raga, è la mia prima fic. comunque vada
continuerò a postare ;) ...bò, x ora nn ho molto da dire
- Neville, cerca di stare in piedi!- il tiro su con un altro
sforzo. Le sue gambe continuano a muoversi e ormai la situazione è
drastica. Mi guardo intorno in cerca d’aiuto, ma tutti sono occupati:
Kingsley sta affrontando due mangiamorte; Tonks è svenuta mentre Moody
è steso a terra con la testa sanguinante. Sirius e Lupin non si vedono.
Neville sta cercando di tirarsi su aggrappandosi a me – dai,
andiamocene…- Lo tiro più su, ma la profezia cade e si rompe.
Harry, bi dispiage- grida Neville. Non importa! Dobbiamo andarcene!- - Sciledde
– esclama Neville, guardando oltre le mie spalle. - Che cosa?- -
Sciledde!- Mi volto e vedo Silente avanzare con la bacchetta levata…
siamo salvi! I mangiamorte tentano di fuggire, ma il vecchio preside li blocca.
Solo due persone continuano a combattere, ignare di quello che succede. Vedo
Sirius deridere Bellatrix – avanti, puoi fare di meglio!- È un
attimo! Un getto luminoso lo colpisce in pieno petto. Lascio Neville e scendo
gli scalini. Sirius cade a terra e sparisce dietro il velo. -NOO SIRIUS!-
faccio per lanciarmi, ma due braccia mi fermano – non puoi fare niente…-
sussurra Lupin. - LASCIAMI!- - No! È morto…- - NOO- È
morto, è morto… è morto………… -
SIRIUS!- Harry si guardò intorno: il nuovo ventilatore diffondeva aria
fresca ovunque, la tv trasmetteva il telegiornale dell’una. Lanciò
un’occhiata ai suoi zii: Petunia aveva la mascella serrata, e teneva la
forchetta sospesa davanti lei; Dudley guardava il cugino terrorizzato. Il primo
a rompere quel silenzio fu Vernon – TU SEI PAZZO! PRIMA TI ADDORMENTI A
PRANZO; POI COMINCI A URLARE COME UNO SCELLERATO! E POI CHI è QUESTO
SIRIUS?- Harry non rispose: si portò una mano sul viso e si
aggiustò gli occhiali. Sentì che sudava freddo. Poi
abbassò lo sguardo verso le due fettine di carne che avrebbe dovuto
mangiare e sentì il voltastomaco salire. - scusate, io non ho fame!-
disse alzandosi e corse verso le scale. - EHI! RISPONDI PRIMA: CHI è
SIRIUS?- -NESSUNO- urlò Harry, chiudendosi con forza la porta della sua
camera. Si sedette sul letto: ormai non era nessuno Sirius. Era stanco di fare
sempre quel sogno, dove riviveva attimo per attimo la vicenda dello scorso
Giugno: la fuga dai mangiamorte, la profezia e la sua rottura e la morte di
Sirius. Prese una foto dal comodino e la guardò: ritraeva lui da piccolo
al suo battesimo circondato dai suoi genitori e dal suo padrino. Perché
la vita era così crudele con lui? Poi Harry ci pensò un po’
e cambiò idea: non era colpa della vita! La colpa era solo di un uomo,
la persona che gli aveva reso la vita difficile fin da piccolo, colui il quale
nome spaventava la maggior parte dei maghi e delle streghe: Voldemort. Era a
causa di quel mostro se Harry aveva una vita privata delle persone più
care. Il ragazzo sentì un pizzico agli occhi “ non devi
piangere!” si disse; con una furia selvaggia lanciò per terra la
cornice e si sentì un rumore di vetro frantumato. Harry si chinò
e allungò la mano per togliere la foto da quei vetri. -AHIA!- era
riuscito a prenderla, ma si era tagliato. Guardò la foto coprirsi di
sangue, osservò quegli occhi sorridenti coprirsi di rosso, come a ricordargli
che erano morti e non avrebbero più riso. Harry lanciò un grido,
si buttò nel letto e con la testa nel cuscino cominciò a piangere
“ sfogati, piangi, tanto non ti vede nessuno… sei solo” e con
quest’ultimo pensiero triste si addormentò. Si risvegliò a
notte fonda. Lo stomaco fu preso da una fame improvvisa. Guardò la
sveglia: era l’una e mezza. S’alzò e allungò la mano
verso la porta con l’intenzione di andare a prendere qualcosa in cucina,
quando un ticchettio alla finestra lo fece voltare. Si avvicinò e
l’aprì, ben sapendo cos’era: quattro gufi atterrarono sul
suo letto. Harry si ricordò che era il suo compleanno. Si avvicino al
più piccolo che riconobbe come Leo, quelle di Ron. Prese il pacchetto
che aveva legato alla vita e lo aprì: dentro si trovavano dei dolci e
una torta. Harry sorrise: almeno ora non doveva più scendere in cucina.
Prese un altro pacco: conteneva un libro sulla storia di Hogwarts; esterrefatto
lesse il biglietto che lo accompagnava Caro Harry, come stai? Questo è
il libro “STORIA DI HOGWARTS” per ora ne ho trovata solo una copia
e te l’ ho mandata. Ron voleva impedirmelo, dicendo che non era affatto
un regalo bello da ricevere! Sono sicura che tu non la pensi allo stesso modo!
E comunque, vedrà quando lo regalerò anche a lui!( non glielo
dire però!) Spero di vederti presto, tanto da quanto ne sappiamo il
momento si avvicina… buon compleanno tua Hermione p.s. ti fa gli auguri
anche Ron che come al solito fa le cose a metà e nel suo pacco non ti ha
mandato nessun biglietto: AH; AH ;AH! Non è vero che faccio le cose a
metà! Meno mele che ci sei te che sei perfetta! Comunque: buon
compleanno Harry, e ti prego muoviti a venirmi a salvare da questa belva! Non
lo ascoltare! Lo tratto benissimo! Più più sono io che presto
avrò un esaurimento nervo Ti lascio ora! Ciao HERMIONE E RON Harry
scosse la testa mettendo il biglietto da parte: di certo Ron aveva capito molto
più di Hermione. Passò al secondo pacco: era di Hagrid a
giudicare dallo scarabocchio sul biglietto. Harry lo aprì: conteneva un
insieme di piume e pergamene con un diario di pelle di drago. Il ragazzo si
dedicò all’altra busta: sul davanti era impresso il simbolo di
Hogwarts; la aprì: c’era una lettera che lo informava come sempre
dell’inizio della scuola il 1 settembre. Vi era un altro foglio: Harry lo
lesse velocemente mentre mangiava una fetta di dolce: caro signor Potter, la
informiamo che ha ottenuto ottimi voti nei gufi Harry sorrise soddisfatto: era
riuscito ad arrivare dove voleva e ora doveva impegnarsi per diventare Auror.
Poi, un’ombra scura s’impossessò di lui: doveva continuare
Pozioni! Sbadigliò: era molto tardi e lui era esausto. Si sdraiò
sul letto e si addormentò velocemente. La mattina dopo si alzò
verso le 9. Fece colazione con Dudley, il quale lo guardava sospettoso.
Passò il resto della giornata in camera, quando all’undici
suonò il campanello - Dudley, vai tu per piacere?- - No, mamma, sto
guardando bimbumbam! Mandaci Harry!- -HAI SENTITO RAGAZZO? MUOVITI!- Harry
andò rassegnato – vado,vado, non c’è bisogno che
urli!- Aprì la porta e si trovò di fronte a due anziani vestiti
elegantemente. Sorridevano e gli occhi di lui erano di un acceso verde
brillante! - buongiorno figliolo!- gracchiò la signora. -‘Giorno!
Volete accomodarvi?- chiese educato Harry. I due fecero il loro ingresso, mentre
Petunia gli andava incontro. Si fermò di colpo – No! Non
può essere!- - ciao, Petunia! Non ci saluti?- La zia si avvicinò
e si scambiarono due baci all’aria. Harry guardava la scena curioso, poi
vedendo che nessuno sembrava ricordarsi di lui, si schiarì la voce.
L’anziano si voltò – oh, sì, hai gli occhi di tua
madre… e i miei!- Harry lo fissò stupito – scusi, temo di
non capire!- La signora sorrise – oh, Harry, siamo i genitori di tua
madre! Siamo i tuoi nonni!- Harry rimase immobile: forse stava ancora dormendo!
Non era possibile! Da quanto ne sapeva i suoi nonni erano morti! Vabbè,
non è che ne sapesse tanto! - di sicuro sei un po’ spaesato!-
disse suo nonno. Harry annuì. - caro, io e tua zia dobbiamo parlare. Vai
di là- Harry ubbidì. Fu richiamato un’ora dopo e con Dudley
si sedette al tavolo per il pranzo. Suo cugino non sembrava del tutto contento
di vedere i suoi nonni. Si sedettero anche loro e Petunia. La nonna disse-
staremo qui fino a domani! Siamo venuti per festeggiare il compleanno di Harry.-
Il ragazzo la guardò: questa sì che era una novità! Ma le
sorprese non erano finite: suo nonno gli dette una busta. Harry la
guardò, poi l’aprì con mani tremanti: uscirono due
banconote da 200 euro. - G-Grazie!- di certo non poteva aspettarsi regali da mago!
Voleva dire che si sarebbe comprato qualcosa lì; e poi era stato gentile
da parte loro. Sua nonna si alzò – e di che!- disse prima di
abbracciarlo. Harry non sapeva che fare! Non era normale per lui venir
abbracciato da un adulto con affetto! In effetti, l’ultima persona che lo
aveva abbracciato era stato Sirius… mentre sentiva qualcosa crescere nel
suo stomaco, si strinse a sua nonna. Il pomeriggio i suoi nonni uscirono per
andar incontro a Vernon a lavoro e Harry si trovò nella situazione della
mattina: suonò il campanello, Dudley era davanti alla tv, Petunia in
bagno e toccò a lui andar ad aprire. Si trovò davanti ad altri
due anziani: la signora indossava un vestito, simile a quello del
signore… che strano, i babbani non si vestivano così. Li fece passare.
Come la mattina arrivò Petunia che si bloccò e come la mattina
rimase stupita; ma non li salutò come la mattina, anzi, li
aggredì – fuori da casa mia! Uscite subito!- - calma,calma!- -
Harry, vai in camera con Dudley!- - Sì, è meglio così,
tanto bisogna aspettare Vernon per parlare!- disse l’anziano. Harry
ubbidì e con Dudley andarono nella stanza di quest’ultimo. Meno
male che anche lì c’era la tv, così Harry potò
sbirciare dalla porta senza Dudley. Per molte volte andò a spiare e la
scena era sempre la stessa: L’anziano guardava fuori dalla finestra
assorto, mentre fumava una pipa: la moglie guardava incuriosita i vari oggetti
sopra i mobili. Zia Petunia stava a sedere dritta sulla sedia guardando
tutt’e due. Quando il campanello suonò, si rizzò in piedi e
corse ad aprire. Harry la vide confabulare con zio Vernon e i nonni. Lo zio si
accorse che li stava guardando e gli fece segno di andare di là con
loro. Harry ubbidì e si meravigliò quando vide gli sguardi
minacciosi che i suoi nonni lanciavano ai due signori. Per un po’
regnò il silenzio, ma poi Harry si stancò – scusate, non
per essere indiscreto, ma voi chi siete?- chiese rivolto ai due anziani. -
siamo maghi, non che i tuoi nonni paterni!- Harry si sedette su una poltrona:
fino a quella mattina di parenti aveva solo i suoi zii e ora a ogni suono di
campanello ne arrivavano altri. Automaticamente guardò la porta, come se
temesse che si aprisse, facendo entrare una decina di suoi parenti. - siete
degli impostori!- urlò una voce. Con stupore di tutti veniva dalla nonna
materna. - perché?- chiese Harry. - Perché? E colpa del loro
figlio se la nostra Lily è morta!- - Colpa di nostro figlio? Ve lo
volete mettere in testa che sono stati uccisi da un mago?- - E come si fa a
sapere? Dopo che sono morti non abbiamo voluto avere più niente a che
fare con il mondo magico!- rispose il padre di Petunia. - Nonno- intervenne
Harry incerto nel pronunciare quel nome – è vero, sono stati
uccisi da Voldemort!- I genitori di James trasalirono, ma continuarono la
litigata – giusto! E poi è scomparso grazie a Harry, ma due anni
fa è tornato!- - bugiardi!- - sentite, la storia è così, e
non pensate di essere gli unici dispiaciuti! Anche noi abbiamo perso un figlio!
E ora, se volete scusarci, bisogna andarcene! Harry, vieni!- - e dove lo
portate? Siamo venuti apposta per lui!- - mi dispiace, ma è una
questione più grande di noi! Accio baule!- il baule di Harry scese con
la gabbia di Edvige. Harry si alzò, senza aver capito molto bene cosa
succedesse. I suoi nonni materni lo abbracciarono a turno – ci dispiace
che ci siamo visti così poco!- Harry annuì. Suo nonno prese una
foto e gliela porse – tieni, è stata scattata quando avevano la
tua età.- Harry guardò l’immagine: da una parte c’era
Lily che cercava di non farsi abbracciare da James, accanto Sirius, Remus e
Peter ridevano abbracciandosi. Harry guardò i suoi nonni –
grazie!- Uscì: notò che i suoi nonni erano venuti con una
macchina volante. Salì e con loro partì. Arrivarono a Grimmul
Place. - vai, Harry, ti stanno aspettando!- - voi non venite?- - no. Abbiamo
una missione! Non ci vedremo più!- Harry li abbracciò –
stai attento, quest’anno!- disse suo nonno con tono di avvertimento. - a
proposito, ci dispiace molto per Sirius!- Harry annuì. Suo nonno gli
dette un regalo – buon compleanno!- Harry lo aprì: era una coperta
con sopra cucite molte foto della vita di suo padre, fino alla sua
nascita… notò che c’era anche la foto del funerale. - lo so
che è triste, ma ci è sembrato giusto!- Salirono in macchina.
Prima di partire, sua nonna disse – Grazie!- - perché?- chiese
Harry, stupito. - per un attimo mi hai fatto rivivere accanto a James.- Harry
sapeva che alludeva alla somiglianza, e mentre la macchina partiva, vide una
lacrima solcare il viso di sua nonna e per un attimo, avrebbe rivoluto i suoi
genitori in vita, ora più che mai.