Falling
Stars
/ Pioggia
di Stelle
Era
appena dicembre, un freddo ancora sconosciuto scivolava lungo le vie
delle stradine sterrate di campagna. Una notte stellata si parava
agli occhi, una piccola lacrima che venne asciugata da una manina
timida e spaventata.
Conosceva
quei luoghi a menadito, quella piccola mano paffuta e morbida, e
percorreva con la punta delle dita il profilo delle colline lontane e
delle montagne ancor più dietro, che alla luce della luna
diventavano scure, orribili, spaventose.
C'era
un che di malvagio, dietro a quelle montagne.
Il
suo sguardo spaventato, offuscato ancora dalle lacrime calde che le
riscaldavano a malapena le gote gelide, si rischiarò un poco
riascoltando il suono ritmato e melodico della donna dei suoi
ricordi, che cantava una ninnananna dolce, eterea.
“Ninna
nanna, dolce notte
il
cielo è mare e tutto inghiotte;
la
forte stella ti aiuterà
come
un veliero che in mare ti guiderà.
Non
aver paura e segui la scia
che
tutto conosce e tutto porta via...”
Grenade
si guardò attorno, i campi sterminati delle campagne
sibilavano
sotto i soffi delicati ma pungenti del vento invernale. Gli occhi
guardarono indietro, verso casa, dove la luce della cameretta era
ancora accesa, cercando di ingannare gli occhi severi del padre che,
ormai, non sopportava più le sue fughe notturne alla ricerca
della
pioggia di stelle.
Grenade
sapeva che sarebbe stata quella notte, si, lo sapeva. Aveva studiato
con la mamma tutti i minimi particolari: i biscotti, le coperte di
lana morbida, il thermos di latte e cioccolato, il cappellino con il
peluche...era sicura che la sua mamma non le avesse mentito, che non
le avesse detto alcuna bugia quando, guardando il calendario, aveva
posto un dito su una data e aveva detto “Sarà in
questo giorno”
con quel grande sorriso che Grenade amava tanto.
La
sua mamma...la sua bellissima mamma...
Nonostante
fossero ormai passati tanti giorni, lei continuava a sperare che ella
tornasse da un momento all'altro, per poter assistere assieme a lei
alla pioggia di stelle di quella sera.
No,
non l'aveva abbandonata. La sua mamma non l'avrebbe mai fatto.
Ormai
mancava poco...qualche ora ancora e poi avrebbe visto centinaia,
anzi...migliaia, milioni di stelle nel cielo e, se la sua mamma non
fosse stata lì con lei, allora avrebbe potuto esprimere il
desiderio
di rivederla, di riaverla accanto a sé.
A
Grenade mancava davvero tanto la sua mamma...così tanto che
tutti i
giorni chiedeva di lei al papà, ma lui scuoteva la testa,
sorrideva
e si limitava a dirle: “Tornerà presto”.
Ormai
erano passati tanti tanti giorni, addirittura 6 colazioni senza di
lei, ma la mamma non era tornata. Grenade si strinse nella coperta
cucita in stile patchwork che le aveva fatto la mamma e
strizzò gli
occhi, asciugando le ultime lacrime.
-Lei
verrà...- mugugnò con la sua vocina tenue e
delicata, propria dei
bambini -Vero cielo?-
Il
buio venne spezzato da un ennesimo soffio gelido e la bambina si
strinse nel suo pigiama a pezzo intero e nella coperta.
-Lo
so che lei tornerà...- tirò su con il naso,
perché le lacrime
erano di nuovo prossime a scendere -Vero, stelline...? Luna
bella...che stasera sei così piena...?-
Ma
di nuovo nessuno le rispose, e la piccola scoppiò in
singhiozzi
disperati.
-Mamma...mamma,
dove sei...?-
Il
cielo sembrava non l'ascoltasse, così come il suo
papà e come tutti
gli altri. Ma il cielo, la piccola Grenade non lo sapeva, ascolta
sempre i desideri dei bambini.
Soprattutto
quelli disperati e sinceri.
***
Silenzio.
Da
tutt'altra parte del mondo, precisamente in una casetta sperduta in
una qualunque collina circondata da nebbie così fini che non
si
vedeva il cielo, qualcuno stava osservando il cielo grazie all'aiuto
di uno strano modello di cannocchiale. Un ometto basso, vecchio, con
due capelli bianchi in testa e una bocca sdentata, stava guardando
assorto i movimenti del destino, ascoltando il rumore di quelle ruote
che non si fermano mai sghignazzando ogni tanto come per dar maggiore
enfasi al suo lavoro.
Si
fermò un attimo, muovendo le braccia in movimenti circolari
per
sgranchirsi un po', poi scrisse qualcosa su un blocchetto degli
appunti che sembrò tirar fuori dal nulla. Poi sorrise di
nuovo,
incurvando la testa di lato e pensando a qualcosa, poi di nuovo
sorride e scoppiò in risate. Aprì la bocca per
parlare, ma poi
scosse la testa, come rendendosi conto che parlare da solo fosse
inutile. Guardò di nuovo il cielo, stavolta senza bisogno
del
cannocchiale, e come sempre si stupì della visione della Via
Lattea
in pieno giorno, dei pianeti lontani che a lui sembravano
così
vicini, del Viale Stellato che le giovani stelle dovevano percorrere
per diventare astri adulti...e poi si stupì di come
guardando tutto
questo cosmo infinito, che lui avrebbe saputo descrivere senza
errori, potesse vedere in modo così pulito e perfetto anche
il
futuro.
-Eh...povera,
piccola stella...non ti preoccupare, il destino del cielo è
nelle
tue mani, ma qualcuno ti darà certamente una mano...-
***
Più
lontano, ma ancora vicino a quella casupola sulla collina, dieci
giovinette stavano in piedi, dritte e zitte, ad ascoltare le parole
di ammonito della giovane donna davanti a loro.
-Allora,
siete tutti pronti?-
-U-un
attimo...- disse timida la bambina che chiudeva la fila, guardando
verso la ragazza con uno sguardo spaventato -No-non credete che
si-sia presto per...-
La
donna guardò seria la bambina e, dopo aver sospirato e
scosso la
testa per la scarsa determinazione in se stessa della piccola, le si
avvicinò, ignorando le risatine delle compagne che la
stavano
innervosendo ancora di più.
Capelli
azzurrissimi e occhi dello stesso colore, un diadema che aveva un
pendente a forma di stella che le si parava in mezzo alla fronte, un
vestitino particolare tutto nelle sfumature del blu e stivali fino al
ginocchio che sembravano fatti di un materiale sconosciuto. Un
pendente a goccia che le arrivava a metà busto, che la
bambina
stringeva con tutta la forza che aveva, come a volerne trarre
coraggio.
Ah...era
così carina, non ce la faceva ad arrabbiarsi con lei...
-Stellina...ormai
è una settimana che cerco di prepararvi...perché
sono riuscita con
tutte ma non con te...?-
La
bambina alzò la testa verso l'insegnante, facendo cadere
all'indietro i capelli a caschetto e mostrando alla giovane donna i
suoi occhioni intimoriti -Ma nella caduta ci faremo male ed
io...io...ho tanta paura!-
La
donna sospirò di nuovo, abbozzando un sorriso rincuorante,
ma la
bambina si limitò a deglutire ed abbassare di nuovo la
testa. Ormai
Stellina era irrecuperabile.
L'Accademia
Stellare era l'unica in tutto il firmamento capace di istruire le
giovani stelle alle magie basilari della realizzazione dei desideri.
Una
volta venute in possesso di quei requisiti, le giovani stelle che
hanno passato il primo esame vengono mandate nel luogo del secondo
esame, il Viale Stellato, attraverso una cerimonia chiamata Pioggia
di Stelle. Tale Viale Stellato non è altro che un lungo
sentiero che
le giovani stelle devono percorrere fino al Tempietto, visitando
tutti e 12 i Casolari dello Zodiaco. Qui, le stelle più
luminose
della Costellazione che il casolare rappresenta sono in dovere di
porre alle esaminande un quesito risolvibile solo con i poteri
stellari e, a prova superata, rilasciare una Pietra di Segno.
Raccolte tutte e 12 le Pietre di Segno, le giovani stelle dovranno
poggiarle sul piedistallo del Tempietto e, così, superare
l'esame e
diventare Stelle Adulte.
In
migliaia di anni di attività, la giovane Astri non era mai
dovuta
venire a patto con nessuna esaminanda. Ma Stellina era senza dubbio
la ragazzina più enigmatica che aveva mai avuto modo di
educare.
Inesperta
e ingenua, era conosciutissima in tutto il Primo Strato di Cielo per
via di sua madre e tutti si aspettavano molto da lei. Incapace nelle
arti stellari, era l'unica in tutto il cielo capace di parlare con le
Stelle Gassose e aveva una sensibilità fuori dal comune.
Timidissima
e impacciata, era capace di fare amicizia con chiunque e di farsi
amare incondizionatamente per quello che era.
Ma
purtroppo, come lo pensavano tutte le esaminande, Stellina compresa,
Astri pensava che quella bambina non fosse ancora pronta per la prova
del Viale Stellato.
-Stellina...hai
passato l'esame scritto a pieni voti e sei degna di lode,
però...non
sono molto sicura che tu sia pronta alla prova del Viale Stellato, mi
segui?-
-Ma...ma
è quello che cerco di dirvi da una settimana!-
ribadì Stellina,
abbassando subito di nuovo la testa -Io non sono...brava come le mie
compagne...-
-Oh
Stellina, nessuno ha mai detto che non sei brava...- disse dolcemente
Astri, posando le mani grandi e amorevoli sulle spalle della piccola
-Dico solo che...-
-Oh
insomma...- esordì una voce un po' più matura di
quella di una
bambina, dalla cima della fila -Lo sappiamo tutte qui che Stellina
è
stata ammessa alla prova solo perché sua madre è
la Stella Polare-
a quelle parole tutte le bambine, a bocca aperta, si voltarono verso
la fonte di quelle parole.
Astri
si voltò a sua volta, con sguardo assolutamente perplesso,
accorgendosi che Stellina aveva abbassato lo sguardo e aveva
sospirato amaramente, come faceva sempre.
-Signorinella,
come ti permetti di dire certe cose?-la redarguì Astri,
stringendo
la presa delle sue mani sulle spalle di Stellina, la cui testa era
ormai bloccata in quella posizione -Come...-
-Oh
andiamo, signorina Astri- borbottò la piccola in cima alla
fila, i
cui capelli nerissimi penzolarono in avanti assieme al viso, quando
questa si piegò perché tutte potessero vederla
-Anche i nostri
genitori sono contrariati per questo. Noi abbiamo imparato alla
perfezione tutte le magie basilari, dalla Polvere di Stelle al Filo
Astrale, ma Stellina non sa utilizzare niente di tutto questo.
È
solo capace di blaterare con i Gas del Cielo, e non siamo nemmeno
sicuri che ciò che dice di sentire da loro sia vero- la
bambina
guardò Stellina e aprì la bocca in un sorriso
beffardo -Non è vero
Stellina...?-
Stellina
rimase in silenzio per qualche secondo, tanto quanto bastò
per
attirare su di se gli sguardi curiosi di tutte le bambine. La
signorina Astri stava per ricorrere ad uno dei suoi famosissimi
rimproveri, ma la manina di Stellina la bloccò appena in
tempo -Già-
Astri
rimase stupita a quelle parole e si voltò verso la piccola,
convinta
che stesse in qualche modo piangendo o, comunque, avesse
un'espressione triste dipinta sul volto.
Invece...
Stellina
aveva un grandissimo sorriso dipinto sul suo volto piccino, guardava
le altre stupita quanto loro e rideva, di gusto, di quella
situazione.
Rise
e rise per tanto tempo, scatenando le risa in tutti, tranne che in
Astri.
“Povera
piccina” pensò poi, mentre vedeva che la piccola
stringeva con
così tanta forza il pendente che aveva le mani bianche per
lo
sforzo.
Stellina
aveva un solo talento, un talento che quasi nessuna stella ha nel
cielo. Sapeva ciò che la gente pensava di lei e condivideva
i loro
pensieri con tutte le sue forze. Si impegnava senza tregua ma non
riusciva ad ottenere nessun risultato. Qual'era il suo talento,
allora? Astri lo sapeva senza dubbio meglio di qualsiasi altra
persona al mondo: Stellina aveva un cuore, sapeva ascoltare, sapeva
amare. Nessuna stella era in grado di farlo.
Astri
sperava che fosse proprio questa particolarità a rendere
Stellina la
più brillante delle Stelle, un giorno.
La
strada su cui camminava era davvero sconsolante oggi, per lei.
Sapeva
di non essere riuscita a fare niente neanche questa volta, e si
sentiva davvero frustrata. Cos'altro poteva fare lei, che non aveva
nessun talento? Se non impegnarsi, a Stellina non riusciva
nient'altro che il dialogo con le Stelle Gassose. Ma non era un
talento quello...era solo uno...come l'aveva definito Skye?
“Spreco
di risorse”.
Si...iniziava
a pensarlo anche lei...
Stellina
sospirò, scosse la testa nella speranza di allontanare i
pensieri
negativi e strinse forte forte il pendente della mamma. Non
riuscì a
liberarsi della tristezza, ma almeno poté occupare la mente
con
pensieri un po' più positivi.
Sua
mamma l'amava...e lei amava tanto la sua mamma. Non era ancora pronta
a diventare una Stella Adulta e lasciarla da sola. Aveva bisogno di
lei.
Fermandosi
nel mezzo del viale che portava a casa, vide il Burrone da cui si
aveva la visuale di tutto il Secondo Strato di Cielo e vi si
avvicinò, facendo sempre attenzione a non cadere.
Che
bello...il Viale Stellato era così luminoso...e se faceva
attenzione, si vedevano così bene i Casolari dello Zodiaco.
Ahh...come avrebbe voluto andare anche lei in quel posto, scoprire
così tante nuove cose, imparare ad usare meglio i suoi
poteri e
tutto il resto...e poi, da quel che le avevano detto, il Secondo
Strato di Cielo era pieno di Stelle Gassose e lei avrebbe avuto
sempre qualcuno con cui scambiare quattro chiacchiere.
Però...
Come
aveva detto Astri e come aveva ribadito Skye, lei non era pronta per
la prova. Non sarebbe andata alla Pioggia di Stelle quella sera. Non
avrebbe affrontato la prova.
D'improvviso,
calde lacrime iniziarono a scendere sulle gote di Stellina, che
iniziò prontamente a mugugnare nel vano tentativo di
allontanarle.
Ma non ci riuscì e ben presto i mugugni divennero sussulti
ed i
sussulti singhiozzi. Stellina si sentiva tanto sola...così
sola che
decise di fare una sciocchezza.
Senza
nemmeno avere il tempo di fermarsi dal fare quella sciocchezza,
Stellina prese a correre verso il Grande Giardino di Luce, dove
sarebbe iniziata di lì a poche ore la Pioggia di Stelle.
Stellina
singhiozzava ancora...ma non poteva farne a meno. Aveva così
paura...
Non
tanto per farsi male, non adesso. Tanto per il fatto che se
l'avessero trovata lì l'avrebbero sgridata o, per lo
più, mandata
subito a casa. Ma lei non voleva rinunciare.
Per
qualsiasi modo in cui potevano averla scelta per la prova del Viale
Stellato, lei non voleva rinunciare a quella possibilità.
Avrebbe
dimostrato il suo valore sul campo, continuava a ripeterselo.
Ben
presto quelle parole risultarono spaventose e false persino a se
stessa.
Sospirando,
si disse che se non fosse stata pronta, al massimo sarebbe stata
bocciata in uno dei Casolari dello Zodiaco e quindi sarebbe stata
rimandata a casa senza problemi.
Si...lei
voleva provare...
Aspettò
un'ora ferma immobile nel Giardino, che poi diventarono due ore e poi
tre. Stellina non vedeva arrivare nessuno, non si capacitava del
perché. Ormai mancavano pochi minuti alla Pioggia di Stelle,
perché
nessuno si era presentato?
Sorse
in lei un brutto presentimento...
Fece
per andarsene in fretta e furia, quando il Giardino di Luce
iniziò a
brillare.
-Mannaggia-
disse Stellina spaventata -Devo andarmene, o mi butterà di
sotto...-
Stellina
prese a correre verso i limiti del Giardino di Luce, ma non
riuscì
ad arrivarci in tempo. Il Giardino di Luce innalzò le
barriere,
chiuse i limiti del Giardino, ed il conto alla rovescia
cominciò.
-No...no,
no, no! Non posso...non posso andare! Non sono pronta! Fermate i
macchinari, vi prego!- Stellina mugugnò e iniziò
a strillare, ma
nessuno ascoltò le sue preghiere.
Non
c'era nessuno ad azionare nulla, perché quel fenomeno era
assolutamente naturale e nessuno poteva né azionarlo
né fermarlo.
Stellina scosse la testa, chiuse gli occhi e sperò in un
incubo
-Si...ora mi sveglierò e mi ritroverò nel mio
letto a fare la
nanna...-
Fu
un attimo.
Sotto
di lei si aprì un varco di tenebre e il piccolo corpo di
Stellina fu
inghiottito. Il Giardino di Luce si richiuse e, stranamente, ogni
pianta, ogni anfratto del Giardino appassì.
Astri,
intanto, guardava il Giardino di Luce con occhi stanchi
-Rimandata...in tutta la storia dell'Accademia non è mai
stata
rimandata la Cerimonia...-
Appena
la Luce fu spenta, Astri pensò che doveva essere successo
qualcosa
di tremendo nel Secondo Strato di Cielo, per aver dovuto sospendere
l'esame di diploma delle giovani stelle. Non ci volle pensare
più di
tanto, però, perché in tutta quella storia c'era
una cosa positiva:
Stellina avrebbe potuto riprovare l'esame alla prossima Pioggia di
Stelle.
Contenta,
decise di andare da Stellina e darle di persona la bellissima
notizia: sapeva per certo che la piccola avrebbe saltato di gioia e
che, questa volta, avrebbe potuto sostenere l'esame in pari con le
sue compagne.
Stellina
sentiva di stare cadendo. Era una caduta che non le faceva nessuna
paura, al contrario di ciò che pensava. Sospirò
più volte, nel suo
cuore, dal sollievo che sentiva -Mi chiedo solo...- pensò
-Mi chiedo
solo perché nessuno sia venuto, alla fine...-
Mentre
cadeva, milioni di desideri le scivolarono addosso con una tale
intensità da farle bruciare il corpo. Non era una sensazione
malvagia, ma i desideri dell'umanità per una sola stella
erano
decisamente troppi. Stellina sapeva che il desiderio che lei avrebbe
realizzato con il completamento dell'esame l'avrebbe scelta senza
che lei facesse nulla.
Perciò
doveva solo aspettare che lui la trovasse...e nel frattempo lasciarsi
cadere.
-Eccolo...-
pensò d'improvviso -È arrivato...-
Stellina
sentì il suo corpo farsi caldo, un caldo davvero piacevole.
E le
parole del desiderio che lei avrebbe dovuto realizzare le si
scolpirono direttamente il cuore.
“Oh,
piccole Stelle...ve ne prego...riportate da me la mia mamma, la
voglio rivedere”
Stellina,
non capendo perché, si mise a piangere.
In
quel momento, anche lei desiderò fortemente rivedere la sua
mamma.
***
Questa per me è una storia molto speciale. Mi ha
accompagnata per anni e adesso spero, con tutto il cuore, di riuscire a
darle la luce come si deve. Tengo tanto a questa piccolina dalla forza
d'animo stupefacente. E nonostante sia a metà del racconto,
continuo a sperare che riesca a trovare la felicità. Nessuno
sa come possa andare a finire... Ma la speranza è sempre
l'ultima a morire. Grazie a chiunque anche solo aprirà
questo link per leggere.
Grazie di cuore!
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