C'È SEMPRE
UNA SPERANZA
Salve a tutti! Ed eccoci tornate con un'altra storia. Ci teniamo a
dire che questa non vuole essere assolutamente una presa in giro, ma solo un
modo per ricordare quanto accaduto durante la seconda guerra mondiale, per non dimenticare
l'infamia commessa dal regime Hitleriano, perché cose del genere non avvengano
mai più, e abbiamo pensato di utilizzare i personaggi di dragon ball. Detto
questo, speriamo che la fiction vi piaccia. Vi aspettiamo in molti! Un bacione,
ciao!^^
1 Marzo 1944 - Berlino - Germania
Cammino per le vie di Berlino affiancato dal mio inseparabile
compagno Kurt, il mio migliore amico da quando mi sono arruolato nelle SS. Il
classico tedesco alto, atletico, capelli corti e biondi e con gli occhi azzurri.
Un bel ragazzo, ma l'apparrenza inganna. Sapeva essere gentile con tutti, tutti
tranne gli ebrei. Con loro faceva uscire la parte più sadica e cinica di sè,
divertendosi a torturarli. Fu proprio lui ad insegnarmi i metodi migliori per
estorcere informazioni o semplicemente come procurare dolore nei punti più
sensibili. Fieri delle nostre divise naziste, avanziamo spavaldi, compiaciuti
di incutere vero e proprio terrore a chi va contro il Führer. Le strade sono
deserte in questa parte del quartiere, ma vogliamo assicurarci che nessuno di
quegli ebrei circoli ancora in città. Svoltiamo un angolo ed io e Kurt ci
ritroviamo davanti uno sporco ebreo, di circa trent'anni, camminare sul
marciapiede. Mi esce un ringhio e mi avvicino a lui strattonandolo
“ Giù dal marciapiede!! Va in strada! “ urlo spingendolo. Lui
cade, atterrando in una pozzanghera al bordo della strada. Alza terrorizzato lo
sguardo su di me, incontrando il mio ghigno divertito
“ Alzati!! “ lo prendo malamente per un braccio sollevandolo. Lui
strizza gli occhi e sento Kurt ridacchiare. A malapena si regge sulle proprie
gambe. Ci fissa tremando.
“ Dove sono gli altri ebrei? “ gli domando malamente
“ Non... Non lo so... “
“ Parla sporco ebreo!! “ interviene kurt prendendolo per il bavero
della camicia sgualcita
“ Qui... Qui non c'è più nessuno... “ risponde tremando. Tsk,
forse dice il vero. Kurt lo molla e in quel momento giunge una donna anziana,
non é una judea e lo capiamo quando ci dice
“ Oh, grazie al cielo siete arrivati! “ esclama la vecchia
appoggiandosi al mio braccio destro
“ Nello scantinato del mio palazzo vivono degli ebrei! Una donna
ed un bambino... “ dice
“ La ringrazio, signora “ sorrido. L'ebreo davanti a noi sbianca
di colpo. La donna lo guarda meglio
“ È lui il padre del bambino!! “ dice puntandogli contro un dito.
L'ebreo sbarra gli occhi. Kurt lo afferra per un braccio
“ E così ci volevi mentire, eh? Ora ti faremo vedere cosa succede
ai bastardi come te!! “ sbotta strattonandolo. Mi faccio indicare il palazzo
dalla vecchia e ci dirigiamo verso l'edificio. Io cammino di fianco a Kurt, che
spinge davanti a se il prigioniero. Di colpo inchioda il passo, lasciando che
l'ebreo avanzi il giusto. Mi fermo anch'io osservando la scena. Capisco
immediatamente ciò che vuole fare e mi scappa un sorriso. Dopo che la feccia è
ormai a due metri di distanza, Kurt prende rapidamente il fucile e, dopo aver
caricato il colpo, gli spara alla testa. Il corpo cade a terra a peso morto e
dal buco nella nuca cola uno spesso rivolo di sangue. Oltrepassiamo il
cadavere, lasciandolo in mezzo alla strada. Arrivati al portone della vecchia,
entriamo, e sulla sinistra, accanto alla buca delle lettere, vediamo una porta.
La spalanchiamo e davanti a noi c'è, terrorizzata, una donna.
“ No!! No vi prego! “ urla capendo di non avere più scampo. Io non
mi lascio impietosire e mi avvicino a grandi falcate, lasciando Kurt sull'uscio
“ Dov'è il tuo sporco moccioso? “ dico sprezzante
“ No vi prego! Risparmiate almeno lui! Prendete me! “ mi supplica.
“ Dimmi dov'è!!! “ stavolta lo urlo a pieni polmoni, rovesciando
una vecchia sedia lì vicino. La donna sussulta e tremando va in una stanza
adiacente, dalla quale torna pochi secondi dopo, con in braccio un moccioso,
addormentato, avvolto in una coperta stracciata. Io e Kurt sorridiamo. Dove li
porteremo non avranno bisogno di coperte e vestiti. Non immaginano nemmeno cosa
li aspetta. La strattono portandola fuori. Usciamo dal palazzo tornando in
strada, dirigendoci verso la nostra camionetta. La donna cammina terrorizzata,
stringendo a sè il moccioso. Le scappa un singhiozzo e il bambino si sveglia
“ ... Mmm... Mamma, dove stiamo andando? “ chiede assonnato
“ Ssssh... Stai zitto... Andrà tutto bene, te lo prometto “
sussurra la donna. Giuro che quando fanno così li picchierei a sangue! Non
capiscono che è inutile confortarsi? Gli ebrei sono destinati a sparire dalla
faccia di questo pianeta!! I tedeschi li stermineranno. Ormai hanno le ore
contate e darsi speranza non servirà a nulla!!
“ State zitti voi!! “ urlo. La mia voce rimbomba nelle strade,
completamente deserte, per qualche secondo. La donna sussulta e il bambino
scoppia a piangere. Da un lato sono compiaciuto per averli spaventati, ma
dall'altro seccato, non ho proprio testa di sorbirmi i piagnistei di questo
sporco moccioso.
“ Fallo stare zitto o vi ammazzo entrambi!! “ grido di nuovo. La
donna inizia a tremare ancora. Culla il bambino sussurrandogli cose che non
sento e non voglio sentire, riuscendo a calmare il marmocchio in breve tempo.
Arriviamo alla nostra camionetta. Io mi metto al volante e Kurt fa salire
malamente i prigionieri, che stanno immobili sul sedile posteriore.
“ Hmhmhm portiamoli al treno per Auschwitz “ sorride Kurt. Io
parto, mettendo poi alla radio una stazione che trasmette canzoni tedesche
naziste. Inizio a fischiettare andando a tempo di musica.
“ ... Perché fate tutto questo? “ sussurra la donna
“ Sta zitta!! “ stavolta ad urlare è Kurt. La donna si ammutolisce
all'istante e io inizio tranquillamente a cantare sopra la canzone alla radio.
Ripeto le parole a voce più bassa, imitando i gesti, con la mano destra, del
saluto e dell'attenti seguendo ciò che dice la canzone. Kurt sorride vedendomi
tanto affiatato. Smetto di cantare e gesticolare iniziando a ridere
sguaiatamente insieme a lui. Per tutto il viaggio la donna e il moccioso non
proferiscono parola e dopo circa venti minuti giungiamo alla stazione.
Scendiamo dal veicolo e tiriamo letteralmente giù gli ebrei. Li spingiamo verso
il treno che li porterà ad Auschwitz I. Raggiungiamo i nostri colleghi che
urlano in tedesco ordini che la maggior parte dei prigionieri non capiscono.
Arrivati davanti a un vagone spingo la donna e il moccioso verso l'entrata.
Sale, ma essendoci troppa feccia, non entra nel vagone restando con i piedi sul
bordo.
“ Forse dovremmo metterla in un altro vagone “ dico a Kurt
“ E perché? “
“ Non lo vedi? È troppo pieno... Non ci sta... “
“ Hmhmhm che te ne frega? Vorrà dire che verrà schiacciata dal portellone...
“ sorride sadico immaginandosi la scena. Anch'io sorrido. Sentendo queste
parole, la donna spinge terrorizzata gli altri ebrei, riuscendo così ad
incastrarsi. Chiudo il portellone con violenza. Controllo che il filo spinato
attorno alla piccola apertura con la funzione di finestra sia ben messo e
m'incammino, insieme a Kurt, verso il nostro treno. Ridendo tra noi saliamo,
andando ad occupare due posti vicino al finestrino. Il nostro treno parte,
abbandonando Berlino prima di quello dei deportati, con un anticipo di circa
due ore.
“ Quanto ci vorrà, più o meno, per arrivare ad Auschwitz? “ chiedo
“ Mah... Due settimane dovrebbero essere sufficienti “ Io annuisco
osservando poi fuori dal finestrino
“ Ci sei già stato? “ gli domando
“ Sì, ma non quello in cui stiamo andando adesso. Come sai ci sono
ben tre campi di nome Auschwitz. Il primo, dove stiamo andando ora, il secondo,
che è detto anche Birkenau, e il terzo, conosciuto anche come Monowitz. Io sono
stato a Birkenau... “ mi spiega
“ Ah... Ho sentito dire che quello in cui stiamo andando adesso,
Auschwitz I, è il campo di sterminio peggiore... È vero? “
“ Sì, ma è terrificante solo per i prigionieri, per noi no,
tranquillo. È la prima volta che ti mandano in missione in Polonia no? “
“ Già. Hmhmhm non sospettano nemmeno cosa gli accadrà... “
sghignazzo
“ Ahahah hai ragione! Mi raccomando, appena arriveranno i
deportati fai il gentile... “
“ Sì, lo so tranquillo. Bisogna dare un minimo di speranza ai
prigionieri. È così che si distrugge un uomo, dandogli un barlume di speranza,
ma impedendogli di raggiungerla “
“ Ahahah esattamente! “ ridiamo entrambi. Ormai fuori è buio.
Stiamo viaggiando da ore e io inizio ad aver fame
“ Io ho un certo languorino “ dice Kurt. Io sorrido
“ Anche io... Andiamo a cenare? “ propongo. Lui annuisce. Ci
alziamo dai sedili cambiando carrozza, entrando poi in quella adibita al cibo.
Ceniamo ridendo e scherzando. Sembra un viaggio comune il nostro, non quello in
cui la meta è un luogo di morte.
… To be continued…
Ecco il primo capitolo^^ spero vi sia piaciuto^^ grazie a chi
commenta, ma anche a chi legge soltanto! Ciao^^