PROLOGO
POV JACOB
Fine di un'altro giorno. Quanto mancava a che Nessie si svegliasse?
Cinque, sei ore? Anche di più probabilmente, dormigliona
com'era! Non avevo bisogno nemmeno di chiudere gli occhi per
vederla. Ogni più piccolo particolare era impresso nella mia
mente. I riccioli bronzei. Gli occhi color cioccolato. Le fossette
nelle manine. E anche quelle nelle guance, quando faceva uno dei suoi
sorrisi disarmanti. Sorrisi anch'io. Come sempre il pensiero
di Nessie mi rendeva felice. Straordinariamente felice.
“Jake? Ci sei? Pronto?” Mi distrassi dai miei
pensieri con un sospiro.
Leah stava schioccando le dita a un centimetro dal mio naso.
“Certo, certo”
“Certo, certo” mi fece il verso “Come
no!”
“Ehi mi sono distratto solo un'attimo. Scusa, ok?”
“Riesci a concentrarti due minuti a fila su qualche cosa che
non sia quella bambina? Tra qualche ora lei sarà sveglia e
potrai correre a fare il cagnolino ammaestrato.”
“Leah, non esagerare.” La voce profonda di Sam
interruppe il nostro battibecco. Nonostante avessi lasciato
il suo branco da più di quattro mesi e ora fossi anche io un
alfa, quando eravamo umani Sam sembrava sempre il capo. Forse
perchè era più grande o perchè aveva
più esperienza. Forse perchè dopotutto a me non
piaceva dare ordini.
“Dicevate?” chiesi
“Mentre tu sognavi a occhi aperti, noi parlavamo delle misure
da prendere a questo punto” Leah insisteva a stuzzicarmi. La
ignorai, lei non aveva avuto l'imprinting, non poteva capire.
“La succhiasangue veggente dice che non torneranno tanto
presto”
“Non possiamo dare per scontato quello che dice. Lei non vede
le decisioni che ci riguardano. Se decidessero di attaccare
direttamente noi? Se ne accorgerebbe?”
“Nel caso in cui lei non riuscisse più a vederli
sapremmo che hanno deciso di attaccarci. Non credo ci sia da
preoccuparsi troppo”
“Non sono d'accordo, Jake. Dobbiamo stare all'erta. Non
possiamo permetterci di abbassare la guardia. Non possiamo rischiare
che arrivino a La Push ” Jared annuiva alle parole di Quil.
La pensavano allo stesso modo. Era comprensibile dato che sia Claire
che Kim gli oggetti dei loro imprinting vivevano alla riserva.
“Credo che Jake abbia ragione. Non c'è da
allarmarsi. In ogni caso siamo in molti e riusciremo a coprire tutto il
territorio tranquillamente lavorando a coppie. Lupo giovane e lupo
esperto.”
Bene, se io e Sam eravamo d'accordo la partita era vinta. Non ci
avremmo messo molto a convincere gli altri, in fondo anche Emily viveva
a La Push e Sam non l'avrebbe mai messa in pericolo, per nessuna
ragione al mondo.
“Noi siamo in nove, voi in otto, in tutto diciassette.
Considerato che tutti gli ospiti dei Cullen hanno finalmente levato le
tende non ci dovrebbero essere altre trasformazioni.” riprese
Paul
“Dimentichi Huilen e Nahuel”Seth, come al solito,
aggiornò tutti sulla situazione. Considerava i Cullen degli
amici. Bizzarro dato che per noi licantropi i vampiri erano l'unico
nemico. Del resto lui li aveva sempre considerati persone
più che parassiti, mentre per il resto del branco era
tutt'ora difficile vederli così. Era assurdo che fosse lui
quello più a suo agio con i Cullen dato che Nessie era una
di loro!
Ma lei era diversa, era speciale. Metà umana e
metà vampira. Figlia di Bella e Edward, la mia migliore
amica e suo marito. Beh ora anche Bella era una vampira e, anche non
volendo ammetterlo ad alta voce, consideravo Edward un amico. Renesmee
Carlie Cullen. Nessie. Il mio mondo. La mia vita. Il mio imprinting.
Cercai di non perdermi di nuovo dietro ai miei pensieri, dopotutto la
discussione era seria, ma non potei fare a meno di tornare a
immaginarla addormentata, raggomitolata nel suo lettino. A 5 mesi
sembrava una bambina di 4 anni, era difficile per me passare il tempo
lontano da lei, cambiava così in fretta e io non volevo
perdermi niente. Prima di tornare a casa non avevo controllato che
l'avessero coperta bene. C'era da fidarsi? I succhiasangue non
sentivano caldo e freddo dopotutto. Non che io sentissi mai freddo in
effetti, da quando il gene dei licantropi si era attivato la mia
temperatura corporea era stabile sui 42 gradi Ma lei il freddo lo
avrebbe sentito. E se si fosse presa un raffreddore? Magari avrei
potuto fare un salto da Bella quando la riunione fosse finita.
Non mancava molto, sentivo in sottofondo Leah e Sam che organizzavano i
turni dei prossimi giorni. Leah spesso era irritante ma non potevo
negare fosse una beta fantastica.Un bel colpo di fortuna per me.Mi
immersi di nuovo nei miei pensieri.
Ero sorpreso, certo i particolari rimanevano impressi nella mia mente
con straordinaria facilità ormai ma non pensavo di poter
ricordare così chiaramente anche ogni sfumatura della sua
voce. Un tono di voce strano in effetti. Che non riuscivo a definire.
Mi sentii prendere dall'ansia. Sembrava quasi che mi stesse chiamando.
Dovevo andarmene subito, avevo bisogno di controllare che fosse tutto a
posto. Quante probabilità avevo di riuscire a sgattaiolare
via senza che Leah se ne accorgesse?
Aprii gli occhi per decidere come muovermi e incontrai quelli di Sam.
Fissava me ma sembrava concentrato su qualcos'altro. Tendeva l'orecchio
come a cogliere un suono in lontananza. Mi misi anche io in ascolto e
lo sentii immediatamente.
Qualcuno che correva veloce, velocissimo, attraverso la foresta.
Arrivava da casa Cullen. Era già quasi arrivato a La Push,
ben oltre il confine delle nostre terre. Se fosse stato uno di loro
avrebbe significato che il patto era rotto e sarebbe stata guerra
aperta.
Senza distogliere l'orecchio dal suono della corsa gettai lo sguardo
sui miei fratelli. Anche loro se ne erano accorti. Eravamo tutti
immobilizzati dalla tensione, Leah e Paul avevano i denti scoperti e
alcuni dei più giovani tremavano già parecchio.
Stranamente oltre a tutti gli altri particolari mi resi conto che il
mio telefono squillava.
Nessuno poteva raggiungere quella velocità a parte noi e i
vampiri ma conoscevo i Cullen uno per uno e quello scalpiccio non mi
era familiare. Inoltre loro non avrebbero mai rotto il patto di
proposito. Ritornai a guardare Sam.
“Dev'essere un nomade. Non riconosco il passo”
Anche lui era arrivato alla mia stessa conclusione. Ci girammo entrambi
a guardare Seth. Scosse la testa, nemmeno lui lo riconosceva.
Mi rilassai, un nomade solitario non ci avrebbe impegnato per
più di dieci minuti e nemmeno tutti. Sapevo cosa dovevo
fare. Lasciai che il calore iniziasse a invadermi, per me era sempre
stata una passeggiata passare da una forma all'altra.Come cambiarsi un
vestito. Potere degli antenati!
Poi, un secondo prima di trasformarmi lo sentii: il battito di un
cuore, accelerato per lo sforzo.
Mi bloccai. Nessie? Non potevo crederci. Nessie non poteva essere
così veloce!
“Jake!” quasi a smentirmi la sentii di nuovo
gridare il mio nome. Quindi non me lo ero immaginato! Individuai anche
il tono che prima non ero riuscito a descrivere: angoscia.
All'istante mi ritrovai fuori sotto il portico. Non mi accorsi nemmeno
di aver quasi scardinato la porta d'ingresso.
Non appena mi vide accelerò ancora di più e
spiccò un salto ad almeno 10 metri da me. Mi
sbattè adosso con una forza tale che mi costrinse a fare un
passo indietro. Scoppiò in singhiozzi avvinghiandosi a me
tanto da farmi mancare il respiro.
“Nessie!? Cos'è successo piccola? Dov'è
tua madre? E' successo qualcosa a casa? Parla Nessie ti prego”
Non riusciva a smettere di singhiozzare, teneva la testolina affondata
nell'incavo del mio collo, le manine strette a pugno dietro le mie
spalle.
Ne presi una e me l'appoggiai sulla guancia. Immediatamente iniziai a
vedere i suoi pensieri, era troppo agitata e non riusciva a controllare
il suo dono. Mi aspettavo di vedere di nuovo i Volturi, o magari
semplicemente la loro guardia ma vedevo solo me stesso, era felice di
avermi trovato a casa e non riusciva a pensare ad altro.
“Fammi vedere tesoro. Fammi vedere cos'è
successo.” Le immagini non cambiavano, sentivo solo il suo
sollievo perchè ero li.
Mi girai verso gli altri continuando a tenere la sua mano sul mio viso.
“E' troppo sconvolta, non capisco.” dissi frustrato.
Sam si lanciò subito verso il bosco trasformandosi appena
raggiunse i primi alberi. Leah, Paul, Jared, Embry e il resto del
branco lo seguirono subito. Il mio telefono continuava a squillare.
Pensavo di correre a casa di Sam e lasciare Nessie a Emily prima di
seguire gli altri quando notai che Quil era completamente rilassato al
contrario di tutti noi. Stava allungando una mano verso le patatine
mentre cambiava canale alla TV. Doveva essere impazzito non c'era altra
spiegazione. Prese due sorsi di birra e si girò a guardarmi
sprofondando nel divano.
“Non è successo niente Jake. La piccola ha avuto
un'incubo. Capita anche a Claire. Poi è così
sconvolta che non riesce nemmeno a parlare. Non ho fatto in tempo a
dirlo che erano già scappati via tutti! Considerato quello
che ha passato Nessie in questo periodo è normale che faccia
dei brutti sogni.”
Rimasi a fissarlo a bocca aperta, senza riuscire a parlare, Renesmee
ancora stretta a me in lacrime.
“Fidati è così!” mi
ripetè sicuro. Claire aveva 3 anni e mezzo, Quil se ne
intendeva di bambini.
In effetti se fossero davvero tornati i Volturi, anche considerando il
potere di Bella, i Cullen da soli non sarebbero durati molto. Nessie
non avrebbe avuto il tempo di arrivare a La Push, l'avrebbero presa
prima. L'ansia cominciò ad allentare la sua morsa. Mi resi
conto che il telefono aveva ripreso di nuovo a squillare.
“Rispondi tu Quil. Ssssh, piccola, sei qui ora. Non
preoccuparti. Era un incubo. Non è successo niente”
“Ciao Bella. Si è qui non preoccuparti. Si, ha
fatto venire un colpo a tutti. Sam e gli altri stanno arrivando di
corsa da voi. Si, immaginavo fosse così, anche a Claire
capita. No, non si è ancora calmata ma le passerà
presto. E' in braccio a Jake, credo lo
soffocherà.” Fece una risata a qualche cosa che
disse lei “Ovvio che si, non chiedo nemmeno. Ciao”
e riattaccò.
Riprese a guardare la tv con un sorriso soddisfatto “Avevo
ragione, come sempre!”
Nel frattempo sembrava che Nessie stesse meglio, i singhiozzi
cominciavano a calmarsi. Continuavo ad accarezzarle la schiena e i
capelli ripetendole che era al sicuro, che non avrei permesso a nessuno
di farle del male, che era stato solo un'incubo.
Fece un sospirone e mi strinse un po' di più.
“T-tu n-non v-vai v-v-via v-vero?” disse con la
voce ancora carica di lacrime
“No, Nessie, non vado via. Non preoccuparti, rimango qui con
te”
“T-tu n-non an-ndrai m-mai v-via v-vero? T-tu rim-marrai
s-sempre con m-me, v-vero?”
“Sempre, Nessie. Sempre.”
Rialzò il viso per guardarmi negli occhi, ipnotizzandomi
come ogni volta.
“M-me l-lo prom-m-metti?”
“Te lo prometto”
La feci posare di nuovo la testa sulla mia spalla e la strinsi forte,
cullandola sul mio petto.
Da quando avevo posato per la prima volta gli occhi su di lei e avevo
avuto l'imprinting, Nessie era tutto per me. Io non contavo
più, esisteva solo lei. La sua gioia era la mia, la sua
tristezza era la mia. Desideravo solo che lei fosse felice. Vivevo solo
per starle accanto, per tenerla al sicuro.
Dopo qualche minuto le braccine intorno al mio collo si rilassarono e
il suo respiro si fece più tranquillo, poco dopo si
riaddormentò.
Mi girai verso Quil parlando sottovoce per non svegliarla.
“Cosa ti ha detto Bella?”
“Niente di particolare. Pensavano che Nessie dormisse
tranquilla. Quando Edward si è accorto che stava avendo un
incubo era tardi. Si è svegliata urlando e ha iniziato a
chiamarti così hanno cercato di calmarla ma non
c'è stato verso. Hanno anche chiamato Jasper, ma niente.
Anzi è riuscita a scappare! E' tosta
è?” Disse con ammirazione “Comunque
Bella voleva sapere se la tieni qui a dormire. Le ho detto di si.
Fine”
Ridacchiai “Fuggire a tre vampiri tra cui Jasper? Tosta
è poco.”
In quel momento rientrarono Seth e Sam. Embry e Kevin erano di turno
quindi erano ancora nella foresta, gli altri erano andati direttamente
a casa.
Non rimasero molto nemmeno loro. Appena Billy rientò se ne
andarono alla svelta tutti e tre. Doveva leggermisi in faccia che
volevo sloggiassero per non disturbare la piccola.
Feci segno a mio papà che me ne andavo a letto. Andai in
camera sorridendo talmente da rischiare una paresi facciale.
Ora che lei era tranquilla quelle che prima sembravano ore
interminabili erano diventate impagabili. Nessie sarebbe rimasta con me
e io avrei potuto guardarla dormire anche tutta la notte se avessi
voluto! Fico!
Decisi di farla sdraiare dalla parte del muro perchè non
cadesse ma appena la posai sul letto si riscosse. Spalancò
gli occhi spaventata e cercò di ritornare tra le mie braccia.
“No!Jake, dove vai? Non puoi andare via! Lo hai
promesso!” Strillò con la voce ancora impastata di
sonno. Era di nuovo in ansia.
“Sssh, Nessie stai tranquilla. Dormi qui da me stanotte ok?
Dammi un minuto”
Non ci fù modo di convincerla a lasciarmi andare in bagno a
cambiarmi. Non voleva perdermi di vista. Dovetti accontentarmi dei
vestiti che avevo su.
Appena mi sdraiai mi si rannicchiò addosso.
“Jake”
“Dimmi, piccola.”
“Ti voglio bene sai?”
“Anche io tesoro. Sei speciale per me” Sorrisi e le
diedi un bacio sul naso “Dormi ora”
***
Ci misi una settimana a calmarla abbastanza da convincerla a tornare a
dormire a casa sua, e la prima notte dovetti rimanere li insieme a lei.
Edward non era per niente contento della situazione ma non poteva
importarmene di meno.
Tutto ciò che volevo era che Nessie fosse felice.
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