Ianto ha sei anni quando incontra quello che lui
chiama “l’uomo che compare ogni volta che ne ho bisogno” per la prima
volta.
Sta giocando a calcio per strada con Tommy Talbot
ed è estate, il primo giorno di vacanza dalla scuola e le loro madri li hanno
lasciati liberi per tutto il pomeriggio.
Tommy ride dicendo a Ianto che è un pessimo
portiere e mentre il ragazzo è impegnato a dire che non è vero, il pallone
rotola oltre il suo piede finendo in strada.
Le macchine passano in fretta e Ianto ha gli occhi
fissi sulla palla e non sta prestando attenzione a dove cammina.
Quando sta per scendere dal marciapiede, una mano
gli si poggia sulla spalla e lo tira indietro con forza.
Ianto guarda in su e trova un uomo anziano con
capelli bianchi come la neve e un’espressione severa in viso e pensa che un po’
gli ricorda suo nonno che è morto quella primavera.
“Attento a dove vai ragazzo,” lo rimprovera
l’anziano e il bambino si ritrova ad annuire, la palla ormai dimenticata mentre
guarda quello strambo signore sparire dietro l’angolo infondo alla strada.