Sigarette
alla vaniglia.
Una
volta tu me ne hai offerto un tiro,
non sapendo che non fumo.
Sento
la tua mancanza.
Mi
manca il tuo accento, il suono della
tua voce, quel tuo modo di giocare con me.
Siamo
diventati amici in fretta,
condividevamo troppe passioni per non diventarlo.
Ricordo
quella volta che abbiamo
litigato per una cosa da niente, e ci siamo divertiti tutto il giorno
a fare gli arrabbiati, per poi fare pace come due scemi.
Ricordo
quando abbiamo cantato insieme,
io col mal di gola che mi vergognavo come una ladra perché
non
riuscivo a raggiungere la tua bravura.
E
non so come, né quando, né perché,
ma piano piano hai riempito le mie giornate, dandogli luce, colore.
Poi
la nostra vacanza è finita, e ci
siamo abbracciati sull'aereo che ci avrebbe divisi, probabilmente per
sempre.
Una
volta scesi ti ho guardato
un'ultima volta, attraverso le porte scorrevoli, poi sono corsa al
mio gate e tu al tuo.
Dovevamo
ripartire in fretta, senza il
tempo di salutarci per bene.
Ho
pianto davanti a te, lacrime amare.
Perché
come dice il Liga: “La verità
è una scelta” , ed io ho scelto di non dirti tutto.
Ed
ora mi mordo le mani, distrutta,
perché, non so come, mi sei entrato dentro.
Sei
come una malattia, un male che non
vuole staccarsi da me.
Avrei
dovuto dirti che le tue
confessioni mi facevano soffrire, che quando tu, da AMICO,
venivi a
parlarmi di LEI,
io stavo male e desideravo solamente urlarti addosso
che c'ero anche io.
Ma
sono stata zitta, come sempre.
Incassando
un colpo sopra l'altro,
cercando di attutire l'impatto.
Ora
io sono tornata alla mia realtà e
tu alla tua.
Separati
da 680 chilometri, li ho
contati, sai?
A
volte penso che non sarei mai dovuta
partire per quel soggiorno studio, che se non ti avessi incontrato la
mia vita avrebbe continuato tranquilla.
Ma
se non ti avessi conosciuto, ora non
saprei che cosa vuol dire maledire la distanza, maledire se stessi,
maledire anche te.
Ora
SO
che non è stato tutto un
sogno, che tu sei REALE.
So
che VIVI
da qualche parte,
che ESISTI.
So
che laggiù tu ci sei e che se
volessi averne una prova dovrei salire semplicemente sul primo treno.
Stavo
cercando di distrarmi l'altra
sera.
Poi
ha squillato il cellulare. Eri tu.
Prima
credevo fosse uno squillo e
basta, poi ho notato che non mettevi giù.
Ho
risposto e mi hai salutata con il
tuo solito doloroso affetto.
“Ciao
AMORE!
Mi manchi
troppo sai? “
Non
puoi farlo. Non PUOI.
Perché
mi fa ILLUDERE,
mi fa
soffrire.
Ho
nascosto il palpitare del mio cuore
impazzito e ho continuato a parlarti, senza scagliare fuori dalla
finestra il telefonino.
E'
stata soltanto un'altra pugnalata,
un altro esempio di come io per te non conti, se non come AMICA.
Dio,
quanto ODIO,
essere solo
tua amica.
Io
che vorrei essere tutto per te.
Io
che vorrei abbracciarti e odorare il
tuo profumo.
Io
che vorrei, come una scema, viverti
e conoscerti.
Ti
vorrei con me, ma mi accontento
dell'aroma di una sigaretta alla vaniglia.
Accesa
viene fumata dal vento, come
incenso...
NDA
Ad
Antonio, che non ha capito ciò che provo per lui.
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