Ecco il mio ennesimo vaneggio, l’idea, come al mio solito, mi
è venuta alle due di notte XD XD
Comunque non aggiungo niente per paura di tradirmi, spero solo che vi
piaccia e che commentiate ^__^
p.s: una cosa ve la dico, dovrebbere essere una Long-fic (spero che si
scriva cosi), sempre se riesco a mettere tutti i capitoli...
Insomma, godetevela ;-)))
Era il mattino inoltrato di un giorno d’autunno, e
una leggera nebbiolina era calata sulla villa Phantomhive creando
un’atmosfera quasi inquietante, accompagnata poi da un
innaturale silenzio che avvolgeva tutto l’esterno, del
giardino e i dintorni.
Nessun uccellino cinguettava, nessun insetto volava e nemmeno Pluto
osava emettere alcun suono. Tutto era avvolto in un religioso silenzio,
come se, l’ambiente stesso, si preparasse
all’arrivo di una tempesta.
All’interno della villa però tutto era normale e
nessuno si accorgeva di ciò che accadeva fuori, la
confusione propria che si creava ogni mattino, tra Bard che preparava
una colazione con la dinamite, Finian che assonnato distruggeva per
errore mura e preziosi soprammobili e Meirin che, cercando di preparare
il tavolo, rovesciava a terra costosissimi piatti di ceramica,
nascondeva quella quiete spettrale.
Solo Sebastian sembrò notare una stranezza, ma non per
ciò che succedeva all’esterno.
- Bocchan, sicuro di sentirsi bene?- chiese il demone per
l’ennesima volta, offrendo il the mattutino al suo signorino,
- Si, e smettila di chiedermelo- rispose secco il piccolo Conte,
sorseggiando l’Earl Grey Tea, da una raffinata ed elegante
tazzina dalle decorazioni blu su cui spiccavano dei fili dorati, una
delle poche sfuggite alle mani di Meirin.
Sebastian aveva preso l’abitudine di nascondere le porcellane
da quando aveva valutato il costo di ricomprarne di nuove ogni
settimana.
Comunque, l’anormalità che il demone aveva
riscontrato, causando una sua leggera preoccupazione, stava
nell’inaspettato malumore di Ciel che sembrava, come
l’ambiente esterno all’abitazione, avvertire
inconsciamente l’arrivo di qualcosa.
Poco dopo nell’ingresso
- Andiamo, Sebastian- ordinò Ciel freddamente, come suo
solito, scendendo frettolosamente le scale dell’ingresso,
lasciandosi alle spalle la parete vuota, nel quale vi erano ancora i
segni del quadro che vi era stato appeso. Per molti il comportamenti
del signorino poteva sembrare lo stesso di sempre, ma tutti, in quella
casa, avevano notato la sua luna storta,
- Bocchan, non è meglio aspettare domani prima di recarsi a
Londra? Non vi è alcuna fretta e tra poco
comincerà a piovere- cercò di farlo ragionare il
maggiordomo, dovevano solo fare qualche compera inutile,
perché insisteva tanto?
Intanto il resto della servitù riunita, guarda caso, tutta
in quella stanza, si fingeva impegnata, ma in realtà Finian,
Bard, Meirin e Tanaka-san erano solo curiosi di scoprire chi
l’avrebbe spuntata. Normalmente il demone non aveva grossi
problemi a farsi ascoltare dal signorino, ma il cattivo umore del
suddetto, gli rendeva difficili molte cose e, una piccola
discussione, poteva degenerare continuando per ore .
Alla fine però Sebastian sapeva che, suo malgrado, si
sarebbe trovato ad obbedire all’ordine del bocchan.
Si, avvolte era difficile essere il “maggiordomo
perfetto”.
Quando però il piccolo Conte si voltò verso di
lui per ribattere, la porta si spalancò di colpo, sbattendo
violentemente con un colpo sordo, azzittendolo, e
un’immensa nube di polvere e detriti entrò nella
stanza.
L’aria divenne irrespirabile e talmente densa da rendere
impossibile il vedere anche a un solo palmo dal naso,
- Sebastian..!- chiamò Ciel, convinto di essere sotto
attacco,
- Si, bocchan- rispose il maggiordomo, precedendolo giù
dalle scale, pronto a difenderlo intercettando eventuali agressori, ma
qualcosa andò storto...
Due braccia comparvero dal nulla, nascoste da quella spessa nuvola di
polvere, agguantando le spalle dell’ultimo Phantomhive,
bloccandone i movimenti e, prima che potesse chiedere aiuto,
tappandogli la bocca.
Il demone si voltò troppo tardi. Non si era accorto di
niente, cosa assai strana per lui.
Perché non aveva avvertito quel ombra dietro del signorino?
Piano, piano la nube cominciò a diradarsi,
- Cos’è successo?- urlò Finian, con in
mano la prima colonna che gli fosse capitata sotto tiro, mentre Meirin
e Bard inforcavano il proprio armamentario, la cameriera aveva
l’abitudine di nascondere delle pistole sotto la gonna.
- Oh, ma guarda. Tu devi essere Ciel Phantomhive, giusto..?- fece una
voce sconosciuta, -Ma sei solo un bambino..- la figura del signorino
ora si stagliava bene in cima alle scale, però
l’intruso rimaneva ancora in parte nascosto dalla polvere, -
… però. Lo sai che sei proprio...-
- No...- sussurro Sebastian, visibilmente stupito e sconvolto,
- Kawaii!!!!- urlò una ragazza sconosciuta che stringeva il
signorino tra le braccia, - ...Che pelle liscia, che occhi stupendi,
che buon profumo!!!- continuò con voce sempre più
alta, sfregando le mani su tutto il corpo del signorino.
Un impercettibile vena pulsante apparì sulla fronte del
maggiordomo perfetto, che si schiarì la voce. A
quel suono la ragazza si fermo, come se si ricordasse solo in quel
momento di essere un’intrusa.
La nuvola di polvere era finalmente scomparsa, e solo allora
il resto della servitù riuscì a vedere quella
sconosciuta e, a guardarla bene, era proprio carina, una
carnagione un po’ cerea, certo, ma il viso era stupendo,
colorato da quei intensi e grandi occhi rubini, e in contrasto con i
capelli corvini, ricci ondulati, pettinati in due codine, che le
ricadevano dolcemente sulle spalle. Poi ovviamente tutti avevano
notato, le sue due “amichette” che a malapena, gli
indumenti neri che indossava, riusciva a trattenere, - Nii-chan, hai
proprio buon gusto...- disse la sconosciuta a Sebastian, con un
sorriso, soffocando il povero Ciel trai suoi abbondanti seni. Sotto la
giacca indossava un vestito nero tutto fru-fru, simile a quelli che
tanto amava la signorina Elisabeth, ma dalla gonna corta che mostrava
buona parte della coscia.
-...E tu che ci fai, qui?- sospirò il demone, sotto lo
sguardo attonito del resto della servitù, che ancora non
capiva come mai quella ragazza l’avesse chiamato
“fratellino”, ma che già intuiva quanto
lo irritasse.
Intanto il piccolo Conte continuava ad agitarsi, nel vano tentativo di
prendere una boccata d’aria.
- Che c’è la tua sorellina non può
venirti a fare una visita???- gli domandò lei, facendo due
grandi occhioni luccicosi da cucciolo, che però non lo
intenerirono,
- Sorellina!?!- urlò Ciel sconvolto, riuscendo finalmente a
sottrarsi dalle tette della sconosciuta.
Poco più tardi, nello studio del signorino
- Spiegati...- gli ordinò il signorino.
Sebastian sospiro esasperato, mentre osservava come quella ragazza,
entrata d’improvviso dalla porta, stringesse nuovamente a se
Ciel. La cosa certo non gli faceva affatto piacere, ma almeno stavolta
il signorino non rischiava di morire soffocato, visto che lo avvolgeva
dalle spalle,
- Bene, per prima cosa, voglio sottolineare che LEI non è
assolutamente una mia parente- fece Sebastian, freddando con lo sguardo
quella che si era definita sua “sorella”, che come
risposta si mise a frignare bagnando la testa del Conte,
- Sei cattivo, nii-chan è da tanto che non ci vediamo e tu
mi tratti cosi?- piagnucolo,
- Non chiamarmi nii-chan!!- rispose l’altro brusco, con il
volto con cui di solito si rivolgeva al resto della servitù
quando non lavorava. La ragazza scoppiò a piangere ancor di
più e nascose il viso tra i capelli del povero Ciel, che si
sentì un pezzo del mobilio.
- Qualcuno potrebbe spiegarmi?? Per prima cosa: chi è
questa???- chiese cercando di attirare l’attenzione,
avvertendo poi le lacrime di lei scendergli lungo il collo, causandogli
dei brividi.
- Ooh, chiamami purè Greta, signorino Ciel- si
presentò la ragazza cambiando d’improvviso umore e
tonalità di voce, il giovane Conte non riuscì a
non arrossire. Gli aveva sussurrato il proprio nome
all’orecchio, dolcemente, con tono suadente e un sorriso
malizioso, che lasciava tanto spazio all’immaginazione.
Infine lo aveva stretto di più a se, così che
Ciel avvertisse ancor di più quelle due cose morbide,
morbide a contatto con la sua schiena.
Vedendo il colorito e l’espressione imbarazzata/confusa del
signorino, Sebastian sembrò incattivirsi,
- Vorresti lasciarlo?- la invitò, facendogli notare il
colorito porpora e il rischio di collasso del piccolo Conte (se
contiamo che ha sempre pensato alla vendetta e che ha solo dodici anni,
quella era un esperienza troppo forte per lui ndA),
- No...- rispose Greta gonfiando le guance, come una bambina
capricciosa, -..è cosi kawaii!!!- ripeté poi,
sfregandogli la guancia del bocchan con la propria e di nuovo inutili
furono i tentativi di Ciel di reagire. Certo, non che lui fosse molto
forzuto, ma come faceva una ragazza ad essere cosi forte?
- Aspetta!!- gli urlò il piccolo Phantomhive, fermandola -
Se sei la sorella di Sebastian...- ragionò ad alta voce,
- Non è mia sorella- puntualizza il maggiordomo,
- Si, invece- ribeccò l’altra,
- Fa lo stesso!!!- ricominciò Ciel, gridando per azzittirli,
- Allora tu sei un demone?- domandò a bruciapelo, senza
quasi rendersene conto, voltandosi abbastanza per fissarla dritta negli
occhi.
- Esatto- fu la secca e semplice risposta, tanto immediata che il
ragazzo ci rimase di sasso, normalmente i demoni non nascondevano la
loro natura?
Sebastian si passo una mano sul viso, sbuffando seccato per
l’ennesima volta in un solo quarto d’ora,
- Si, è vero, anche Greta è un demone...-
confermò,
- E perché insiste nel voler dire di essere tua sorella???-
gli chiese Ciel, dopo aver superato lo stupore del momento.
- Oh, oh!! Questo lo spiego io, lo spiego io...- si offrì
Greta alzando la mano e, prima che l’altro potesse
rispondergli, aveva già mollato il piccolo Conte, tirato
fuori una lavagna da chissà dove, inforcato degli occhiali
da vista per darsi un po’ di tono e incominciato a spiegare.
- Devi sapere signorino Ciel che i demoni sono divisi in classi-
disegna un triangolo sulla lavagna con un gessetto, -... che tutte
insieme formano una piramide, divisa in tanti gradoni- divide il
triangolo, -...Nel primo scalino, quello più in basso, ci
sono i demoni, ehm...- attimo di difficoltà e
scambiò d’occhiata con Sebastian, -
Bhè, diciamo cosi “meno forti”, poi pian
piano che si va su, si trovano demoni sempre più potenti.
Tra i demoni dello stesso gradone è buona abitudine
definirsi “fratello” o
“sorella”, anche se in realtà gli esseri
come noi non hanno una famiglia... Fine- terminata la spiegazione fece
un inchino e, come erano apparsi, lavagna, occhiali e gessetto
scomparvero, e Greta tornò al suo posto, con le braccia
avvinghiate al gracile corpo di Ciel.
Sebastian, sull’orlo di una crisi di nervi si massaggiava la
fronte con la mano,
- Normalmente però i demoni della stessa classe, combattono
fra loro in continuazione...- incominciò a dire, - Di solito
ci si considera nemici, quindi i termini “fratello”
e “sorella” non vengono mai pronunciati se non con
l’intento di schernirsi l’un l’altro- gli
rivelò, continuando a scrutare in maniera minacciosa Greta
e, allora, Ciel cominciò veramente a chiedersi se non si
ritrovasse tra le braccia di una nemica.
- Lo sai che invecchiando sei diventato proprio antipatico? Eppure sei
stato tu il primo a chiamarmi sorellina- disse Greta
facendogli una linguaccia, seguita inseguito da una smorfia da persona
molto matura,
- Io, invecchiare?!? Sbaglio ha hai un millennio in più di
me!?- ribeccò Sebastian offeso, a quanto pare era
meglio non tirar fuori la sua età,
- Si, ma qui sei tu lo stoccafisso che sembra un matusalemme!! E
comunque guardami bene, non dimostro affatto i miei anni...-
- Solo perché ti comporti in una maniera tanto infantile che
sembri averne quattro giorno-
- Senti chi parla, il demone: devo assolutamente vincere se no
m’incavolo-
- Cosa c’entra?-
- È sempre un comportamento da bambini, scemo-
disse Greta facendogli l’ennesima linguaccia,
- Io sarei lo scemo? Bhè, ricordati che questo scemo ti ha
fregato- fu la risposta orgogliosa di Sebastian.
Ciel si ritrovò a far di nuovo da soprammobile.
- Si bravo, mi hai rubato un anima da sotto al naso, e cosi che sei
salito di grado- rivelò la ragazza, facendo
l’offesa, distogliendo lo sguardo dal “maggiordomo
perfetto”,
- Ti sei fidata troppo del tuo fratellino- fece l’altro,
incrociando le braccia al petto, con un sorriso che diceva
“ho vinto, ho vinto”.
Se qualcuno gli avesse prestato attenzione, allora quel qualcuno
avrebbe visto il piccolo conte sgranare gli occhi dallo stupore, allora persino Sebastian ha un
lato infantile, pensò Ciel, che per il resto
del discorso non aveva capito molto.
- Ciel, lo sapevi che una volta Sebastian era una demone appartenete al
primo scalino?- gli domandò Greta chinando il capo su di
lui, cosi che i suoi boccoli gli solleticassero la pelle del viso,
- Greta!- la ripresa Sebastian, ovviamente, lei lo ignorò,
- Primo scalino..? Intendi che faceva parte della classe più
debole??- fece il signorino leggermente stupito e incuriosito, infondo
non sapeva nulla del maggiordomo perfetto, all’infuori di
quei tre anni per cui aveva lavorato per lui, e ovviamente non gli
avrebbe mai chiesto niente sul suo conto. Però, doveva
ammettere, c’erano sempre state alcune domande a
cui gli sarebbe piaciuto ricevere una qualche risposta.
- Si, si… A quei tempi era solo un piccolo demonietto non
molto più alto di te…- continuò Greta,
felice di aver destato l’interesse di Ciel, ma
l’intervento di Sebastian, che gli strappo il signorino dalle
mani, gli impedì di andare oltre.
- Ti ricordo che sei entrata qui senza invito, quindi, è il
mio dovere di maggiordomo, mostrarti la porta…- disse
Sebastian con un sorriso di congedo, che nascondeva una profonda
irritazione,
- Ma non dovrebbe essere il padrone di questo posto, ovvero il Conte
Phantomhive, a ordinarti di mandarmi via?- gli fece notare lei con un
sorriso suadente di scherno,
-… Sono sicuro che il bocchan, non vorrà mai in
casa sua una persona cosi maleducata da entrarvi in modo cosi
disdicevole- rispose il maggiordomo.
Sta volta tocco a Ciel schiarirsi la voce,
- Sebastian, ti prego comportati bene con la nostra ospite- fu
l’ordine del signorino.
A quanto pareva, Sebastian aveva dimenticato un piccolissimo ma
importantissimo dettaglio: il suo bocchan, adorava vederlo in
difficoltà e, con il comportamento che aveva tenuto con
Greta, senza accorgersene, gli aveva dato modo di potersi divertire un
mondo. Trattare con
Greta senza cercare di ucciderla?
Mai compito fu più difficile da eseguire per il maggiordomo
demoniaco.
- Cosa accadrebbe se il maggiordomo della famiglia Phantomhive non
riuscisse nemmeno ad accogliere benevolmente un ospite, chiunque egli
sia?- gli domando Greta beffeggiandolo, con un sorriso a trentadue
denti che la rendeva molto simile ad una bambina.
Solo che i bambini non hanno denti tanto aguzzi e artigli cosi affilati
da perforare la carne o strapparti un occhio, ragionò Sebastian.
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Piccoli appunti dell’autrice:
- ho iniziato a scrivere questa FF prima di Kuroshitsuji II quindi non
sono stata influenzata dalla seconda serie, quindi (si, sono ripetitiva
>.>) la “gerarchia sociale dei
demoni” che Greta spiega è la cosa più
semplice che mi sia venuta in mente (se non capite cosa centri con la
seconda serie, chiedete. Ho una mente contorta e certi ragionamenti li
posso fare solo io ^^ );
- so che il comportamento di Sebas-chan può sembrare un
po’ OOC (ed è cosi), ma ho solo cercato di rendere
l’idea che Greta lo irrita ben più di Grell e,
andando avanti con la FF cercherò di tenerlo più
IC possibile;
- non era previsto che inventassi anche un specie d’infanzia
per Sebastian, ma a quanto pare sarà cosi… Sorry
^^’;
Come al mio solito: spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto (e
di riuscire presto a postare l’altro ;P), se avete qualche
suggerimento o errori da segnalare, avvertitemi e, per favore,
COMMENTATE please ^__^
Bye-bye e alla prossima =)
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