Silly Love Songs
Silly Love Songs
You'd think that people would have had enough of silly love songs
But I look around me and I see it isn't so
Some people wanna fill the world with silly love songs
And what's wrong with that? I'd like to know 'cause here I go again
Potresti pensare che la gente ne abbia avuto abbastanza di stupide canzoni d’amore
Ma mi guardo attorno e vedo che non è così
Alcune persone vogliono riempire il mondo con stupide canzoni d’amore
E cosa c’è di sbagliato? Mi piacerebbe sapere perché mi capita ancora
Paul McCartney & Wings, Silly Love Songs
«Tadaima, Yuki!»
Ogni volta che Shuichi faceva ritorno a casa –quella del suo
amante, almeno-, sentiva il bisogno di annunciarlo con esagerato
clamore.
Probabilmente perché, dopo la “fuga”di Eiri per New
York, sperava che, urlando a squarciagola, avrebbe ricevuto una
risposta, una qualunque, come conferma del fatto che l’altro era
ancora nell’appartamento.
E allora, anche dopo uno grugnito che somigliava vagamente ad un «Okaeri»,
il cantante si sentiva sollevato; e piombava nello studio dove il
biondo si “nascondeva” nella speranza di buttar giù
qualche pagina del suo prossimo romanzo.
«Yuki!»
Allungava a dismisura la “u” del suo cognome d’arte
con un tono mieloso ed allegro, sul viso un sorriso che andava da un
orecchio all’altro.
«Yuki, Yuki, oggi ho scritto una nuova canzone! Farà parte del prossimo album dei Bad Luck, vuoi leggerla?»
Eiri sospirò: volente o nolente, qualsiasi risposta avrebbe
dato, il ragazzino dai capelli rosa avrebbe trovato il modo, più
o meno palesemente subdolo, di piegarlo al proprio volere; a quel
punto, tanto valeva cedere da subito e risparmiarsi un mal di testa
ancor peggiore di quello attuale.
«Da’ qua…» sbuffò, girando la sedia
verso la soglia dello studio ed allungando un braccio verso Shuichi
che, con una luce di profonda adorazione negli occhi violetti, gli
porse il foglio.
Scorse le parole con espressione annoiata: nonostante lo scorrere del
tempo, non c’era nulla da fare, quel marmocchio continuava a non
avere alcun talento compositivo.
Sospirò, restituendogli il manoscritto.
«Non pensi che la gente ne abbia avuto abbastanza di stupide canzoni d’amore?»
Il cantate scosse la testa, senza mutare espressione.
«Ogni volta che mi guardo attorno vedo che non è così.
Se continuiamo ad avere tutti quei fan, sicuramente è
perché c’è ancora qualcuno cui
piacciono…» fu la risposta gioiosa che lo scrittore
ricevette prima che il suo amante gli schioccasse un bacio
sull’orecchio –il suo punto debole- e sparisse nel
corridoio.
Sarebbe andato a riguardare per l’ennesima volta uno dei video di
Sakuma Ryuichi o, altrettanto probabilmente, in cucina a divorare i
suoi snack alla fragola.
Eiri si passò stancamente una mano tra i capelli, ravvivandoli
all’indietro, e abbandonò la schiena contro la sedia.,
alzando lo sguardo ceruleo verso il soffitto, pensieroso.
«Alcune persone vogliono riempire il mondo con stupide canzoni d’amore…»
disse a se stesso, annoiato, rimettendosi composto, estraendo una
sigaretta dal pacchetto, portandola alle labbra ed accendendola,
dandole subito un paio di tiri, per poi soffiare stancamente il fumo
dalla bocca.
Fissò la pagina ancora mezza bianca del documento di testo che
aveva davanti per mezzo minuto, prima di ripetersi che certamente quel
romanzo non si sarebbe scritto da sé; e se voleva evitare una
lavata di capo dalla sua editrice, era meglio che si desse da fare e
rispettasse la scadenza.
Per un periodo di tempo sorprendete lungo, considerato quanto rumorosa
fosse l’altra presenza di quella casa, l’unico rumore che
il biondo udì fu il ticchettio prodotto dalle sue dita che,
rapide e sicure, digitavano sulla tastiera.
Quando l’orologio del suo portatile gli segnalò che era
più di mezz’ora che Shuichi non emetteva suoni udibili per
tutto l’appartamento, Yuki decise che, forse, era il caso di
controllare che fosse ancora vivo –o quantomeno integro-;
perché, per quanto ne sapeva, quel moccioso poteva essersi dato
fuoco oppure essersi tagliato nel –folle- tentativo di cucinare
qualcosa.
Scosse la testa: no, se anche per sbaglio si fosse suicidato, lo
avrebbe sentito –Shu non era silenzioso neppure nel sonno-.
Lo trovò in cucina, chino sul tavolo; la superficie di
quest’ultimo era quasi interamente ricoperta da fogli mezzi
scarabocchiati.
Eiri vide il ragazzo mordicchiare il fondo della sua penna mentre,
pensieroso, fissava quei pezzi di carta, scribacchiandoci sopra
qualcosa di tanto in tanto.
«Che stai facendo?» gli domandò, fingendo di
trovarsi lì per un improvviso desiderio di caffè e
servendosene, di conseguenza, una tazza.
«Mm?» il cantante sollevò lo sguardo su di lui per
un attimo appena, per poi tornare a scrivere. «Compongo» fu
la laconica risposta.
Lo scrittore sollevò un sopracciglio, scettico: dov’era
finito lo Shuichi Shindou in perenne crisi e senza voglia di produrre
un testo quantomeno decente?
«Ti senti bene?» s’informò, perplesso.
«Ma sì, sì. Solo che mi era venuta
un’ispirazione, ma poi… Uffa, mi è scappata
ancora!» si lagnò, col suo consueto tono infantile.
«Yuki, non ho più ispirazione! Aiutami tu!» l’implorò, saltandogli al collo.
«Per chi mi hai preso, moccioso! Non sarò la tua
musa!» sbottò Eiri, stendendo il ragazzo con un pugno. Dal
pavimento, quello continuò a farfugliare qualcosa di vagamente
riconducibile ad uno «Yuki…».
«Mpf!» fu la risposta del biondo, pronunciata mentre faceva ritorno nel suo studio.
Che idee bislacche, gli venivano! Lui, il grande scrittore Eiri Yuki,
fare da musa a quella mezza calzetta senza talento alcuno?!
Ma neppure a pensarci!
Gli avrebbe lasciato fare tutto da solo, giusto per il gusto di vedere
K minacciarlo con la sua pistola e riderci sadicamente su.
Erano le sue stupide canzoni
d’amore che i fan volevano, dopotutto, no? E quelle avrebbero
avuto. Del resto, con una musa come lui, chi non sarebbe stato capace
di scrivere una specie di capolavoro?
Annuì a se stesso, compiaciuto della propria osservazione, riaccomodandosi davanti al portatile.
Alcune persone vogliono riempire il mondo con stupide canzoni d’amore.
Shuichi Shindou era indubbiamente una di quelle.
E cosa c’è di sbagliato?
Questo, Eiri Yuki l’avrebbe capito solo qualche tempo dopo,
quando il nuovo disco dei Bad Luck avrebbe venduto in tempi record un
milione di copie e il suo caro amante lo avrebbe costretto ad
ascoltarle tutte a ripetizione, senza fine.
Konnichi wa, minna-san! ^^
Dunque, è un po' che avevo in cantiere questa fic su
Gravitation, e sono felice di essere finalmente riuscita ad elaborarla.
^^
Perché dalla prima volta in cui ho letto la strofa sopracitata,
l'ho subito associata a Shuichi e al fatto che Eiri definisce le sue
canzoni d'amore sciocche. Ho pensato anche che Shu-chan sarebbe prorpio
il tipo di persona che potrebbe voler riempire il mondo con quel tipo
di canzoni, così ecco la fic ^^
Probabilmente non è un granché come "fic di debutto" in
un nuovo fandom, ma per ora è il meglio che riesco a fare. Spero
risulti almeno in parte di vostro gradimento. ^^
Ho scorso un po' tutte le fic della categoria, senza tuttavia leggerle (non sono tante, ma comunque abbastanza,
ed io sono moooolto pigra...), per cui se doveste trovare tratti comuni
tra questa ed un altra, fatemelo notare, non sarebbe carino commettere
un plagio, no? ^^ Grazie
Beh, io direi che può essere tutto, almeno per ora.
Ne arriveranno altre? Mah, chi lo sa...
Commenti, critiche e/o consigli altamente graditi ^^
Alla prossima (ma ci sarà? Boh...)! ^^
Lady_Firiel
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