Aspettando la
magia
Titolo originale: Waiting for Magic
Autrice: Starlight -
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La traduzione dal'inglese appartiene ad
Erika e al sito Erika's
Fanfiction Page Disclaimer: Tutti i personaggi, luoghi, etc. appartengono ai loro
rispettivi proprietari e non a me.
Capitolo 1: Fantasia
Quistis Trepe abbassò lo sguardo verso le profondità
scure, color ebano della sua tazza di caffè mezza vuota con chiaro
disgusto scritto sul viso. Lentamente le sue labbra si incurvarono verso
il basso in un broncio, maledicendo la sua benevola bevanda per ogni cosa
che le era andata storta nella vita. Dall'essere adottata da una meno che
ideale famiglia all'aver perso la sua posizione di istruttrice al Garden
di Balamb; il liquido caldo era responsabile di tutto ... o più
propriamente della macchia indelebile che si stava rapidamente formando
fra le pieghe della sua gonna.
"Mi dispiace..." bofonchiò la giovane studentessa che
l'aveva urtata sul braccio, con uno sguardo inorridito che le impallidiva
i tratti. I suoi occhi neri erano spalancati, come piscine brillanti che
sembravano sospette quanto la tazza rovesciata di Quistis.
"Va tutto bene," sospirò lei. "Sono sicura che
verrà via." Come il sangue su un tappeto bianco.
"Okay...beh...mi dispiace ancora," replicò la ragazza,
girandosi per andare via con i muscoli visibilmente irrigiditi. Da dietro,
sembrava Rinoa. I lunghi capelli neri e il corpo delicato che facevano
parte del fascino di Rinoa quanto il suo contagioso sorriso sembravano un
po' fuori posto accanto all'uniforme grigia e argentata.
Quistis ricordava solo vagamente i giorni trascorsi prima di diventare
SeeD. Si ricordava la propria determinazione, il proprio irrefrenabile
bisogno di essere forte e avere tutto sotto controllo. Quistis odiava
sentire di non avere il controllo, ogni cosa doveva essere attentamente al
suo posto. Essere deboli era pericoloso, ma essere indifesi era mortale.
Asciugando un po' del caffè col fazzoletto, si alzò per
sbarazzarsi della sua bevanda. Chissà perchè, quello che era
rimasto del suo caffè non l'attirava più. In lontananza, era
cosciente degli occhi posati su di lei mentre usciva dal bar. Sapeva che
molti dei suoi studenti avevano guardato a lei come qualcosa di più
di una figura autoritaria quando era stata istruttrice. Quegli studenti,
però, si erano persi nella folla quando aveva perso la licenza.
Adesso, si era abituata alla gente che la fissava. Dopo aver sconfitto
Artemisia, lei con tutti quanti gli altri coinvolti, erano diventati
figure leggendarie all'interno del Garden.
"Hey, Quistis," disse Zell mentre passava come un fulmine,
quasi facendola cadere a terra, mentre usciva dal bar. Doveva ammetterlo,
sapeva come fare una buona entrata.
Zell si perdeva raramente gli hot-dog del bar. La gente lo lasciava
passare in prima fila, o gli dava il proprio pranzo quando arrivava tardi.
Tutta questa fama non sembrava infastidire Zell. Casomai, lui la
trascurava ed era diventato più forte. Il ragazzino che si faceva
chiamare una volta "Zell il piagnucolone" si era trasformato in
un uomo con la grinta di un guerriero e un cuore d'oro. Era ancora pieno
della sua caratteristica energia, prendeva ancora decisione impulsive e
spesso imprudenti, ma Quistis poteva vedere che la maturità
spuntava piano piano dentro di lui.
La maturità era qualcosa con cui Quistis non aveva mai avuto
problemi. Spesso si era sentito molto più matura di quanto avrebbe
dovuto essere. Era sempre stata l'adulta, quella di livello superiore. La
sua infanzia era scivolata dietro di lei tempo addietro, intoccata e
insopportabilmente corta. Non aveva quello che aveva Zell, non aveva il
suo atteggiamento innocente verso le cose.
Comunque, c'era qualcosa che Quistis aveva capito. La sua infanzia, o la
totale mancanza di essa, l'aveva resa forte. Le aveva dato un senso di
testarda determinazione per riuscire là dove nessun altro era
riuscito. L'unica cosa che la scoraggiava ora era come l'eccessivo
successo l'avesse fatta evadere da ogni svolta nella sua vita. Se guardava
indietro, riusciva a vedere se stessa che lavorava ciecamente verso una
meta, e che si tirava miseramente indietro ogni volta che senitva il
calore della luce della felicità.
Scuotendo la testa per disfarsi di quei tristi pernsieri che sembravano
circolarle nella testa, Quistis continuò a dirigersi verso la sua
stanza. Era troppo deprimersi appoggiandosi alle cose che erano andate
storte. Quistis cercava continuamente di ricordare che c'era così
tanto nella sua vita di cui doveva essere grata. Era un membro dell'elite
dei SeeD, la gente rispettava apertamente la sua abilità in tutto
il mondo. In più, aveva amici che erano andati all'inferno e
tornati indietro con lei. Era un legame che nessuno avrebbe spezzato.
Con calma, chiuse la porta della sua stanza dietro di lei, e cercò
qualcosa da mettersi addosso. Infine, decise di mettere l'uniforme SeeD.
In un modo infantile, la faceva sentire bene indossarla. La faceva sentire
importante, parte di qualcosa più grande di lei. Aveva un incontro
col preside in meno di un'ora in ogni caso, perciò l'uniforme
andava bene.
Canticchiando piano fra sè e sè, si tolse il vestito
rovinato, buttandolo per terra senza curarsi di dove finiva, e indossò
l'uniforme oro e blu. La gonna era più corta rispetto all'altro
vestito, e mostrava le ginocchia. In generale, lei preferiva le gonne
lunghe e la sua uniforme SeeD era leggermente più lunga rispetto a
quella che indossavano le altre.
Fermandosi per controllare i capelli allo specchio, Quistis uscì
dalla sua stanza solo per vedere Squall camminare verso di lei. Come
sempre, il fiato le si bloccò nel petto nel vederlo. I suoi lunghi
capelli marroni gli cadevano davanti ai chiari occhi grigio tempesta. Il
suo passo era pieno di solida confidenza, e la cicatrice che andava dalla
fronte fino al naso non toglieva niente al suo fascino. In parole povere,
Squall Leonhart toglieva il fiato a Quistis e le faceva battere forte il
cuore contro i polmoni ogni volta che lo vedeva.
"Quistis," annuì brevemente mentre le passava oltre.
Naturalmente, era diretto verso la stanza di Rinoa.
"Ciao, Squall..." rispose lei un po' in ritardo. Lui sembrò
non notare che aveva detto qualcosa, e continuò verso la stanza
della sua fidanzata. Quistis era stata innamorata di Squall per così
tanto tempo da non ricordarlo neanche, e lui o non aveva mai capito i suoi
sentimenti o li aveva apertamente rifiutati. Squall non era esattamente un
ragazzo romantico con una sola e ovvia eccezione. Rinoa aveva portato
fuori il meglio di lui, aveva conquistato il suo amore e la sua devozione.
In verità, Quistis non aveva mai visto qualcuno amare qualcun altro
quanto Squall faceva con Rinoa.
Quistis voleva quello che aveva Rinoa talmente tanto da far male. Voleva
qualcuno che fosse il suo cavaliere, qualcuno che la proteggesse e
l'amasse con ogni fibra del suo essere. Voleva sentire la magia ogni volta
che l'avrebbe toccata, voleva poter tranquillizzarsi e sapere che quel
legame sarebbe durato per sempre. Anche se sapeva che era sciocca, quella
era sempre stata la fantasia di Quistis, e aveva aspettato quel tipo
speciale di magia per ventidue lunghi anni. Ventidue anni che sembravano
più come cinquanta.
Un po' depressa, Quistis cominciò ad andare verso l'ufficio del
preside. Non faceva alcun male arrivare in anticipo, e poi non aveva altro
da fare. Pensava magari di poter parlare con Xu per un po', qualunque cosa
per tenere Squall lontano dalla sua testa. Volere una cosa che non poteva
avere, era una strana sensazione per Quistis.
Sbattendo le mani insieme di fronte a lei, Quistis cominciò la
lunga camminata verso la parte opposta del Garden per prendere
l'ascensore. Aveva sempre pensato che avere un solo ascensore era un gran
errore strutturale dela Garden. L'ascensore stesso non poteva portar su più
di quattro persone ... forse sei se stavano tutti molto stretti. Ciò
rendeva impossibile far arrivare tutti gli studenti al secondo piano allo
stesso tempo. Perciò, il Garden aveva dovuto slittare gli orari
delle lezioni così che il minor numero possibile di studenti
dovesse usare l'ascensore nello stesso momento.
Zell stava giusto uscendo dal bar quando lei passò di lì.
La salutò entusiasticamente e corse verso di lei.
"Hey, Quistis," la salutò per la seconda volta in
un'ora. "Come stai?"
"Io bene, e tu?" chiese lei.
"Benissimo!" rispose lui. "Dove stai andando?" Si
adatto facilmente al suo passo dietro di lei, con le braccia tenute un po'
troppo lontano dai fianchi. Zell era più muscoloso di Squall, anche
se più basso. L'abilità di Squall era fatta apposta per il
suo corpo leggero e slanciato.
"A vedere il preside," rispose. "Tu?"
"Squall ed io stiamo andando ad allenarci un po'," disse lui
scrollando le spalle.
"Davvero? L'ho appena visto," disse Quistis, mettendosi a
pensare su quanto le fosse sembrato affascinante mentre camminava verso di
lei nei suoi pantaloni e giacca neri.
"Stai scherzando?" la bocca di Zell si spalancò. "L'ho
cercato dappertutto!"
"Oh, speravi di trovarlo in un panino?" rise Quistis. Zell
ridacchiò un poco e si strofinò il retro della testa.
"Stavo solo facendo una pausa prima di ricominciare a cercarlo,"
replicò lui sentendosi un po' colpevole. "Sai, devo tenere
alte le energie e cose così." Quistis non potè fare a
meno di ridere, Zell aveva energia per due persone e più.
"Beh, l'ho visto dirigersi verso la stanza di Rinoa," disse
lei. "Perciò credo dovresti dirigerti in quella direzione."
"Okay, grazie," annuì lui e se ne andò agitando
la mano mentre Quistis entrava in ascensore. Riusciva ancora a vederlo
correre verso il dormitorio mentre saliva al terzo piano; il movimento
faceva sentire il suo stomaco come fosse a testa in giù. Il povero
piccolo organo era appena tornato al suo posto quando l'ascensore si fermò,
facendo di nuovo uscire lo stomaco dal suo posto.
Uscì ed entrò nell'ufficio del preside. Xu alzò lo
sguardo da dietro la scrivania all'interno di quella che poteva essere
chiamata una sala d'attesa e sorrise.
"Sei in anticipo," disse lei, abbassando la testa verso
l'orologio. "Parecchio in anticipo."
"Lo so," Quistis scrollò le spalle. "Ma non aveva
davvero nient'altro da fare, e ho pensato di venire qui subito."
"Puoi sederti ad aspettare se vuoi," le offrì Xu,
facendo segno con la mano ad una sedia. "Dirò al preside che
sei qui, magari ha qualcosa da discutere con te prima che arrivino tutti
gli altri."
"Tutti gli altri?" chiese Quistis, che non sapeva che
sarebbero stati presenti anche altre persone all'incontro oltre a lei e al
preside.
"Altri quattro SeeD," Xu guardò un pezzo di carta sulla
scrivania, corrugò momentaneamente lo sguardo, e poi la guardò
come se niente fosse. "Solo un minuto." Sparì dietro la
porta a due ante che conduceva nel vero e proprio ufficio di Cid.
Quistis faceva sbattere le dita sulle ginocchia con impazienza mentre Xu
era via, con la mente che faceva congetture sul piccolo e strano pezzo
d'informazione che aveva ricevuto. Se l'incontro coinvolgeva altri membri
SeeD, allora doveva essere una missione. Il pensiero era piacevole, non
faceva una missione importante da tempo ormai. Dopo la liberazione di
Timber, i Galbadiani erano tornati nell'ombra e non si era quasi più
sentito niente di notevole riguardo a loro. Da allora, tutte le missioni
che erano state assegnate a Quistis erano state costituite da sterminio di
mostri.
Naturalmente, quale missione poteva paragonarsi alla battaglia con
Artemisia e alla salvezza del mondo? Quistis continuava ad avere
l'orribile pensiero di aver raggiunto il proprio picco, compiuto il suo
destino, e che il resto della sua vita sarebbe stata un lenta spirale
verso il basso.
"Quistis?" Xu aprì una delle porte e con una mano le
fece segno di entrare. "Il preside ti riceverà ora."
"Okay, grazie, Xu," sorrise amichevole all'altra donna. Xu era
straordinariamente capace, e Quistis si chiedeva spesso perchè si
limitasse a fare la segretaria per la maggior parte del tempo.
Se fossi io il preside, lei starebbe su un campo di battaglia.
"Buon pomeriggio, Signorina Trepe," Cid non alzò lo
sguardo quando lei entrò nella stanza, chiudendo la porta dietro di
sè. "Come stai oggi?"
"Piuttosto bene, Signore," replicò lei, facendogli un
breve saluto anche se non la stava guardando.
"Sono contento di saperlo." Si alzò, facendo scorrere
pensieroso una mano lungo la barba corta che giaceva sulla linea della sua
forte mascella. "Sono sicuro che avrai probabilmente capito cosa sto
per dirti." Si fermò e la osservò, con le mani dietro
la schiena. Come al solito, indossava un maglione rosso sopra una camicia
bianca. Cid non era fisicamente un uomo intimidatorio, ma c'era un'aria di
autorità che Quistis rispetttava.
"Un missione?" chiese, spostando inconsciamente la testa di
lato.
"Una che credo sia adatta al tuo talento," rispose lui. "E
anche una missione che sarà molto importante per te."
"Di che si tratta?" chiese lei, deglutendo profondamente e
sperando disperatamente che non stesse per dire quello che lei pensava
stesse per dire.
"Tu e altri quattro membri SeeD state per essere mandati a
Galbadia," annunciò lui. "Naturalmente, sarai tu a
guidare la squadra. I governi di Timber e Dollet ci hanno contattato
riguardi ad alcune voci secondi le quali i Galbadiani stanno costruendo
nuove basi missilistiche e si stanno preparando a lanciare una nuova
campagna militare per guadagnare il pieno controllo del continente."
Si fermò, schiarendosi la voce, e poi continuò.
"Partirai per Timber domani mattina e poi continuerai verso Dealing
City. Cerca di capire se c'è un fondo di verità dietro
queste voci. Se i Galbadiani dovessero essere in assetto di guerra,
ritorna alla base per ulteriori istruzioni." Si bagnò le
labbra nervosamente. "Quistis ... se questa missione va bene, il tuo
premio sarà la restituzione del tuo incarico come istruttrice.
Sempre che tu lo voglia. Credo onestamente che tu sia stata messa alla
prova decine di volte, ma un certo numero di gente alla facoltà
vorrebbe vedere le tue capacità in azione."
"Signore ..." Quistis si fermò per un attimo, non
ancora sicura su come rispondere. "Naturalmente, mi piacerebbe molto
diventare di nuovo un'istruttrice ... ma, se Galbadia attaccasse ....
quale sarebbe la natura della nostra missione?"
"Proteggere i governi liberi che Timber e Dollet hanno stabilito
per se stessi," rispose lui. "Sospetto che le voci siano più
verità che fantasia. Manderemo altra gente se necessario."
Quistis ci riflettè per un attimo. La missione in sè non
la infastidiva, solo il fatto che la sua licenza d'insegnamento le fosse
stata sventolata davanti al naso come incentivo. Essere un'istruttrice era
stata una delle esperienze più gratificanti della sua vita, e
perdere tutto questo era stato davvero doloroso. Si sentiva intimidita
all'idea di fallire di nuovo in quel modo. Tuutavia, una parte di lei non
riusciva a buttar via la possibilità di riavere quello che aveva
così tanto amato.
"Con chi lavorerò?" chiese lei.
Cid si schiarì di nuovo la voce. Stava incominciando a
infastidirla questo gesto, e sapeva che non le sarebbe piaciuto quello che
stava per sentire.
"Beh ... alcuni fra i migliori," replicò lui
riluttante.
"Qualcuno che conosco?" chiese Quistis.
"Sì..." Cid guardò per terra. "Abbiamo
cercato di trovare qualcuno con conoscenze a Galbadia. Rinoa andrà
in missione ad Esthar con Squall. Irvine sarà con loro... e ci era
rimasta una solo spiccabile alternativa."
"Chi?" chiese Quistis, completamente ignara di chi potessero
aver scelto. Non dovette chiederselo ancora a lungo, qualche istante dopo
la sua domanda il resto della sua squadra entrò in fila
nell'ufficio. Selphie era davanti al gruppo due persone che Quistis
riconobbe vagamente con suoi precedenti studenti erano dietro di lei, e la
persona il cui nome il preside era stato così riluttante a dire
spiccava in fondo.
Seifer. Ma certo...lui era con la Strega quando è stata
nominata ambasciatrice. Non necessariamente una buona connessione per
Galbadia, ma sempre una connessione.
"Hey, Quistis!" ridacchiò Selphie, con gli occhi verdi
pieni di entusiasmo. Seifer le rivolse semplicemente una lunga occhiata
impassibile.
"La sua squadra, Signorina Trepe," sorrise Cid, con un cenno
di scuse negli occhi, e fece segno alle quattro persone che si erano
allineate e salutò davanti alla porta. "Buona fortuna."
CONTINUA ... |