Messaggio dell’autrice:
Questa è la fedele trascrizione di un sogno che ho fatto
qualche sera fa e che Rei Hino e MkBDiapason conosco bene XDDD
C’è ben poco da dire oltre a questo, a parte il
fatto che è altamente demenziale… però
mi sono svegliata con i lacrimoni agli occhi dal ridere. E ho pensato
che forse avrebbe potuto divertire anche voi! (a parte la
paradossalità, ma dopotutto credo che sia bello proprio per
quella ;D)
Vi lascio alla lettura! *3*
“Azzuffarsi con i membri dell’equipaggio klingoniano
non è stata un’azione per niente logica”
ribadì Spock prendendo posto a uno dei tavoli ancora liberi
della sala mensa.
McCoy e Kirk lo imitarono.
“Io invece dico che quando ci vuole, ci vuole”
replicò il medico con decisione. “Erano stati loro
ad incominciare provocando Chekov e Scotty. Se la sono
cercata.”
“Lei sbaglia, dottore. La violenza non è mai la
soluzione giusta, perché ha il solo risultato di generare
altra inutile violenza. Bisogna sempre agire con diplomazia.”
McCoy si preparò a ribattere, ma Kirk lo zittì
con un gesto brusco della mano. Un fastidioso clamore si fece sempre
più vicino, tanto che ben presto divenne possibile percepire
chiaramente le parole di un acceso battibecco che stava avendo luogo in
corridoio.
“Signora, glielo ripeto ancora una volta: lei non
può-”
“ME NE STRAFREGO DI QUELLO CHE POSSO O NON POSSO
FARE!” ruggì un’agitata voce femminile.
“Ma che cosa diavolo…” iniziò
Kirk alzandosi.
D’improvviso, McCoy sputò il sorso di bevanda che
aveva in bocca e si ficcò sotto il tavolo imprecando.
Spock osservò la scena sollevando il solito sopracciglio.
“B-Bones…?” chiese il capitano allibito.
“È lei, è lei, Dio mio, è
davvero lei…” sussurrò McCoy sconcertato. “Non è possibile…
DANNAZIONE!”
“Lei chi?” si informò il capitano
chinandosi per poter guardare in faccia il medico rannicchiato sotto il
tavolo.
“Quella pazza della mia ex-moglie!”
gemette McCoy trattenendo il fiato e premendosi immediatamente le mani
sulla bocca per non tradire la propria presenza.
“La tua…?”
La porta scorrevole della sala mensa si aprì di botto e una
donna dallo sguardo fiammeggiante fece il suo ingresso con passo
deciso. Ignorando il povero Scott che tentava in tutti i modi di farla
ragionare, la mora si guardò intorno con una famelica aria
da predatrice. Quando i suoi occhi chiari si furono posati sul giovane
capitano, le sue narici fremettero e la donna si avviò a
grandi falcate verso il tavolo degli ufficiali.
“Lei deve essere il capitano Kirk”
esordì con voce secca e decisa.
“Mi scusi, capitano” boccheggiò Scott
appena dietro di lei. “Non siamo riusciti a
fermarla.”
“Va tutto bene, Scotty.” Il capitano rivolse alla
donna infuriata uno sguardo glaciale. “Lei ha per caso un
permesso speciale per salire a bordo?”
“No” rispose lei seccamente. “Ma mi sono
fatta quattro giorni di viaggio per raggiungervi e non ho certo
intenzione di sbarcare proprio ora. Dov’è
McCoy?” chiese poi sgarbatamente.
“Non le permetto di parlarmi con questo tono,
signora.”
“Dov’è quel lurido bastardo?”
ripeté lei a denti stretti ignorando deliberatamente il
capitano.
“Scott, chiama la sicurezza. Signora, devo chiederle di
accomodarsi fuori e attendere l’arrivo dei miei uomini al
fine di-”
“Quel vassoio è lì per grazia
ricevuta?” lo interruppe la donna con sarcasmo accennando al
posto che pochi attimi prima era stato occupato da McCoy. Senza
aggiungere altro la mora girò attorno al tavolo, si
chinò leggermente e tirò fuori McCoy di peso dal
suo nascondiglio.
“Ciao, Leonard” lo salutò freddamente.
“Jocelyn!” esclamò lui paonazzo in volto.
“M-ma che bella sorpresa…”
“Sì, vero?” chiese lei con voce
strafottente. Con un sibilo, afferrò la maglia di McCoy e
mandò il medico a sbattere contro la parete della stanza.
“Tu…” incominciò
avvicinandosi minacciosamente.
Spock si frappose immediatamente tra la donna e il medico.
“Arresti immediatamente la sua azione, altrimenti
sarò costretto ad arrestarla.”
“E lei chi cavolo sarebbe?” chiese lei incrociando
le braccia con aria stizzita.
“Lui è Spock…”
tentò timidamente di rispondere McCoy.
“Chiudi il becco tu, non sei stato interpellato”
sbottò la donna. McCoy ammutolì
all’istante e si fissò la punta delle scarpe.
“Lui è il mio Primo Ufficiale”
spiegò Kirk affiancandosi a Spock e fronteggiando a sua
volta la donna. “E la avviso che sto per perdere la mia
proverbiale pazienza. La invito per l’ultima volta a
ritornare nell’hangar, prendere la sua navicella o qualsiasi
altro mezzo lei abbia usato per venire fin qui e sbarcare
immediatamente.”
“Non prima di avere ottenuto giustizia”
ribatté lei in tono risoluto.
“Giustizia?” ripeté Spock sollevando un
sopracciglio. “Potrebbe spiegarsi meglio?”
“Ah, non glielo hai detto ai tuoi
amici…” sbuffò la donna guardando McCoy
in cagnesco. “Ovviamente. Vedete, signori, questo avanzo di
uomo che voi vi affannate tanto a difendere mi ha letteralmente e
deliberatamente distrutto la casa.”
Kirk sbatté le palpebre un paio di volte. Guardò
Spock con la coda dell’occhio, giusto per essere sicuro di
non avere capito male. Il vulcaniano sembrava confuso almeno quanto lui.
“Il dottor McCoy le ha… distrutto la casa?”
ripeté il capitano con lentezza. “E come avrebbe
fatto, di grazia?”
“Me l’ha volutamente riempita da cima a fondo con
quegli schifosissimi animaletti ronzanti!” esclamò
la donna additando furiosa il medico.
“Animaletti…? Un momento” la interruppe
Kirk inorridendo. “Non si starà riferendo ai
tribbles, vero?”
“Ma sì, quegli affari tondi e mollicci che
lasciano peli dappertutto e si riproducono più velocemente
di un branco di conigli in calore” sbottò la donna
mettendosi le mani sui fianchi. “Sono assolutamente certa che
siano stati inviati da questa nave. Una mia conoscente lavora
all’Ufficio Teletrasporto e ho controllato di
persona.”
Spock e Kirk si voltarono contemporaneamente verso McCoy.
“È vero?” domandò il capitano
incredulo.
“Ovviamente no!” esclamò il medico
offeso. “Non vorrai dare corda a questa vecchia gallina
pazza, spero!”
Gli occhi della donna si ridussero a due sottilissime fessure mentre un
potente manrovescio partiva in direzione di McCoy. Spock la
fermò giusto in tempo.
“Scotty?” chiese allora il capitano passando
all’ingegnere.
Improvvisamente tratto in causa, Scott guardò
alternativamente Kirk, il medico disperato e l’espressione
omicida dipinta sul volto tirato della donna.
“Allora?” lo incalzò Kirk.
“Ehm… certo che no, capitano”
balbettò l’ingegnere con un sorrisetto incerto. "Li abbiamo teletrasoprtati tutti... sì, insomma... sulla nave klingoniana..."
Kirk spalancò la bocca. “Lo avete fatto
veramente…” esclamò sgomento.
“Beh, no… cioè, voglio dire…
NON è STATA UNA MIA IDEA, LO GIURO!” gemette Scott additando
freneticamente McCoy. “Dovevo al dottore un grosso favore,
non ho potuto rifiutare!”
Il capitano si passò stancamente una mano sul volto.
“Perfetto…”
“Traditore” sibilò McCoy rivolto allo
scozzese. “È stato solo un innocuo scherzetto,
Jim…” aggiunse poi con una leggerezza
disarmante.
“UN INNOCUO SCHERZETTO?!”
La mora tentò nuovamente di artigliare McCoy, ma Spock la
afferrò saldamente per un braccio e la allontanò
dal medico. “Si fermi. Con la violenza non
risolverà nulla.”
“Allora mi dica un po’ lei che cosa dovrei fare! E mi
tolga le mani di dosso…” sibilò lei
liberandosi con un brusco strattone.
“Potremmo raggiungere un accordo.”
La donna squadrò l’alieno con aria sospettosa.
“Che tipo di accordo?”
“Stavo pensando a un possibile accordo finanziario. Se lei
sarà così gentile da abbandonare la nave, io mi
impegnerò senz’altro a fare in modo che il qui
presente dottor McCoy versi sul suo conto corrente personale la somma
di denaro necessaria per le riparazioni e la disinfestazione della sua
proprietà.”
“Ah-ah. Certo, come no. Scommetto che non appena
sarò sbarcata voi schizzerete via alla velocità
della luce per parare il culo al vostro amichetto.”
“Le assicuro che non andrà affatto in questo
modo.”
La donna lanciò a Kirk uno sguardo dubbioso. “Mi
sta prendendo in giro?”
“È un vulcaniano” constatò
Kirk scuotendo la testa. “Non sarebbe in grado di
mentirle.”
“Ma guarda” sogghignò allora la donna
lanciando a McCoy un’occhiata inquietante. “In
questo caso esigo che mi vengano consegnati anche i soldi necessari per
l’acquisto di una piscina e di un auto velivolo nuovo di mia
scelta” sentenziò ritornando a fissare Spock.
“MA CHE CAVOLO STAI DICENDO?! NON TI PAGHERò MAI
UNA-”
“Mi sembra uno scambio ragionevole”
rifletté il vulcaniano pensoso.
“Ripagherebbe sicuramente il notevole disturbo arrecato dai
tribbles” aggiunse Kirk annuendo con convinzione.
“EHI, COSA DIAVOLO…!” iniziò
McCoy sconcertato.
“D’accordo, allora.” Kirk
allungò la mano per stringere quella della donna.
“Ci stiamo.”
“MA… MA…!”
“È stato un piacere fare affari con voi, capitano
Kirk e Primo Ufficiale Spock” sorrise languidamente la mora.
“Ovviamente sarete i benvenuti in casa mia. Sentitevi liberi
di venire a trovarmi quando volete… nella piscina ci
sarà parecchio spazio, dopotutto.”
“LASCIALI STARE, VECCHIA STREGA!”
esclamò McCoy con voce stridula.
“Uh-uh… qualcuno qui è geloso, per
caso?” rise la donna avviandosi verso la porta della sala
mensa affiancata da Scott e da due guardiamarina che erano appena
arrivati. “Ah, Leonard.” Si interruppe e
metà strada e lanciò al medico uno sguardo
raggelante. “Voglio i soldi entro tre giorni. Non oltre. E
vedi di farmeli arrivare tutti, fino all’ultimo centesimo.
Sono stata chiara? Altrimenti ti assicuro che la prossima volta non ci
saranno i tuoi due body-guard a proteggerti.”
McCoy guardò a bocca aperta la donna andarsene sghignazzando.
Spock si voltò verso il medico con espressione compiaciuta.
“Ha visto, dottore? Avevo evidentemente ragione io. La
diplomazia funziona sempre.”
McCoy lanciò al vulcaniano uno sguardo di fuoco.
“Spock?”
“Sì, dottore?”
“VAFFANCULO.”
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