Il colore del vento, il profumo dell'acqua, il sapore del cielo. di Parsifal (/viewuser.php?uid=188)
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Il colore del vento, il profumo dell'acqua, il sapore del cielo .
Hyoga resta a guardare il cielo anche dopo che il sole è tramontato.
Si lascia sommergere da quei colori vivi, accesi, fino a che l'oscurità
lo avvolge.
Non pensava di poter vivere ancora un momento come questo.
Non credeva fosse possibile sentirsi, ancora una volta, così in pace.
Così sereno.
Quasi felice.
In fondo ha sempre sostenuto che la felicità non esiste.
Folle illusione di chi non vuole arrendersi all'evidenza dei fatti.
Di chi, testardamente, spera e la cerca con una forza che supera la
ragione comune.
Il volto di Shun si affaccia alla sua mente, improvviso.
Lo ritrova li, nel cielo, in quei colori così vivi, cosi disperatamente
accesi.
In quel sole che non vuole arrendersi ancora, che anche quando se ne
deve andare lascia, dietro di sè, la sua parte migliore.
Quella che ti fa salire il nodo in gola se soltanto tu ti fermi a
guardarla.
Come sta facendo lui adesso.
E' stato proprio Shun a insegnarglielo.
Ad insegnargli come si fa a trovare il tempo per fermarsi e osservare.
Osservare con il cuore e con l'anima, con tutto se stesso insomma.
Sa che quello che sta vivendo è solo una pausa.
E' appena terminata una guerra, la corsa alle dodici case si è conculsa
e loro sono li, cercando di conservare, nella parte più profonda di se
stessi, quelle immagini che, sanno, non se ne andranno mai dalla loro
mente.
E dal loro cuore.
Quelle immagini che lo hanno costretto a guardarsi dentro e a prendere
una decisione che mai pensava di poter prendere.
Il suo risveglio nella casa di Libra, dove lo aveva rinchiuso per la
prima volta il suo maestro.
Il suo risveglio tra le braccia di colui che gli aveva dato la vita di
nuovo e che stava morendo per questo.
Non dimenticherà mai quell'istante.
La consapevolezza che per far vivere lui Shun stava morendo.
Il dolore che si trasformava in furore prima e poi in impotenza.
In disperazione assoluta.
E la certezza che mai , mai avrebbe potuto eguagliare un simile dono.
Non doveva morire.
Questo era il suo unico pensiero.
Questo animava le sue membra, il suo cuore, la sua ragione.
Per questo aveva raggiunto i suoi compagni nella casa di Milo, il Saint
d'oro dello Scorpione.
Per questo aveva gridato quelle parole con la speranza che potessero
avere ragione della realtà, di quel cuore che batteva sempre più
debolmente.
Di quella pelle sempre più fredda.
Non lo avrebbe permesso.
Non poteva accadere.
Non per salvare lui.
Come poteva Shun aver fatto una cosa del genere?
Come poteva aver dato alla sua vita la precedenza?
Gli voleva bene fino a questo punto?
Voleva che potesse vivere ancora per poterlo chiedere a lui,
guardandolo negli occhi.
Senza paura e senza tentennamenti.
Con il cuore negli occhi.
Senza più finzioni ne maschere.
Fu così che affrontò Milo, sapendo che, come Saint d'oro, gli era
superiore.
E nello stesso identico stato d'animo andò davanti a Camus, il suo
maestro.
La consueta fitta al cuore gli blocca il respiro ancora una volta.
Camus, il suo maetsro.
Non voleva essergli superiore.
Non aveva avuto MAI questa presunzione .
Un rumore dietro di se lo fa voltare e lo fa già con il sorriso
sulle labbra.
Lo ha riconosciuto.
Del resto lo riconoscerebbe ovunque.
Il suo meraviglioso compagno.
Colui che ha dato la sua vita per lui.
Shun si avvicina lentamente, con calma.
Sembra non toccare nemmeno il terreno tanta è la grazia che ha nel
camminare.
E' leggero come una piuma e rispetta totalmente tutto ciò che lo
circonda.
Si ferma accanto a lui e se ne sta in silenzio, guardando le ultime
traccie di questo giorno che ormai se n'è andato, lasciando dietro di
se i ricordi e le speranze degli esseri umani.
Hyoga fa due passi indietro e si sposto, quello che serve per andare
alle sue spalle e fargli appoggiare il corpo contro il suo.
Shun si ammorbidisce immediatamente, modellandosi con una familiarità
che gli prende l'anima.
Bacia i suoi capelli...profumano di miele e di fiori.
Lo abbraccia, circondandogli la vita, e sente che si appoggia contro di
lui, fiducioso.
E' difficile per lui spiegare, perfino a se stesso, quello che sta
provando.
E'come...come se fosse finalmente al posto giusto.
Nel momento giusto.
Per la prima volta nella sua vita.
Ogni cosa, attorno a loro, parla e sembra narrare le loro gesta.
E' come se conservasse la memoria dei tempi antichi, quando il vento
aveva il colore dei sogni di tutti quelli che ci credevano ancora.
Di tutti quelli che mettevano in gioco la loro vita per non far morire
la verità.
Quando anche l'aqua profumava di cielo e il cielo aveva il sapore
dell'acqua.
Quando ogni cosa, attorno a loro, cantava la gioia nel sentirsi vivi.
Amati.
Proprio come adesso.
Adesso che sono l'uno tra le braccia dell'altro.
Shun alza la testa quel tanto che basta per incontrare la sua bocca
mentre la notte li accarezza, proteggendoli.
Proteggendo il loro amore, amore che incontrerà nuove battaglie, nuovi
scontri.
Ma che risulterà sempre vincitore.
Perchè eterno, come la materia che l'ha creato.
Vivo per sempre.
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