Era comodamente seduto sul lettino nel
bel mezzo della spiaggia affollata, tentando di prendere sole
nonostante fosse già bello che abbronzato. Quell'anno gli zii erano
stati clementi (per quanto il loro cervello da babbani
sottosviluppati potesse permettergli) e gli avevano concesso di
seguirli nella vacanza al mare, a patto che tutte le sue spese se le
fosse pagato da solo: non potè non accettare. Nonostante odiasse gli
zii, voleva vedere per una volta il mare, la spiaggia, gli ombrelloni
che aveva tante volte visto nella cartoline che Hermione e Ron gli
spedivano.
Così, dopo essere passato a Diagon
Alley per convertire un'abbondante quantità di Galeoni in sterline,
da Madama McClan per degli abiti e dei costumi decenti che non gli
cadessero perchè troppo larghi e dai gemelli per farsi dare una
quantità esorbitante della loro nuova invenzione che si erano fatti
appunto commissionare da Harry, partirono.
Quanto tempo era passato? Due ore?
Harry ingerì una caramella dei gemelli che gli permetteva di non
mostrare il suo vero aspetto. Gli zii erano stati un po' contrari
perchè non volevano avere a che fare con roba magica durante le loro
vacanze ma Harry li aveva facilmente convinti che non era il caso di
girare con Harry Potter, Salvatore del Mondo Magico, ne andava della
loro vita. E così avevano acconsentito.
-Ragazzo- Harry si risvegliò dal
leggero sonno che lo aveva colto.
-Si, zio?-
-Ti ho detto di andarmi a comprare il
giornale-
Harry si alzò dallo sdraio, un po'
stizzito per il tono di voce dello zio, ma internamente contento di
potersi fare un giro solo soletto.
-Che giornale vuoi?-
-Quello dello sport. Muoviti.-
Ovviamente avrebbe dovuto pagare lui.
Se ne andò per il lungo mare verso un
edicola che aveva visto la sera prima, dieci minuti al massimo.
Quando fu lontano e sicuro che i suoi adorati parenti non riuscissero
più a vederlo, estrasse dal marsupio un pacchetto di sigarette. Si
fermò per accenderne una quando un altra persona gli finì addosso.
-Oh mio dio, scusa, non volevo- fece
l'altro.
-Non fa niente- rispose Harry -è
colpa mia che mi sono fermato improvvisamente-
Si guardarono negli occhi per un
istante, ma Harry rimase incantato da quegli occhi.
-Scusa, non è che me ne offriresti
una?- Fece il ragazzo occheggiando al pacchetto che Harry teneva
ancora in mano.
-Oh certo- rispose Harry sorridendogli.
-Allora, tu di dove sei?-
Sentiva di potersi fidare di quel
ragazzo.
-Vivo a Londra con i miei zii materni-
-Perchè i tuoi genitori sono sempre in
giro per lavoro?-
-No, in realtà sono morti..in un
incidente d'auto, e i miei zii mi odiano, è un miracolo che mi
abbiano portato in vacanza con loro. E tu, dove abiti?-
-Anche io abito a Londra. O meglio,
abitavo. Mio padre è in prigione e mia madre è fuori di se dalla
disperazione. La realtà è che sono fuggito di casa.-
-Cavolo. La tua situazione familiare
sembra peggio della mia!-
-Un po' lo è. Ma almeno i miei
genitori sono vivi.-
-Ma perchè tuo padre è in prigione?-
-Ha ucciso delle persone per degli
ideali sbagliati. Se lo merita. Ha passato tutta la mia infanzia e
l'adolescenza ad insegnarmi che dovevo disprezzare le persone
"diverse". Fa parte di una specie di setta, lui e la mamma
volevano che vi entrassi a fare parte anche io, ma per fortuna la
polizia lo ha catturato prima che ci riuscisse.-
-Cavolo, ma quello non è un padre!-
un mostro! Se il mio fosse stato come il tuo, ringrazio dio di non
avere genitori!!-
Avevano preso un frullato e si erano
seduti ad un tavolino nel bar sulla spiaggia.
-Allora, da quanto sei un fuggitivo?-
-Da circa un mese ormai. Per fortuna la
mia famiglia era ricca, quindi prima di scappare sono riuscito a
recuperare un bel po' di soldi ed adesso vivo in un albergo sul lungo
mare.-
-Mi chiedo come mai non abbia sentito
della tua scomparsa sui giornali di Londra.-
L'altro ragazzo ebbe un fremito, ma
Harry non se ne accorse.
-Ecco, non so. Forse mia madre, in
preda all'alcool non se ne è ancora accorta- e fece una risatina
seguito a ruota da Harry.
-Oh m io dio. Ma è tardissimo. Lo zio
mi aveva mandato veloce a prendere il giornale ed è passata più di
un ora! Sarà arrabbiatissimo!- Pagò il conto di fretta e chiese
indicazioni per l'edicola più vicina. Poi tornò verso il tavolo e
vide che l'altro ragazzo stava già uscendo dal bar.
-Ehi aspetta.- Gli urlò correndogli
dietro. -Ti rivedrò?-
-Grand Palace Hotel.- fece -Drake
Miller!-
-Harry- rispose, ma quello se ne era
già andato.
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