoltante. Quell'ammasso
di muscoli ha paura che io voglia fare qualcosa a Dayana. La MIA
Dayana. Lei dovrebbe ucciderlo.
"Tutto bene." gli fa un sorriso di quelli stupendi che poco tempo fa
rivolgeva anche a me:"Ho detto a Chris che sono impegnata." mi lancia
uno sguardo fugace, come per vedere la mia reazione.
Tarzan mi guarda con gli occhi a fessura, come se volesse leggermi il
pensiero. Peccato, King Kong, avevo proprio intenzione di
soffiarti la ragazza.
"Che cosa volevi?" mi chiede un po' seccato. Vedo Day che si avvicina a lui e di nuovo quella sensazione mi prende le budella.
"Volevo dire a Dayana che non mi serve più il suo aiuto con
l'inglese." mi sto rivolgendo a Raul, ma fisso solo lei:"Perché
quello che volevo veramente era che tornasse a sorridermi e perdere la
pazienza con me, come una volta. Perché speravo di essere
importante per lei almeno metà di quanto lo sa lei per me,
perché...sono stato un imbecille e solo lei sa quanto. Ora lei
mi sta ricambiando con la mia stessa moneta. Solo adesso capisco quanto
ingenuo sono stato...a non accorgermi di quanto lei sia veramente
essenziale per me. Ma ti assicuro, Raul, che non le darò
più fastidio...perché lei non merita uno come me, ma uno
come te."
Sarò anche pazzo, ma vedo i suoi occhi inumidirsi, un secondo
prima che sfreccino verso il basso. Intanto il mio cuore sta picchiando
il mio cervello. Sarebbe stato meglio non seguire la ragione e
impedirle di stare con il coso, ma per la prima volta nella mia vita,
il cervello ha avuto la meglio. Mi faccio i complimenti, mi sono
rovinato la vita con le mie stesse mani.
"Hai finito?" mi chiede il gorilla, guardandomi come un Rottweiler
guarda un pezzo di carne e stringendo a sè Dayana, come se fosse
il suo osso preferito.
"Sì...scusate per il disturbo."
Lancio un ultimo, sofferente, sguardo a Day e percepisco tutto il suo mutismo come un sonoro "chi la fa l'aspetti".
Me lo merito.
Salgo sullo scooter di zio Santo e mi sento come una spugna secca. Ho
bisogno d'acqua, ma la mia acqua se l'è bevuta qualcun'altro.
Accendo il motore, ma lo sento distante. Non può essere successo
a me. Io l'ho sempre considerata MIA. Io l'ho sempre data per
scontata...forse è stato questo il mio errore.
Fin dalla prima lei c'è sempre stata per me...e io non ho mai
aperto gli occhi. Non ho mai capito che c'era di più di semplice
compassione. Quando l'ho capito, l'anno scorso, non ho mai voluto fare
il primo passo, perché sapevo che lei sarebbe stata lì
per me ogni volta che io avessi voluto. Poi me la sono presa comoda, ho
ignorato che lei potesse rimanere ferita dal mio comportamento e l'ho
snobbata alla grande per la prima troia che mi è capitata
davanti. Mi faccio schifo da solo.
Come può un ragazzo essere così cieco? Così stupido?
Adesso quella sensazione allo stomaco è cambiata. Adesso
è diventata un enorme nodo indissolubile all'altezza del mio
Pomo D'Adamo e continua a salire e a salire...
Sotto il calore del casco, sento qualcosa scivolare sulla mia guancia...bollente e bagnata. Lacrime? Io sto piangendo?
Io sono un ragazzo. Un maschio!
Non posso piangere. Ma devo o esploderò. Vorrei che qualcuno mi
uccidesse ora, così non soffrirei in questo modo...
E, senza che riesca a realizzare la situazione, il mio desiderio viene esaudito.
"Diciasettenne in scooter viene
investito da una Seat Ibiza intorno alle sei del pomeriggio, a pochi
metri dalla casa di una sua compagna di classe. Il ragazzo era
distratto e si è immesso nella corsia in contromano, senza
controllare che il passaggio fosse libero. La signora al volante della
Seat è stata subito sottoposta al test del palloncino, che
è risultato negativo. Il ragazzo è ora ricoverato in
gravi condizioni all'ospedale "Santa Chiara", i medici dicono abbia
subito una forte commozione celebrale e attualmente è ancora in
coma. La donna alla guida è sotto accusa. Ci auguriamo che
Christian riesca a sopravvivere, anche se l'opinione dei medici non
è molto positiva."
Ciao, io sono Christian.
Che poi adesso non ne sono poi tanto convinto...
Ciao a tutti, questa è una storia senza pretese...
So di aver lasciato un finale molto in sospeso...spero di avervi comunque incuriositi e interessati.
Chris_tian
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