ff dracula
Capitolo 1
Diario di Jonathan Harker
27 Novembre, ore 18:38.
Questa mattina il mio superiore mi ha richiamato presso il suo studio
per discutere di un certo conte Dracula De Ville che desidera
acquistare diverse abitazioni nei pressi di Londra.
Mi ha recapitato una lettera, nella quale il "mio amico conte D." mi ospita nel suo castello, in Transilvania.
La carrozza mi verrà a prendere al tramonto di domani.
Sono molto ansioso, ed anche nervoso, perché dovrò salutare Mina, e non ne ho nessuna voglia.
Oltretutto, dovrò far
slittare la data di nozze di qualche giorno, e come se questo non
bastasse ogni volta che pronuncio il nome di Dracula le donne e gli
uomini iniziano ad arrossire e svenire dall'emozione.
Chissà perché.
Tutto ciò è sospetto, scommetto che c'è qualcosa sotto, anche se non so ancora che cosa.
Ma posso starne certo che lo scoprirò, perché odio quando le cose non quadrano.
Sarà il mio istinto da avvocato?
28 Novembre. Il viaggio di andata mi ha lasciato senza fiato.
Infinite lande nere e desolate bagnate dalla rossa luce del sole morente all'orizzonte.
Una volta che la carrozza fu giunta
al luogo, il palafreniere mi fece scendere e prima che potessi
esprimere il mio risentimento -in quella valle non c'era nessun'altra
carrozza, accidenti!- quella che mi aveva trasportato aveva già
voltato l'angolo, di gran carriera, sollevando un nugolo di polvere.
Mi lasciò lì, solo e preoccupato.
Poi, proprio quando avevo perso le
speranze -e le staffe, dal momento che avrei poco garbatamente urlato
il mio disappunto- da dietro un albero una lieve e flebile luce mi
abbagliò stordendomi e costringendomi a ripararmi gli occhi con
un braccio per non accecarmi.
Quando mi adattai alla situazione
-i miei occhi si erano abituati all'oscurità, ormai- scorsi i
contorni nitidi di una carrozza dalle insegne sconosciute.
Un uomo giaceva composto sul sedile principale, intento a tenere a freno i cavalli.
Non so descrivere la strana sensazione che provai quando allungò una mano per farmi salire su.
Il contatto fu freddo e veloce, ma mi provocò un brivido di eccitazione lungo la schiena.
Quando alzai i miei occhi ardenti
per cercare il suo sguardo, mi sfuggì, nascondendosi all'ombra
del suo alto cappello nero.
Che timidone!
Con una nota di delusione mi
apprestai a salire, sistemandomi poi la giacca quando mi accomodai
all'interno della tetra e fredda carrozza.
Di seguito l'eco degli ululati dei
lupi, al quale i cavalli reagirono sbizzarrendosi e calciando
nervosamente, come a voler strappare le redini che li tenevano legati e
fuggire via a gambe levate.
Erano terrorizzati, letteralmente.
E lo ero anche io...
L'unico che mostrava un'espressione
neutra, quasi rilassata, era la figura davanti a me, quel misterioso
soggetto che guidava la carrozza.
Il palafreniere misterioso,
infatti, allungò una mano pallida fino ad accarezzare quelle
bestie, che al suo tocco, come stordite, si zittirono immobilizzandosi.
Sembrava quasi che gli avesse
iniettato una qualche strana sostanza-calmante o una droga nei loro
colli neri, o non si spiegava quella reazione.
Per un attimo, un unico folle
attimo, desiderai con tutto me stesso di essere quel cavallo, per
provare sulla mia pelle la sensazione di quel dolce tocco...
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