Cats
« Arthur! Scendi subito da lì! »
Il diretto interessato si limitò a voltarsi
dall'altra parte, completamente indifferente alle grida del ragazzo dai
corti capelli neri che tentava inutilmente di farlo scendere
dall'albero su cui si era appollaiato piú di mezz'ora prima.
« Se non scendi ti lascio lì, dico sul serio.
Guarda che me ne vado. »
Merlin, questo il nome del ragazzo poco piú che ventenne
intento a gesticolare come un folle nel cortile di un condominio
privato, cercò di fissare il suo piccolo arrogante amico con
uno dei suoi sguardi piú severi, uno di quelli che dicevano
chiaramente: Con me non
si scherza.
Forse, se lo spaventava a sufficienza, Arthur avrebbe finalmente
ubbidito.
Quello sì, sarebbe stato un miracolo.
Purtroppo incutere timore non era proprio uno dei suoi doni migliori,
con quegli zigomi alti e le labbra rosa piú adatte ad
immensi sorrisi che a bronci arrabbiati.
Arthur, che ormai lo conosceva da quasi quattro anni e non
aveva la minima paura di lui, si limitò a fissarlo coi suoi
enormi occhi azzurri sbadigliando vistosamente prima di mettersi a suo
agio, lungo disteso su quel dannato ramo di platano...
« Arthur! » sbottò il ragazzo ormai
esasperato passandosi una mano fra i capelli.
« Si può sapere cosa vuoi? »
Merlin si guardò intorno alla ricerca del proprietario
di quella nuova voce, piuttosto seccata, che aveva invaso il cortile.
Proprio vicino al ramo su cui il suo gatto aveva deciso di
addormentarsi beatamente, un ragazzo, che dall'aspetto doveva essere suo
coetaneo, con i capelli biondi e gli occhi azzurri, se ne stava
affacciato alla finestra guardandolo come se fosse pazzo . E probabilmente non aveva tutti i torti...
« Allora? Si può sapere che vuoi, è
mezz'ora che ce l'hai con me! »
Merlin sbatté le palpebre confuso, che diavolo diceva quel
tipo?
« Io non chiamavo te...» rispose come istupidito
dall'intera situazione « Ce l'avevo con Arthur »
Nel dirlo scoccò un'occhiata furiosa verso la stupida palla
di pelo arancione che ronfava tranquillamente a una decina di metri di
distanza dal suolo.
Il ragazzo alzò un sopracciglio, passando lo sguardo da lui
al gatto un paio di volte prima di sogghignare malizioso «
Vorresti dire che il tuo gatto si chiama come me? » gli
chiese con un tono che rifletteva quanto poco credesse ad una simile
coincidenza.
« Se ti chiami Arthur, direi di sì ».
« Beh comunque è chiaro che non ha la minima
voglia di scendere da lì, solo uno stupido si metterebbe a
gridare a quel modo. Come se il tuo gatto potesse capirti »
nel dirlo la sua voce assunse una strana intonazione.
Come se parlasse a qualcuno di piuttosto lento e imbecille.
Per qualche motivo Merlin trovò l'intera situazione
piuttosto familiare.
« Se sai fare di meglio, perché non ti accomodi?
» rispose sentendosi improvvisamente ferito nell'orgoglio.
Chi era quel babbeo arrogante per dirgli come trattare il suo gatto?
Senza scomporsi minimamente, l'altro Arthur sorrise gongolante... come
se si aspettasse una sfida del genere e fosse preparato a vincerla.
« Aspetta solo un secondo » gli rispose
sparendo nel suo appartamento.
« E' tutta colpa tua, stupido babbeo di un gatto! »
sibilò al felino che in tutta risposta miagolò
seccato da tutta quella confusione che gli disturbava il sonno.
Poco dopo Arthur tornò alla finestra posando un piattino di
chissà che cosa sul davanzale e fischiò.
Per supremo stupore ( e anche un filo di orrore) di Merlin, la
traditrice palla di pelo rossa si gettò come un fulmine sul
contenuto del piatto, facendo le fusa all'altro ragazzo.
Le fusa.
Arthur non faceva mai le fusa.
Gonfiava il pelo.
Soffiava minaccioso.
Graffiava.
Guardava Merlin con aria di superiorità per metà
del tempo e lo ignorava completamente per l'altra metà.
Al massimo qualche volta giocava con una palla di gomma, ma il ragazzo
aveva la sensazione che lo facesse solo per pietà, per
compiacerlo e non certo perché volesse davvero farlo...
Ma di certo, Arthur non si abbassava mai a fare le fusa.
Tranne che per il suo odioso omonimo sembrava...
Adesso i babbei sono in
due... pensò guardandoli con astio Merlin.
« Non è la prima volta che viene qui. »
Gli spiegò l'altro ragazzo accarezzando distrattamente la
testa del piccolo traditore rosso « Pare che gli piaccia fare
il bullo col mio gatto. »
« Cosa? Mi dispiace! » si affrettò a
scusarsi Merlin senza mettere in dubbio nemmeno per un istante che
dicesse il vero... in fondo conosceva bene il caratteraccio di Arthur.
« Fino ad oggi non sapevo nemmeno che scappasse, in genere a
quest'ora lavoro. »
« Oh non preoccuparti. Il mio gatto è un tale
idiota che non gli farà male imparare un po' di lotta.
»
Merlin non commentò la totale mancanza di cura del ragazzo per il proprio gatto.
Poteva solo compatire il povero animale finito nelle sue grinfie.
« Posso salire a riprendermelo, allora? »
Arthur smise di accarezzare il micio che saltò
giù dal davanzale per sparire nell'appartamento,
probabilmente per andare a molestare questo fantomatico gatto.
A Merlin già faceva pena... non doveva essere facile
sopportare le angherie di ben due Arthur.
« Non lo so...» rispose il ragazzo portandosi un
pugno chiuso alle labbra e fissandolo con diffidenza
« Chi mi assicura che tu non sia una specie di maniaco?
Potresti aver addestrato il tuo gatto per venire in casa mia e trovare
un modo di conoscermi. Davvero spaventoso, lo
sai? »
Merlin lo fissò a bocca spalancata ed occhi sgranati.
Questo tizio era tutto fuori!
« Sei matto? » gli chiese di getto ottenendo solo
un piccolo broncio in risposta.
Broncio che non era assolutamente
adorabile sia ben chiaro...
« Non sono io quello che ha dato al gatto il nome dello
sconosciuto che ovviamente
gli piace. E come sapevi il mio nome? Non avrai frugato tra i miei
rifiuti per scoprirlo, spero » sogghignò l'altro
scostandosi i capelli dalla fronte con aria decisamente arrogante.
Merlin balbettò a vuoto un paio di volte prima di riuscire a
rispondergli con qualcosa che avesse senso.
« L'ho chiamato cosí in onore di re Arthur! Non
certo per te! Non ti conosco neanche! E giusto perché tu lo
sappia, sei un babbeo arrogante ed egocentrico! »
In tutta risposta l'altro gli scoccò uno strano sguardo,
quasi ferito, prima di scuotere le spalle e tornare a fissarlo con
superiorità « Quando uno ha la mia faccia non ha
certo bisogno di essere umile. E va bene, sali su. Ma se speri di
allungare le mani sappi che posso ucciderti in solotre mosse.
»
A quel punto Merlin si chiese se non fosse meglio lasciare il gatto al
suo destino, qualunque esso fosse... in fondo entrare in casa di uno
psicopatico, quando nessuno sapeva che era lì, non poteva
certo essere una buona idea.
Purtroppo la razionalità doveva essere un'altra delle sue
doti mancanti, perciò pochi minuti e due piani di
scale dopo, lo videro nell'appartamento del ragazzo.
A vederlo da vicino Merlin lo trovò stranamente familiare,
eppure era certissimo di non averlo mai visto prima di allora.
Cosa ancora piú disturbante era che lo trovava... attraente... o
forse bello da
togliergli il fiato sarebbe stato piú
appropriato...
Ovviamente stava impazzendo.
Parlare a lungo con i sociopatici faceva quell'effetto, in fondo...
« Allora? Sei uno di quegli idioti fissati con le leggende di
Arthur e i suoi prodigiosi
cavalieri? Non sei un po' troppo cresciuto per guardare la spada nella roccia?
»
Peccato che avesse anche una bocca con cui parlare...
Cercando di mantenersi calmo e ripetendosi che picchiare il babbeo
mentre era suo ospite non era educato, Merlin gli sorrise.
« Posso riprendermi il mio gatto o hai altre pillole di
saggezza da rifilarmi grande
uomo maturo? »
Infilandosi le mani nelle tasche dei jeans, Arthur gli fece cenno di
seguirlo in casa.
L'appartamento era molto luminoso con le pareti tinte di bianco e le
numerose finestre spalancate.
Il ragazzo lo condusse in una sala spaziosa arredata in modo
essenziale, ma elegante, con un enorme schermo piatto appeso ad una
parete ed un lungo divano in pelle nera dalla parte opposta.
Al centro, su un morbido tappeto bianco, stava un basso tavolino di
vetro e sotto di questo Arthur, il suo gatto, se ne stava sdraiato
allegramente su un altro gattino un po' piú piccolo di lui e
dal pelo nero come il carbone.
«Arthur! Lascialo stare » lo sgridò
Merlin preoccupato per il povero micio che emetteva strani
lamenti gutturali sotterrato sotto il peso dell'altro.
Trovandosi ad essere nuovamente ignorato dal suo peloso amico, Merlin
fece per afferrarlo dalla collottola, ma in tutta risposta questi
arruffò il pelo minaccioso e gli soffiò contro.
« Lasciali stare, stanno solo giocando » intervenne
l'altro ragazzo che nel frattempo si era seduto sul divano.
« Giocando? » chiese incredulo Merlin guardando con
diffidenza il suo gatto che aveva cominciato a mordicchiare l'orecchio
dell'altro. « Sei sicuro che non gli faccia male?»
« Certo » gli rispose Arthur e dalla sua
espressione era chiaro che fosse abituato a conquistarsi la fiducia di
chiunque con quel sorriso.
Merlin poteva capirne il perché, ma nonostante il bel visino
d'angelo che gli mostrava, non si sentiva affatto rassicurato dalle sue
parole, c'era qualcosa di decisamente losco in quel tipo...
« Ti va un caffè? »
Merlin annuì distrattamente guardando Arthur alzarsi per
sparire oltre una porta scorrevole che doveva portare in cucina, per un
attimo rimase a fissare i due gatti indeciso se seguirlo o rimanere
lì per assicurarsi che il piccolo gatto nero non finisse
soffocato... o peggio.
« Vuoi stare tranquillo, Merlin? Sei peggio di una ragazzina.
Ti ho detto che fanno sempre cosí! » gli
arrivò poco dopo la voce di Arthur dalla cucina, Merlin
sobbalzò confuso.
A parte l'averlo letto con tale facilità, che di per
sè era già abbastanza inquietante, l'aveva
chiamato per nome.
Merlin era certo di non essersi ancora presentato...
« Come sai il mio nome? » chiese entrando in cucina.
Arthur aveva la testa nascosta in uno sportello, probabilmente alla
ricerca del famoso caffè.
« Cosa? » chiese senza nemmeno guardarlo o
interrompere per un secondo la sua ricerca.
« Il mio nome, come fai a saperlo? »
ripeté seccato Merlin.
« Ah... me l'avrà detto il gatto. Ci vuoi il cacao
nel caffè? A me piace il cacao »
ribatté l'altro senza scomporsi.
Merlin si sentì decisamente sul punto di esplodere per la
rabbia.
« Non crederai di cavartela cosí? Non sono mica
stupido! » nel dirlo lo afferrò per il braccio,
tirandolo verso di sè per costringerlo a voltarsi.
Finalmente Arthur tirò fuori la testa da quel suo stupido
sportello per rivolgergli un'occhiata che sembrava dirgli Sì, in effetti penso che tu sia
il re degli idioti...
« Merlin, chiaramente il cervello non è uno dei
tuoi punti forti, perciò non volevo sconvolgerti con la
notizia, ma in effetti io e te ci conosciamo. »
« Non è vero » ribatté
Merlin decisamente seccato dalla testardaggine di questo tizio.
Se fosse stato vero se lo sarebbe ricordato, no? Incontrare qualcuno di
cosí irritante non era certo un'esperienza che si scordava
facilmente...
« Sì, invece » si limitò a controbattere
Arthur imbronciando le labbra come se Merlin negasse di conoscerlo solo
per fargli un dispetto.
« Se ti conoscessi me lo ricorderei, non pensi? »
« Sì , se non fossi irrimediabilmente idiota. »
Merlin sbuffò irritato, questo ragazzo lo stava prendendo in
giro. Era ovvio.
Arthur sbuffò incrociando le braccia sul petto
« Tu vivi a due isolati da qui e al mercoledì sera
ordini cibo pronto dal ristorante La Fay... e ogni dannato
mercoledì sera non solo hai da ridire sulle tue ordinazioni,
ma sei anche troppo spilorcio per mollare un'adeguata mancia al povero
fattorino di turno. »
« Come... » Merlin si bloccò a
metà frase.
Sei davvero spilorcio,
lo sai? Tutte le schifezze che mangi devono averti rosicchiato il
cervello...
« Tu sei quel tizio maleducato delle consegne! »
esclamò puntandogli contro l'indice.
Al mercoledí pomeriggio il suo turno di lavoro durava
piú del solito, cosí si risparmiava la fatica di
cucinare ordinando qualcosa dal ristorante La Fay, il suo preferito.
La proprietaria era Morgana, una sua compagna del liceo che gli faceva
sempre un mucchio di sconto e si assicurava che ricevesse i piatti
migliori.
Purtroppo ultimamente l'enorme mole di lavoro l'aveva costretta ad
assumere nuovi ragazzi part time per effettuare le consegne, uno di
questi era proprio Arthur.
Che portava sempre le sue buste con un'ora di ritardo.
Gli consegnava le ordinazioni sbagliate e per di
piú ghiacciate.
E aveva anche la faccia tosta di chiedergli mance piú ricche.
Senza la divisa rossa del ristorante non lo aveva riconosciuto.
Arthur sbuffò passandogli una tazza di caffè
bollente « E tu sei il cliente piú stupido e
spilorcio che abbia mai avuto il dispiacere di incontrare. »
Merlin digrignò i denti profondamente seccato « Ti
odio, lo sai? »
In risposta Arthur lo afferrò dalla maglia avvicinandolo a
sé e chiudendogli la bocca con la propria
« No, non mi odi affatto » gli soffiò a
un centimetro dalle labbra riprendendo a baciarlo con trasporto.
Merlin avrebbe voluto protestare.
Davvero.
Non era certo una situazione normale quella.
Avrebbe dovuto quantomeno picchiarlo e scappare dall'appartamento...
Ma in fondo Arthur baciava davvero bene.
E forse... solo forse
ben inteso... poteva ammettere almeno a se stesso che
tutte quelle ordinazioni del mercoledì non erano dovute solo all'orario di
lavoro...
Nessuno mangiava polpette per cinque settimane di seguito senza secondi
fini, giusto?
Al diavolo...
pensò quando le braccia dell'altro lasciarono andare la
maglia e si infilarono tra i suoi capelli... No, non lo odio affatto...
Poche ore dopo i due se ne stavano placidamente abbracciati sotto le
coperte del letto di Arthur.
I due gatti erano riusciti ad entrare nella stanza poche ore prima e
adesso se ne stavano raggomitolati ai loro piedi.
O meglio... Arthur se ne stava raggomitolato al centro del letto mentre
il piccolo gatto nero stava sdraiato a pancia in sù con le
zampe per aria e la testa penzoloni dal materasso.
Non appena si mosse nel sonno, come Merlin aveva temuto sarebbe
accaduto, il piccolo felino cadde rovinosamente a terra... chiunque
aveva detto che i gatti cadono sempre in piedi ovviamente non aveva mai
visto questo
gatto...
« Merlin, sei un vero idiota » sibilò al
suo fianco Arthur.
« Che ho fatto adesso? » si lamentò il
ragazzo spostando lo sguardo sul volto esasperato del suo amante.
« Non tu, il gatto » mormorò questo
sporgendosi dal lato del letto per controllare che il micio non si
fosse fatto male.
« Hai chiamato il gatto Merlin? »
« Certo »
« Non era una cosa infantile essere fan di Arthur e i suoi
prodigiosi cavalieri? »
« Infatti... » rispose voltando gli occhi al cielo
l'altro « Ma
io non l'ho chiamato così per il mago. »
Merlin aggrottò la fronte confuso, ma Arthur lo distrasse
baciandolo sulla punta nel naso e poi sulle labbra.
Nel frattempo anche il gatto rosso era stato disturbato dalla rumorosa
caduta del suo compagno e, stiracchiandosi ancora assonnato, era saltato
giú dal letto per andare in suo soccorso....
Sempre che miagolargli contro in modo decisamente arrabbiato fosse
considerabile come aiuto.
Sembrava piuttosto che gli stesse dando dell'idiota.
« Aspetta un attimo... hai dato al tuo gatto il mio nome?
»
« Certo...» rispose Arthur stringendolo nel suo
abbraccio e scendendo a baciargli il collo « E non sai quanto
mi ci è voluto per addestrare il tuo orrido animaletto rosso
a venire da casa tua fino a quello stupido albero e in casa mia. E'
davvero antipatico, non faceva che graffiarmi. Ho dovuto
scoprire che scatolette mangiava per comprarne la fedeltà...
a proposito, i tuoi rifiuti sono davvero
disgustosi Merlin, dovresti proprio mangiare meglio.
»
Ci fu un minuto di silenzio mentre Merlin, completamente allibito,
cercava di dare un senso alle parole dell'altro « Arthur...
Hai frugato tra i miei rifiuti? » chiese infine sotto choc.
Invece di rispondergli l'altro scese a baciargli l'addome facendolo
sussultare, sapeva cosa stava facendo... voleva distoglierlo dal fatto
che fosse un completo folle «
Ma come hai fatto ad addestrare Arthur? »
« Che vuoi che ti dica... non si sa mai che tipo
di maniaci si possono incontrare in giro...» gli
sussurrò l'altro all'orecchio per poi scendere a dedicare
attenzioni a cose molto
più importanti...
End.
Ecco la mia ultima
fatica.
Questo è
quello che succede quando vado nei negozi di animali a guardare i
cuccioli!!
Sono cosí
adorabili!!XD
Ad ogni modo non mi
sembra ci siano in giro storie simili a questa, se ci fossero mi scuso
per eventuali somiglianze! Credetemi, non erano volute!!
Mi scuso per eventuali
errori, ma non sono in forma, sono due giorni che imperversa la febbre
e scrivo per tirarmi su!:P
Devo dire che mi
è uscita molto piú ironica del previsto ( come al
solito...) e che all'inizio Arthur non doveva essere apparire
così folle... ahahah! Però ce lo vedo a frugare
tra i rifiuti di Merlin per ordire strani complotti per conoscerlo!!!XDD
Detto questo... ditemi
cosa ne pensate voi!!!
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