cap35
Epilogo – Written in the Stars
I due mesi
successivi alla promessa che Milo e Samia si erano scambiati a proposito di
riuscire ad andare avanti passarono in un lampo, e la gravidanza di Samia era
ormai quasi al termine. Sostanzialmente la routine giornaliera della futura
mamma non era molto cambiata, se non nella sedentarietà: dalla Sesta Casa non
era facile per lei raggiungere i piedi del Santuario o il Tredicesimo Tempio, per cui Samia attendeva
pazientemente che fossero gli altri a farle visita. Per fortuna i Cavalieri
erano parecchi e quindi la noia le teneva compagnia solo per brevi periodi
della giornata, fino a pochi giorni prima quando, al rientro di coloro che
erano stati inviati in missione, si era stabilito che quel giorno si sarebbe
tenuta una riunione consultativa, e nessuno era ancora passato a salutarla…
Dopo le
parole di Zeus in merito ai pericoli che la Terra avrebbe corso in futuro, diversi Cavalieri,
d’Oro e non, erano stati inviati nei più sparati luoghi per captare una
qualsiasi forma di energia negativa che potesse destare sospetto. All’appello
mancavano Aldebaran, Death Mask e Ioria che, per l’appunto, erano tornati da
qualche giorno.
Solo i
Cavalieri di Bronzo non si trovavano al Santuario: avevano ottenuto, anzi
avevano ricevuto l’ordine di allontanarsi per risolvere le loro questioni
personali che, al momento, li rendevano inutili in qualsiasi battaglia.
Fu così che
Seiya raggiunse Saori che, a sua volta, da Nuova Luxor si era trasferita a
Tokyo per prendere in mano le redini della Fondazione Kido e diventare, così, a
tutti gli effetti una ragazza che poteva vivere una vita “quasi” normale. Seiya
sapeva che, se fosse stato necessario, avrebbe dovuto far ritorno al Santuario
e prendere parte alle future battaglie, proprio come faceva Shiryu, ma avrebbe
comunque provato a vivere un’esistenza serena con la giovane ereditiera.
Shiryu
tornò come suo solito ai Cinque Picchi, fino a quando il destino glielo avesse
concesso, dove scoprì che ben presto Shunrei avrebbe messo al mondo suo figlio.
Ikki e Shun
partirono per un lungo viaggio in Sudamerica, su consiglio di Shaka e Mur, per
tentare di ricostruire il rapporto fraterno che li aveva sempre legati e che,
dopo lo scontro con Hades, li aveva visti mano a mano allontanarsi fino a non
riconoscersi più come una famiglia.
Hyoga,
infine, tornò in Siberia dove venne ben presto raggiunto da Flare, e dove
cominciò ad allenare giovani aspiranti Cavalieri che un giorno avrebbero preso
il suo posto e quello di Camus.
Era al
Santuario che tutto si era fermato alla morte di Eowyn; Samia forse era l’unica
a essere riuscita a superare la cosa, distratta dalla piccola Dea che cresceva
dentro di lei, o più probabilmente per il semplice fatto che si era resa conto
che l’amica non avrebbe voluto vederli in quelle condizioni.
Milo, dal
canto suo, si era creato una maschera che indossava quando era in compagnia di
qualcuno, ma che gettava via quando si trovava da solo; aveva conosciuto molte
ragazze, alcune di esse lo avevano apertamente invitato nel loro letto, ma
galantemente lui aveva rifiutato, nonostante l’avvenenza di quelle creature.
Camus sosteneva al meglio il suo migliore amico, ma era facile accettare questo
nuovo lato del suo carattere: Eowyn aveva messo radici talmente profonde nel
cuore di Milo, che sradicarle sarebbe stato difficile, se non impossibile,
sempre che Milo stesso glielo avesse permesso.
E che dire
di Saga? Kanon, dopo tanto insistere…e alcool a volontà, era riuscito a fargli
ammettere che si era innamorato della Messaggera ma che, se lei fosse stata
ancora viva, non avrebbe mai interferito con i suoi sentimenti, lasciandola
libera di amare chi volesse. Sotto minaccia di morte, però, Kanon fu costretto
a giurare di non rivelare mai ciò che il gemello gli aveva confidato, e lasciò
che Saga dimenticasse Eowyn come meglio credeva, ovvero tra le braccia di altre
donne!
Samia si
sentiva particolarmente stanca quel giorno, la posizione della bambina sembrava
ormai quella definitiva quindi era chiaro che mancasse davvero poco al parto;
per fortuna quel giorno Aldebaran aveva deciso di portare con sé Aaron alla
riunione alla Tredicesima, chiedendo a Shaka di accompagnarlo per poi
occuparsene personalmente tutto il giorno. Samia, grata del silenzio che
regnava alla Sesta, si sdraiò sul letto, addormentandosi appena ebbe appoggiato
la testa sul cuscino.
Il suo
sonno, però,durò poco e non fu tranquillo come sperava: sogno Eowyn, dopo tanto
tempo che non accadeva, e sognò il momento in cui l’amica l’aveva spinta
lontano per evitare che una colonna le cadesse addosso. Si svegliò di
soprassalto, avvertendo una tensione al basso ventre e accorgendosi, con
sgomento, di essersi bagnata.
“Oh santo
cielo…sono entrata in travaglio…” si disse ”… e proprio adesso che sono sola!”
Si alzò a fatica con l’intenzione di raggiungere la Tredicesima Casa,
con la convinzione che, essendo appena cominciate, le doglie non sarebbero
state né ravvicinate né tantomeno dolorose.
Si sbagliò
su tutti i fronti…
Aveva
appena cominciato a salire le scale che una contrazione le tolse il fiato e la
costrinse a sedersi e a respirare a fondo.
“Calmati
Samia…non sei la prima e nemmeno l’ultima donna che sta per mettere al mondo un
figlio” si disse per tentare di rassicurarsi, ma poi fece una smorfia ironica
“…come se tutte le donne del mondo dessero alla luce la
Dea Athena!” esclamò.
“Posso
essere d’aiuto?” una voce femminile a lei nota la distrasse momentaneamente dai
suoi problemi. Quando Samia alzò lo sguardo al volto della nuova arrivata
rimase senza fiato per qualche secondo, sbigottita e sorpresa da ciò che stava
osservando.
“E…Eowyn…”
riuscì a dire appena fu in grado di parlare.
“Come,
scusa?” le chiese la giovane.
“Sei…sei
qui, non sei…morta!”
“Forse ti
stai confondendo…” le suggerì “Il mio nome è Julie!” Samia avrebbe voluto
replicare, ma una seconda contrazione le tolse nuovamente il respiro. Si portò
una mano alla pancia e chiuse gli occhi per concentrarsi.
“A
giudicare dal tempo trascorso tra una contrazione e l’altra, direi che ci siamo
quasi! Vieni, ti aiuto a rientrare in casa…” Julie le tese la mano e Samia non
poté fare altro che accettare l’aiuto offertole.
“Aspetta,
devo far sapere a S…”
“Non ti
preoccupare: il Nobile Shaka sta arrivando!” le rispose Julie interrompendola.
Samia si voltò di scatto verso di lei con gli occhi sbarrati per la sorpresa.
“Come fai a
sapere il nome di Shaka, e quale sia il suo rango?” Julie parve ella stessa
confusa per ciò che aveva appena detto.
“Non lo so,
non ne ho la più pallida idea” mormorò accingendosi a entrare in casa. Samia
non fu più in grado di chiederle nulla perché ormai i dolori si stavano facendo
via via più forti.
“Rimani qui
e cerca di calmarti, io ti preparo qualcosa di fresco da bere, va bene?” le
propose Julie dopo averla aiutata a sdraiarsi di nuovo sul letto. Non impiegò
molto a preparare una semplice limonata fresca così, dopo appena cinque minuti
di attesa, Samia la vide ritornare.
Julie si
sedette al suo fianco, prendendole la mano nel tentativo di rassicurarla, ma il
gesto, unito al sorriso che ne seguì, non fece altro che agitare Samia
maggiormente: quella ragazza era Eowyn, ne era sicura…Il sorriso gentile con
cui la stava guardando in quel momento era la prova che la sua amica era
tornata tra loro, anche se, a quanto pare, non era cosciente di ciò.
Un rumore
alla porta le fece voltare entrambe e Shaka entrò nella stanza rivelando quanto
fosse in subbuglio il suo animo; il Cavaliere di Virgo si bloccò di fronte alla
presenza di Julie. La fissò per una manciata di secondi, senza battere ciglio.
“Eowyn?” le
chiese infine.
“No, mi
chiamo Julie e ho aiutato Samia a rientrare in casa quando sono cominciate le
doglie” gli rispose.
“Io non ti
ho detto il mio nome!” riuscì a esclamare Samia dal letto.
“E’ vero,
ma…è come se lo avessi già saputo, ancor prima di incontrarti!” Shaka e Samia
non poterono ascoltarla perché, in quel momento, l’ennesima contrazione li
colse di sorpresa. Di lì a qualche secondo il medico che avrebbe guidato Samia
nel parto entrò e Julie ne approfittò per uscire inosservata dalla stanza.
Avviandosi
verso la cucina Julie udì un paio di voci maschili e, tentando di passare
inosservata, decise di cambiare strada e passare per il soggiorno, ma il
destino volle che anche gli altri due occupanti scegliessero quella stanza per
attendere il lieto evento.
Quando
Julie e Milo si ritrovarono l’una di fronte all’altro il tempo sembrò fermarsi:
a entrambi parve di essere sospesi per aria, con niente e nessuno attorno a
loro, catapultati in una dimensione diversa a quella terrena.
La magia
durò meno di un minuto perché un rumore proveniente dalla stanza di Samia li
distrasse.
Milo fece
per aprire bocca chiamando Julie, ma lei lo prevenne e scosse il capo.
“Non mi
chiamo Eowyn! Il mio nome è Julie e…”
“Chi
accidenti saresti allora? E perché sei uguale a Eowyn?” scattò Milo adirato per
l’atteggiamento leggero della ragazza. Com’era possibile che non fosse lei?
Erano identiche in ogni aspetto, almeno fisicamente…
“Te l’ho
detto: mi chiamo Julie e sono venuta qui con la compagnia teatrale che metterà
in scena l’Edipo. Siamo arrivati questa mattina…”
“Cosa
diavolo ci fai in questa zona del Santuario?” la interruppe di nuovo Milo
suscitando, questa volta, un’espressione di disappunto sul volto di Julie che
gli ricordarono maggiormente la sua Eowyn.
“Visto che
non mi lasci parlare è inutile che io ci provi anche solo a spiegartelo, no? Vi
saluto, tornerò per sapere come sta Samia…e la bambina…” aggiunse le ultime
parole stupendosi nuovamente di essere a conoscenza di qualcosa che in realtà
non avrebbe dovuto sapere.
Julie si
mosse per oltrepassare Milo e Camus ma, quando passò vicino a Milo,
quest’ultimo le afferrò il braccio costringendola a guardarlo in viso a
distanza ravvicinata.
“Dove credi
di andare?” le chiese minaccioso. Fu in quel momento che successe.
Julie
credette di essere stata catturata da un ciclone: tutto vorticava intorno a
lei, immagini sfocate e voci lontane, fino a quando tutto si fece nitido e, con
vari flash, si rese conto di chi era realmente o, almeno, di chi fosse stata
fino a qualche mese prima. Vide Eowyn, o meglio sé stessa, combattere contro un
uomo dallo sguardo malvagio, litigare e fare la pace con Milo e poi…infine vide
la sua morte. I sentimenti sopiti dentro di lei riaffiorarono all’improvviso,
ma ciò fu uno shock più che altro: perché aveva due identità, perché era stata
rimandata al Santuario se la punizione era quella di tenerne separati gli
abitanti dalla sua persona? Perché?
Con uno
strattone si liberò dalla presa di Milo e, fissandolo con le lacrime agli
occhi, scosse lentamente la testa.
“Eowyn…” la
chiamò dolcemente Milo.
“No…non
chiamarmi così! I-io non so più chi sono, p-perché sono qui…” lasciò scorrere
le lacrime liberamente, ma si scostò quando Milo tentò di abbracciarla.
“Devo
pensare, devo stare da sola…” disse Eowyn abbassando lo sguardo, come per scusarsi.
“Assolutamente
no!” questa volta Milo fu più veloce e la strinse forte a sé, convincendo così
Camus a lasciare la stanza per donargli un po’ di privacy “Fin troppo a lungo
ho atteso questo momento, sperando e sognando che accadesse realmente! Ti ho
lasciata andare una volta, non succederà più…te lo prometto!” furono quelle
parole a sciogliere le ultime rimostranze di Eowyn che si abbandonò
completamente tra le forti braccia di Milo, pronta a lasciarsi amare
completamente questa volta.
Dopo un paio
di minuti stretti in quell’abbraccio, Milo l’allontanò leggermente da sé,
unicamente per riuscire a osservare il suo volto da mesi sognato, e fare ciò
che più gli premeva: la baciò con estrema gentilezza, assaporando il contatto
con tutto il suo essere, e godendo appieno della risposta che ricevette senza
nulla dover chiedere.
Tre
avvenimenti stavano accadendo in quel preciso istante: due cuori che avevano
ritrovato la strada da percorrere insieme, la nascita di colei che avrebbe
avuto il compito di portare la pace sulla Terra e il sorriso felice di un uomo
che aveva appena riconosciuto una presenza amata all’interno del Santuario di
Athena…
Saga sedeva
sui gradini della Terza Casa e poco dopo venne raggiunto dal fratello.
“E’ lei”
disse Kanon.
“Lo so..”
fu la laconica risposta di Saga.
“Cosa
farai?”
“E’
semplice: la saluterò come sempre perché per prima cosa io ed Eowyn siamo
amici!”
“E le altre
donne? Continuerai su questa via?”
“E perché
no? E’ così divertente!” Saga si alzò e abbassò lo sguardo su Kanon “Te lo
consiglio, fratello: svagati un po’ anche tu…” mise le mani nelle tasche dei
jeans e si allontanò continuando a sorridere.
Il cosmo
della Dea Athena colmò il vuoto che si era venuto a creare nel Grande Tempio, e
tutti coloro che furono in grado di percepirlo gioirono per la nuova venuta e
iniziarono a sperare in un futuro privo di guerre e distruzioni.
Sera inoltrata…
Milo ed
Eowyn erano rientrati all’Ottava Casa, mano nella mano e restando in silenzio;
poco prima Eowyn era andata a salutare la sua grande amica Samia,
congratulandosi con lei, ma non sapendo comunque dare una spiegazione al fatto
che le fosse stato concesso di tornare. Milo nel frattempo aveva scambiato due
chiacchiere con Camus che, a sua volta, aveva parlato con il capo della
compagnia teatrale: circa sette mesi prima, spostandosi da una città all’altra
utilizzando vecchi caravan e roulotte, avevano trovato Julie/Eowyn sul ciglio
della strada, seminuda e priva di sensi. L’avevano poi accolta tra di loro,
accettando la spiegazione della ragazza sul fatto che non ricordasse chi fosse
e da dove venisse; era stato facile per loro affezionar lesi, visto il suo
carattere dolce e mansueto e le avevano subito dato la possibilità di lavorare
con loro dietro le quinte degli spettacoli. Era stato così che erano giunti al
Santuario, contattati dalla signorina Kido mesi addietro…
“Eowyn…”
disse Milo seduto all’ingresso dell’Ottava e tenendo stretta tra le braccia la
sua donna. Stavano osservando il cielo stellato e da poco era apparsa una
stella cometa.
“Mh?” gli
rispose lei.
“Cosa
ricordi?”
“Tutto, ma
soprattutto ricordo che ti amo…” gli rispose. Milo sospirò.
“Mi chiedo
solo perché abbiamo avuto una seconda possibilità” disse ancora il Cavaliere.
“E’ semplice, Cavaliere di Scorpio!
La vostra punizione era durata abbastanza da concedervi una seconda
possibilità! Non avrei mai potuto togliere la vita alla mia adorata Messaggera,
quindi eccola di nuovo qui con i suoi poteri, i suoi pregi…e i suoi difetti!” la voce di Zeus tuonò nelle loro
menti “Sia chiara una cosa: non ve ne
sarà un’altra, per cui vi consiglio di ponderare le vostre future decisioni! A
presto…e vegliate su Athena per me!” com’era venuta, la voce scomparve
lasciandoli stupefatti, ma allo stesso tempo felici.
Eowyn si
alzò con il sorriso di chi aveva ormai ottenuto tutto ciò che desiderava e tese
la mano verso Milo che la guardò aggrottando le sopracciglia.
“Vieni”
lo
invitò “E’ ora di amare…completamente!”
Milo accettò l’invito e la seguì fino
alla porta chiusa della su stanza dove la precedette e , abbassando la
maniglia, le diede la precedenza a entrare.
Quando
anche lui fu dentro, la porta si richiuse lentamente alle sue spalle e, se
qualcuno fosse stato in grado di osservare dall’alto, avrebbe potuto vedere la
luce della camera affievolirsi fino a spegnersi del tutto, lasciando che solo i
raggi lunari illuminassero la scena d’amore che vi si stava svolgendo
all’interno.
FINE
Un buon rientro a tutti dalle vacanze!!! Come regalo ecco a voi
l'epilogo di questa storia...Credevate che l'avessi fatta morire a
Eowwin eh!!!! Ma come avrei potutoooo?????Spero che vi sia piaciuta
l'evoluzione della storia, spero che vi sia davvero piaciuta tutta la
storia e che vi siate affezionati ai personaggi come è successo
a me!!!
Ringrazio di tutto cuore chi mi ha sostenuta, chi ha creduto in me e mi
ha spronata a continuare a scrivere: mille baci e baciotti!
GRAZIEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!!!
by anzy
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