Ciao a tutti! Sono tornata!
Volevo prima ringraziare tutti quelli che hanno
commentato i capitoli precedenti, e mi scuso per non averlo fatto prima!
LadyMusa96: Grazie mille!
Sall: Grazie davvero per i
complimenti!
Eclipsenow: Grazie, lo sai che
lo apprezzo!
Win: Non preoccuparti, prima o
poi lo farò un capitolo per te xD
Cullen_hale: Grazie!
Lulu Cullen: Tante grazie
davvero!
Detto questo… buona lettura!
Capitolo 5
Unexpected
Invitations
Non mi fermai fino a quando non raggiunsi la Torre di Corvonero.
Col fiatone risposi all’indovinello all’entrata e di corsa raggiunsi il
dormitorio e mi buttai sul letto. Perché l’avevo fatto? Perché li avevo
coperti? Quei quattro idioti avevano rovinato il banchetto di Halloween! Eppure
io avevo testimoniato a loro favore, o peggio, avevo mentito al direttore della
mia casa per scagionarli!
Forse ero davvero impazzita. Forse qualcuno aveva manomesso il mio
succo di zucca.
Ma prima che potessi darmi una vera risposta Elena entrò nel dormitorio
coi vestiti un po’ bruciacchiati, e subito si gettò sul mio letto, bloccando
ogni mia possibile via di fuga.
“Allora?” cominciò, ”dimmi subito cos’è successo! Ho sentito Vitious
dire alla Sprite qualcosa su si te, Sirius e Potter. Parla!”. Suonava quasi
come una minaccia. Sbuffai.
“Prima cosa, non eravamo solo noi, detta così è equivoca, quegli idioti
non si muovono mai separati, ricordi? Comunque non è successo nulla, ho trovato
la stanza da dov’è partito lo scherzo e loro erano là e poi Vitious è arrivato
e ce ne siamo andati”. Provai a tirarmi su ma Elena me lo impedì.
“Eh no cara, Vitious è arrivato e non ha messo in punizione nessuno?
Non ci credo! E poi” aggiunse, come ripensandoci, ”se loro erano già là sono
stati loro no? “. Sospirai.
“Si, sono stati loro ma…”chiusi gli occhi, “io li ho coperti e ce la
siamo cavata tutti”. Ecco, l’avevo detto.
Elena mi guardo con due occhi enormi per qualche secondo.
“COSAAAA?” mi spaventò così tanto che quasi caddi dal letto, “Tu li hai
coperti???? Ma.. ma… ma.. Perché?”. Bella domanda.
“Non lo so perché li ho coperti” risposi, “Vitious aveva minacciato di
espellerli e mi sembrava un po’ troppo, quindi così nessuno finisce nei guai, e
loro magari hanno imparato la lezione” conclusi. Elena Sbuffò.
“Certo, come se quei quattro potessero mai imparare qualcosa oltre ai
100 modi per far arrabbiare Gazza” disse, “Secondo me l’hai fatto perché non
volevi che Black finisse nei guai!”.
Per tutta risposta la scacciai dal mio letto, facendola quasi cadere e
mi misi sotto le coperte ancora vestita, nella speranza di farla desistere.
Naturalmente la mia tattica non funzionò perché Elena tornò subito all’attacco.
“E non volevi che finisse nei guai…” continuò “ perché ti piace! Ah!
T’ho scoperta Cassy, t’ho proprio scoperta. Lui Ti Piace”.
In risposta tentai di nuovo si scacciarla e di nuovo fallii miseramente
e Elena cominciò a saltellare per la stanza, sparando scintille con la
bacchetta.
“A Cassandra piace Sirius Blaaaack!” cantilenava. Sembrava una bambina.
Sbuffando la mandai a gambe all’aria con l’incanto Levicorpus. Ma lei
non smise di cantare, anche se dopo qualche secondo il suo viso era diventato
molto rosso e faceva quasi fatica a parlare e a respirare. La lasciai andare e
Elena cadde sul pavimento, ridendo. Venne da ridere anche a me, ma speravo la
smettesse di cantare. Era già tutto troppo imbarazzante senza che Elena lo
sbandierasse ai quattro venti.
Alla fine si sedette sul suo letto e tornò seria.
“Davvero Cassandra, ti piace?”.
Ci pensai su prima di risponderle, ma la risposta era così semplice che
era impossibile mentire.
“Sì” dissi semplicemente.
La mattina dopo non avevo idea di come quella giornata avrebbe
rivoluzionato la mia vita studentesca, ma ero sicura che qualcosa di strano
sarebbe accaduto, anche solo per il fatto che quando, scendendo nella sala
grande, vidi Sirius e i suoi amici, lui non mi salutò ma evitò addirittura di
guardarmi.
Rimasi interdetta per qualche secondo, ci rimasi anche un po’ male, ma
mi convinsi che in realtà fosse solo distratto da qualcosa e non avesse fatto
in tempo a salutarmi.
Le prime due ore quella mattina furono tra le più dure che ricordi, con
la McGranitt che ci tenne occupati fino all’ultimo secondo nella
trasfigurazione trispecie. Tra tutto l’impegno che ci occorse anche solo per
capirne il meccanismo ero riuscita a notare solo l’assenza di Sirius, Potter e
gli altri due, cosa che mi parve molto
strana.
Uscii dall’aula di trasfigurazione che avevo il cervello completamente
offuscato, fortunatamente avevamo un’ora libera prima di Incantesimi e avevo in
mente di sfruttarla per riposarmi un po’ ma, come al solito, i miei piani
saltarono.
Avevo appena deciso che sarei andata in sala comune per un ora del
nulla più assoluto quando mi sentii tirare per un braccio. Non so perché ma a
quel tocco il mio cuore perse un battito. Mi voltai e mi trovai davanti Sirius
Black leggermente spettinato e bellissimo come sempre.
“Posso parlarti un attimo?” mi chiese quasi in un sussurro.
Elena vicino a me spostava lo sguardo da me a lui e viceversa, avida di
informazioni. Presi un respiro profondo.
“Certo, dimmi”.
Sirius si guardò intorno, stavamo quasi intasando il corridoio che era
pieno di ragazzini del secondo anno che aspettavano di entrare nella classe di
Trasfigurazione. “Magari… in privato” disse.
Ecco, la mia ora di riposo totale stava per saltare, di nuovo.
“Va bene…” acconsentii. Con la cosa dell’occhio vidi Elena che si
allontanava silenziosamente, e sapevo che appena ne avesse avuto l’occasione mi
avrebbe bombardata di domande.
Scuotendo la testa rassegnata seguii Sirius nell’aula di Storia della
Magia che era completamente vuota. Con un colpo della bacchetta accese le luci
e si sedette su un banco, fissandomi pensieroso.
Cosa diavolo voleva? E cosa c’era di così importante da dovermi
incontrare da sola? Mah, non lo sapevo e non lo avrei mai immaginato.
Quando Sirius non parlò per qualche secondo mi misi anche io seduta su
un banco ed aspettai. Ma dopo qualche minuto che mi fissava capii che non
avrebbe parlato tanto facilmente.
“Ehm..” tentai, “cosa volevi dirmi?”.
Sirius si riscosse dai suoi pensieri. Scese dal banco e cominciò a
camminare avanti e indietro per l’aula. Solo dopo che ebbi finto un colpo di
tosse si voltò di nuovo verso di me e iniziò a parlare.
“Beh” cominciò, “innanzitutto volevo ringraziarti per averci coperti
ieri sera, non me l’aspettavo”. Rimasi interdetta per un attimo, mi ero quasi
dimenticata che meno di dodici ore prima avevano rischiato di essere espulsi.
“Oh… tranquillo, no problem” risposi arrossendo.
Lui rimase in silenzio per qualche altro secondo, poi continuò.
“Naturalmente anche gli altri ti ringraziano” aggiunse.
Per la prima volta notai la loro assenza. Quando mai era successo che i
malandrini si muovessero separati?
“Giusto, dove sono i tuoi compari?” chiesi, sperando di non sembrare
scortese.
Sirius sorrise. “In punizione” disse semplicemente.
Ma i conti non mi tornavano. “E perché tu non sei con loro?” magari era
una domanda un po’ troppo esplicita ma tutto ciò mi sembrava davvero strano.
“Mi hanno coperto” rispose.
“Ma… perché? Di solito non condividete anche le punizioni?”.
Sirius alzò gli occhi su di me, probabilmente stupito dalla mia
sfacciataggine e si lasciò scappare una risata.
“Si, in effetti è vero, ma.. dovevo venire a parlare con te no?” lo
disse come se fosse ovvio e io fossi l’unica che non l’avesse capito.
“Oh.. beh grazie, ma non era necessario che venissi a ringraziarmi
proprio oggi..” in realtà non era necessario che mi ringraziasse in generale,
ma non riuscii ad aggiungere altro perché la sua espressione era cambiata,
all’improvviso sembrava concentratissimo.
Aspettai che aggiungesse qualcosa, ma sembrava perso nei propri
pensieri e non in grado di sostenere una conversazione.
“Beh… se hai finito… io vado ok?” mormorai scendendo dal banco e
dirigendomi verso la porta dell’aula.
“No!” disse prendendomi la mano per impedirmi di uscire.
Quando ci accorgemmo di quel contatto arrossimmo entrambi e facemmo un
passo indietro, imbarazzati.
“Per favore” disse, “non uscire, devo dirti un’altra cosa”.
Incuriosita e ancora imbarazzata mi misi di nuovo a sedere sul banco, e
attesi.
Ma Sirius fissava un punto appena sopra la mia testa e non parlava.
Dopo qualche altro minuto di silenzio imbarazzante, sbuffai
spazientita. Se proprio era così importante ciò che doveva dirmi, perché non lo
diceva e basta? Non mi sembrava così difficile.
Quando però feci per scendere dal banco Sirius parlò, gli occhi
incollati ai miei.
“Sai..” disse, “non pensavo che fosse così difficile chiederti di venire
con me a Hogsmade..”.
Mi bloccai. Non potevo aver capito bene. Non riuscivo a distogliere lo
sguardo da quegli occhi..
“Scusa?” riuscii a dire, arrossendo ancora di più.
“Si” rispose, più deciso, facendo un passo avanti, “vuoi venire con me
a Hogsmade domani?”.
Nel mio stomaco parevano essersi appena svegliate dozzine e dozzine di
farfalle dai mille colori.
C’erano un sacco di ragioni per dire di no. Non lo conoscevo, poteva
essere anche uno scherzo no? E poi i suoi amici cosa avrebbero fatto? Ci avrebbero
seguiti?. E poi perché mi invitava? Non aveva sempre una fila di ragazzine
dietro di lui?
Ma nonostante tutti questi punti negativi e ignoti, sapevo che non
sarei riuscita a rifiutare.
Dopo qualche secondo, semplicemente annuii e Sirius mi rivolse un
sorriso luminoso.
Writer’s Corner:
Allora che ne dite? Vi è
piaciuto fatemi sapere.
Prossimo capitolo:
Hogsmade.
SereILU