Attesa

di Ishimaru
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Kushima era sempre stata una brava ninja, un po’ maschiaccio e un efficiente  combattente, ma si era fatta fregare come una pivella.

Non aveva pregato i Kami per essere salvata, sapeva che nessuno sarebbe corso a salvare la ragazzina di Uzu, ma la speranza è l’ultima a morire perciò aveva lasciato i suoi lunghi capelli rossi per il sentiero percorso dai rapitori.

Gli stessi capelli che le avevano dato il soprannome di POMMODORO e, dopo innumerevoli pestaggi, HABANO FURIA ROSSA.

Si trovava in una stanzetta buia,umida e puzzolente di muffa, era legata al muro da grosse e arrugginite catene, l’unica uscita era la porta spessa una decina di centimetri, impossibile da abbattere.

Rumore di passi in corsa attirarono l’attenzione della giovane donna, poi una serie di rumori incomprensibili e ordini urlati rozzamente; ci fu uno schianto potente e del metallo che si scontrava contro metallo, dei kunai? Carne tagliata.

Passi veloci si avvicinarono alla sua cella, poi lo schianto e la luce intensa ferii gli occhi di Kushima, che gli chiuse di scatto, per riaprirli lentamente.

Un giovane sorridente biondo e con gli occhi azzurri le si avvicino – Sai hai dei bellissimi capelli – la ragazza arrossi vistosamente, nessuno glielo aveva mai detto, ma tento di ricomporsi borbottando –Sei in ritardo!! – la reazione che ebbe Minato stupii molto Kushima, sorrise con rammarico, le si avvicino e mentre le accarezzava la guancia, disse – Lo so –  –Minato, se forse ti sbrighi riesci anche a offrirmi una ciotola di Ramen – Minato distrusse le catene con movimenti veloci mentre sorrideva felice  – Certo Kushima – facendo un sorriso abbagliante.

In quel momento Kushima seppe perché non aveva pregato i Kami, ne per coraggio o stupidita, sapeva che lui sarebbe sempre corso da lei.





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