Bleach 1
Dream Dream Dreamers: L'innocente
Pioggia.
Un uomo che guarda il cielo, lasciando che le sue lacrime, si confondano con il pianto silenzioso di quella notte maledetta.
Pochi giorni prima.
What should I do?
Naze ni isogiashi no yume oibito
Oh!
Demo sono mama sa kitto
I gotta go slap my leather jacket on
Sassou to ikeru hazu
Sa hikari kazaru VENUS CITY ate ni
Forgive me ari no mama no ore
Baka rashikatta toshite mo
Oh!
Kono mama sa zutto
Let me go knowin' now the pressure is on
Katarenai omoi ga aru
Amata no hoshitachi yo
Omae no sono kokoro koso ga
Sekai no subete da ze
Wasurezu ni iro
Oh oh oh oh!
Quella sera,
Tokio era vestita a festa: la città, scintillante di luci,
prometteva il successo ammiccando dalle vetrine, nei gesti esperti
delle commesse nei negozi di classe, nel via vai di gente nei ritrovi
più in della metropoli.
L'ultimo piano del Divine Comedy non faceva eccezione: se l'interrato
chiamato Inferno era una eccezionale discoteca e al piano terra ci
fosse Purgatorio, uno dei migliori ristoranti di Shinjuku e dintorni,
l'ultimo piano era il vero gioiello della corona: il club Paradiso.
Soltanto possedere la sua tessera era garanzia di appartenere alla
cerchia della gente che contava in città, come con soddisfazione
osservava il vecchio Barragan, il propietario dell'intero complesso e
multimilionario. Ai suoi tavoli c'era gente del calibro di Unohana
Retsu, ultima esponente dell'alta borghesia nipponica, dai capelli
corvini trattenuti in una folta treccia; Shunsui Kyouraku, ex-sportivo
di alto livello e ora spregiudicato miliardario, assieme al sempre
malaticcio Jushiro Ukitake. Se il primo, risaputo donnaiolo, era in
compagnia delle sue due segretarie, l'altro preferiva portarsi appresso
due infermieri, fortunatamente non in camice o avrebbero guastato
l'atmosfera del locale.
E poi, e poi.... Alle luci soffuse del caldo ambiente, Barragan smise
di contare, per concentrarsi sulle tre talentuose bellezze che in quel
momento si stavano esibendo, in particolare la sua ultima scoperta,
Orihime Inoue, giovane, fresca e bella: assieme alla biondona,
Matsumoto, e alla panterona Yoruichi, creavano un quadro perfetto al
sollazzo delle orecchie e della vista.
Oikosu sa REAL WORLD
Scream Scream!
Netsujou sakebu VOICE
Heart Heart!
Hajirau YOUR SMILE
Stay Beautiful!
oh oh!
Kick Kick!
Mukiau sa COOL WORLD
Beat Beat!
Uchinarase EMOTION
Heart Heart!
Must be so strong, so
Tough Tough Tough
Stay Beautiful!
Oh oh oh oh!
Scream Scream!
Oh oh oh oh!
Heart Heart!
Oh oh oh oh!
Un
passo avanti, un mezzo giro d'anca e le luci che inondavano la sala, in
un perfetto crescendo, a concludere una esibizione magnifica, che fece
sorridere sotto i baffi il vecchio, che vedeva già davanti ai
suoi occhi gli incassi della serata; ormai, anche per quella sera, non
rimaneva altro da fare che congedare gli ospiti di riguardo. Ovviamente
non avrebbe provveduto lui di persona, aveva un personale più
adatto allo scopo; il vecchio preferì farsi accompagnare da un
paio di uomini nei suoi locali privati, dove incrociò il giovane
Kyouraku
"Ebbene, Kyouraku-san? Mi auguro che la serata sia stata di vostro
gradimento" borbottò, non troppo bruscamente si augurava. Ma
l'altro sembrò non farci per niente caso, anzi, sorrise con
pigro calore
"Barragan-san, lei è un genio, sa? Il locale, la musica... ho
viaggiato tanto ma un posto così c'è solo a Tokio"
"Facciamo del nostro meglio" commentò spiccio
"E poi, certe bellezze... dovrà dirmi dove le trova, perchè in giro di donne così se en vedono poche"
Il vecchio miliardario rise sotto i baffi: aveva capito dove voleva andare a parare l'altro
"Segreto professionale, amico mio... e già che ci siamo: non
è che sta cercando i loro camerini? Perchè, se fosse
così, sarei molto spiacente di doverla fare accompagnare
all'ingresso"
"Ahahah! Difendiamo la merce, eh? Stia tranquillo... cercavo soltanto
il bagno" concluse l'altro, ghignando. Era consapevole della sua fama,
enon faceva niente per smentirla.
Tanto per andare sul sicuro, Barragan mandò uno dei suoi uomini con Shunsui, per accompagnarlo e anche sorvergliarlo.
Ai camerini poteva accedervi soltanto lui e del personale fidato.
Non era uomo a cui piaceva correre rischi, Barragan.
Il piccolo e lussuoso camerino era illuminato soltanto dalle luci poste
ai lati dello specchio: con calma e ancora un pò di insicurezza,
la giovane Orihime stava cercando di togliere il trucco che per quanto
da ragazza "acqua e sapone", per una come lei era anche troppo.
Assorta, non si accorse dell'ingresso di un'altra persona nel camerino,
che si avvicinò a lei con passi quasi furtivi.
Da dietro, con delicatezza, le tolse il tampone di cotone, facendola
al tempo stesso girare: nella penombra della camera, il sorriso di
Yoruichi era splendente
"Dà qua, ti aiuto io"
In silenzio, la giovane donna passò delicatamente la crema sul
viso, sorridendo appena ai suoi occhioni grigi sgranati e sorprendendo
appena anche se stessa. nel loro mondo, non c'era spazio per la
pietà per una rivale: se non eri sulla cresta dell'onda, finivi
rapidamente a fondo; non parliamo poi dell'età, la paura
costante di essere scalzati da qualcuno più giovane e più
bravo di te, che ti avrebbe tolto per sempre le luci della ribalta!
Ma dal primo momento, Yoruichi aveva capito quella ragazza e ne era
stata, a suo modo, sedotta; ecco forse era quella la parola giusta, che
non le era mai venuta alle labbra. Era stata sedotta dalla sua purezza,
dalla sua semplicità e dal suo talento straordinario; ormai, la
giovane donna aveva accettato da tempo il fatto che non sarebbe stata
mai niente più che una bella cantante in un qualche locale,
anche se di lusso. Ma lei... lei aveva ancora una lunga strada davanti.
Poteva dirle tutto questo?
"Sei... sei stata bravissima, stasera"
Il problema delle parole... sono sempre il pallido riflesso del nostro
pensiero. Ma c'erano un sacco di cose non dette, in quelle quattro
parole, che la fecero arrossire di contentezza. Stava per replicare, ma
qualcuno buttò giù la porta.
"Ragazze, ragazze ragazze... RAGAZZE non ci crederete mai!... ehm... interrotto qualcosa?"
"Ma che.... stupida oca!" ribattè Yorouichi. Nella penombra e
dal colore della pelle non si poteva dire se fosse rossa o meno, cosa
che non si poteva negare per Orihime che pareva appena aver realizzato
in che situazione fossero.
"Bè, tenetevi forte: Barragan ci offre da bere!"
"Sul serio?" inarcò il sopracciglio la gatta. Barragan, famoso
spilorcio che offriva da bere alle sue cantanti? Questa era grossa
davvero.
"Dai cambiatevi e venite, ci aspetta al bar" strillò eccitata la
bionda: la mora non se lo fece ripetere, fiondandosi nel camerino
accanto e spogliandosi alla svelta.
"Uhm... ecco, io... io preferirei di no, grazie" declinò esitante la più giovane del trio.
"Ma come, no? Sei matta? Una cosa del genere capita solo ogni morte di vescovo"
"Si dice morte di Papa, oca"
"Quello che è... sai che forse ne ho investito uno in centro?"
"Guarda che ce n'è uno solo e sta a Roma, non sono come i piccioni"
"Sul serio? Vabbè, dai, cambiati e vieni con noi"
"Ho detto... ho detto di no, ti prego, Matsumoto-san, ho un leggero mal di testa" sorrise timidamente.
"E lasciala perdere!" sbuffò la terza. Aveva tolto il lungo
abito da sera che usava in scena: ora, come la bionda Matsumoto, era in
jeans e camicetta, con una generosa scollatura "Noi siamo al bar,
raggiungici se ti senti meglio, ok?" .
"Uhm! Grazie, Yoruichi-san... e Matsumoto-san".
"Ma ti pare... a dopo!".
"Uurgh... la mia testa..."
Molto tempo dopo, Matsumoto ciondolava per i corridoi del Paradiso,
rimbalzando come una pallina del flipper contro ogni oggetto solido sul
suo cammino. Avevano passato almeno tre ore a bere e a ridere al bar
con i ragazzi dello staff, alcuni tra parentesi anche molto carini, ma
Orihime non si era fatta viva per niente.
Che ingrata, sciupare una occasione come quella! Barragan per fortuna
non c'era, si era limitato a dare disposizioni alla barista di
provvedere e di fare qualche ora di straordinario, ma per il resto
aveva preferito rimanere nelle sue camere. Meglio così, almeno
l'atmosfera della festa non ne aveva risentito.
Comunque, la ragazzina rimaenva una ingrata!
Stava prendendo una brutta piega, la ragazzina, oh sì! ma per
fortuna c'era la bella e giovanissima Matsumoto Rangiku che avrebbe
provveduto, si, l'avrebbe sgridata come si deve e poi sarebbero andate
a fare compere e poi, e poi Orihime sarebbe divetata una brava
ragazza, sì, una bravissima cantante come lei!
Ormai la bionda vaneggiava tra i fumi dell'alcool e quasi non ci vedeva
più: di colpo, si ritrovò a terra, a massaggiarsi la
testa. Davanti a lei, più che vedere, intuiva ci fosse una
persona che le dava le spalle
"Che... che modi sciono?!" sbraitò.
Ma l'altro sembrò accorgersi solo in quel momento della sua
presenza; scansandola con pochisimo garbo, si mise a correre giù
per la rampa di scale che portava all'uscita antiincendio, lasciando la
ragazza inebetita.
Anche se a fatica, Matsumoto riuscì a rimettersi in piedi: ormai
era quasi arrivata. Si preparò a buttare giù la porta
come era solita fare, ma si accorse che era già semiaperta,
così decise di fare uno scherzo alla sua amica: con calma, fece
scorrere la porta sui cardini, pregustando la sorpresa, ma quando la
aprì completamente, tutto l'alcool e il sangue nelle vene
gelarono di botto.
Schiena sul pavimento, il vestito strappato e completamente nuda dalla
cintola in giù, lo sguardo vacuo rivolto alla parete, la pelle
bianca: Inoue Orihime, 18 anni... era morta
Note: la canzone è "Stay Beautiful" di DIGGY-MO, ending #23 di Bleach
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