I love your whole world

di harinezumi
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a Giulia, un’amica che sono appena riuscita ad incontrare e spero già di non perdere mai!

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I love your whole world

Amo il tuo mondo, ed esserne parte.

 

Quando Fay guardava Kuro-rin non poteva fare a meno di pensare a quanto amasse quella smorfia perenne con cui piegava le labbra, quei rossi occhi attenti con cui scrutava sempre ogni gesto che faceva, come se cercasse i segreti che celava nel modo in cui le sue dita abbracciavano il manico di una semplice tazza.

Allora lo sguardo di Fay si distoglieva immediatamente, perché era sicuro che, continuando a provarci in quel modo, Kurogane quei segreti li avrebbe trovati. Vagava lungo il collo dell’altro, lungo le sue braccia robuste, indugiava sul suo petto.

Fay si trovava ad arrossire per i pensieri che quella vista gli faceva venire in mente, e mentre cercava qualcosa di stupido da dire per sciogliere la tensione che lo attanagliava, solo la solita frase, proibita dal suo stesso cuore, gli veniva in mente.

«Ogni volta che mi sento triste e ho freddo chiudo gli occhi e penso a te. E allora mi sento di nuovo felice e al caldo, per più di tutto il tempo che avessi mai sperato».

*

Quando Kurogane guardava il mago trovava un muro davanti ai suoi occhi. Fortunatamente, riusciva ad accorgersi almeno della presenza di quel muro, o sarebbe presto impazzito nell’immaginare cosa passasse per la testa del biondo. Non che ora ne avesse idea.

E il gesto frettoloso dell’altro, il suo chinare la testa, le sue guance arrossate, lo facevano bruscamente rendere conto che si era perso nella bellezza di quegli occhi azzurri e intensi, di quei capelli di un colore surreale, di quel volto che avrebbe dato carte false pur di avere il coraggio di sfiorare. Per scoprire almeno quello del mago, se il suo viso era morbido e il sapore della sua pelle, dato gli impediva di capire di lui tutto il resto.

Mentre il biondo sparava l’ennesima cavolata sul ninja e veniva prontamente supportato dalla polpetta bianca, Kurogane avrebbe tanto voluto avere la forza di arrabbiarsi e picchiarlo, ma riusciva a pensare soltanto alla stessa, fastidiosissima, frase.

«Non importa se tu non provi quello che provo io. Non capirei cosa provi comunque. Ma vorrei che almeno mi permettessi di amarti».

*

Ogni volta che Kurogane e Fay si guardavano, avevano l’innata capacità di fraintendere ogni più piccolo gesto dell’altro. Soltanto su una cosa si sentivano tacitamente d’accordo: amavano tutti quegli equivoci, come se fossero consapevoli che non avrebbero mai ottenuto nessun’altra cosa dall’altro.

 

 

 

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queste dovevano essere due drabble ma io sono prolissa, quindi si sono presto trasformate in una flashfic tutta intera.

a me è piaciuto scriverla, stamattina mi sono svegliata con un sacco di ispirazione, quindi se vi va di dirmi cosa ne pensante sono felice ^^ a presto (putroppo per voi :D)!

harinezumi





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