RAD
"Sto annegando! Max! Muoio!"
Gridavo ma
lui non mi sentiva, lui era in un altra dimensione non poteva più
venire qui ad aiutarmi, io posso adesso morire, almeno Max così posso
starti accanto, posso vederti, posso stringerti ed abbracciarti come ho
sempre desiderato.
Guardo la superficie
dell'acqua, il limite col mio mondo, io stavo a fondo, legata da
qualcosa che mi blocca piedi e corpo, quel filo conduttore mi appare
così vicino e impossibile da raggiungere.
Penso.
Mi guardo.
Mi trattengono le alghe ma sono state mosse da qualcosa.
"Perchè ce l'hai con me? chi sei?" Dissi.
Non ebbi risposta.
"Algiz" dissi, pronunciai quella parola.
Cosa significava?
I
raggi filtrarono nell'acqua formando una figura che ricorda le corna di
un alce o una mano spianata come per fermare qualcosa, tra questa al
suo centro, dove si intersecavano le linee, spunta una mano di uomo che
si immerse, sto osservendo il braccio, che si allunga verso di me, da
questo appare lui, Max.
"Max in sogno mi prendesti per un braccio e mi riportasti su, sei stato tu allora a salvarmi?"
Nadia si svegliò.
"Grazie!" disse.
***
Mette
i piedi giù, fuori sembra ancora notte, si alza, la luce è spenta,
fuori i lampioni illuminavano la strad buia, li può osservare dalla sua
finestra.
Va verso questa, "si è ancora notte!" vede.
Era stata una brutta giornata per lei, aveva dormito tutto il pomeriggio fino a quell'ora, i suoi non si sentono.
Staranno dormendo?
Va verso la stanza da pranzo e oltrepassa l'uscio della sua.
Devono essere le due am, o le tre?
***
"AH!"
Un forte grido spezza il silenzio.
"Chi è che grida? Sembra la voce della mamma!" pensa.
Corre verso la stanza della madre in preda al panico, quegli istanti le sembrano infiniti.
"Che sta succedendo?" grida ancora.
No! non è possibile non può crederci.
Ai
piedi del letto della madre una formica dalle dimensioni enormi, alta
quanto un uomo, 1,70 cm circa, gigantesca, è sulle sue zampe inferiori e
sta divorando il suo cagnolino.
"Nooo!" grida "Billy!"
La
formica sposta la sua attenzione su di lei, la guarda minacciosamente e
la madre di Nadia per fermarla si tuffa verso una zampa dell'enorme
insetto, la afferra.
La formica imbestialita subito
afferra per il collo la signora e la strattona, la gettandola a terra
senza vita, la donna sbatte sulla parete macchiandola e cade, del sangue
le esce dalla bocca, è morta.
"MAMMAA!" grida Nadia, è
agitata ma non può lasciarsi andare, c'è ancora gente in pericolo nella
sua casa, deve salvare gli altri, quel mostro è arrivato li per
uccidere tutti.
"Maledetta!"
"Come hai potuto farlo, era il mio cane e mia... madre!"
Singhiozza
ma non si ferma a piangere, deve sbrigrsi o sarà troppo tardi anche per
lei e per quel che è rimasto della sua famiglia.
***
Da piccola si divertiva a bruciare le formiche sulla brace, quando suo padre e suo zio lo preparavano per arrostire la carne.
Le venne subito in mente quella scena, come un aiuto suggerito, adesso lo sa, pensa che può combatterla col fuoco.
Decide
di attirarla in cucina e prendere un bastone per poterle dare fuoco
prima che si dirigese al piano di sotto a fare altra carneficina.
Nadia
prese così una scopa e la avvicinò verso la cucina accese un fornello e
bruciò la scopa, poi veloce l'avvicino alla formica che con uno scatto
si stava precipitando su di lei.
Questa subito, si fermò e indietreggio'.
"Morirai tu! Bella!" gridò nadia guardando quell'essere mostruoso senza ... occhi?
Si, si accorse che era cieca, si muoveva secondo i segnali che le danno sue antenne.
Quell'essere adesso doveva morire.
"Allora mia cara ti brucerò le antenne e poi appiccherò il fuoco su di te!"
"Diventerai una torcia disumana!"
Così con uno scatto avvicino la scopa alle antenne e così le brucia.
L'essere dl dolore si getta a terra e viene atterrato.
"Devo completare la mia opera!" grida "muori!"
L'odore
che venne fuori era nauseante sa di carne cotta, e capelli umani
bruciati, il corpo di quell'essere fece troppo fumo, un fumo grigio
topo. Nadia così corse verso le finestre adesso le stava aprendo, non
respira evita di sentire quella puzza e di morire soffocata.
"Come mai? Questo odore?"
Le ricordava quello che veniva fuori quando da piccola per gioco si staccava i capelli e gli dava fuoco per divertimento.
Il
fumo usci' tutto, Nadia ha vinto, ma pensa che in quella battaglia h
perso la madre e il suo amato cagnolino, piange adesso e si avvicina al
posto dove giace il corpo carbonizzato di quell'essere per scrutarlo.
***
"Un uomo?"
Quello
che stava a terra era il corpo carbonizzato di un ragazzo di circa
diciannove anni, Nadia pensa a tutto quello che è accaduto.
"Non è possibile sto ancora sognando!"
Tocca
il corpo che giace a terra, come se lo velesse confortare anche se
questo le aveva portato via le persone che amava di più al mondo.
Doveva essere un'anima inquieta ma perchè si era manifestata in quel modo? E perchè aveva un corpo?
Cosa stava accadendo?
"Tua madre adesso dorme, ma per il cane non ho potuto fa nulla."
Quella voce, la voce del faraglione.
"Dove sei tu?"
Questa volta lo vedra'?
No.
Sparisce.
Il
corpo del giovane si trasforma in cenere, perde la sua forma e cade sul
pavimento, ricoprendolo di nero. Nadia, distratta da quel movimento si
accorge che nel posto dove giacevano le anche del giovane si intravedono
due sfere.
Queste hanno le dimesioni ognuna di un occhio umano.
Le guarda.
***
Un rumore di passi, una donna di media età apre una porta, entra in una stanza, vede il pc acceso, sul monitor:
"Come
un turbine di vento oscuro, entra dentro la trachea a bruciare e
sciogliere il tutto, macera bronchi e polmoni e chi ne è vittima non
riesce a respirare."
Abbassò gli occhi e vide quelli di suo figlio poggiati sulla sedia, del corpo del ragazzo, solo cenere.
Così cadde a terra, priva di sensi.
***
Si, Nadia stava dormendo. Tutto era stato solo un sogno.
Si alza dal letto, il cuore le batte forte, il suo animo è sollevato almeno sua madre e il suo cagnolino non erano morti.
"Nadia!"
La madre la chiama.
"Billy!" Billy... non si sveglia, è morto!"
Nadia balza dal letto esce veso la cucina e vede a terra una macchia
nera, l'impronta di un corpo carbonizzato, a terra un simbolo, una R.
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