Essere un Templare

di Burdock 95
(/viewuser.php?uid=70232)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.




ESSERE UN TEMPLARE

Avevo sentito parlare di te … Assassino. Di un misterioso Ashishin che aveva fatto strage dei miei uomii, uccidendo i miei Templari e privando della vita i miei Priori. Ma non pensavo che il grande Assassino misterioso e il giovane arrogante a cui avevo risparmiato la vita al Tempio di Salomone fossero la stessa persona.
E ora sei qui, di fronte a me e a re Riccardo, parli con lui e mi accusi di tradimento. Stolto, io non ho tradito. Quasi quasi mi verrebbe voglia di rivelarti la verità su colui che con tanto orgoglio chiami “Maestro”, ma decido di non farlo: dopo averti ucciso penserò anche a lui.
Da come mi parli sembra quasi che tu pensi che io abbia apura di te. Ma se davvero lo pensi, allora ti illudi: io sono Roberto di Sable, e non ho paura di niente.
Re Riccardo vuole un duello, affinché Dio sostenga chi è nel giusto e chi no. Bha, non ho bisogno di sporcarmi le mani: ci penseranno i miei quattro Templari a te.
Con una rapidità sconvolgente e con un’abilità che sembri non avere, ti sbarazzi dei miei uomini, versando il loro sangue.
Punti la spada verso di me, in segno di sfida. Quanta arroganza! Tale e quale a quando ci siamo sfidati al Tempio di Salomone.
Mi infilo l’elmo e sguaino la lunga spada, la stessa con cui stroncherò la tua vita. Cominciamo a combattere, e i tuoi movimenti sembrano una letale poesia in movimento. Così combatte un Ashishin.
Non farti illusioni nella mia pietà: io non ho pietà. Cerco di colpirti e sono sicuro di finirti con quest’ultimo attacco, ma tu riesci a schivarlo con una velocità inumana e mi finisci con la tua lama celata. Cado a terra, e tu mi sostieni tra le braccia, accompagnando la mia caduta. Sei davvero … un Angelo della Morte. Mi hai sconfitto, e meriti una ricompensa: dalla mie labbra sgorga la verità su Al Mualim.
Sembri incredulo, ma tu sai che è la verità. Ogni cosa si fa scura, non ho più la forza per parlare. Credendomi morto mi adagi a terra, e te ne vai. Ma io non sono morto … non ancora.
Le tenebre mi avvolgono, e vedo una luce in lontananza.
Non avrei mai pensato che io, il Gran Maestro dei Templari, in fin di vita abbracciassi l’ideologia degli Ashishin: nulla è reale, e tutto e lecito.
Io non provo risentimento, non provo dolore, non voglio vendetta. Il mio sangue e freddo, il mio cuore è duro. Non provo emozioni, non ho paure, né desideri. Calpesta i sentimenti, e diverrai inattaccabile. Ora che sto morendo, io non cambio idea. Perché questo vuol dire … essere un Templare.

SPAZIO AUTORE: Ed ecco ciò che pensa roberto durante la sua ultima battaglia.






Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=570264