« Ecco
giungere il solo col potere di sconfiggere l'Oscuro Signore...
nato da chi lo ha tre volte sfidato, nato sull'estinguersi
del settimo mese...
l'Oscuro Signore lo designerà come suo eguale, ma
egli avrà un potere a lui sconosciuto...
e l'uno dovrà morire per mano dell'altro,
perché nessuno dei due può vivere se l'altro
sopravvive...
il solo col potere di sconfiggere l'Oscuro Signore
nascerà all'estinguersi del settimo mese... »
(J. K. Rowling, Harry Potter e l'Ordine della Fenice, pg. 777, capitolo
37, La Profezia perduta)
Da Chi Lo Ha Tre Volte Sfidato.
Prima Volta
"Giuro solennemente di non avere buone intenzioni."
- 25 Dicembre 2014
-
-
- Harry si
pulì gli occhiali con un lembo della sua maglia, e per un
attimo
non vide più niente: Albus era seduto sul tappeto a gambe
incrociate e faceva
magie con le dita per far ridere la piccola Lily; a qualche centimetro
di
distanza da loro, James stava giocando con le sue scope in miniatura,
facendole
volare per tutta casa e riuscendo quasi a distruggere il vaso di
cristallo
elfico che Hermione e Ron gli avevano regalato il Natale precedente.
- «Allora,
papà? » domandò
impazientemente lui, che era in un’età in cui non
riusciva a prestare
attenzione alla stessa cosa per più di qualche decimo di
secondo. «Cosa
dovevi farci vedere? »
- Harry
inforcò di nuovo gli occhiali, scandagliando gli scaffali
del
soggiorno con gli occhi verdi: era sicuro di averlo messo
sull’ultimo ripiano e
perciò non si sorprese quando lo vide spuntare, tra il
Diario del Principe
Mezzosangue e il terribile libro Mostro di Hagrid.
- «Accio
Album » disse,
e sorrise quando l’enorme raccoglitore
in pelle rossa gli cadde dolcemente tra le mani.
- James
allungò il collo fino allo spasimo per osservare i suoi
movimenti
come se non volesse perdersene neanche uno: Albus –che era di
indole più
tranquilla- sorrise al padre quando lui si accomodò tra i
tre e
guardò l’Album di foto con uno scintillio
negli occhi.
- «Sono
le favole di Beda il Bardo? »
chiese entusiasta. «Ci
leggi di nuovo
quella dei Tre fratelli? »
- «Non
sono zia Hermione » precisò
Harry, scuotendo la testa: accanto a lui, James tirò fuori
un sospiro di
sollievo.
- «E
allora che cos’è? » domandò
la
piccola Lily, stendendosi sul tappeto e posando il visino paffuto sulle
mani.
- Harry fece un
sorriso carico di promesse, guardando i suoi figli uno per
uno. «È
la storia di nove eroi » disse,
e riuscì a sentirsi orgoglioso anche se ormai erano passati
anni. «Ed
è anche la storia di
una famiglia. »
- «Quale
famiglia? » chiese James,
scompigliandosi i capelli con una mano.
- Harry lo
guardò, domandandosi vagamente a chi davvero somigliasse. «La nostra.
»
-
-
- Quando Harry aprì
l’Album, i suoi
figli stavano trattenendo il respiro e lui seppe che era arrivato il
momento
giusto per raccontare di come alcune volte dei ragazzi adolescenti
possono
cambiare il futuro del mondo, se ci credono davvero.
- Incorniciata nella
prima pagina, c’era solo una foto: ritraeva una ragazza
di diciassette anni di indubbia bellezza che alzava gli occhi al cielo
e
sbuffava davanti l’obiettivo. La piccola Lily
spalancò la bocca, allungando una
mano per toccare i capelli rossi della giovane che si muoveva
impaziente, come
per sincerarsi che non fossero veri: anche se la foto era sbiadita con
il
passare degli anni, i capelli di Lily Evans sembravano comunque avvolti
dalle
fiamme.
- «Che
bella » sussurrò Albus. «Chi
è? »
- «Tua
nonna » disse Harry. «Lily.
»
- «Si
chiama come me! » strillò la più
piccola dei Potter, spalancando la bocca in un’espressione
sconvolta. «Ha
i miei stessi capelli! »
- Harry
annuì divertito, puntando un dito in direzione dei suoi
figli maschi.
«È
tradizione dei Potter innamorarsi di
una donna dai capelli rossi » li avvertì. «Come me, e mio
padre, e anche mio nonno.
Remus e Sirius una volta hanno accennato qualcosa anche del mio
bisnonno, ma
non ne sono proprio certo… »
- James
strizzò le palpebre in maniera quasi schifata. «Come Rosie?
» sputò fuori, ed era chiaro che
avrebbe preferito affrontare un basilisco a questo.
- «No, non proprio
come Rosie » ridacchiò Harry,
e i suoi pensieri immediatamente proiettarono in quel giorno di
Settembre in
cui, molto tempo fa, aveva visto Ginny Weasley per la prima volta, ai
piedi del
treno. «Come
me e come vostro nonno, lo
capirete a tempo debito. Vostra nonna aveva i capelli rossi come quelli
di
Lily, ed ha i tuoi occhi » sussurrò Harry,
guardando il silenzioso Albus
Severus e pensando a quanto strana può essere la vita, a
volte. «Ed
anche i miei. »
- Come se li avesse
sentiti, Lily della foto fece un gesto impaziente e disse
qualcosa: probabilmente si stava lamentando con James –che
stava scattando la
foto- e quando incrociò minacciosamente le braccia al petto
Harry seppe perché
veniva considerata la strega più paurosa della sua
età.
- «Non
ho mai conosciuto vostra nonna
» disse lui, con un sorriso malinconico. «Ma
ad Hogwarts era molto famosa, sapete? »
- «Davvero?
»
- «Sì:
era un genio in pozioni –chiedi
a Lumacorno quando ci vai, Jem!- ed era stata nominata Prefetto e
Caposcuola
dal preside migliore che Hogwarts ricordi, Silente. »
- «Quindi
era una studentessa modello!
» chiocciò Lily, entusiasta.
- «Non
proprio » ammise Harry, facendo
una smorfia. «Era
un po’ isterica, e
decisamente lunatica e quando si arrabbiava riusciva a fare paura a
tutti:
perfino vostro nonno era terrorizzato da lei. »
- «Nostro
nonno? » domandò
curiosamente Albus. «Perché?
»
- «Perché
lei lo detestava » spiegò,
sorridendo con un misto di allegria e rimpianto al ricordo di due
genitori che
non aveva mai potuto conoscere. «Lo
ha
odiato per anni, prima di dagli una possibilità: una volta
arrivò perfino a
dire che avrebbe preferito la piovra gigante a lui. »
- «Era
così male il nonno? »
- «Giudicatelo
da soli » disse
Harry, mentre
voltava la seconda pagina.
- Quando i suoi figli
videro la foto di James Charlus Potter, i loro occhi
saettarono sul volto di James Sirius Potter con immediata sorpresa: «è
James! » strillò Lily, e le sue guance si
colorarono di rosso mentre indicava la foto con un dito sottile. «È Jem
da grande! »
- Lui –quasi
undicenne e per una volta senza parole- passò una mano tra i
capelli scompigliati come se, inconsapevolmente, volesse rimarcare la
somiglianza.
- Harry scosse la
testa, ridacchiando tra se e se. «È
James, ma non è Jem: lui è vostro nonno.
»
- Il ragazzo nella
foto doveva avere massimo diciotto anni, ma sorrideva con
quella consapevolezza tipica delle persone che sanno di avere il mondo
ai
propri piedi, come se dalla vita non potesse desiderare
nient’altro.
- Quando lo vide
ammiccare, seppe che probabilmente la fotografa era Lily e
per un attimo rimase senza parole da dire, sorpreso
dall’amore folle di quei
genitori che si erano protetti e custoditi fino alla morte.
- I suoi figli,
ovviamente, non se ne accorsero: erano intenti a guardare uno
scatto che ritraeva James con la coppa di Quidditch in una mano e la
scopa in
un’altra, circondato da una miriade di persone che
sorridevano entusiaste. «Era
un Cacciatore? »
- «Un
Cercatore » disse Harry, e James
lo guardò con gli occhi luccicanti di interesse. «Il migliore
cercatore che Hogwarts abbia mai
avuto. »
- «Meglio
di te? »
- «Molto
meglio di me » annuì lui. «Era
imbattibile. »
- James si spinse
sulla foto fino quasi a schiacciare Albus, soffocandolo
contro il tappeto solo per poter vedere meglio. «Io
voglio essere proprio come lui » esclamò
eccitato, guardando suo padre come a chieder il permesso. «Da grande voglio
essere così! »
- «Beh
» ridacchiò Harry, sentendosi
immediatamente orgoglioso. «Allora
devi
trovarti degli ottimi amici, Jem: da solo non puoi far niente, ti
servono i
Malandrini. »
- Gli occhi di James
si illuminarono all’istante. «I
Malandrini? E chi sono? »
- Harry
girò la terza pagina e un moto di affetto improvviso lo
invase quando
vide suo padre, circondato dalle braccia di Sirius Black e Remus Lupin:
bastò
questo –notare l’amicizia racchiusa in un pezzo di
carta sgualcita- a fargli
quasi dimenticare che Peter Minus –il quarto componente della
foto- era stato
un traditore e aveva condannato i suoi genitori ad una fine certa e il
suo
patrigno ad una pena peggiore della morte.
- «Oooooh
» disse di nuovo James, e
per poco non tolse dalle mani di suo padre l’album. «Chi sono loro?
»
- «Lui
è Sirius Black » spiegò Harry,
domando l’impazienza del maggiore dei Potter con un gesto e
mostrando il
ragazzo nella foto anche agli altri due. «Il
secondo di cui porti il nome, Jem: era il
mio patrigno, sai? »
- «Sembra
così figo! » annuì Albus,
seguito a ruota anche da Lily.
- Come se lo avesse
sentito, Sirius fece l’occhiolino: le sue iridi grigie
scintillavano di fronte al flash, sembrando argento liquido, ed Harry
riusciva
quasi a vedere l’espressione canina stampata sul suo viso
–o forse è solo
perché io lo so, si disse.
- «Perché
mi chiamo anche come lui? » chiese
James, con logica.
- «Perché
era il migliore amico di tuo
nonno, Jem: anche se non avevano legami di sangue, era suo fratello in
tutto e
per tutto » spiegò Harry, ringraziando il fatto
che non ci fosse Ron a
prenderlo in giro per gli occhi umidi che sapeva di avere. «Ed era il padrino
migliore del mondo. »
- «Meglio
dello zio Neville? » chiese
innocentemente Lily.
- «Meglio
di chiunque altro » sussurrò
Harry, ricordando la gioia folle che lo aveva invaso quando, ancora
ragazzo,
Sirius gli aveva chiesto di andare a vivere con lui per liberarsi dei
Dursley. «Era
il compagno di Malefatte di James Potter
e il ragazzo più bello che Hogwarts ricordi: quei due erano
inseparabili, e non
c’era ragazza che non volesse stare con loro. »
- «Wow…
»
- «Ne
hanno combinate delle belle,
sapete? Miner- cioè, la Preside McGranitt, ve lo
racconterà la prossima volta
che verrà a trovarci: non c’era giorno che non
finissero in punizione. Ma erano
degli eroi, sapete? Il mondo li ricorda così…
»
- E poi, con un groppo
in gola, i suoi occhi verdi si posarono su Remus Lupin
ed Harry indico il ragazzo anche ai suoi figli: anche da
diciassettenne, Remus
aveva quell’aria tranquilla che lo aveva contraddistinto
sempre –anche nel momento della sua
morte, pensò
con un peso sul cuore.
- «Lui
è Remus Lupin » sussurrò
delicatamente, come se avesse paura di sciuparne la memoria. «Il padre
di… »
- «Teddy!
» chiocciò Lily, che adorava
il ragazzo alla follia. «Del
nostro
Teddy! »
- «Sì,
lui. »
- «Ma
non gli somiglia per niente »
sbuffò di nuovo la bambina, soffiando una ciocca di capelli
rossi dagli occhi. «Teddy
ha i capelli blu e fucsia e verdi,
mentre lui… »
- Harry scosse la
testa, e le parole di sua figlia si bloccarono come se in
questo modo fosse riuscito ad arginare un fiume in piena. «Guardalo
bene, Lils: guarda il modo in cui sorride, guarda come abbraccia
James… »
spiegò Harry, che non aveva bisogno della foto: gli bastava
chiudere gli occhi
per riuscire a vedere quelli dorati di Remus, anche se erano
già passati anni
da quando lui era stato suo professore. «Era
il Maladrino più responsabile tra i
quattro, e molto spesso faceva da mamma del gruppo: distribuiva
consigli a
tutti, e quando questi non bastavano tirava fuori dalle tasche un
po’ di
cioccolata per tirare su il morale dei suoi amici. »
- «Mi
piace già! » mormorò Albus, e
questa volta i suoi occhi verdi luccicarono di ammirazione nel guardare
la
foto.
- «Oh,
si… non si poteva non voler
bene a Remus! » disse Harry, ritrovando il sorriso anche se i
motivi per
piangere erano tanti . Istintivamente, guardò sua figlia
Lily: ti chiami Luna in onore di Messer Moony
–avrebbe voluto dirle- in onore del
fatto
che sono le nostre scelte a renderci ciò che siamo davvero:
ma questo non
poteva ancora dirlo.
- «E
lui chi è? » domandò James, il
più irrequieto di tutti, interrompendo i suoi pensieri.
- Harry
pensò bene alle parole da usare, prima di rispondere. «Peter Minus
» disse infine. Mio padre non
vorrebbe che rovinassi una
storia tanto bella- sussurrò una voce nella sua
testa- mio padre vorrebbe regalare ai suoi
nipoti un bel ricordo di tutti
quanti loro. «L’ultimo
dei
Malandrini e il più timido del gruppo. Lui era…
tutti erano molto affezionati,
a lui: tanto affezionati che James e Lily lo nominarono custode
segreto. »
- «Oh
» disse
Albus, ed Harry riuscì quasi a vedere
gli ingranaggi del suo cervello ruotare impazziti. Prima che suo figlio
potesse
porre qualche domanda tanto logica quanto impossibile, Harry
voltò la pagina:
questa volta, il foglio bianco era macchiato dai capelli biondi di una
ragazza
allegra che faceva la boccaccia davanti l’obiettivo.
- «Chi
sono loro? »
- «Alice
e Frank Paciock » disse
Harry, e nonostante i diversi strati di morbidi vestiti di lana, la
pelle d’oca
cosparse ogni centimetro del suo corpo.
- «Come
lo zio Neville? »
- «Era
loro figlio » confermò Harry,
senza riuscire a non sorridere. «E
sono
certo che sarebbero stati fieri di lui quanto lo siamo stati tutti noi,
se
avessero potuto vederlo. »
- «Sono
morti? »
- Harry scosse la
testa, scompigliandosi i capelli più di quanto
già non lo
fossero già. «A
loro è capitato un
destino peggiore » si sentì dire. «Ma
non importa, perché nella loro vita si sono amati: si sono
amati tanto, e
sempre, e con intensità e gioia. Sono certo che è
così » mormorò piano Harry:
questo Remus non glielo aveva raccontato, eppure lui riusciva a sentire
la
verità delle sue stesse parole e seppe che quella non era
una bugia.
- «Alice
–Prewett allora- era la
migliore amica di vostra nonna Lily » spiegò
Harry, ritrovando il tono
spensierato nell’attimo stesso in cui i suoi occhi si
posarono sul viso rotondo
della ragazza: indossava una maglia gialla e i suoi capelli erano stati
acconciati in due codini dall’aria buffa. «Ed
era la sola in grado di risolvere i suoi
problemi amorosi …beh, quelli di tutti in realtà.
»
- «Tipo
Cupido? » ridacchiò Lily.
- «Esattamente
» confermò Harry. «Ma
bisognava non farla arrabbiare, altrimenti
erano guai seri: ancora si racconta di una volta in cui
minacciò Sirius Black
davanti a tutta la scuola! »
«Ma…
e il suo ragazzo? » domandò James,
stranito dall’intera vicenda.
- «Frank?
La amava » disse Harry,
facendo spallucce come se fosse una cosa normale –beh, dopo
Ron ed Hermione,
non poteva poi essere tanto strano. «E
amare qualcuno significa accettarne pregi e difetti. »
- I suoi figli lo
guardarono come se stesse parlando in una lingua del tutto
sconosciuta: «un
giorno capirete »
mormorò tra se e se Harry, voltando l’ennesima
pagina. Questa volta, la foto
ritraeva quattro ragazze immortalate nell’atto di
abbracciarsi: i capelli rossi
di Lily Evans brillavano al sole come fuoco e Alice la circondava per
le
spalle, stringendola a se con fare materno.
- Le altre due ragazze
non avrebbero potuto essere tra loro più diverse. «Mary Macdonald
» disse Harry, indicando corti
capelli castani e un sorriso sbarazzino che ammiccava alla macchina
fotografica. «Lei
era una cacciatrice
molto brava ed era una tipa davvero tosta » spiegò
lui, ricordando ciò che Sirius
gli aveva detto una volta: nei suoi occhi grigi, aveva visto brillare
qualcosa
di indefinito e sconcertante. «Bisognava
stare attenti a lei, sapete? Era imprevedibile come poche. »
- «Chi
è l’altra ragazza? »
bisbigliò
Lily, colpita da tanta bellezza. «È
stupenda! »
- «Emmeline
Vance » disse Harry, e i
suoi ricordi di lei fecero a botte con la ragazza nella foto: a
diciassette
anni, la giovane strega irradiava un’aura di dolcezza tale da
riuscire quasi a
far commuovere. Era molto diversa dalla persona austera e fredda che
aveva
conosciuto Harry molti anni dopo: ma la
guerra cambia i cuori e la morte ancora di più, ed io lo so
bene. «Non
esisteva ragazza più umile, educata e premurosa di lei
» continuò allora,
appellandosi a ciò che sapeva senza aver mai visto.
- Sotto di loro,
un’altra foto ritraeva un gruppo di persone diverse: Harry
non aveva mai capito perché Hagrid avesse voluto inserire
anche quella –che
sembrava quasi aliena in confronto ai volti conosciuti rappresentati da
tutte
le altre- eppure, nel mostrarla ai figli, questa volta fu quasi
contento.
- «Questi
che vedete qui sono Xeno
Lovegood e Sunny Altair » disse, indicando le uniche due
teste biondo platino
nella foto. «I
nonni di Lisander e
Lorcan. »
- «Ohh!
Conoscevano i nostri nonni? »
- «Sì
» disse Harry, stupendosi delle
coincidenze della vita e di come tutti i pezzi riuscissero sempre a
tornare al
proprio posto. I due –probabilmente non ancora innamorati al
tempo- sembravano
completamente diversi: lei aveva un’aria assennata e
studiosa, lui… beh, era il
degno padre di Luna. «Accanto
a loro ci
sono Megan Vane e Dearborne Caradoc » continuò
velocemente Harry, perché non
era ancora il caso di raccontare proprio tutti i dettagli ai suoi
figli. «E
quelli vicino a loro sono Rima Zeller e
Amos Diggory » e di nuovo –come sempre e per
sempre- i suoi pensieri volarono a
Cedric con quel misto di orgoglio e rimpianto che associava sempre a
lui,
quando lo ricordava con affetto. «Poi…
Rose Wood e i gemelli McKinnon, membri della squadra Grifondoro.
»
- «E
quelli? Quelli più piccoli? »
domandò curiosamente James, che era prossimo a frequentare
il primo anno ad
Hogwarts e sembrava voler conoscere tutto.
- «Sono
Barty Crouch » disse tra i
denti Harry, sforzandosi di non strappare la pagina per la rabbia. «Elliss McKinnon e
il suo amico, Quirinus
Raptor » terminò con un certo sforzo: era
abominevole collegare quel bambino
ricco di intelligenza comunicativa al professore matto che aveva
consegnato
anima e corpo a Voldemort, solo per permettergli di rinascere.
- «E
poi? E poi? » strepitò James, e
questa volta fu lui a voltare la pagina con vivido interesse.
- Ma la foto
successiva non era più stata scattata nel parco di Hogwarts:
i
tempi in cui tutti erano a casa dovevano essere finiti da tempo, ormai.
Lo
scenario, quella volta, era il vecchio quartier Generale
dell’Ordine della
Fenice: qualche anno dopo, la vita dei giovani ritratti nella foto
sarebbe
cambiata per sempre: ma loro –inconsapevoli e forti nella
loro gioventù-
sorridevano all’obiettivo e sembravano indistruttibili come
solo dei
combattenti potevano essere. Erano i
maghi e le streghe migliori del tempo
–pensò Harry- eppure
erano comunque stati spazzati via: quasi venti anni dopo,
lui era riuscito in ciò che loro avevano fallito, vendicando
la loro memoria.
- «Chi
sono loro? » domandò Lily,
mostrando interesse per due ragazzi quasi identici, dai corti capelli
rossi. «Somigliano
a Fred e Roxie! »
- C’era
andata quasi vicina, eppure allo stesso tempo ancora non
c’era.
- «Fabian
e Gideon Prewett » disse
Harry. «Due
scalmanati come pochi, e
combinaguai patentati. »
- «E
la ragazza in mezzo a loro?
Quella… »
- «Bellissima
» disse James, nello
stesso momento in cui Albus mormorò «spaventosa!
»
- Harry non ebbe
bisogno di guardarla per sapere a chi si stavano riferendo. «Dorcas Meadowes,
la migliore strega del mondo
magico. La ragazza con i capelli castani è
Marlene… e quello con il capello a
punta è Dedalus Lux. Poi ci sono Malocchio, Silente, Edgar
ed Amelia Bones e… »
- Con un sospiro
triste, Harry decise che parlare di un esercito di martiri
non era proprio l’argomento più allegro per dei
ragazzini, il giorno di Natale:
così –prima ancora che
potessero
protestare- passò direttamente
all’ultima pagina dell’album e un senso di
sollievo quasi infantile tornò a riempirgli il petto.
- Nell’ultima
foto –quella più bella, quella più
importante di tutte- erano
ritratti nove ragazzi sorridenti e allegri: a fare da sfondo, i colori
rosso-oro della Sala Comune Grifondoro brillavano lievemente.
L’immagine era
tanto sgualcita da far supporre che l’ultimo proprietario,
prima di cederla ad
Hagrid, la avesse guardata per così tanto tempo e
così tanto spesso da
consumarne i colori: sul bordo, in una calligrafia ordinata, era stato
scarabocchiato
”I Fantastici nove”
e poi “Hogwarts, 1978.”
- Erano tutte facce
già viste, eppure Harry –e i suoi figli con lui-
non
riuscì a fare a meno di osservarla ancora e ancora: erano tutti
così allegri e sorridenti che a
Harry venne voglia di ridere e piangere insieme.
- Mary Macdonald stava
tra Sirius e James e aveva i piedi piegati in aria: i
due la tenevano sotto braccio, sollevandola come se non avesse nessun
peso.
Lily era in posa vicino Remus –e i due si sforzavano di non
ridere- e Alice la
abbracciava come se non volesse più lasciarla andare: con
l’altra mano, però,
stava tenendo quella di Frank nella maniera dolce che hanno gli
innamorati di
sfiorarsi con delicatezza quasi invisibile. Emmeline Vance era in piedi
dall’altro lato di Sirius e i suoi capelli biondi toccavano
la giacca di pelle
nera di lui come se fossero sfumature di un disegno: lei e sorrideva in
maniera
timida e un po’ elegante, anche se in quello stesso momento
Peter le stava
indicando la buffa scenetta che stava avvenendo accanto a loro.
- Harry non li aveva
conosciuti al tempo in cui la foto era stata scattata,
eppure riusciva a vederlo come se fosse scritto sui loro volti e nel
mondo
tutto intorno: erano una famiglia e per un attimo anche lui
–proprio come suo
padre- credette che sarebbe durato per sempre
- «Al
tempo del mio primo anno ad
Hogwarts » disse lentamente, scandendo ogni parola per
assicurarsi che venisse
bene impressa. «Lo
zio Hagrid mi ha
regalato questo album per ricordarmi dei genitori che non avevo mai
conosciuto,
e delle persone che amarono nella loro breve vita »
mormorò. «Adesso
è tempo che io lo regali a voi. Lo
affido a te, Jem » precisò, e quando gli occhi del
figlio luccicarono seppe di
aver fatto la scelta giusta, «ma
è di
tutti e tre: siete ancora piccoli, ma verrà il giorno in cui
dovrete fare delle
scelte che sembreranno più grandi di qualsiasi altra cosa.
In quei momenti
ricordatevi di Lily Evans e James Potter –e di Sirius Black,
Remus Lupin, Peter
Minus; di Mary Macdonald, Alice Prewett, Frank Paciok ed Emmeline
Vance.
Ricordatevi di tutti loro, e allora saprete di aver fatto la scelta
giusta. »
- James Sirius, Albus
Severus e Lily Luna lo guardarono senza niente da dire:
anche se non c’erano parole, Harry seppe che avevano capito.
Erano Potter- i
quarti di una generazione di Potter guerrieri- e questa era una cosa
che non
poteva essere cancellata: non sarebbe mai
stata cancellata, era impressa nel loro destino.
- Harry
lasciò l’album in mano a James, per
poi alzarsi sentendo il petto pieno di
orgoglio e il cuore ricco di felicità.
- «Papà!
» lo chiamò Lily, prima
ancora che lui potesse muovere un passo. «Aspetta!
Ma se James Potter e Lily Evans si
odiavano, come hanno fatto a finire insieme? »
- «E
poi » continuò anche Albus,
fissandolo con magnifici occhi verdi. «Come
sono diventati amici i Fantastici Nove? E i Malandrini? Che ci dici di
loro? »
- «Perché
dici che sono eroi? »
concluse anche James, scompigliandosi i capelli anche senza che ce ne
fosse
davvero bisogno. «Che
cosa hanno fatto?
Che successe a tutti loro, a Hogwarts? E dopo? »
- Harry rise: sapeva
che la storia del loro passato li avrebbe incuriositi,
ma non pensava così tanto. L’attimo dopo, si diede
dello sciocco: era anche la
storia del loro presente, e sarebbe stata raccontata nel futuro e per
sempre; in questo modo, i Malandrini
sarebbero
ritornati a correre ogni notte di luna piena: in questo modo, le
ragazze
avrebbero continuato a ridere in eterno –in questo modo, i Fantastici nove sarebbero per
sempre stati una
famiglia.
- «Beh
» sorrise Harry, sedendosi
accanto ai suoi figli con la consapevolezza che quello, per loro,
sarebbe stato
un Natale memorabile. «Tutto
cominciò
quando… »
Note dell'autrice: ho sempre pensato di cambiare il prologo di questa
storia, e finalmente oggi mi sono decisa!
Per chi apre questa FF per la prima volta, benvenute: qui
leggerete la storia di James Potter e Lily Evans -del modo in cui si
odiarono e poi finirono insieme- di Sirius Black, Remus Lupin e Peter
Minus -di come insieme facevano i Malandrini, prima che uno tradisse-
di Frank Paciock e delle ragazze che lottarono negli anni 70: Alice
Prewett, Mary MacDonald ed Emmeline Vance. Ma leggerete anche del
Vecchio Ordine della Fenice e di come un gruppo di ragazzi come tanti
riuscì quasi a sconfiggere l'Oscuro Signore una volta:
è una storia di guerra, ma anche una storia di magia e
-spero- più di ogni altra cosa una storia d'amore (in tutte
le sue forme!)
Perciò, spero vi piaccia.
Per chi apre questa FF per la millesima volta: ragazze, ciao! Questo
Natale mi avete fatto così tanti regali che non potevo non
ricambiare in qualche modo: è una cosa che ho scritto di
getto, ma che sperò farà da filo conduttore
all'intera storia. E niente: non c'è nulla che io debba
aggiungere per voi, perchè già parliamo
abbastanza...
Solo, oggi e Natale: pensate che da qualche parte Harry Potter sta
regalando ai suoi figli una storia meravigliosa proprio in questo
momento -e noi, in qualche modo, ne facciamo tutti parte.
Sara.
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