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{batticuore
notturno vol. after 30}
L'ambientazione
della storia è successiva al capitolo trentesimo e anche
all'ultimo
volume della serie Tokimeki Tonight pubblicato nell'aprile del 2000
'Nei pressi di una stella'. Non avendo letto, ma solo conosciuta a
grandi linee, la trama di quest'ultimo non assicuro la
totalità della
presenza degli eventi che vengono riportati in esso.
I
personaggi così come i caratteri, le ambientazioni e la
storia dei
personaggi stessi non mi appartengono, bensì sono stati
ideati da
Koi Ikeno nel manga Tokimeki Tonight chiamato nella versione italiana
'Batticuore Notturno – Ransie la strega'. Vi prego di
perdonarmi errori di battitura, di distrazione o anche per quanto
riguarda i caratteri dei personaggi.
Ranze
passeggiava tranquillamente per il giardino stringendo fra le mani il
cesto contenente il bucato. La donna fermatasi di fronte ai fili sui
quali avrebbe dovuto stendere guardò i panni contenuti nel
cesto con
uno sguardo scettico prima di rivolgere la sua attenzione a quel
pallido e fiacco sole invernale. Era perfettamente delineato nella
sua lucente forma circolare eppure uno strato di nuvole alto e denso
lo rendeva luminoso ma non accecante, calando sopra i colori della
città un certo pallore.
-Ci
mancavano solo queste belle
giornate oltre al gelo.-
Sbuffò
la mora portandosi una mano sulla fronte e chiudendo un momento gli
occhi. Avvertì il silenzioso vento scompigliarle i capelli
mossi
corti mentre il viso ancora dolce e giovane assumeva un espressione
rigida per via del freddo che le pizzicava le guance strappandola dal
torpore di casa. Posò a terra il cesto e battendosi le mani
sul
volto come incoraggiamento iniziò a stendere i panni
pensando in
parte all'inutilità di quel gesto.
Una
volta terminato il suo dovere osservò i panni bagnati
agitarsi
appena a quel vento gelido. Spostò nuovamente lo sguardo sul
sole
fiacco e la sua espressione non potè che assumere contorni
tristi.
Ormai era rimasta sola in casa, Shun sempre impegnato con la box e i
titoli da vincere, Taku ormai era perso nel Mondo Magico per via di
Coco e l'unica che rimaneva era Aira... eppure doveva andare a
scuola, e quando questa sarebbe finita anche lei avrebbe preso il
'volo' andandosene con Shinjo. Com'erano cresciuti i suoi bambini. Le
sembrava ieri quando con indosso l'uniforme delle scuole medie
correva dietro a Shun facendo battaglia con Kamiya, a quando si
aggirava per casa avvertendo le grida dei suoi genitori e
tranquillizzando il piccolo Rinze.
A
quel pensiero un sorriso intenerito andò disegnandosi sul
suo viso
diafano. La ragazza si portò una mano sotto al mento e
pensierosa
afferrò il cesto rientrando in casa. Una volta dentro
andò al piano
superiore cambiandosi molto rapidamente e, lanciata un'occhiata
fugace all'orario, appurò che entro la sera sarebbe tornata
a casa
in perfetto orario. Scese le scale con rapidità e chiusa a
chiave
casa si diresse a piedi verso la sua vecchia dimora.
Mentre
camminava si strinse nel giubbotto pesante che aveva indosso
affondando il volto nella sciarpa. A metà strada decise di
fare una
tappa prima di raggiungere casa Eto. Accelerò il passo
notando che
il freddo iniziava a provocarle dei brividi sulla schiena. Quando
raggiunse la palestra con un mezzo sorriso si avvicinò
all'entrata
senza però varcarla.
Quel
gesto in particolare le riportò alla mente vecchie
esperienze nella
palestra di Tamasaburo Kamiya, il padre di Yoko, dove da giovane Shun
aveva passato la sua adolescenza ad allenarsi.
Attraverso
il vetro intercettò una sagoma a lei molto famigliare e
sorrise
divertita come una bambina. Shun si stava allenando molto duramente.
Poggiò una mano contro il vetro e indecisa se entrare o meno
rimase
a fissare l'interno con un mezzo sorriso soddisfatto.
Quell'uomo
famoso, bellissimo e un po' freddo era suo marito. Ridacchiando si
coprì la bocca con una mano liberando una nuvoletta di fumo
che
vibrò sempre più alta fino a scomparire.
Quando
riaprì gli occhi un sorriso ancora più radioso e
divertito le
dipinse le labbra notando una sagoma avvicinarsi a lei. Così
senza
ormai altra scelta varcò l'entrata venendo accolta dal caldo
prepotente della stanza. Si sfilò la giacca e la sciarpa
tenendoli
sulle braccia quando un corpo muscoloso e slanciato le si
parò
davanti.
-Ehi.
Come mai qui?-
-Passavo
di qua...-
La
sua voce così distaccata ma con quella nota dolce, unica e
insostituibile che usava da sempre solo con lei. Avvertì una
mano
sulla sua guancia e riaprendo gli occhi incontrò quelli
scuri e
profondi di lui, così accoglienti e suoi, maledettamente
suoi.
Avvampò sorridendo mentre un pensiero le martellava nella
testa al
ritmo del cuore.
Possibile
che io lo ami con la stessa forza e passione di quando ero
un'adolescente? Cribbio eppure l'adolescenza l'ho superata da qualche
annetto. Shun... ti amo sempre di più.
Riaperti
gli occhi ancora con il viso premuto contro quella mano la donna fece
una piccola linguaccia notando l'accenno di un sorriso sul volto di
lui: probabilmente le aveva letto nella mente. Lo vide dondolare
sconsolato la testa e la mano scivolò via dal suo viso. Si
voltò
con un asciugamano sulle spalle detergendosi il sudore dal viso e
avvicinandosi ad una panca lì vicino convinto che Ranze lo
avrebbe
seguito. La donna invece quando Shun si voltò verso di lei
alzò una
mano in segno di saluto e fattogli l'occhiolino si voltò
verso la
porta infilandosi il giubbotto pronta a uscire.
Il
moro sgranò gli occhi e con un movimento fluido fu subito in
piedi e
dopo pochi passi raggiunse la moglie già sulla soglia mentre
si
cingeva il collo con la sciarpa. Makabe allora allungò una
mano e le
cinse la vita da dietro accogliendo la schiena della moglie contro il
proprio petto. Ranze sorpresa non ebbe tuttavia nemmeno bisogno di
voltarsi che quella presa, quel respiro caldo, quel corpo alle sue
spalle rivelavano già l'identità dell'uomo.
-Come
mai così di fretta?-
Chiese
con un sospiro leggermente imbarazzato l'uomo: di certo non era
abituato a dimostrazioni di affetto in pubblico vista anche la
quantità di gente che affollava la palestra. Ranze invece
compreso
il disagio del marito si voltò nel suo abbraccio incrociando
il suo
sguardo scuro.
-Niente
in particolare, ma non voglio esserti d'impiccio durante
l'allenamento.-
Rispose
prontamente con un sorriso divertito e gli occhi che brillavano di
luce propria. L'uomo la fissò in quel mare scuro e
improvvisamente
una morsa gli strinse il cuore colto da una profonda ansia. La
mascherò prontamente con un espressione seria e distaccata
cercando
di placare quella spiacevole sensazione.
-Aira
e Taku? Dove sono?-
-...
Aira è a scuola come sempre mentre Taku è con
Coco a palazzo da
Aron... Tesoro...?-
Shun
lanciò uno sguardo all'esterno e la strinse con
più forza
affondando il viso nei capelli di Ranze. Rimase un momento immobile
inspirandone il profumo prima di separarsi e poggiare un pugno sulla
testa come faceva da ragazzo poi le disse con un espressione seria e
lo sguardo distante.
-Sta
attenta, ho un brutto presentimento.-
Ranze
annuì confusa per puoi agitare la testa e tornando a
sorridere. Si
guardò attorno attenta a non aver attirato l'attenzione di
nessuno e
con un piccolo sorriso complice si alzò sulle punte baciando
le
labbra di Shun che rispose con dolcezza prima di separarsi e vederla
scomparire oltre la porta dopo un veloce saluto. Eppure la morsa che,
da quando l'aveva vista lì fuori, gli aveva attanagliato le
membra
non si era sciolta e anzi, pareva ancora più forte e
preoccupante di
prima.
Ranze
invece proseguì per la sua strada con
tranquillità riprendendosi
con un sorriso soddisfatto da quella piccola deviazione che aveva
fatto. Camminò rapidamente finché non giunse
davanti al cancello di
quella che sin da piccola era stata casa sua. Suonò il
campanello
alla porta e immediatamente la sagoma di Sheera comparve sulla
soglia. La bella bionda con un sorriso raggiante abbracciò
la figlia
di slancio baciandole affettuosamente una guancia.
-Tesoro
guarda chi è venuto?-
Proclamò
la donna lupo verso il salotto dal quale provenivano risate infantili
e la voce di Narumi. Da quando Rinze e Narumi si erano stabiliti
lì
con i coniugi Eto quella casa era sempre in movimento, non che prima
con Ranze e Rinze fosse la dimora della tranquillità, ma con
gioia
di Sheera e Mori era tornata ad essere viva. Ranze si
avvicinò
chiacchierando con la propria madre quando sulla soglia della porta
comparve la figura slanciata e longilinea di Mori. Il vampiro vista
la figlia lasciò che il sorriso gli dipingesse il viso
mentre gli
occhi brillavano gioiosi.
-Ranze!-
La
donna si avvicinò al padre abbracciandolo e
avvertì la presa salda
che da bambina aveva sempre ritenuto un enorme conforto oltre che il
luogo più sicuro dove rifugiarsi. Si separò dal
padre con gli occhi
leggermente lucidi e l'uomo con una risata la accompagnò in
salotto
ove vi fu una bella rimpatriata con anche Hiu e Chiki, i figli di
Narumi e Rinze.