E' passato più di un anno da quando, senza
gran successo, tentai di iniziare una fanfiction sul futuro non troppo luminoso
dei personaggi di FFVII. Quella storia si trasformò in una cosa orrenda, ed è
per questo che mi sembra opportuno riproporre solamente il primo capitolo, in
una versione riveduta e corretta.
Ho aspettato a lungo di trovarmi nell'umore
giusto per riscrivere Loneliness, ma... Penso che non ci possa essere un momento
migliore di questo. Mancando l'originale, non ho fatto altro che partire dalle
stesse immagini e ricrearla dal principio. Spero che NON vi piaccia, perché
suppongo che il suo scopo sia proprio questo.
Loneliness
Una stanza
spoglia, fredda, priva di inutili ornamenti. Tra le pareti sporche e prive d'intonaco,
in mezzo alla polvere fluttuante, si notano solo i profili delle bottiglie vuote
e degli stracci ammassati in un angolo.
L'arredamento
si compone di un'unica sedia dall'aspetto fatiscente.
Solitamente
è il rumore di Midgar a regnare, filtrato solo parzialmente dalle pesanti
tende. Non oggi.
Durante le notti
silenziose come questa, l'aria stantia è sempre pervasa dal rumore di tarme
instancabili.
L'uomo sulla
sedia si sveglia all'improvviso, libera il corpo umido di sudore dalla morsa
delle coperte.
Un flebile
fascio di luce ne illumina i lineamenti duri e le profonde rughe.
La sveglia giace
a terra, priva della lancetta dei minuti. Ciò che ne rimane sembra indicare un
orario imprecisato tra le due e le tre del mattino, ma l'oscurità è troppo
fitta, la stanchezza troppo acuta per accertarsene.
Cloud
continua a giacere immobile, a torso nudo. La sua pelle chiazzata dall'età è
tesa sul ventre prominente, la mancanza di pulizia gli conferisce un aspetto
ancora più malsano.
I secondi
passano lentamente, assistendo alla guerra del sonno e delle memorie sepolte. I
ricordi si fanno prepotentemente
strada sotto le palpebre, sotto forma di macchie di luce. Forse è il suo subconscio
a rendere i loro contorni così definiti, o forse la fine imminente.
Ancora una
volta, come una dolorosa marea, le consuete riflessioni riaffiorano alla mente.
Ricordi di
un tempo sempre più lontano, i cui dettagli si perdono ogni giorno di più nelle
spire della vecchiaia. Ricordi di un tempo in cui le cose erano diverse, in cui
il nome di Cloud era venerato come quello di un dio.
Il pianeta
fa presto a dimenticare i suoi ospiti, e la memoria della gente è ancora più
veloce.
Di quello
che una volta era un famoso gruppo di eroi, ora restano un vecchio e otto
cadaveri.
Cloud si
sforzò di ripensare a ognuno di loro, attraverso la nebbia nella sua mente.
Per un certo
tempo i contatti erano stati frequenti, ma ben presto gli intervalli di tempo avevano
iniziato a estendersi. Alla fine, erano stati i giornali ad avvisare Cloud del
destino incontrato dagli altri.
Era lì che
aveva letto di Barret, e del suo sfortunato coinvolgimento in una lotta tra
fazioni estremiste.
Lì aveva
riconosciuto il corpo di Tifa, abbandonato sul marciapiede, sfigurato dalla
lama di un cliente insoddisfatto.
E ancora Reeve,
per quel mix letale di antidolorifici e stupefacenti. E ancora Cid, immortalato
con Shera al suo fianco, nel letto d'ospedale in cui il tumore al fegato gli
aveva preso la vita. E Yuffie, uccisa da qualche dinastia a lei avversa, nella sua stessa
casa a Wutai. E Vincent, che aveva incontrato la stessa sorte tentando di
vendicarla.
Alcuni
avevano considerato Red il più fortunato; era morto da eroe, come suo padre
prima di lui, difendendo la sua terra d'origine.
Cloud non
aveva potuto fare altro che ridere amaramente. Una morte dignitosa è forse più
accettabile di un'overdose, dal punto di vista del morto?
Finalmente,
Cloud si alza.
Le ossa
gemono sotto il peso degli anni e dell'alimentazione irregolare, per un attimo
paiono tradirlo.
Mentre afferra
lentamente la Colt, un'ultima risata strozzata trova la forza di attraversare
le sue labbra.
Avrebbe
proprio voluto vedere la prima pagina del giornale, all'indomani.