Alex pov.
<< Sei sempre che lavori... hai finito il turno dieci minuti fa, lo sai? >> Mi fermo e mi volto verso Gigi che ha le braccia incrociate ed è appoggiato a una colonna poco lontana da me nell’officina. Sorrido e infine gli faccio segno di avvicinarsi.
<< Sto finendo di cambiare l’olio. >> Sospira e mi fa finire il lavoro attendendo e tenendomi compagnia parlando.
<< Domani sera andrai a casa di Fabio? >>
<< Certo Gi, che domande. Perché? Tu no? >>
<< No. Devo vedermi con una ragazza. >>
<< Ragazze... ecco che cosa si fa invece di lavorare; Gigi, non puoi distrarlo parlandogli di tette e culi! >> Scoppio a ridere sentendo zio Marco scherzare col mio amico.
<< Zio, ma se sei il primo che spetta e spera di vedere qualche ragazza passare qui davanti per ammirarla. >> Mi pulisco le mani con uno straccio mentre ridendo, mi volto verso di loro.
<< Beh Alex, l’importante è guardare ma non toccare... >>Scuoto il capo mentre Gigi annuisce.
<< Tuo zio ha ragione, e poi diciamocelo... la stagione calda si sta facendo avanti, quindi è difficile non far cadere l’occhio. >> Zio Marco batte il cinque al mio amico e io li guardo desolato.
<< Siete un caso perso. >>
<< In realtà no. >> Mi risponde mio zio. << Sei tu che fai tanto l’angioletto e poi sotto sotto... beh sei un Berti. >> Lo trucido con uno sguardo.
<< Non sono come mio padre. Io per lo meno non ho una moglie a casa che mi attende e nemmeno una fidanzata. >>
<< Ahi, qualcuno si è offeso. >> Dice Gigi passandosi una mano tra i capelli. Sospiro e chiudo il cofano anteriore dell’auto.
<< Io qui ho finito. Ci vediamo lunedì zio. >> Lo sento sbuffare mentre mi avvio verso lo spogliatoio, sento anche i suoi passi non tanto lontani da me, mi sta seguendo, perciò lascio direttamente la porta aperta.
<< Non farla tanto lunga. Non ho nominato tuo padre, non puoi scaldarti così! >>
<< Lo so zio, è che ieri si è presentato a casa come se lui abitasse ancora lì e poi voleva che lo abbracciassimo come se fosse il figliol prodigo. Riesce a farmi innervosire come non mai. >>
<< E che cosa voleva? >> Mi chiede tranquillo.
<< Dire a mamma che non è giusto che abbia interpellato gli avvocati per dare gli alimenti. >> Sbuffo e scuoto il capo mentre m’infilo i jeans.
<< Non so che dire. Ora esci, divertiti e soprattutto non pensare a lui, ok? >> Annuisco. << Buon weekend nipote. >>
<< Per voi non è un problema, giusto? >> Annuisco ancora alla domanda di Sandra. È da quando è arrivata che continua a chiederci se è un problema che ci sia anche una sua amica domani. Non capisco perché fa tutte ste domande, se sta bene a Fabio perché non dovrebbe stare bene a noi?
<< Se è carina, disdico l’impegno e la conosco! >> Dice Gigi meritandosi un’occhiataccia da Sandra e le risate da noi altri.
<< Minchia Gi, sembra che sei in astinenza da mesi! >> Gli dice Marco facendomi ridere.
<< Beh Marco, non tutti hanno una fidanzata a portata di mano. >> Scuoto il capo riportando la mia attenzione a Sandra e Fabio.
<< Fabio per te va bene? Dormirebbe con noi... >>
<< Con noi? Nel letto con noi? >> Rido senza riuscire a trattenermi e tutti mi guardano come se mi fossi rincoglionito.
<< Che hai da ridere? >> Mi chiede Fabrizio.
<< Stavo ascoltando la... la loro conversazione. >> Dico tra le risate indicando la coppietta non coppietta. Tutti puntano lo sguardo su Fabio e Sandra e quest’ultima ridacchia.
<< Certo che sei scemo. Ma secondo te la faccio dormi con noi?! Intendevo a casa tua! >>
<< E non potevi dirlo così? Non che mi spiacerebbe fare una cosa a tre ma... >> Uno scappellotto lo fa bloccare e io cerco di fermare l’ennesima risata.
<< Lo dico anche a voi – a Fabio l’ho detto oggi pomeriggio – comportatevi bene... non mettetela in imbarazzo... >> Viene fermata da Francesco.
<< Perché queste raccomandazioni? Non sarà mica una che non fuma, non beve, non sa che cosa sono le canne e che è tutta perfettina? >> Non so perché, eppure un mio sopracciglio svetta verso l’alto.
<< Ma va! Una così potrebbe mai essere amica mia? >> Chiede in generale Sandra. Effettivamente se è sua amica che cosa dovremmo aspettarci? Non per qualcosa ma non si può di certo dire che Sandra non sappia divertirsi! È sveglia come ragazza, forse anche troppo, e per di più non si fa problemi a stare in mezzo a tanti ragazzi... come ora. Scrollo leggermente le spalle, non c’è bisogno che inizio a pensare... domani mi farò un’idea più precisa.
** ~ La sera dopo a casa di Fabio, prima dell’arrivo delle ragazze... **
<< No Alex, non capisci... aveva un culo talmente sodo da far paura! >> Scoppio a ridere alle parole di Francesco e scuoto il capo meravigliato.
<< Non ci credo. >> Non so quante volte l’ho detto, però mi diverto troppo a sentirlo parlare e descrivere cose assurde.
<< Sì! Ti dico di sì. Era sodo e alto e dovevi vedere come me lo leccava. >> Fabio scuote il capo a quelle parole mentre io cerco di afferrare il bicchiere di vino che mi porge mentre continuo a ridere senza ritegno.
<< Non sapevo che i culi leccassero... >> Dice Fabio sghignazzando prendendo in giro il nostro amico. Francesco smette di parlare e lo guardo con un finto broncio.
<< Ehi scemo pagliaccio! Non fare finta di non capire! Devo essere proprio volgare?? >> Sputo il vino nel bicchiere per ridere e Fabio si aggrega a me avendomi visto.
<< Alex ma che cazzo fai? >> Scuoto il capo e riprendo ad ascoltare Francesco.
<< Dai scemo pagliaccio, non rispondi? >> Francesco istiga Fabio sorridendo e quest’ultimo alza un sopracciglio.
<< Oh belva! Scemo pagliaccio a chi? Ti devo fare la faccia come quella di un palloncino? >>
<< Voi non siete normali! >> Dico tra le risate, aggrottando la fronte non avendo capito la battuta.
<< Dai pazzoide! Hai capito che non era il suo culo che me lo leccava, era la sua boccuccia tanto stretta! >> Il campanello suona e io riprendo fiato mentre Francesco si riempie un bicchiere di aranciata. Fabio ci guarda e si fa il segno della croce.
<< Tu bevi anche roba non alcolica? >> Chiedo facendo una faccia stupita. Francesco mi si siede accanto e si guarda attorno con gli occhi sgranati.
<< Shh! Non lo dire nessuno ma qualche volta mi piace trasgredire. >> Scoppio a ridere ed è così che mi vedono le ragazze. Cerco di smettere e ci riesco solo non appena i miei occhi si posano sulla ragazza sconosciuta, l’amica di Sandra.
È carina. Questa è la prima cosa che passa per la mia mente. Non è niente di troppo volgare, scontato e n’è tantomeno troppo bello. È carina... lo ripeto almeno tre volte mentre mi perdo a osservare le sue gambe fasciate dei jeans, mentre mi perdo tra il suo seno prosperoso e sulle sue labbra piene e rosse ma privi di cosmetici a cospargergliele. Quando però incontro i suoi occhi, beh... carina è poco. Non so perché, eppure quegli occhi mi trasmettono un’insicurezza pari a niente, sembrano dirmi “prenditi cura di me”... evidentemente ho bevuto troppo.
Le stringo la mano con un sorriso e lei ricambia abbassando lo sguardo e arrossendo appena. Il rossore non l’ha abbandonata nemmeno un attimo, da quando è entrata nel salotto, e l’ho vista spesso e volentieri guardarsi attorno. Parla poco, è timida e sembra volersene stare per conto suo e io non riesco a staccarle gli occhi di dosso.
Eppure non punto mai una persona così incessantemente.
<< Wow. Anche lei è messa bene a carrozzeria... tu che sei un meccanico dovresti capircene, no? >> La battuta di Fra mi strappa un sorriso però una parte dentro di me sta dicendo “è il solito stronzo”, eppure non ha torto. È messa bene, è carina... certo, non è troppo alta e i capelli secondo me le starebbero meglio sciolti ma chi sono per dire qualcosa?
Quando prendo un sorso dal mio bicchiere, incontro gli occhi di Sandra, ha un sopracciglio alzato e sorride fin troppo malignamente. Mi avvicino cercando di non farmi notare e aspetto che inizia a parlare, entrambi guardiamo verso Elise che sta parlando con una nostra amica vicino al tavolo degli alcolici.
<< Ti ho visto, sai? >>
<< Fare cosa? >>
<< Guardarla. >> Ridacchio.
<< Oddio, perché ho gli occhi? >> Lei sorride increspando le labbra e mi tira una sberla sul braccio. Fingo che mi abbia fatto male e scoppia a ridere ma infine riporta lo sguardo sulla sua amica.
<< Dico sul serio. Lei è diversa. Non è come le altre... non è come tutte le ragazze che ci sono qui che ci stanno provando col primo che capita anche se sanno che sono fidanzati. >> Effettivamente Francesco, Diego e Giacomo non hanno portato di certo delle ragazze raccomandabili... almeno non per qualcosa di troppo serio oltre a una scopata.
<< E perché lo stai dicendo a me? >> La guardo non facendo trasparire nulla dal mio sguardo.
<< Perché adori provarci con le ragazze e portartele a letto. Sei un dongiovanni dalla faccia d’angelo. Certo, sei meno stronzo di quanto lo siano gli altri tuoi amici ma... anche tu non scherzi e lei non ha bisogno di questo. Scambiaci due parole e lo capirai da te. >> Mi alzo sorridendole – come per dirle “se vabbè” e mi avvicino al tavolo e interrompo la conversazione in corso fregandomene di poter sembrare maleducato.
<< Vuoi qualcosa da bere, Elise? >> Osservo le bottiglie alcoliche e aspetto una sua risposta, sento i suoi occhi su di me e aspetto pazientemente.
<< Sì, ma niente di troppo esagerato. >> Le sorrido sghembo e nel frattempo le riempio il bicchiere di Sambuca per poi passarglielo.
<< Vai a scuola con Sandra? >> Sono curioso, soprattutto dopo quello che mi ha detto quella svitata.
<< Sì. >> Dice raschiandosi la voce dopo aver bevuto. Guarda male il bicchiere e poi torna a osservare me. << Wow. E pensare che ti avevo detto non troppo alcolico. >> Sorrido, beh almeno sa parlare. Dice quello che pensa.
<< Se non si esagera in serate come queste, quando lo si fai? >> Le chiedo maliziosamente. Lei mi guarda e dopo qualche secondo alza un sopracciglio e come se niente fosse si volta e si avvicina a Sandra. Io rimango lì, con una faccia sbigottita e senza parole. Fabio mi si avvicina e ridacchia.
<< Perché hai quella faccia? >>
<< Mi ha bloccato ancora prima che io potessi provarci veramente. >> Gli dico quasi sconvolto. Fabio guarda la ragazza in questione e poi fa riscontrare i nostri occhi.
<< Magari è lesbica. >>
<< O magari ha cervello. >> S’intromette Francesco per poi scolarsi il bicchiere che ha in mano.
Ha un cervello. Mi volto e la osservo ridere con la sua amica. È diversa. Magari Sandra diceva sul serio, magari non è come le altre...
Non so nemmeno come sia stato possibile, ma mezz’ora dopo sono seduto con lei sul divano a ridere e bere mentre parliamo di cose assurde come il vecchio videogioco “Tekken”, o il telefilm “Chuck” o canticchiare le sigle dei cartoni animati. Aveva ragione Sandra, questa ragazza è diversa, e io so per certo che sono fottuto...
** ~ La mattina dopo, quando le ragazze sono andate via... **
<< Ok, sono curioso... perché siete scesi insieme stamattina? >> Sposto il mio sguardo dal televisore e li punto su di Fabio; sono ancora a casa sua, è quasi ora di pranzo e sto iniziando seriamente a pensare che si sia rincoglionito del tutto.
<< Perché non saremmo dovuti scendere insieme? >> Chiedo cercando di capirci qualcosa.
<< Ho visto che era imbarazzata. >>
<< Per forza, la guardavi come per vedere se le fosse spuntata l’antenna degli alieni! >> Sbuffo per poi sorridere; Fabio mi osserva attentamente e infine mi rivolge un ghigno malizioso.
<< Sei un lurido bastardo! >> Mi colpisce la coscia come per congratularsi e io lo guardo seriamente, senza atteggiarmi e capirci qualcosa.
<< Perché questo complimento? >>
<< Te la sei portata a letto, eh? >> La sua domanda m’irrita un po’ ma alla fine tra di noi non ci sono segreti...
<< Beh sì a non capisco perché farne una questione di Stato. >> Mi guarda sbalordito e si avvicina portando il suo naso quasi a sfiorare la mia guancia. Sgrano gli occhi e non mi volto, anche perché in quel caso i nostri nasi si sfiorerebbero e sinceramente non sarebbe tanto normale.
<< Fabio, che cazzo stai facendo? >>
<< Sto cercando di capire dove sia finito il mio amico! >> Lo spingo, e ridendo, si fa cadere sul divano.
<< Certo che sei proprio deficiente. >>
<< No, invece no e sai perché? >> Torna alla carica mettendosi seduto. Scuoto il capo aspettando la sua brillante idea. << Perché sei raggiante... e cerchi di non darlo a vedere. >> Cerco di non aggrottare la fronte e torno a guardare lo schermo ma Fabio non demorde.
<< Perché? Perché sei così? Perché non racconti i particolari? >> Non ricevendo risposta, infine mi chiede: << Che diavolo ti prende? >> Ora è serio, non sta più scherzando e capisco di poter parlare senza che faccia battute sceme.
<< Non lo so nemmeno io. È che... è stato tutto strano. >>
<< Le piace il sadomaso? >> Mi chiede seriamente, io lo trucido con uno sguardo e lui porta le mani vicino al viso come per scusarsi.
<< No. È che è stato intenso. Strano, diverso. >>
<< Intenso? >> Mi chiede sbalordito. Annuisco e sbuffa quando suonano alla porta. Io torno a guardare il canale dello sport e mi riprendo solo quando un sacchetto mi viene buttato addosso, alzo la testa e mi trovo la faccia da culo di Gigi sopra la mia.
<< Compare bello, che stai facendo? >> Mi chiede per poi fare il giro del divano e sedermi affianco. Osservo la busta e la apro mentre gli rispondo.
<< Stavo parlando con Fabio. Oddio! Ma che diavolo ci fai con tutti sti preservativi? >> Ridacchio afferrando una confezione di Durex.
<< Scusa ma tu che ci fai con un preservativo? >> Mi chiede cercando di rimanere serio. Lo guardo di striscio e aspetto che mi risponda seriamente. Alza gli occhi al cielo e mi ruba la confezione che ho tra le mani. << Sono tutti quelli che avevo a casa. Mia madre sta resettando la mia camera, e ho preferito evitargli un infarto. >> Scoppio a ridere mentre Fabio lo guarda sconvolto.
<< Direi, hai una scorta per un anno! >> Gli dice Fabio facendolo ridere.
<< Un anno? Cazzo Fa, scopi così poco? Non lo sai che per farlo due volte nella stessa serata devi adoperarne due? Non puoi andare a risparmio consumo! >> Mi passo una mano sulla faccia sperando di non stare veramente assistendo a questo tipo di conversazione che purtroppo si ripetono quasi tutti i giorni.
<< No guarda, non mi rispondere, i cazzi tuoi non m’interessano. Com’era l’amica di Sandra? >>
<< Si Alex, com’era l’amica di Sandra? >> Cinguetta Fabio guardandomi con un mega sorrisone da stronzo. Mi sento placcato, sono tutti e due seduti accanto a me mi guardano aspettandosi chissà che cosa. Il problema è che se ancora ancora riesco a non dire le cose a Fabio, con Gigi non ci riesco. Lo conosco dall’asilo, siamo amici da sempre, è come un fratello... poi è arrivato Fabio e siamo diventati in tre ma... ma non è la stessa cosa.
<< E’ bella. È una ragazza semplice, intelligente, sa stare allo scherzo. >> Annuisco come per congratularmi con me stesso ma i miei amici sono ancora in attesa. Li guardo e loro sbuffano quasi all’unisono.
<< I dettagli piccanti! >> “Chiede” Gigi.
<< Dettagli piccanti? Ma quali dettagli piccanti?! Voi siete pazzi, perché dovrei starvi a raccontare qualcosa... >> Mi alzo e cerco di sviare i loro discorsi, mi sento veramente in trappola.
<< E’ arrossito? >>
<< E’ arrossito. >> Li guardo male e loro sorridono angelicamente. Ma io li conosco troppo bene quei sorrisi e inizio a correre mentre loro iniziano a urlarmi contro, a prendermi in giro e a inseguirmi. Manco fossimo dei bambini che stanno giocando a “ce l’hai”!
<< Aia! Ahi! Mi stai facendo male! >> Dico a chissà chi avendo la faccia infossata nel cuscino di uno dei letti di questa enorme casa.
<< Sputa il rospo! >> Mi dice Gigi con la voce grossa. Io sbuffo e tossisco fintamente per farmi almeno voltare. Mi accontentano e mi fanno anche un’espressione esagerata poiché hanno capito perché ho tossito. Mi stanno tenendo bloccato sul materasso e vogliono risposte che nemmeno io so.
<< Che cosa dovrei dire oltre a “non sono cazzi vostri”? >>
<< Ma sono cazzi nostri. Tu sei un cazzo nostro. >> Dice Fabio con convinzione. Un verso non riconosciuto esce dalla mia bocca mentre lo guardo senza parole... e anche abbastanza schifato. Gigi è scioccato.
<< Dovrei dargli ragione e appoggiarlo ma posso solo dire che sei nostro amico e che è normale ficcare il naso nei tuoi affari poiché ti vogliamo bene. >>
<< Che discorsi da checche. >> Dico sorridendo. Fabio sorride per poi mettere le labbra a bacio e avvicinarsi pericolosamente alla mia guancia, io inizio a ridere e scalciare per allontanarlo ma solo l’entrata di sua madre riesce a fermarlo.
<< Non che mi sorprenda sapervi tutti qui ma... perché dovete sempre farvi sentire fino all’altro isolato? >> Chiede sorridendo. Fabio si alza con un mega sorrisone e corre ad abbracciarla mentre io e Gigi scuotiamo il capo oramai combattuti, abbiamo capito che è un caso perso.
<< Mammina! Ti sei divertita ieri? >>
<< Io si, e dal casino che c’è sotto direi anche voi. >> Ci trucida con uno sguardo e mi sento diventare piccolo piccolo. Accade così ogni fine settimana ma ancora non mi sono abituato.
<< Vado a mettere a posto e voi finitela di distruggermi casa. >> Non ci sta veramente sgridando, si diverte semplicemente ad ammutolirci.
<< Ora che mia madre è andata via... continua il discorso serio che stavamo facendo prima che arrivasse Gigi. >> Incrocio le braccia al petto appoggiandomi allo schienale del letto.
<< Non c’è molto da dire. Siamo andati a letto e non mi sono mai sentito così... >> Mi blocco non riuscendo a concludere la frase. Loro mi aspettano ma alla fine Gigi cerca di venirmi incontro.
<< Così... inesperto? >> Scuoto il capo.
<< No, tutt’altro. Sono stato dannatamente bene. Farlo con lei mi è piaciuto. È stato tutto perfetto. >> A parte che non è riuscita a venire; mi dico mentalmente. << Anche stamattina... quando mi sono svegliato e me la sono vista accanto... >>
<< Wow! Ehi, ehi, fermati! >> Gigi mi blocca e gesticola in un modo impressionante. << Avete dormito assieme? >> Le mie labbra formano una linea sottile, so già dove vuole andare a parare.
<< Sì. È proprio quello che ho detto. >> Il mio tono è un po’ brusco e anche la mia occhiata non è da meno.
<< Ma tu non dormi mai con nessuna! A malapena lo facevi con Silvia quando eri proprio obbligato. >> Dice Fabio facendomi sospirare. Odio quando ha ragione.
<< Magari adesso capite perché è tutto così strano. >>
<< Te lo ha chiesto lei di dormire insieme? >> Osa chiedere Gigi con un filo di voce e un’espressione sbalordita. Scuoto il capo e non mi sfugge l’occhiata carica di significati che i miei amici si scambiano.
<< Hai intenzione di rivederla? >> Butta lì Fabio.
Non rispondo subito, ci penso e infine faccio affiorare i suoi occhi dai miei ricordi e lei, nuda, sotto di me che mormora il mio nome mentre gode. Anche quando l’ho baciata, dopo che mi ha chiesto di non lasciarla sola, è stato tutto così intenso... e io non mi ero mai comportato così stile principesco. È stato strano...
<< Sì. Voglio rivederla. >> Come ho detto prima... sono fottuto e i miei amici me lo fanno capire dandomi delle pacche sulle spalle come se avessi avuto un lutto. Che amici!