All'improvviso il Nulla.

di VioletLoveReid
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Dal primo momento in cui lo vidi realizzai che lui era l’uomo della mia vita.
Avevamo passato di tutto insieme: Dal divorzio da Addison,a quei brutti mesi in cui siamo stati separati,dalla morte di mia madre, a quando è stato promosso a capo di chirurgia.
Ed ora era passato da medico,a paziente.
O morente.
Suggerì la vocina nella mia testa.
Si perché era su quel tavolo adesso,e Cristina Yang,la mia migliore amica,aveva le mani nel suo torace.
Tutto era molto confuso nella mia testa anche se la situazione era semplice: Un uomo aveva fatto una strage in ospedale e voleva morto mio marito perché lo riteneva responsabile della morte di sua moglie.
E allora perché non suicidarsi e raggiungerla? Perché era necessario tutto questo? Quell’uomo sarebbe finito all’inferno e ce lo avrei mandato io.
La specializzanda infatuata di mio marito –occhioni dolci mifaivenireilvomito – stava correndo verso di me.
Mi guardai un attimo attorno,il corridoio era deserto,solo lei che correva accompagnata dal rumore delle sue scarpe.Non un fiato. Quell'ospedale trasudava morte e orrore.
-Dotto..dottoressa!- urlava con il fiatone – Come sta il dottor Shepard?-
-Non sta. Punto. Non ti deve interessare- dissi in tono duro,quasi cattiva.
Mi ricordavo un po’ mia madre in quella situazione..quando ero in ospedale  e toccavo i suoi “Aggeggi”.Ovviamente ero troppo piccola per capire che quegli strani arnesi salvavano le vite alle persone,avrò avuto si e no 5 anni.
Sorrisi a quel ricordo,quanto mi mancava la mia mamma..
-Senza offesa dottoressa Grey,ma quello sul tavolo è il mio insegnante- disse sorridendo nervosamente.
Non sembrava scossa,era perfettamente composta,ma glielo si leggeva negli occhi quanto era agitata.
Con l’indice torturava il pollice della mano sinistra,mentre con la destra gesticolava nervosa.
-Non mi è concesso sapere- dissi balzando in piedi.
-Quello la dentro- proseguii indicando prima la sala e poi lei – è mio marito. Mio. Chiaro? Mio e ti dirò di più. Questo!- dissi scoprendo la mia pancia leggermente gonfia – è Nostro figlio. Nostro. Chiaro anche questo? Non ti è concesso sapere! E ora vai a controllare il resto dell’ospedale-
Tentennò un po’.
-VAI!- gli urlai addosso.
Girò i tacchi e se ne andò in una frazione di secondo.
Non volevo altre scocciature per oggi. Era già una brutta giornata. Che dico! Brutta? Infernale!
Mi accasciai al suolo ed iniziai a singhiozzare. Ero vuota senza di lui,lui che con il suo sorriso illuminava tutto..senza di lui la mia vita sarebbe stata solo un inferno,una sola notte buia e senza luna.
Posai la testa sulle ginocchia e piansi,piansi chissà quanto tempo,forse minuti,o ore ma a me sembravano giorni interi.
Era anche solo lentamente possibile che mio marito riuscisse a sopravvivere? Ne dubito,c’era solo una specializzanda là dentro! La voglia di entrare e vedere cosa stesse facendo mi mandava ai pazzi.
L’unica cosa che potevo fare per ora,era aggrapparmi ai ricordi.

Primo giorno al Siattle Grace Hospital.
Il mio stomaco si contorceva dall’ansia. Da quando Meredith Grey si faceva prendere dall’ansia?
Fissavo le porte scorrevoli da quasi 10 minuti. Su dai Meredith,un bel respiro!
Mi sentivo i polmoni pietrificati in quel momento. Storsi il naso.
Allora come stavi questa notte?
Sul mio volto si dipinse un espressione di pura goduria
-Beeeene – dissi tra me e me al ricordo di quel bel fusto..Derek? si chiamava così? Poco importava ora.
Dovevo rilassarmi ancora come avevo fatto quella notte.
O magari non così tanto eh,giusto per non fare subito la pervertita. E poi dimenticalo!
–Vocina nella mia testa? Una cosa per volta,prima il lavoro,poi una volta tornata a casa provvederò a dimenticarlo-

Ecco,sorrisi soddisfatta e,dopo un bel respiro,entrai nell’immenso ospedale.
Ascensore. 3Piano.
Le porte si stavano chiudendo,io ero insieme ad altre due persone che non avevo mai visto in vita mia,entrambe con una 24 ore in mano. Una era una signora bassa,robusta e la carnagione scura.
-Sembra incazzata-Pensai.
L’altra persona era un signore del tutto anonimo a cui non avevo dato molto peso.
All’ultimo istante una mano si infilò nei sensori e per una frazione di secondo pensai che quello poteva essere il mio primo lavoro: trauma alla mano,possibile frattura esposta,sala operatoria. Sarebbe stato figo.Veramente figo!.
-Scusate ma rischiavo di arrivare in ritardo il primo giorno!- era un uomo alto affascinante,dai capelli neri brizzolati e due occhi azzurri da far perdere la testa.
Mi guardò dritto negli occhi,e capii.  Era lui,l’uomo dell’altra notte.
-Lei deve essere Derek Shepard- disse la donna bassa di fianco a me. –Capo di neurochirurgia- aggiunse,mi sentii la terra mancare da sotto i piedi.
-S..si- disse spostando lo sguardo dal mio viso,improvvisamente diventato color porpora,a quello della dottoressa.
Le tese la mano.
-Dottoressa Miranda Bailey-
Perfetto,non solo il mio capo,ma anche la mia strutturata…La nazzista.

In quel momento sentii una voce.La voce di una mia amica.
-Meredith?- chiamava leggera.
Era una voce che non sentivo da tanto tempo. Quella di Izzie Stevens. 




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