His Sacrifice...

di ArinMiriamKane
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Questa one-shot mi è venuta in mente ieri sera, mentre scrivevo sul tavolo accanto a mia madre.

Spero vi piaccia e vi faccia commuovere, perchè questo punto dell'episodio (Star Trek Enterprise-Federazione Prossima Frontiera) mi ha sempre fatto molto piangere e volevo condividere le mie emozioni con voi.

Prego, leggete e recensite.

 

Il buio era fitto.

Non c'era nulla attorno a me. Solo nero.

Sembrava di cadere.

Poi, l'odore del fumo e della carne bruciata mi investì, seguito dal dolore alla testa.

Aprii gli occhi.

Fumo. La prima cosa che vidi fu i fumo.

Alzai la testa, coprendomi la bocca con la mano, tossendo, e ignorando il dolore alla testa.

Poco davanti a me c'erano dei corpi, semi bruciati.

Trip.

Non lo vedevo, e la mia mente cominciò a pensare al peggio.

C'era un pannello aperto.

Dimmi che non l'ha fatto... Pensai, mentre mi avvicinavo. Ma ben presto capii che era da lì che veniva il fumo.

Altri corpi, Tutti Andoriani morti.

Fiammelle. Piccole fiammelle dappertutto, persino sui corpi.

Entrai nel pannello. Il cuore accelerò il battito, mentre cercavo il corpo di Trip, sperando di non trovarlo.

Sperando che fosse andato a cercare aiuto.

Sperando che fosse vivo.

Tutte speranze vane.

Lo trovai, in un angolo, a terra, i segni delle bruciature sul volto.

Mi avvicinai di scatto, scavalcando un paio di corpi a terra.

Respirava, grazie al cielo.

Trip...” chiamai. Lui aprì a fatica gli occhi. Non appena si accorse di me, cercò di sorridere.

S-alve, Ca-capitano...” disse, a fatica. Io scossi la testa. Dovevo pensare, e in fretta.

Phlox. Era la mia unica speranza.

Non parlare, Trip.” gli dissi, issandomelo sulle spalle. “Riuscirò a salvarti.”

Non so bene come giunsi in infermeria. Ricordo di aver attraversato tutti i ponti, senza fermarmi, e di aver varcato la porta scorrevole dell'infermeria incontrando lo sguardo sbigottito del dottore.

Ma cosa...?” cercò di chiedermi, mentre adagiavo il mio migliore amico su un lettino.

Aiutai il dottore a portarlo nello scanner biomolecolare, e lo osservai sparire nel tunnel.

Lui era ancora vivo, e sorrideva.

 

Andrà tutto bene. Ripeto a me stesso, mentre aspetto fuori dall'infermeria, torcendomi le mani.

Andrà tutto bene. Attraverso le porte vedo il dottore portare fuori dallo scanner il lettino su cui è adagiato Trip. Il respiro si fa più affannoso.

Andrà tutto bene. Il dottore si volta e viene verso di me. Da questa distanza non riesco a vedere Trip, ma nell'espressione del dottore non riesco a scorgere emozioni positive. Lo stomaco si stringe in una morsa.

Andrà... tutto... bene... Ormai non ci credo più. Il dottore varca le porte e si ferma davanti a me, lo sguardo basso.

Andrà tutto bene... Lo vedo soppesare le parole, sospirare.

Mi dispiace, Capitano.” dice solo, alzando lo sguardo. “Non ce l'ha fatta.”

Qualcosa si spezza. Chiudo per un attimo gli occhi, poi mi volto a guardare oltre il vetro delle porte.

Trip è lì, e io non riesco a capacitarmi del fatto che non si alzerà da quel lettino, non dirà le sue frasi ironiche e non vedrò più i film del XX secolo con lui.

Non mi parlerà più di T'Pol e della loro “storia finita male”.

Non giocherò mai più con lui a Go, e non vedremo più le partite di pallanuoto insieme, mangiando formaggio e mentre lui coccola Porthos. Non suonerà di nuovo l'armonica.

Ho appena perso il più bravo ingegnere della Flotta.

Ma, soprattutto, ho appena perso il mio più grande amico.





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