15_Just like the Devil's mind
Fiamma stava ancora
percorrendo la biblioteca, cercando una qualche sezione dedicata ai
poteri speciali dei vampiri, o alle comunicazioni con
l’aldilà... insomma, qualcosa che era definibile
paranormale persino per loro.
Per ora non era stata molto fortunata, ma non demordeva: non poteva
demordere, dato che la questione la riguardava in prima persona. Forse
neppure solo lei, bensì la salvezza del corpo studentesco
dell’intero istituto.
- Un bel peso da portare sulle
spalle... - commentò distrattamente tra sé, fermandosi un
istante ad osservare uno scaffale, per poi scoprire che non c’era
niente che la interessava e proseguire.
Dopo altri dieci minuti di
ricerca, si fermò e mandò un sospiro carico
d’afflizione: possibile che non ci fosse seriamente niente
sull’argomento? Era una biblioteca così vasta...
- Non ci credo. Deve esserci qualcosa -.
Infine, i suoi occhi si
posarono su un angolo della biblioteca dove l’illuminazione
scarseggiava e gli scaffali parevano sistemati in modo diverso.
- Una sezione a parte? - si domandò, perplessa, avviandosi verso di essa, presa da un’istantanea speranza.
Quando si addentrò in
essa, notò che c’erano solo due scaffali, immensi, ma
erano solo due, segno che, qualsiasi argomento accomunasse quei libri,
ce n’erano pochi a riguardo.
Notò, a lato di una
delle due scaffalature, una targa coperta da uno spesso strato di
polvere. Sicuramente vi era scritto il genere di testi che contenevano
quei ripiani.
Si mosse rapidamente verso di
essa e vi posò la mano delicatamente, ripulendola alla meglio.
Appena ebbe finito, si allontanò un poco per leggere
l’iscrizione e il suo cuore sobbalzò: “Poteri
vampirici”.
L’aveva trovata! Aveva trovato la sezione che le interessava!
- Lo sapevo che c’era! Doveva esserci! - esclamò tra sé, felice.
Un pensiero improvviso,
però, fece sprofondare la sua gioia in fondo alla sua anima,
sostituita da una certa ansia: il suo potere era particolare, troppo particolare. L’avrebbe trovato in quei libri?
Non c’era modo migliore per scoprirlo che iniziare a cercare, e così fece.
Iniziò a camminare
avanti e indietro tra quegli scaffali, togliere libri dal titolo
interessante, far su e giù tra un tavolo poco distante e le
scaffalature, finché non fu del tutto certa di aver trovato
tutto quello che poteva esserle utile, e in verità non era poco:
c’erano ben tre pile di libri di una certa altezza ad ingombrarle
il tavolo. Per fortuna era un’accanita lettrice, e non si fece
affatto intimorire dall’esorbitante quantità di testi che
aveva davanti.
Sedette e, diligentemente, iniziò a sfogliarli tutti, uno per uno, in cerca di qualcosa che facesse al caso suo.
C’era una lampada da
lettura nell’angolo più lontano da lei, e dopo quasi
un’ora e mezza passata a leggere al buio iniziavano a dolerle gli
occhi, così si sporse oltre i libri e l’accese. Tuttavia,
nel ritirare la mano, fece cadere in parte una pila. Alcuni tomi
rovinarono alla rinfusa sopra quello che stava leggendo.
- Accidenti...! - mormorò a mezza voce, alzandosi e iniziando a sistemarli.
Uno le scivolò di mano e cadde a terra.
Quando si piegò a
raccoglierlo, il suo sguardo si fece sbarrato e allibito. Lentamente lo
prese e lo avvicinò agli occhi, come se quello che vi era
scritto sulla copertina non fosse stato altro che
un’allucinazione.
No, c’era scritto
davvero. Iniziò a sudare e tremare per l’eccitazione e
l’euforia del momento: sulla copertina di quel libro nero
c’era scritto proprio “Guida ai poteri pericolosi - psichici e di contatto”.
Non riusciva a credere che
potesse esserci un libro del genere, là dentro. Quando
l’aveva tirato giù dallo scaffale non aveva di certo visto
il titolo, altrimenti l’avrebbe letto per primo.
Spostò gli altri, senza
curarsi di risistemarli, quindi aprì quel libro all’indice
e iniziò a scorrere i vari capitoli, sofferandosi
sull’ultimo: “Pag. 451 Capitolo 21° - Contattare i
morti”.
Sembrava fatto su misura per
lei, così corse alla pagina indicata, trovando in alto, in mezzo
alla pagina, il titolo del capitolo, scritto con una grafia alquanto
lugubre e raffinata, ovviamente in inchiostro nero.
Iniziò così a leggere, avida di sapere:
«Di
tutti i poteri vampirici, quello di poter entrare in contatto con i
morti è senza dubbio il più pericoloso e al contempo il
più interessante.
Solo pochissimi sono i
“prescelti” da questo potere. La maggior parte di essi, nel
passato, ha preferito togliersi la vita piuttosto che continuare a
vivere in possesso di quel potere. Alcuni addirittura impazzirono per
il prolungato contatto con persone defunte di morte dolorosa.
Quel dono era ed è tuttora ritenuto e chiamato, da alcuni, il potere del Diavolo.
Ma come funziona?
Il vampiro o la vampira che ne
è in possesso riesce a percepire sia visivamente che
interiormente la presenza dello spirito del defunto, che solitamente si
manifesta quando il possessore del potere è da solo, anche se
eventuali terzi non sarebbero in grado di vederlo.
Il primo contatto tra un
vampiro e un defunto è sempre il più violento. Viene
preceduto da forte nausea ed emicrania, in quanto la parte del cervello
adibita alla recezione della presenza dello spirito deve
“risvegliarsi” dal torpore in cui era rimasta fino a quel
momento. Solitamente, l’età in cui il potere inizia a
manifestarsi apertamente è attorno ai sedici/diciassette anni, e
perdura per il resto della vita.
Nei contatti successivi si
verifica solo mal di testa che non raggiunge mai picchi vertiginosi,
tuttavia svanisce non appena lo spirito si materializza.
Il contatto con i morti, tuttavia, funziona solo con spiriti deceduti di morte violenta che hanno più di cento anni.
Inoltre, il potere non può essere utilizzato per richiamare a sé alcuno spirito.
Solo questi ultimi possono decidere se rivelarsi o meno. Coloro che
tenteranno di forzarli ad apparire, potrebbero andare incontro alla
pazzia o, nei casi peggiori, alla morte stessa.»
Fiamma rimase ad osservare il trafiletto che aveva appena letto senza riuscire a non provare paura.
Paura per cosa era e per quello che possedeva.
Scosse la testa.
- Non devo pensarci! È
un potere che ho e rimuginarci sopra non servirà certo a
cancellarlo da dentro di me! - si disse, decisa.
Doveva trovare qualcosa di utile.
Lo rilesse un paio di volte,
giusto per esser certa di non confondersi, poi iniziò a stilare
una sorta di lista mentale di ciò che poteva e non poteva fare
grazie a quel potere.
I punti negativi erano:
1) il suo potere aveva già condotto più d’uno al suicidio;
2) era considerato “il potere del Diavolo”;
3) ogni volta che uno spirito avesse deciso di manifestarsi si sarebbe sentita male;
4) il suo potere l’avrebbe perseguitata per tutto il resto della sua vita;
5) ultimo, ma non per importanza, non avrebbe potuto evocare mai e per nessun motivo uno spirito. Pena la pazzia o peggio.
I positivi erano:
1) non era una pazza perché vedeva una donna che altri non vedevano;
2) non avrebbe più avuto nausee ed emicranie come quelle che aveva avuto in corridoio;
3) non sarebbe stata “aggredita” né da Envy né da Greed.
Decisamente, i punti a suo
sfavore superavano quelli a suo favore, ma doveva farsene una ragione,
dato che aveva cose più importanti di cui occuparsi: secondo il
libro, e l’autore aveva pure avuto premura di sottolinearlo, non
avrebbe mai dovuto nemmeno provare a chiamare a sé uno spirito.
Ma come avrebbe fatto a trovarla, se era lei che doveva decidere quando e se apparire?
Doveva rivederla quanto prima, ma se non fosse stata lei a fare la prima mossa, ogni suo buon proposito andava a farsi friggere.
- Perché deve esserci
proprio questo cavolo di limite?! - sbottò tra sé la
vampira, mettendosi le mani nei capelli - Possibile che non me ne vada
liscia una? -.
Sbuffò, quindi si
addossò contro lo schienale della sedia, alzando gli occhi al
soffitto: tutto quello che doveva fare era rimanere da sola.
Da sola...
“... e nessuno deve andare in giro da solo”.
Sgranò gli occhi, mentre una folgorazione divina la coglieva, sconvolgendola: che Barma avesse detto quella cosa per...?
No, lo escludeva. Voleva escluderlo.
In caso contrario...
- Anche lui sarebbe coinvolto in questo casino... - commentò tra sé.
Non voleva nemmeno prendere in
considerazione un’idea simile: non voleva pensare alle
conseguenze che una tale ipotesi potesse avere.
Sapeva che, indipendentemente da quali fossero, sarebbero inevitabilmente state tragiche.
Si alzò e andò a
riporre tutti i libri: aveva trovato quel che cercava, perciò
rimanere lì era del tutto inutile.
Appena ebbe finito, uscì dalla biblioteca.
Non fece nemmeno due passi
fuori dell’uscio che incrociò Oz, accucciato contro la
parete, il viso chinato verso il basso, gli occhi coperti in parte
dalla frangia.
- Ehi, che ti succede? - chiese la vampira, chinandosi vicino a lui.
Quest’ultimo
serrò i pugni con forza, conficcandosi le unghie nei palmi, come
per punirsi di qualcosa. La rossa notò sottili righe di sangue
affiorare dalla sua pelle.
- Oz...? - lo chiamò, preoccupata.
- Sono un idiota. Ho rovinato tutto... con Emily -.
Angolino autrice
Finalmente ce la faccio ad
aggiornare ç__ç chiedo venia per il ritardissimo, ma come
al solito tra la scuola e il resto il tempo per sistemare e postare i
capitoli si riduce drasticamente ç____ç
Anyway... ringrazio Sachi Mitsuki e sofia_stella per le recensioni allo scorso capitolo e coloro che hanno aggiunto la fic alle preferite/ricordate/seguite.
Al prossimo chappy! (sperando di postare presto ç__ç)
F.D.
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