Vivevo nell'attesa.
Attesa di un domani che
portasse petali di fiori, un soffio di primavera tra le candide nuvole.
Attesa dei
primi riflessi di luce
sul mare, calore e magia di un sogno che nasce all'alba, ove tutto sembra
possibile.
Antiche colonne,
gorgoglio di fontane sotto il tenue chiarore della luna. E un cavaliere che
mi faceva
danzare l'ultimo ballo,
pizzicando le corde del mio cuore nell'eco delle note di un carillon.
Un passato ormai
dimenticato, i cui pallidi contorni cullavano l'incedere dei giorni quali
fiocchi di neve
nel silenzio del
letargo invernale.
Poteva uno sconosciuto
mancarmi più dell'aria stessa?
|