Piccola
Shot facente parte della serie “Stagioni”. Questa e
le altre fic
di questa serie partecipano alla “The One Hundred
Prompt
Project”
rimandabile al banner
posto qua sotto.
Spero vi piaccia
Simphony
*°*
Raccolta
n.° 1 – Stagioni 04
Prompt
36 Autunno
Primi
novembre
2004
(P.O.V.
Ohno)
Finalmente
ho
ripreso a mangiare cibi soldi da qualche settimana. Sono rimasto in
osservazione per un mese. La botta che avevo ricevuto alla testa
contro la scrivania di Nino, poteva diventare pericolosa.
In
tutto questo
lasso di tempo, l'unico che non è venuto a trovarmi
è stato Nino.
Non che fosse obbligato a parlarmi o a frequentarmi. Anzi, forse non
dovrebbe nemmeno vedermi.
“
Mi
ha chiesto se mentre facevamo sesso poteva chiamarmi Satoshi
”
Le
parole di Jun
non fanno altro che rimbombarmi nella testa da quando è
venuto a
farmi visita. Non riesco a dormire, non riesco a mangiare, non riesco
a fare nulla.
Non
riesco a fare
altro che a pensare a Nino, a Jun, alle sue parole, al suo terrore
quando mi ha visto, al Natale passato.
Non
penso ad altro
che a lui. A quello che ho rovinato.
La
pioggia quasi
invernale scroscia come una cascata addosso a me. Le foglie cadute
vengono portate via dal vento. Le persone si accalcano verso luoghi
riparati.
Io
invece rimango
qua, fermo ed immobile, mentre le intemperie del clima mi si
riversano addosso.
L'autunno
è
affascinante.
E'
preludio di un
periodo di quiete prima della rinascita. Prima di riprendere il
possesso della propria vita.
E'
strano.
Lo
amo e lo odio
allo stesso tempo.
*°*
Sono
stato
dimesso. E sono fermo davanti alla casa di Nino, sotto la pioggia
senza trovare il coraggio di entrare.
Sotto
l'ombrello
verde chiaro, osservo la finestra di Nino. Ogni tanto lui passa
davanti la finestra, ma non perde tempo a guardare fuori.
Non sa che
sono qua. E se anche lo sapesse, non credo che si fermerebbe a
guardare me. Ormai ho, ha, abbiamo rovinato tutto quanto.
Nino
ha un profilo
bellissimo. Sta trafficando con la sua libreria, dove sono stipati
moltissimi videogiochi.
All'improvviso
mi
squilla il cellulare. E' Sho.
“
Riida,
dove ti trovo? ” esordisce
senza dire altro.
“
Sono
sotto casa di Nino. Stavo... pensando se salire. ”
mormoro quasi vergognandomi dei miei stessi gesti. Mi sento uno
stalker.
“Sei
sicuro di quello che fai? Io non so se è una buona cosa.
”
“
Probabilmente
non lo è. Ma quand'è che ho fatto cose che hanno
senso? ”
ridacchio mentre delle leggere lacrime mi scivolano sulle guance.
Le
asciugo con
rabbia.
“
Sho,
il fatto è che... io senza di lui... non sono nessuno.
”
sussurro con ira “ Io... non posso
stare senza di lui.
Anche parlandoci... non risolveremo nulla. Non cambierà
nulla. Ho
picchiato Jun. Capisci Sho? Gli ho fatto del male. Solo per gelosia.
Io non me lo perdonerò mai. ”
Inizio
a
singhiozzare. Mi appoggio al muro dietro di me, scivolando a terra,
ignorando le pozzanghere e il diluvio che sembra cadere già
dal
cielo.
Non
m'interessa
nulla. Posso anche morire ora.
Se
non ho Nino che
mi stringe fra le sue braccia, cosa mi resta?
“
Riida,
capita a tutti un momento no. Ora devi solo risollevarti. Tutti ti
capiranno. Specialmente Nino. Lui ti ama, no? E tu... Kami Riida, lo
ami più di te stesso. Per favore. Per una volta, fallo per
me Riida,
per una volta, fai la scelta giusta. Vai da Nino. Ti prego. ”
“
Ora
vedo. Te lo prometto. A dopo Sho. ”
riattacco il telefono.
Coprendomi
malamente con l'ombrello, alzo di nuovo la testa verso la finestra di
Nino.
E
questa volta,
lui è li, che mi guarda. Io ricambio lo sguardo, senza
muovermi.
Nino
alza una mano
e l'appoggia sul vetro appannato dal calore, poi lentamente le sue
dita scivolano verso il basso, fino a che il braccio non scivola
lungo il corpo.
Poi
mi dà le
spalle e sparisce dalla mia visuale.
*°*
Penso
di essere
rimasto nella contemplazione della pioggia che cade solo per pochi
minuti. Poi un tifone di nome Kazunari mi ha letteralmente buttato a
terra.
Mi
ritrovo Nino a
cavalcioni sopra di me che piange.
«
Riida, ti odio. » urla «
Ti odio. Ti odio. Ti odio. »
Non
replico. Non
ha tutti i torti.
«
Perché non mi ha detto la verità?
Perché non mi hai accettato? Io
ti amo. Ti amo così tanto che ho chiesto a Jun se potevo
chiamare te
invece di lui. Tu cosa provi per me Satoshi. Dimmelo. Dimmelo per una
volta. » singhiozza.
Lo
guardo per
qualche secondo. Poi lo stringo a me. Cuore a cuore. Sento i suoi
battiti sparati a velocità super sonica. Socchiudo gli occhi
mentre
faccio passare una mano fra i suoi capelli.
«
Ti amo così tanto che sono finito all'ospedale con un trauma
cranico. Ti amo così tanto che ogni volta che ti vedo mi
sembra di
essere in un mondo migliore. Ti amo così tanto...
» non riesco a
finire subito la frase «
Ti amo così tanto, Kazu... potrei... questa volta potrei
davvero
morire se non ti ho al mio fianco. »
Lui
si stringe a
me. I suoi singhiozzi aumentano, le nostre lacrime si mischiano con
il sapore amaro della pioggia.
La
sua fronte
contro la mia spalla, la mia fronte contro la sua spalla.
«
Ti amo. Vuoi stare con me? » sussurro al suo orecchio.
Non
ottengo
risposta. Le sue labbra che divorano le mie credo possano essere una
risposta più che sufficiente.
Non
so per quanto
tempo rimaniamo a baciarci sotto la pioggia. Non so per quanto tempo
mi sono ubriacato del suo odore. Non so per quanto tempo le mie mani
lo hanno sfiorato sotto la maglietta.
Ma tutt'ora,
mentre ci alziamo ansimanti e anche un po' raffreddati, so di per
certo che nulla potrà separarci.
Fine
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