Premessa:
non mi piaceva Caroline finché non è stata
vampirizzata. Tifo incondizionatamente per Katherine e ho una
spasmodica passione per Damon. Il titolo è un tributo a Roman Polański.
Detto
ciò, buona lettura.
On
air: It's amazing - Jem
La
prima cosa a cui pensò Caroline quando si svegliò nel
letto d'ospedale, non fu l'incidente automobilistico con Matt o
l'aggressione della bellissima Katherine – porca miseria, è
sputata a Elena!
No.
La
prima cosa a cui pensò, non fu la fame indicibile che le
stritolava lo stomaco - dio, sembra non mangi da anni! - non
furono i rumori amplificati che rimbombavano nel cervello – ma
gli ospedali non dovrebbero essere luoghi silenziosi? - e non fu
neppure la tremenda luce che le feriva gli occhi impedendole una
corretta visione della stanza.
No.
La
prima cosa a cui pensò, anzi, la prima persona, fu Damon
Salvatore.
Damon
occhi celestiali e sorriso assassino.
Damon,
lo stronzo patentato specializzato nell'usa e getta.
Damon
che l'aveva ammaliata, scopata e vampirizzata.
Sebbene
non avesse difficoltà a sopportare i primi due eventi, il
terzo la mandava letteralmente in bestia. Sebbene i ricordi
tornassero a pezzettini e a sprazzi improvvisi, ricordava benissimo
tutti i passaggi che l'avevano portata in quel letto d'ospedale.
Sebbene tremasse alla sola idea di essere ammaliata una seconda volta
e costretta a fare chissà che,
Caroline era incazzata nera. Avrebbe voluto saltargli al collo e
affondare i denti nella pelle, tanto per fargli capire il male che
faceva. Avrebbe voluto legarlo al paraurti posteriore della sua auto
e trascinarlo per tutta Mystic Falls. Avrebbe voluto affondare le
unghie negli occhi verdi-azzurri e strapparli via per provocargli
tanto dolore quanto ne aveva causato a lei.
Sogna,
pensò e si adagiò
sui cuscini.
Caroline
aveva fame, la flebo non era paragonabile al polpettone della nonna o
ai manicaretti di Jenna. Piuttosto... doveva riportare la tortiera a
Elena, l'aveva usata per l'ultima festa e poi... Mmmh!
Caroline annusò l'aria
chiudendo gli occhi. Che buon profumo. Chi..
“Allora,
come sta la paziente oggi?”
Caroline
trasalì quando l'infermiera nera entrò nella stanza e
le scoccò un sorriso bianco e brillante. Era carina, sulla
trentina e sembrava non avere un problema al mondo. Accidenti, le
permettevano di portare tutto quel profumo mentre lavorava? “Ho
fame” disse semplicemente toccandosi la flebo.
“Questa
possiamo toglierla” mormorò la donna estraendo l'ago.
Una goccia di sangue spillò sulla pelle. L'infermiera non fece
in tempo a ripulirla col cotone imbevuto di disinfettante, che
Caroline portò la mano alla bocca e la succhiò.
Dolcissimo!, pensò
aspirando tutto il sangue che poteva. Ma che c'era, la
dentro... zucchero filato? Le
girava la testa. “Ho davvero
fame.”
“Fra
poco cara, dopo che il medico ti avrà visitato” disse di
nuovo togliendo la flebo vuota.
Caroline
ne fu contrariata. Molto contrariata. Lei aveva fame adesso!
“Quando passa il medico?” mormorò pacata, sebbene
avesse voluto piangere, urlare e strapparsi le coperte di dosso. Non
sei una ragazzina, fa la brava.
Allontanò la mano dalla bocca con uno schiocco. Sentiva il
cuore battere come una grancassa e il cervello e i polmoni scoppiare.
Un secondo dopo, si avventava sull'infermiera.
***
Aveva
fatto un maledetto casino, pensò lavandosi le mani sotto
l'acqua. Caroline si guardò allo specchio mentre l'infermiera
teneva la mano premuta contro il collo. In fretta, strappò dei
pezzi di carta igienica e li tamponò sul morso, insieme ad un
po' di disinfettante. La donna era sotto shock e non parlava. “Premi
forte” le suggerì mentre rovistava nell'armadietto ed
estraeva una benda medica. Eliminò la protezione che ricopriva
la parte appiccicosa e la fece aderire ai lati della ferita. In
fretta, si infilò i vestiti e la tenne d'occhio mentre
barcollava avanti e indietro, seduta sul letto. “Ok, ora
sdraiati qui” disse sistemando il cuscino dietro di lei. “Tu
non mi hai mai vista!” esclamò a bassa voce fissandola
negli occhi.
“Non
ti ho mai vista” rispose la donna ammaliata.
La
prendeva in giro?, Caroline la fissò aggrottando le
sopracciglia, poi allacciò le scarpe e uscì
tranquillamente nel corridoio della corsia.
*** Elena
era senza parole. Pensava di trovare la sua amica addormentata, non
un'infermiera in stato confusionale con gli inconfondibili morsi di
un vampiro sul collo! Rovistò a caso nella borsa finché
non trovò il cellulare.
“Le
hanno quasi sventrato il collo...”
“Puoi
fare qualcosa? Forse Caroline è in pericolo.”
Stefan
le fece un cenno positivo, poi si bloccò e guardò la
finestra da cui proveniva un'intensa luce mattutina.
***
Caroline
aveva alzato gli occhi al cielo quando li aveva visti entrare insieme
nell'ospedale. Sopportare quei due, era al di sopra delle sue forze,
al momento. Le facevano rabbia. Elena era la ragazza perfetta e ora
aveva anche il ragazzo perfetto. Lei amava Matt da molto prima che
scegliesse Elena. E aveva messo gli occhi su Stefan prima ancora che
Elena entrasse nel suo campo visivo. Caroline era destinata a perdere
su tutti i campi, paragonata alla sua 'amica.' Certo, le voleva bene,
ma c'era sempre quel 'ma'...
Con
un mugugno insofferente, aveva deviato dall'uscita verso le scale
antincendio, si era immersa nel semibuio dell'androne ed era rimasta
li, respirando piano. La frescura le accarezzava la pelle e le
riempiva i polmoni. Sapeva un po' di muffa e di tubazioni metalliche.
Accidenti, faceva un po' paura. E se ci fossero stati i
topi?! Saltò in piedi e
si affrettò per le scale. Caroline spalancò la porta
tagliafuoco e si inoltrò nel corridoio, prendendo un bel
respirone che si trasformò in un urletto strozzato dalla mano
di Stefan. Il vampiro la trascinò in una stanza e chiuse la
porta.
“Mi
hai fatto paura!” esclamò “cosa ci fai qui?”
“Siamo
venuti a trovarti” rispose Elena alle sue spalle “qualcuno
ha morso l'infermiera, eravamo preoccupati per te.”
Caroline
sistemò i capelli biondi e scrollò le spalle “sarà
stato Damon” propose senza guardarli. “Se volete
scusarmi, c'è una festa che aspetta di essere...”
“Non
è stato Damon” ribatté Stefan studiandola
attentamente. “Chi ti ha trasformato?”
Il
volto di Elena si fece terreo.
“Non
so di cosa stai parlando” mentì e il volto le andò
a fuoco.
Elena
sbiancò del tutto. “Sei un vampiro?”
“Io?
Sei matta?!”
Elena
guardò Stefan e il vampiro le rivolse uno sguardo d'intesa.
“D'accordo” disse e sorrise. “Possiamo andarcene,
no?”
“Certo
che possiamo” rispose la ragazza aggiustando la borsa sulla
spalla “Matt sarà in pensiero. Devo prendere le redini
della festa! Senza di me, sono perduti!”
Stefan
la seguì verso l'uscita e quando la vide esitare, la spinse
appena. Il sole bruciò il braccio di Caroline che sibilò
fra i denti e si ritrasse nell'ombra. Di fronte lo sguardo sereno e
divertito di Stephan, non seppe più mentire.
***
“Toh!”
Era
l'esclamazione più intelligente che riuscisse a produrre
quell'uomo?, si chiese togliendo il cappuccio della felpa dai capelli
biondi e guardandosi attorno. Il 'maniero' Salvatore. Lei non ci
aveva mai messo piede. Accidenti, quella roba era antichissima!
Non che lei se ne intendesse, ma...
“Cosa
ci fa qui?” Damon la guardò appena, braccia incrociate e
rivolto al fratello “non avevamo detto 'niente ospiti'?”
“Sono
di passaggio” rispose e si mise a contemplare la libreria di
Stefan. Non che lei fosse una grande lettrice, ma quei vecchi libri
impolverati avevano il suo fascino.
“Katherine
l'ha trasformata” lo sentì rispondere laconico. Mai una
parola di troppo... e mai un sorriso, pensò adocchiando
il vampiro. Tutto il contrario del suo odioso fratello!
“Oh!”
Sì,
erano le sue esclamazioni più intelligenti, pensò
guardandolo dritto negli occhi. Il disinteresse di Damon si trasformò
in ironia. Caroline sentì prepotente la voglia di aggredirlo
fisicamente.
“Resterà
qui per un po'. E' nel momento critico.”
“Cosa
vuol dire?” Caroline si voltò verso Stefan “cos'è
il momento critico?”
“La
fase di trasformazione!” cantilenò Damon ironico “io
direi di sbarazzarcene subito e poi uscire a festeggiare!”
ridacchiò dandole le spalle “un vampiro in meno a Mystic
Falls!”
Stefan
la vide balzare così velocemente addosso al fratello che restò
impietrito. Un attimo dopo, Caroline affondava i denti non ancora
sviluppati nel collo del vampiro strappandogli la pelle.
“Argh!
Cazzo!” ringhiò finendo a terra “resti lì
imbambolato o mi dai una mano?”
Stefan
sorrise e restò immobile, appoggiandosi comodamente al mobile
alle sue spalle.
Fanculo,
pensò e si strappò di dosso la ragazza serrandole la
mascella e sbattendole la nuca a terra. Caroline si afflosciò
sul pavimento perdendo d'improvviso tutte le forze. Gli occhi
verdeazzurri di Damon si incupirono diventando neri e i denti
guizzarono fra le labbra arricciate. Anche lei sarebbe diventata
così? Forse già lo era, rimuginò prima di
svenire.
***
Caroline
si svegliò in preda ai crampi. Si sollevò dalle coperte
e si guardò attorno. Ancora il maniero Salvatore. Ancora
notte. Quanto tempo era rimasta svenuta?
“Ben
svegliata.”
Caroline
strinse gli occhi. Mal di testa, fame, crampi. Si sentiva isterica.
Le veniva di piangere.
“Bevi
questo.”
Stefan
le passò un bicchiere con dentro del liquido rosso. Era la
cosa più intrigante e succulenta avesse mai visto. Si avventò
sul sangue e lo bevve macchiando camicetta e lenzuola. “Ancora”
mormorò e gli tese il bicchiere. Stefan la guardò
stupito. Avrebbe dovuto bastarle. “Ancora, per favore”
mormorò di nuovo e si leccò le dita con cui aveva
ripulito il sangue dal mento “E' buonissimo, che cos'è?”
“Sangue!”
esclamò una voce ironica e scanzonata.
“Damon,
non è il momento” lo avvertì il fratello a bassa
voce “me ne occupo io.”
“E
lasciami divertire qualche volta!” esclamò e si sedette
comodamente accanto a Caroline che lo guardò con odio. “Tu
risaltatami addosso ed io ti pianto un paletto nel cuore”
sussurrò nel suo orecchio piegando di lato la schiena. “Sono
stato chiaro?”
Legarlo
al parafanghi della macchina e trascinarlo su un tratto di strada
dissestata era troppo poco, pensò Caroline guardandolo negli
occhi. “Fuori dal mio letto!” sibilò provocando
una risatina nel suo nemico.
“Non
dicevi così, la scorsa volta” bisbigliò e le
inviò un bacio che la fece imbestialire. Stefan l'afferrò
per le spalle nel momento stesso in cui Caroline si liberava delle
coperte e si protendeva verso di lui. Damon era rimasto immobile e
sorrideva. Dio, quanto le dava fastidio quel sorrisetto!
“Mi
ricordo tutto!” esclamò cercando di scrollarsi di dosso
il vampiro “ricordo tutto quello che mi hai fatto, come mi hai
usato, come hai abusato di me...”
“Non
è che dicevi proprio no, eh!” la rimbeccò
sporgendosi di lei “me la ricordo in maniera diversa!”
“Mi
hai usata!” urlò e si liberò di Stefan, incredulo
che avesse tanta forza “brutto figlio di puttana!”
Stavolta
fu lesto ad afferrarla. Caroline gemette di dolore quando le piantò
le unghie nella pelle delle braccia. Caroline si divincolò e
urlò di frustrazione e la scena era quasi comica.
“Lasciala.
Smettila!” ordinò diretto al fratello che continuava ad
immobilizzarla. Strano, pensò, una volta le avrebbe davvero
infilato un paletto nel cuore o spezzato qualche arto...
“Damon,
lasciala immediatamente!”
Caroline
si voltò verso Elena. Per un momento la rivide – no,
non Elena, quell'altra identica a lei – mentre la soffocava
col cuscino. Smise di lottare e Damon la lasciò all'istante.
“La
tua amichetta del cuore è isterica!” esclamò e si
aggiustò i vestiti, allontanandosi dal letto.
“L'avrai
provocata come al solito” commentò acidamente, prima di
concentrarsi sulla ragazza. Aveva le guance arrossate e gli occhi
lucidi. La conosceva di diciotto anni. Era la faccia di una che stava
per piangere dalla frustrazione. Elena spostò lo sguardo sul
fidanzato. “Come sta?”
“Chiedilo
a me, sono qui!” rispose Caroline raggomitolando le gambe sotto
di se, le guance sempre più rosse. “Voglio andare a
casa!”
“Non
puoi ancora andare a casa” mormorò Stefan sedendosi
vicino a lei. Caroline lo guardò appena. Elena sapeva che
quando era in quelle condizioni, si vergognava della propria
debolezza. “Perchè no?”
“Non
ha alcuna protezione magica, non possiamo lasciarla uscire al sole”
spiegò a bassa voce a Elena.
“Possiamo
chiedere a Bonnie” rispose avvicinandosi a Caroline. Le
accarezzò i capelli, ma lei si ritrasse. Elena la guardò
interrogativa e continuò a parlare con Stefan. “Potrebbe
incantare un anello protettivo come fece Emily prima di lei.”
“E'
una buona idea” commentò il ragazzo guardando la
neo-vampira. “Caroline, ascoltami” mormorò con la
voce più dolce “Elena ed io...”
“Ho
capito, non sono stupida” brontolò “perchè
continuate a parlare come se non ci fossi?”
“Va
bene!” esclamò Damon sbuffando allegramente “prima
troviamo quella streghetta, prima finisce lo strazio” disse
allontanandosi verso la porta “vado a cercarla.”
“No.
Noi andiamo a cercarla. Tu resti qui e fai da balia a Caroline.”
“No!”
esclamò l'interessata saltando quasi in piedi “io non
resto qui con lui!”
“Poi
scordartelo” ringhiò a sua volta il vampiro “preferisco
una strega incazzata alla principessa delle bambole in crisi
emotiva!”
“Come
mi hai chiamato?!” Caroline scoprì i denti che non aveva
ancora sviluppato e Damon la guardò con commiserazione.
“Calma!”
La voce modulata di Stefan li fece voltare entrambi verso di lui
“Bonnie ti vuole morto.”
“Non
è l'unica!”
Elena
alzò le sopracciglia e sorrise appena “la maggioranza ha
deciso.”
“Due
contro due non è la maggioranza!” commentò ma non
ci mise molta verve. “Fate un po' come vi pare...”
“Cerca
di non ucciderla” sussurrò il fratello prima di
andarsene.
“Non
ti assicuro nulla” sbuffò e gli sbatté la porta
alle spalle. Damon strofinò le mani fra se e saltellò
allegramente per le scale che portavano alla camera da letto di
Caroline. Finalmente aveva qualcosa di succulento per movimentare la
sua noiosa serata casalinga!
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