Prologo
Il soffitto era sempre li,immobile,come ogni sera,come ogni giorno,come
ogni momento da quella notte.
Restava li e pareva fissarlo mentre giaceva sul suo letto,statico come
la piega che aveva preso la sua vita da quando era partito in missione
per Dollet. Un’altra volta,dopo l’esame di
ammissione nei SeeD.
I giorni trascorrevano sempre uguali,tra turni di guardia e sorrisi di
circostanza nei confronti dei colleghi impegnati con lui sui territori
di guerra. Poi arrivava la sera e come sempre i pensieri gli riempivano
il cervello,si affollavano e sovrapponevano tra loro,lasciando spazio
ad una sola domanda: “Perché è andata
così?”.
Continuava a ripeterselo fino alla noia,fino a prendere
sonno,osservando le targhette che portava sempre al collo,con inciso su
il suo nome: Squall Leonheart,cuor di leone.E proprio quel cuor di
leone lo lacerava dentro,quel leone che al momento necessario si era
mostrato timido e spaventato,che nel silenzio trovò
l’espressione più spontanea.
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