capitolo 15
Sam
La stanza in cui Laura mi fece entrare aveva le dimensioni di un
appartamento di almeno settanta metri quadri, priva di finestre e
provvista di uno splendido camino già acceso, che sicuramente
era stato costruito facendo sì che il fumo nella canna fumaria
fuoriuscisse da un'apertura distanziata dalle mura della cittadina. Mi
avvicinai un poco per percepire il tiepido calore che le fiamme
emanavano, poi mi voltai di nuovo verso la mia guida, mentre con gli
occhi continuavo ad esplorare ogni dettaglio di quello spazio.
Il letto a baldacchino era posizionato verso ovest, alla sinistra della
porta d'ingresso, ed era circondato da tende di colore verde smeraldo.
Un colore che, ricordai, da umana mi era sempre piaciuto. Osservai
velocemente Laura, chiedendomi se c'entrasse qualcosa, ma non mi
soffermai a fare domande e feci un paio di passi verso quel letto,
sfiorando con le dita le lenzuola lisce e di un bel blu elettrico
(altro colore che gradivo), prima di sedermici per dover subito dopo
ammettere che era comodo, seppur non mi sarebbe mai servito davvero,
data la mia mancanza di sonno.
-Aro si è...davvero impegnato- mi rimisi in piedi, girando un
secondo su me stessa, per poi arrivare vicina ad una porta chiusa,
dalla quale sentivo arrivare un leggero odore di zolfo. Stavolta non
riuscii a trattenermi dal guardare espressamente Laura con uno sguardo
interrogativo. Lei sembrò sorridere, anche se osservandola
più attentamente ebbi l'impressione che stesse sogghignando,
divertita, e poi mi affiancò dicendo, mentre apriva lentamente
la porta -Aro ha saputo sfruttare ogni più insignificante cosa,
ed ha creato delle terme. Spero ti piacciano, Sam-.
Sbiancai, ritrovandomi a fissare una stanza quasi del tutto privata di
un pavimento, per far spazio ad una vasca ovale, interrata -Delle
terme...-. Non riuscivo a capacitarmene, devo ammetterlo.
Laura ridacchiò e annuì -Se vuoi, posso lasciartele godere e tornare più tardi per la cena-.
Fu l'ultima parola a farmi tornare alla realtà.
-Cena?- smisi di respirare.
Lei tese un secondo le labbra e disse -Anche per me è difficile,
Sam. Ho molti sensi di colpa, quando uccido, ma...la mia natura di
neonata rende le cose molto più facili. La sete spegne ogni
altra sofferenza interiore, per cui non devo neanche preoccuparmi
troppo, quando caccio-.
-E a Embry, non pensi? Né a lui né ai tuoi figli, Laura?! Credi che sarebbero felici di sapere che...-
mi fece segno di star zitta alzando una mano, poi rispose, con lentezza
quasi studiata e la voce calma -Non devi ripetermi niente a cui io non
abbia già pensato. E ora vieni, credo che tu debba continuare la
tua osservazione della stanza. Aro sarà pronto a trovarne una
migliore, se questa non ti soddisferà appieno-.
Sospirai, facendo di sì con la testa, lasciandole richiudere la porta e tornando ad osservare quel che restava.
Sistemate vicino al camino stavano due poltrone e un piccolo divano di
pelle nera, mentre di fronte al letto, attaccato alla parete come un
quadro, stava uno schermo piatto di ventiquattro pollici, con sotto un
piccolo armadietto pieno di film in dvd.
Era strano vedere oggetti moderni e antichi messi assieme, eppure mi sembrò lì per lì un buon accostamento.
C'era anche un'intera parete stracolma di libri, il che mi fece pensare
che fosse stata lei a informare Aro della mia passione per la lettura.
Fui attratta dai volumi più grandi, o da quelli che, lo sapevo
bene, dovevano essere antichi quasi quanto chi li aveva diligentemente
custoditi per tutto quel tempo. Ne presi alcuni tra le mani, sfogliando
con avidità le pagine, osservando le varie scritture con
interesse.
Laura si schiarì la voce, ad una certa, e disse, tranquilla -Allora?-.
Mi voltai, dopo aver rimesso ogni cosa al suo posto, e dissi,
sospirando -Puoi dirgli che è una stanza davvero deliziosa, e
che mi accontento-.
Rise e disse -Me lo aspettavo- annuì tra sé, poi
parlò, rapida -Tra poche ore sarà giorno, ma se hai
bisogno di cacciare...-.
-No- mormorai -Posso resistere ancora un po' e...ho ancora alcune sacche nel mio zaino. Per ora me le farò bastare-.
-Carlisle te le ha procurate, non è così?- sospirò.
Io feci di sì con la testa e risposi, lenta -Voglio evitare di
uccidere umani finché mi sarà possibile-. Mi mordicchiai
un labbro prima di ipotizzare -Aro non potrebbe...fare uno strappo alla
regola? Cosa gli importa che io cacci o meno esseri umani?-.
La vidi incupirsi e voltare rapidamente la testa, prima di dire, tetra
-Aro vuole accertarsi che tu non esca da qui, almeno per ora, e non si
fida a lasciarti troppa libertà, neanche sotto il controllo di
una o più guardie. Naturalmente...- mi fissò un secondo
-...ci sarebbe Demetri, pronto a tenerti d'occhio. E da lui, lo
sappiamo bene, non fuggiresti. Ti ritroverebbe prima ancora di quanto
pensi-.
Chiusi con forza gli occhi, poi dissi, rassegnata -Sì, lo so-.
-Potresti anche abituarti, Sam...- lo disse così flebilmente che
quasi non la sentii. -Voglio ancora essere tua amica, capito? Non
credere che aver saputo di servire come esca mi abbia reso felice.
Speravo che tu...-
-Che io cosa, Laura?! Capissi? No, mi dispiace, non ci riesco se non mi
dai una mano- arricciai il naso, mentre andavo a sedermi pesantemente
su una delle due poltrone -Mi dici in continuazione che mi spiegherai
questo, che mi spiegherai quello...ma quanto tempo abbiamo, in fondo?
Adesso potresti, invece sembra che tu muoia dalla voglia di andartene e
lasciarmi sola!-.
Si zittì, fissandomi, col suo eterno volto di donna matura ora
liscio e luminoso, privo di rughe leggere e altri segni del tempo.
Sembrava più giovane, e sarebbe rimasta tale nei secoli dei
secoli.
Per quanto mi riguardava, ero stata trasformata in un'età che
non permetteva al corpo di cambiare poi così tanto. Tutto
ciò che avevo di diverso erano il colore degli occhi, della
pelle e una leggera luminosità in più nei capelli.
-Vieni...- sospirai -Siediti vicino a me-.
La vidi avvicinarsi e mettersi comoda sulla poltrona di fronte alla
mia, per poi dire -Per ora...voglio mostrarti una delle cose di cui ti
ho accennato prima-.
La studiai attentamente, e in quel frangente lei mi ordinò,
seria -E, per favore, non sbirciare nel futuro. Voglio che ci sia un
effetto sorpresa- tentò di metterla sul ridere, poi mi
esortò a osservare con attenzione il camino, col suo fuoco
scoppiettante e tiepido.
Inizialmente non mi parve di vedere nulla di strano, poi, però,
quel fuoco si spense di colpo. Smisi di respirare, perché sapevo
che nessuno spiffero d'aria avrebbe potuto causare una cosa simile, e
quella fiamma era ancora troppo viva per poter morire tanto celermente.
Mi voltai subito a fissarla in volto -Tu riesci a...-
-Riuscirei a far spegnere un incendio immenso, se mi impegnassi, come
hai appena potuto vedere- annuì, sogghignando maliziosamente
– E non solo, riuscirei anche a...- il legno mezzo bruciato nel
camino venne di nuovo assalito dalle fiamme, mentre lei mormorava,
compiaciuta -...Dargli vita-.
Cercai di rimettere ordine nella mia testa, prima di dire -Aro deve...essere molto compiaciuto di ciò che sai fare-.
Lei rise, di gusto -Naturalmente. Dice di avermi messo al primo posto nella sua classifica personale, e questo significa che...-
-...Hai spodestato Jane- sussurrai, incredula.
Vidi il suo sorriso allargarsi ancora di più fino a diventare
una macchia scintillante contro il colorito olivastro della pelle.
M'immaginai che per lei quella fosse la soddisfazione più grande degli ultimi trent'anni.
-Avresti dovuto vederla, Sam, quando Aro mi ha chiesto la prima volta
di usare pubblicamente il mio potere nella Sala Maggiore!- stava
ridendo, con gli occhi accesi d'ilarità.
-Pubblicamente, hai detto?-
-Sì, esatto! Jane non ci vedeva più dalla rabbia. Era...uno spettacolo splendido, ed il bello è che ogni volta finisce così-.
Sorrisi flebilmente e dissi, scrollando le spalle -Probabilmente oggi assisterò anch'io allo spettacolo, allora-.
Per la caccia dovemmo attendere (parlo come se anch'io avessi
partecipato, anche se in realtà non fu così) almeno
mezzogiorno, quando i primi gruppetti di turisti cominciavano a
riversarsi fuori dai pullman coi quali erano giunti fino a Volterra, e
io mi ritrovai senza volerlo a dover combattere col bruciore
insopportabile alla gola, seppur prima di uscire dalla mia stanza con
Laura, le avessi chiesto di concedermi alcuni minuti per bere il sangue
di una delle sacche dell'ospedale.
Lei non ebbe nulla in contrario, e anzi la notai osservare con bisogno
il contenuto con cui io mi stavo nutrendo. Capii che per lei la sete
era almeno dieci volte peggiore. Io, potevo resistere, ma la mia amica?
Avevo qualche dubbio.
Quando entrammo in sala, Laura mi sussurrò, veloce -Tu resta
lì- m'indicò con un cenno del capo un angolo della sala,
quello più vicino al trono di Marcus, poi continuò -Io
vado da Aro-.
Si mosse rapidissima verso di lui prima ancora che potessi aggiungere
altro, e mi zittii, facendo come mi aveva suggerito e appostandomi il
più lontano possibile da tutto il resto e da tutti gli altri.
Li osservai stringersi l'una all'altro come se la distanza li
uccidesse, e dentro di me arrivai a pensare, senza volerlo, che forse
Laura voleva solo sentirsi libera dalle catene del suo imprinting,
così come a volte avevo pensato di voler fare io, seppure
l'oggetto delle mie attenzioni -Edward- non avrebbe mai potuto
ricambiare come Aro faceva con lei, ignorando moglie e amanti.
Forse, pensai, è questo che Laura sperava che io capissi.
Mi ripromisi di chiederglielo, appena avessi trovato il momento
più opportuno. Intanto, il resto della sala si era riempito.
Ogni angolo, ogni minimo spazio delle pareti, erano occupati da una
guardia o da un soldato, e l'unico spazio libero era al centro esatto
della stanza, dove sarebbero finiti gli umani che, li sentivo lungo il
corridoio, erano sempre più vicini.
Smisi di respirare, paralizzandomi, ansiosa di diventare spettatrice di
quel massacro, vedendo entrare Heidi, seguita da una trentina di uomini
e donne assieme. Ringraziai il fatto che non ci fossero, in mezzo al
gruppo, anche dei bambini.
Aro sorrise, cordiale, allargando le braccia, e stando sempre a una
minima distanza da Laura, esclamando con voce suadente e calda
-Benvenuti! Benvenuti a Volterra!-.
Poi, non ci fu il tempo per quelle povere persone di guardarsi ancora
attorno, perchè ognuna di loro si era ritrovata stretta tra le
braccia di un vampiro famelico.
Anche Laura, si era sbrigata ad attaccare un giovane uomo, di massimo
ventotto anni, per poi dividere la sua preda con Aro; si strinsero
entrambi contro quel corpo saturo di sangue e vita, con fare pieno di
erotismo, e mi ritrovai ad ammirare la scena, senza pensarci, a causa
dell'intensità che riusciva a emanare.
Era uno spettacolo macabro, questo sì, ma anche terribilmente splendido e seducente.
A Edward non sarebbe piaciuto, mi dissi.
Quando le grida furono rimpiazzate da un silenzio ostile e violento,
gli occhi di ognuno di loro risplendevano del sangue che avevano
rubato, e le loro labbra erano nella maggior parte tese in sogghigni
soddisfatti ed estasiati.
Aro tenne il mento di Laura con due dita, dopo aver lasciato cadere
malamente il cadavere, e la baciò, voracemente, ripulendo le sue
labbra da alcune goccioline rosse.
La vidi fremere e tendersi, ricambiando con bisogno, premendosi contro
di lui, e la cosa mi mise in imbarazzo, così per un istante
abbassai lo sguardo.
Lo rialzai solo quando sentii il vampiro dai capelli corvini mormorare, suadente, all'orecchio della neonata -Fai un po' di pulizia, tesoro...-.
Laura ridacchiò, mordicchiandogli le labbra, con fare da bambina
pestifera, prima di voltarsi ad osservare con noncuranza quei corpi a
terra, sparsi sul pavimento.
I suoi occhi sembrarono brillare per un minuscolo istante, come se al
loro interno ci fosse stata una scintilla, poi le fiamme divamparono
con la stessa facilità di quando si schioccano le dita.
Sussultai, premendomi contro la parete e guardando con disgusto l'enorme falò.
Ero l'unica, all'interno della Sala Maggiore, a soffrire per tutte quelle persone.
Nuovo capitolo uguale nuove sorprese!
Per il potere da dare a Laura ci ho messo un pò a riflettere, e
prima naturalmente ho dovuto sentire il parere della mia
collaboratrice, visto che è un suo personaggio xD
Lei si è ritrovata d'accordo a saper usare il fuoco come un'arma di distruzione^^
il motivo per cui ho deciso una cosa simile, è che ho sempre
pensato che Laura dentro di sè bruci, che abbia come un immenso
incendio causato da più emozioni.
Non so...la vedo bene in questo modo *scrolla le spalle*.
Per quanto riguarda la scena nella sala, spero vi abbia fatto provare
qualche brivido, perchè il mio intento era quello ;) che ne
dite? è abbastanza dark? xD
Baci,
da Sam
P.s.: Il capitolo seguente si svolgerà a Forks, per vedere cosa sta accadendo ai Cullen e ai Queleute ;]
P.s. II: scusate il TERRIBILE ritardo T.T
|