-ARON!-
Il
grido di Shun risuonò per l'enorme sala d'accoglienza del
castello
mentre i passi ferrei e affrettati dell'uomo rimbombavano cupi tra le
mura di pietra. Il moro fissava una sagoma accerchiata da altre
persone che non gli interessò di identificare. Il fratello
biondo si
voltò verso il moro e facendosi largo in quella schiera di
volti e
persone conosciute raggiunse il principe.
-Shun...
mi dispiace io non so cosa diamine possa essere successo e
Moebius...-
-Dimmi
dov'è mia moglie!-
Tuonò
l'uomo mentre il corpo tremava per lo sforzo di non perdere il
controllo. Aron lo fissò negli occhi sconcertato e anche
mortificato. Lesse in quelli del fratello la frustrazione, la
preoccupazione e la rabbia. Voltò il capo verso il gruppetto
di
persone che ora si erano avvicinate e con voce pacata parlò
cercando
di mantenere un tono neutrale e tranquillo nonostante anche per lui
la tensione e l'ansia erano decisamente tante.
-Non
ne abbiamo la minima idea.-
Shun
rimase impietrito al suo posto. Senza attendere oltre si
voltò
camminando in modo spedito verso l'uscita dal castello. Aron lo
fissò
sorpreso e senza aspettare lo seguì non riuscendo a
comprendere
l'avventatezza di quel gesto così richiamò il
fratello a se
cercando di stare al suo passo.
-Cosa
pensi di fare?-
-Lo
stagno dei ricordi.-
Affermò
freddamente il moro senza voltarsi ne rivolgere la minima attenzione
al biondo che lo seguiva con affanno. Aron lo agguantò per
un
braccio e arrestò così la sua avanzata mentre
Shun si voltò di
scatto: l'espressione più fredda e distaccata che il biondo
gli
avesse mai visto dipinta sul viso.
-A...
aspetta torno indietro a chiamare Moebius. Il lago è
ghiacciato...
aspettami lì.-
Shun
annuì con un gesto del volto secco e rapido e senza pensare
troppo
riprese a camminare dirigendosi verso lo stagno dei ricordi. La sua
mente era affollata e caotica, l'unica cosa chiara e perfetta era il
viso di Ranze: il suo sorriso sbarazzino cresciuto ma mai cambiato,
gli occhi luminosi e raggianti, i capelli corti scuri mossi al vento
e quell'espressione dolce. Il viso che amava, la donna che amava.
Inconsciamente
si trovò a correre mentre i suoi passi erano ovattati dalla
terra e
dalle foglie. Corse con il cuore in gola e la preoccupazione, l'ansia
a pompargli nel sangue. Poco dopo sbucò in una radura e
inspirò
profondamente mantenendo gli occhi chiusi mentre l'odore di quel
luogo risvegliava in lui vecchi ricordi in quel momento stupendi ma
anche dolorosi.
Lo
spettacolo che gli si stagliò davanti rese più
nitidi e veri quei
suoi ricordi che lentamente divennero palpabili, reali... vicini. In
breve rivide la sua Ranze ai tempi di Zone, che rideva, correva e lo
guardava con quello sguardo innamorato e perso che negli anni non era
mai cambiato, solo cresciuto.
La
linea liscia e perfetta dello stagno che brillava ghiacciato a pochi
passi da lui rendeva tutto più nostalgico. Quel posto era
magnifico
ma avrebbe preferito sicuramente ammirarlo in una situazione
differente, magari proprio con la persona che doveva trovare al
più
presto.
'Te...'
Una
voce alle sue spalle lo fece sussultare mentre una dolce brezza
soffiava scompigliando i suoi capelli. Il moro rimase immobile mentre
la sua mente immagazzinava quel lamento sofferto, quella voce
così
famigliare. Si voltò di scatto trovando alle sue spalle solo
alberi,
foglie e fiori. Il vento tornò ad investirlo con
più forza ma
comunque con la dolcezza di una carezza.
'...soro'
Shun
rimase immobile ancora stupito. Cosa diavolo stava succedendo?
Quella
voce... quella voce era della sua Ranze, ma lei ora dov'era?
-Ranze...?-
Mormorò
stupefatto. Il vento improvvisamente si fece prepotente come uno
schiaffo e Shun fu costretto a portarsi un braccio per pararsi gli
occhi dalle foglie che quella fortissima raffica gli stava scagliando
addosso. All'improvviso attorno a se avvertì delle voci, del
lamenti
che bassi mormoravano continui e ininterrotti. Il ragazzo stupefatto
da quell'improvviso cambiamento provò a guardarsi intorno ma
fu
costretto a retrocedere visto che la prepotenza del vento aumentava.
Inciampò in un ramo e cadde seduto a terra. Il tempo di
riaprire gli
occhi che un lampo improvviso e violento illuminò la radura
a
giorno.
'SHUN!'
Gridò
la voce agonizzante di Ranze a pochi passi dal ragazzo. Shun
aprì
gli occhi di scatto e fissò la figura che andava
delineandosi
davanti a se. Ranze apparve con il viso rigato di lacrime, e gli
occhi puntati su di lui mentre la sua espressione terrorizzata era
stanca e provata. La donna provò a muovere insicura e
tremante un
passo verso di lui ma improvvisamente così com'era apparsa
in un
lampo di luce scomparve accompagnata da un grido che risuonò
nella
radura.
-RANZE!-
La
chiamò lui in preda al dolore tenendosi verso il punto in
cui era
comparsa. A quel punto il vento cessò lasciandogli solo la
consapevolezza di quello che era appena avvenuto. Il ragazzo con
occhi sgranati e l'espressione scioccata fissava il punto in cui era
apparsa sua moglie. Lasciandosi andare ad un urlo di frustrazione si
accasciò al suolo chiudendo gli occhi e stringendo i denti
mentre il
peso di quel grido sofferto gli risuonava nella testa schiacciandolo.
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