Prima di leggere:
Un giorno come tanti, alla radio passò una canzone, una
SPLENDIDA canzone (che potete ascoltare qui : http://www.youtube.com/watch?v=wU5ScW-02b4
) che ha praticamente gridato ‘BELLDOM ‘ nella mia testa fin dal primo ascolto.
In genere non mi appassiono così tanto a canzoni italiane
(vabbè, a parte Morgan!) , ma questa sembra sia stata scritta apposta per quei
due, basta solo girarla tutta al maschile, licenza che mi sono spudoratamente
concessa!
E’ questa canzone che mi ha praticamente imposto di scrivere
questa storia.. so che ho altre FF da proseguire, senza contare le varie one
shot (e forse qualcosa di più lungo.. anche se è troppo azzardato , credo!)
sempre su questi due , che mi affollano la mente negli ultimi tempi e prima o
poi vedranno la luce, ma ogni volta che passava questa canzone mi convincevo
sempre più che dovesse aver la precedenza, quindi eccola qui.
Vi avviso, non è affatto il genere a cui sono abituata di
solito, ma ci ho voluto provare.
E credo sia la cosa più seria che abbia mai scritto finora,
forse perché ci credo fortemente.
THIS TIME
WE’LL GET IT, GET IT RIGHT
Ambientazione: Estate/Autunno
2010
Pairing : Matthew e Dominic
Narrazione: POV (Point Of View , il che è una novità per
me)… ma non vi dico di chi! ;P
Discliamer: Matthew e Dominic non sono miei, niente di quello che è scritto
è vero… anche se sarebbe bello che lo fosse! Non ci ricavo niente di niente, se
non la soddisfazione di averla scritta.
Il titolo è preso dalle lyrics di ‘Exogenesis: Symphony Part
3: (Redemption) ‘ … che è palesemente una canzone BellDom!
E nella fic è presente il testo della canzone incriminante :
‘Son già solo ‘ dei Modà.
Riassunto: Mi prende,
mi lascia. Mi cerca, mi evita. Mi desidera, mi rifugge. E’ ora che tutto questo
finisca… o che cominci per davvero.
Innamorarsi di un uomo, vale a dire di qualcuno del tuo
stesso sesso, è oltremodo scioccante.
Innamorarsi di un collega è a dir poco disastroso. Ci sarà
pur un motivo se consigliano sempre di tener separata la sfera professionale da
quella privata.
Innamorarsi del proprio migliore amico è in assoluto la cosa
peggiore che ti possa capitare … e allo stesso tempo la migliore.
Bene. Io faccio tutte queste tre cose contemporaneamente.
E nessuno si azzardi a dirmi che è sbagliato.
Non proprio adesso che lui, questa creatura divina che viola
impunemente tutti e tre quei tabù, è sopra di me, con le sue mani dentro ai
miei pantaloni, e mi sta portando in Paradiso.
Nessuno sa farlo come lui.
“Più veloce!” ansimo, sapendo di non poter più resistere
oltre.
Lui mi compiace e poco dopo reclino la testa all’indietro,
mugolo il suo nome in un soffio ed esplodo di piacere, mentre lui prende tutto
quello che ho da dargli.
L’ha sempre fatto, del resto.
Quando la sua bocca esperta prende parte a quel gioco mi
spedisce un’altra volta in orbita.
La stanza della suite è illuminata solo dalla fioca luce di
una candela che sta per esaurirsi.
Meglio. A lui è sempre piaciuto farlo al buio.
Troppa luce non ti piace
Godi meglio a farlo al buio sottovoce
Graffiando la mia pelle
E mordendomi le labbra fino a farmi male, bene
Senza farmi capire
Se per te è più sesso o amore
Sorride, soddisfatto della sua opera, mi bacia, facendomi
assaggiare il mio stesso sapore, poi il bacio diventa più violento, mi incide
il labbro inferiore coi suoi denti, mentre le sue unghie percorrono con lunghi
graffi decisi le mie spalle, la mia schiena, le mie braccia.
Ma quando è lui a infliggermelo, anche il dolore diventa un
indescrivibile piacere.
“Girati.” mi sussurra all’orecchio.
Lo faccio, ma non prima di avergli strappato un altro bacio
ardente che assomiglia più a una lotta per la supremazia.
Mi sdraio a pancia in sotto, lui si sbarazza del resto dei
miei indumenti e dei suoi.
Sale a cavalcioni su di me e con una maestria che non può
che progressivamente migliorare mi prepara ad accoglierlo in me.
Ma per me è già sufficiente anche solo il suo caldo respiro
sul mio collo a rendermi pronto per lui.
E quando entra in me, quando diventiamo una cosa sola, mi
riempie.
In ogni senso.
Mi godo questi preziosi attimi di felicità, attimi che hanno
un prezzo alto perché li pagherò con una sofferenza che durerà settimane, forse
anche mesi.
Si separa da me, mi fa voltare nuovamente e mi tira a sé,
ansimando pesantemente.
“Io… “
Non finisce la frase, semplicemente schianta le sue labbra
contro le mie.
E’ solo sesso per lui quello che facciamo, quello che
andiamo avanti a fare da * anni * ?
No, non credo, non può essere solo sesso.
Lui a parole può mentirmi quanto vuole, ma i suoi occhi non
sanno fingere e io nei suoi occhi,
mutevoli come il suo umore, ci leggo
chiaramente amore, è lo stesso che c’è nei miei.
E’ un amore difficile, combattuto, messo alla prova in mille
modi, è un amore disperato, ma è comunque amore.
Mentre mi bacia, non posso evitare che una lacrima mi scenda
dagli occhi, solcandomi il viso.
Perché so già di cos’è il preludio questo bacio.
“Sarà meglio che vada ora!” esclama lui e il suo tono s’è
già fatto più freddo.
Poi fuggi, ti vesti, mi confondi
Non sai dirmi quando torni
E piangi, non rispondi, sparisci
E ogni quattro mesi torni
Sei pazzo di me, come io lo son di te
“Perché?” gli chiedo, mentre si
riveste e io faccio altrettanto.
“Lo sai perché. “ risponde lui,
infilandosi la giacca.
“No, che non lo so! Sono anni che
me lo chiedo e tutte le volte mi dico che sarà l’ultima volta, che non ti farò
più riavvicinare, ma poi ci ricasco sempre, perché non ti so resistere, come tu
non sai resistere a me, quindi perché continuare a resisterci?” replico io.
“Perché sarebbe troppo
complicato… “ mormora lui, così a bassa voce che a malapena riesco a sentirlo.
“Perché? Così non è complicato?”
ribatto, mentre sento i miei occhi inumidirsi.
“Io, io non ti voglio far del
male!” afferma lui, affrontando il mio sguardo e anche i suoi occhi sono
lucidi.
“Ma tu me ne stai già facendo di
male. Cosa sono io per te? Il tuo giocattolo preferito? Il tuo trastullo
personale? Un diversivo con cui intervallare le groupie o qualsiasi altra
persona che ti porti a letto?” gli urlo, piangendo.
Lui mi guarda con un’espressione
ferita.
“Non sei niente di tutto questo.
E lo sai bene!” mi assicura, in lacrime.
“E comunque devo andare!” mi
avverte, prima di aprire la porta e sparire dalla mia vista.
Perché fugge? Se solo lo sapessi! Non è la paura che si
venga a sapere e ci sbattino su ogni tipo di giornale scandalistico. No, a lui
dell’opinione pubblica non gliene mai importato niente, quello che se ne preoccupa
semmai sono io, ma so che saprei affrontarlo, se solo lui lo volesse. Il
problema è che io non ho ancora capito che diavolo voglia lui.
Rimango a fissare quella porta
chiusa, il caldo di questa serata qui a Madrid, dove stasera abbiamo suonato, è
in netta contrapposizione al freddo che ora ho nel cuore.
Se solo volessi andare da lui,
basterebbe solo attraversare il corridoio e andare nella sua stanza.
Non è una distanza fisica quella
che ci separa, è molto peggio, è una distanza psichica, un muro invisibile che
ora abbiamo di nuovo innalzato fra noi.
E quand’è così, poco importano
tutti i giorni che ci vediamo per i concerti, le interviste, i servizi
fotografici e ogni genere di impegni che ci sia nella nostra agenda.
Durante quei momenti siamo bravissimi
a fingere di essere amiconi inseparabili, come sempre.
Perfino Chris non si è mai
accorto di nulla.
Ma finita la recita, quando
smettiamo di essere i Muse e torniamo semplicemente ad essere Matthew e
Dominic, non c’è una parola, un sorriso, un solo gesto di intesa fra noi.
Finché è sufficiente che uno solo
dei due ceda e le nostre barriere crollano nuovamente.
Resisti, non mi stanchi
M conservi sempre dentro ai tuoi ricordi
E poi brilli, non ti spegni
Ci graffiamo per non far guarire i segni
E sei pioggia fredda
Sei come un temporale di emozioni che poi
quando passa
Lampo, tuono, è passato così poco e son già
solo
Ecco la storia della mia vita.
Dovrei odiarlo per quello che mi fa, per come mi fa sentire,
ma non ci riesco.
Perché quei momenti che passiamo assieme, dove non esistiamo
che noi due, dove trovo conferma che il mio sentimento è ricambiato, mi danno
la forza di resistere e continuare ad aspettarlo.
E per uno come lui, vale la pena aspettare anche una vita.
Era già nei miei pensieri quando uscivo con le prime
ragazze, poi quando il successo ha bussato alla nostra porta i pensieri sono
diventati un’appassionata realtà, una realtà che non si è mai fermata davanti a
nulla.
Nemmeno quando stavamo con Gaia e Jessica, le nostre due
storie più importanti.
Nemmeno quello ha saputo tenerci lontano l’uno dall’altro.
I tour poi sono una tentazione troppo forte.
Mi guardo allo specchio e vedo ancora i segni dei suoi
graffi, le labbra gonfie e un po’ livide.
Sono gli stessi segni che ho lasciato anche a lui.
Non devo nemmeno preoccuparmi che qualcuno mi possa vedere
in questo stato, non ho nessuno da cui tornare e entro domani saranno spariti
tutti i segni.
Tuttavia, finirò per impazzire se vado avanti così.
Soprattutto ora che non c’è più Gaia, da mesi che mi
sembrano lunghi come anni, mi sento solo.
E odio sentirmi solo, non so se potrò resistere fino a
quando tornerà lui.
Perché so che tornerà.
Tornerai, tornerai
Altroché se tornerai
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Più di tre mesi.
Non eravamo mai stati così lontani per così tanto tempo.
Intendo sempre quel genere di distanza, per il resto abbiamo
fatto concerti su concerti.
Pensavo che tornare in Inghilterra, respirare l’aria di casa,
ci avrebbe riavvicinato, invece neanche il successo bissato allo stadio del
Wembley è servito a qualcosa.
Che sia davvero finita fra noi?
Certo, la mia storia con Kate e lei che mi è stata appresso
per mezzo tour estivo non è stato d’aiuto.
Ma l’ho detto, odio rimanere solo, non sono fatto per
rimanere solo a lungo.
Ho bisogno di sentire che appartengo a qualcuno, anche se si
tratta di un’illusione, una bugia che racconto a me stesso perché la verità è
troppo dura da accettare.
Per questo ho dichiarato ai giornali quello che ho dichiarato,
mi sono fatto fotografare con lei e tutto quanto.
La verità è che io non la amo, semplicemente mi fa comodo
stare con lei.
E se appaio felice è perché a furia di frequentare
un’attrice probabilmente devo essere diventato bravo anch’io a recitare.
Del resto, lo so, nemmeno lei mi ama, per lei è un’ottima
occasione per farsi pubblicità e far parlare di sé.
Meglio così, sarebbe peggio se fossero coinvolti dei reali
sentimenti.
Probabilmente mi sono messo con lei perché cercavo una
sostituta di Gaia. Gaia. A volte mi manca così tanto la mia piccola
strizzacervelli…
Di certo, non ho cercato Kate come sostituta per Dom. No.
Lui non può avere sostituti.
Ad ogni modo, sono felice che almeno in questo tour Kate non
mi seguirà.
Di questo ringrazio i suoi impegni di lavoro.
“Come va, nervoso?” mi domanda Dom, mettendomi una mano
sulla spalla.
Forse è il gesto più intimo che c’è stato fra di noi da
quella sera.
“Un po’ . Sai com’è, gli States mi mettono sempre in
agitazione!” mi giustifico io, mentre mi aggiusto meglio sulle spalle la mia giacca
azzurra coi glitter.
Tra poco andiamo in scena e questo concerto a San Diego è il
primo che inaugura il tour americano.
“Andrà tutto bene!” mi sorride lui, allontanandosi.
E’ un sorriso cordiale, di quelli che ti scaldano il cuore.
Non mi sorrideva così da mesi.
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Dominic aveva ragione, il concerto è andato a gonfie vele,
la folla era in delirio, il pubblico ci ha davvero inondato di affetto ed
energia.
Siamo carichi a mille, ragione per cui Chris, Dom e io
troviamo sia doveroso andare a festeggiare.
Al locale, così come
è accaduto durante il concerto, tra me e Dom riprende quel gioco di sguardi e
quella complicità che mi sono mancati come l’aria.
Le barriere sono di nuovo cadute e stanotte succederà
qualcosa. Lo sento.
E’ per questo che non mi stupisco più di tanto, quando qualche
ora dopo me lo ritrovo davanti alla porta della mia stanza, con una chiara
supplica nei suoi occhi, quella di perdonarlo.
Vuoi il mio perdono? Bene, te lo dovrai guadagnare.
Ma stavolta non ti lascio
Ti tengo stretto sul mio petto
Poi ti bacio, poi ti graffio
Poi ti dico che ti amo e ti proteggo
“Cosa vuoi?” gli chiedo ma è la domanda più retorica che
potessi mai fargli.
Per tutta risposta, lui mi butta le braccia al collo e mi
bacia.
Ma è un bacio che interrompo subito.
“No! Smettila! Credi che basti un bacio a risolvere tutto?” sbotto
io.
“Lo so, hai ragione, sono stato un idiota, uno stronzo, il
peggiore dei bastardi. E sono un egoista, perché non ho il diritto di
presentarmi qui dopo che ti sei rifatto una vita, ma la verità… è che mi manchi
troppo. Ho resistito per tutti questi mesi, ma ora è più forte di me, devo
tenerti nuovamente fra le mie braccia, devo sentire la tua bocca sulla mia, i
nostri corpi strusciarsi l’uno contro l’altro… “ mi confessa lui, con
un’espressione a metà tra il risoluto e lo spaventato.
Sentendo quelle parole un lungo brivido di piacere mi
percorre la schiena, ma devo resistere, non posso lasciargli credere che può
avermi ogni volta che desidera.
“E dopo che succede?” lo metto alle strette io.
“Cosa?” mi guarda confuso lui.
“Se ora cedo, se ci facciamo travolgere dai nostri istinti
animaleschi, cosa succederà dopo? Tu comincerai a dire che è stato un errore,
fuggirai e ci troveremo di nuovo al punto di partenza, non è così? Beh, sappi
che sono fottutamente stanco di fare giri su questa stessa dannata
giostra!” gli urlo.
“Non fuggirò.” esclama lui e non credo di averlo mai visto
così serio in volto.
Io lo fisso incredulo.
“Matthew, tu non sai cosa sono stati questi mesi per me. Da quella sera non sono più stato a letto con
nessuno, nessuno, hai capito? Vuoi sapere da cosa continuavo a fuggire? Da me,
da te, da noi. Dalla forza del legame che ci unisce, qualcosa che è più potente
dell’amicizia e dell’amore messi insieme. Quello che c’è tra noi va oltre tutto
questo. E ora ho capito che è tanto stupido quanto impossibile fuggirne. E’
questo che mi spaventa a morte!” mi confessa.
La felicità che provo nel sentirgli dire tutto questo è
impossibile da descrivere.
“Perché? Credi che io non ne sia terrorizzato quanto te?”
sussurro, avanzando di un passo verso lui.
“Citando proprio una delle
nostre canzoni, ‘It could be wrong, it could be wrong ‘ … “
mormora lui, avanzando verso di me, finché le distanze si annullano e il suo
respiro si confonde con il mio.
“But it * will * be right!” modifico di proposito il testo,
sorridendogli e stringendolo stretto al mio petto, prima di baciarlo.
Dio, quanto mi è mancato baciarlo!
I baci proseguono, la passione torna ad incendiarci e in
breve finiamo sul mio letto, a torso nudo e ansimanti.
Lo graffio, così come siamo abituati, marco di nuovo quel
territorio che in fondo appartiene solo a me, in qualche modo lo punisco anche,
per questi orribili, orribili mesi che mi ha fatto passare.
Al diavolo Kate, al diavolo tutto, ora ho di nuovo lui. E
stavolta facciamo sul serio.
“Ti amo, Dominic!” mormoro contro la sua bocca, affondando
le mani fra i suoi capelli e ponendomi a cavalcioni su di lui.
E poi ti voglio e poi ti prendo
Poi ti sento che impazzisci se ti parlo
Sottovoce, senza luce
Perché solo io lo so come ti piace
E ora dimmi che mi ami
E che stavolta no, non durerà solo fino a
domani
Resta qui con me perché son pazzo di te
Ma prima di continuare a fare qualsiasi cosa, mi
allungo per premere l’interruttore e
spegnere la luce.
Con un mugolio lui mi fa capire quanto approva quella
decisione.
Torno ad occuparmi di lui, seguendo anche al buio più
completo ogni tratto del suo corpo che ormai conosco a memoria e che, no, non
riuscirà mai a stancarmi.
“Mi sei mancato. “ bisbiglio al suo orecchio ,
mordicchiandogli il lobo.
So quanto gli piace, posso sentirlo, la mia voce ha come un
effetto afrodisiaco su di lui.
“E ora mi riprenderò quello che mi spetta di diritto.” proseguo,
slacciandogli la cintura, sfilandola dai passanti e abbassando la zip per
liberarlo dalla prigionia di quei suoi attillatissimi pantaloni rosa shocking,
che, per la cronaca, adoro.
Mi sbarazzo anche dei suoi boxer e mi preparo a coglierne
tutti i possibili vantaggi, facendolo impazzire.
“Oddio, Matt, nessuno sa farlo come te!” ansima lui, prima
di raggiungere l’apice e io non mi muovo certo di lì.
Torniamo a baciarci, stavolta è lui a percorrermi il petto
con graffi e morsi, ma a me piace, è il suo modo di darmi il bentornato.
“Ti amo, Matthew. Credo di averti sempre amato. “ mormora
prima di darmi il bacio più dolce che abbia mai ricevuto.
Ci guardiamo, il desiderio nei nostri occhi è incontenibile.
Mi aiuta a liberarmi dei pochi indumenti che ancora indosso
e mi ripaga di tutte le attenzioni ricevute.
E poi ci doniamo nuovamente l’uno all’altro, in una fusione
di corpi, cuori e anime.
Rimaniamo distesi sul letto, esausti ma soddisfatti, guardandoci
negli occhi.
“Rimani stanotte, vero?” chiedo un’ulteriore conferma.
“Anche a costo che Chris domani venga a svegliarti e ci
trovi a letto insieme. Almeno ci risparmiamo la fatica di dargli la news!”
ridacchia lui, ma poi si fa più serio.
“Matt, ma come la metti con Kate, con i fans, con i… “
Io gli poso un dito sulla bocca, per interromperlo.
“Shh, poi penseremo a tutto, ora dormi!” esclamo io,
dandogli un piccolo bacio all’angolo della bocca, prima di posare la mia testa
sul suo petto.
Lo sento accarezzarmi i capelli, prima che col braccio scenda
a cingermi la vita.
“’Notte, Bells!” mugola.
“’Notte, Dom!” rispondo io, con gli occhi già chiusi.
Sarà il più sereno dei miei sonni, perché ora lo so:
stavolta faremo andare le cose nel verso giusto.
THE END
Che dire? Nelle FF di solito è Matt il fuggitivo, quello che
ha paura… per una volta ho voluto cambiare le cose.. insomma, è una mia difesa
personale nei suoi confronti! ;)
E all’inizio volevo fermarla solo a metà (per capirci, la
notte a Madrid) … ma è più forte di me, senza lieto fine non vivo!
Spero non vi sia dispiaciuto, ma accetto qualunque genere di
critica.
Ora sì che posso tornare al… mio genere! ;)